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Letter from Washington

Maggio 2008
Editor Oscar Bartoli
Oscarb1@starpower.net
www.ilgonline.com
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(Beyond the News)

Circulation 12000 in Italian and English



Lettera aperta all’Onorevole Walter Veltroni

Gentile Onorevole Veltroni,

Così i romani hanno voltato le spalle al centro sinistra. L’ondata della voglia di alternanza e cambiamento ha travolto anche la Capitale. Visto dall’America (e mentre continuano ad infuriare le primarie democratiche) il risultato era scontato. Rutelli era un ‘dèjà vu’. Desta semmai una certa sorpresa l’ottimismo di maniera diffuso dal clan Rutelli alla vigilia delle elezioni che secondo noi ha favorito l’aumento del numero di coloro che hanno disertato le urne. (“Se i voti li ha perché devo rinunciare ad una bella gita al mare?”). Voglia di cambiamento, voglia di sicurezza. Questo il tema di fondo dello tsunami che ha percorso la Penisola. Lei ha scelto durante la campagna elettorale il tasto del ‘fair play’ anglosassone. Ma i suoi collaboratori forse non le hanno spiegato che, ad esempio qui in America, non esiste ‘fair play’, non si fanno prigionieri. I ‘butcher departments’, le ‘cosiddette ‘macellerie dei partiti, lavorano a pieno ritmo per scoprire le più antiche e nascoste magagne degli avversari. Il tono, è vero, in genere non trascende e di episodi tremendi come quelli che il senato italiano ha mostrato a tutto il mondo mesi fa con aggressioni e sputi tra membri dell’austera camera, sventolio di cartelli e fette di mortadella ingurgitate e innaffiate da spumante..beh, qui negli Stati Uniti non se ne vede, grazie a dio. Ma resta il fatto che la campagna elettorale non si fa a colpi di fioretto. Il consenso in una società di massa come quella americana non si ottiene solo attraverso i dibattiti televisivi tra i candidati e tanto meno stringendo la mano a migliaia di persone. I voti si ottengono spendendo centinaia di milioni di dollari nella preparazione di video clip da trenta secondi, in genere negative nei confronti dell’avversario e riproposte ossessivamente decine di volte al giorno nelle televisioni locali. In una società di massa come quella americana è il “gutta cavat lapidem” che funziona attraverso la televisione. Dice: ma l’Italia è diversa. Chi glielo ha detto? Venti anni di televisioni commerciali hanno trasformato la società italiana. Il mio concittadino Professor Sartori ha scritto recentemente che Lei ha impostato la sua campagna elettorale andando a parlare a piazze piene in 109 province ed esponendo, aggiungiamo noi, civilmente il suo progetto politico. Ma le piazze piene non fanno automaticamente salire il numero dei consensi. Che invece il Cavaliere ha coagulato battendo e ribattendo su tre temi di grossolana evidenza (sicurezza, tasse e promesse di un futuro roseo). Ed il messaggio è penetrato con la spinta dell’impero mediatico di Berlusconi. Resta il fatto che grazie a Walter Veltroni è stata iniziata una rivoluzione politica che ha semplificato il quadro parlamentare. E di questo gli italiani (ammesso che ne abbiano consapevolezza) dovrebbero essere grati a Lei per quanto ha fatto in pochi mesi. Come dimostrano le elezioni per il sindaco di Roma, il pendolo si è spostato tutto a destra. Tocca a Voi adesso ristabilire le condizioni per una alternanza. E questo sarà possibile solo se Lei ed i suoi collaboratori vi renderete conto che non si può affrontare mediaticamente con un temperino chi maneggia lo spadone a due mani. Questo è stato purtroppo il limite di coloro che hanno gestito l’immagine del professor Prodi che ha inventato anni fa il PD. Per quanto la riguarda non Le chiedo di sbracarsi in contesti da rissa borgatara. Ma di scegliere messaggi semplici e chiari. E farli arrivare a destinazione con energia. Il centro sinistra ha bisogno di poderosi ricostituenti e di dosi massicce di vitamine mediatiche perché è ammosciato. Ma soprattutto ha bisogno di autoconvinzione.

Con molta stima
Oscar Bartoli
Washington DC

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Lo tsunami di destra

http://www.youtube.com/watch?v=JiE-US_WyEA



Commenti

A Veltroni, caro Bartoli, riconosco il coraggio di avere rotto, spero definitivamente, con la "vecchia" sinistra filocomunista e verde (verdi io definisco i comunisti imborghesiti); e non è poco. Temo, tuttavia, che il risultato elettorale - scomparsa dell' "Arcobaleno" - sia andato oltre le sue aspettative. Veltroni, però, non è esente da difetti e da errori. Innanzi tutto non mi piace quel suo negare di essere stato comunista: in un partito - Pd - formato quasi esclusivamente da ex comunisti (oltre che da qualche ex democristiano), non c'è nessuno che ammetta di essere pentito del suo passato e che rinneghi, soprattutto, l'ambiguità delinquenziale del suo grande Capo "il migliore". Lei dice che Veltroni è stato "troppo signore" nel condurre la campagna elettorale: non credo che sia stato questo a danneggiarlo, anzi quel suo comportamento può anche essere stato apprezzato; personalmente non ho apprezzato, invece, le "quaranta" balle - imitando Berlusconi, ma questi è più professionista! - che ha raccontato, una al giorno, durante la campagna elettorale. Molte di carattere economico senza che ne abbia la competenza. In più ha commesso l'errore di accettare nella sua lista i radicali: Pannella, a cui i laici sono grati per aver condotto e vinto tante battaglie importanti per la democrazia di un Paese libero, libero anche dai condizionamenti della Chiesa cattolica, è elemento "pericoloso" (perché di c... ne ha fatte!), tanto che il suo partito è "condannato" a far perdere voti agli alleati. Ma, soprattutto, ha deluso la manifestazione di Veltroni a Napoli in onore di Bassolino. E, in proposito, non è scandaloso il sospetto che non si sia trattato soltanto di un rapporto di amicizia personale (che in politica bisognava comunque soffocare), ma anche di qualche cosa che attiene alla "gestione" dei voti, a Napoli e Campania "stranamente" aumentati rispetto alle precedenti elezioni! Ora, per ultimo, è venuta la vittoria di Alemanno a Roma. Risultato sorprendente, checché ne dicano i profeti del senno di poi. Ma in questo, oltre alle ambiguità di Rutelli, c'è anche la responsabilità della non felice gestione di Veltroni come sindaco della Capitale. Soprattutto riguardo all'ordine pubblico. Chiaro che gli ultimi "fattacci" sono stati strumentalmente enfatizzati, ma se questa nuova sinistra non rinuncerà a promuovere i suoi voti di domani ignorando i primi atti degli aspiranti delinquenti e le associazioni a delinquere dei tanti stranieri abusivi, è probabile che aumentino le difficoltà di successo, almeno nel presente.
Malgrado tutto, ripeto, do il benvenuto a Walter Veltroni quale leader della nuova sinistra. Il suo successo, però, è legato solo all'apertura verso uomini e donne che col Pci e la Dc non abbiano niente a che fare. Mi scuso se mi sono soffermato troppo. Cordialità.

Giovanni Celletti


Oscar, ciao....

Guarda che era normale...Secondo me...Le previsioni erano queste....Io non mi sono stupita manco dei voti presi dalla Lega e dall'Italia dei Valori. Le persone normali vogliono normalità in un mondo di irrazionalità,….. C'era da aspettarsi un cambiamento. Roma passa alla destra. Ma non credo che Alemanno sarà un pessimo sindaco. Penso che la gente voglia risposte ai problemi comuni. C'è paura, tanta diffidenza, un clima pesante. Per questo si vota a destra. Il Pd è un ottimo partito, ma ha dentro anche i radicali. Se mi metti vicino Di Pietro e i radicali mi chiedo: che c'azzeccano gli uni con gli altri? Non so ma ho la percezione che solo i partiti moderati vadano bene per l'Italia. L'ala estremista della sinistra ha fatto un casino dietro l'altro. E infatti è scomparsa. Anche da Gubbio, Oscar. Ho amici comunisti che hanno detto: "Per carità non ne vogliamo più sapere niente....votiamo Berlusconi...." Tu li guardi e pensi: "È un miracolo". In positivo, in negativo.....Si vedrà, però chi votava comunista era quello più inflessibile. E quando mai cambiava bandiera? Vedremo come andrà. Sono certa che Berlusconi non vorrà sfigurare. Lo ha detto. Anche se dovrebbe rilassarsi e non governare pensando a quando non ci sarà più e sarà nei libri di storia, ma semplicemente governare pensando che ci sono risposte da dare. Uomini, donne, giovani, precari, famiglie, sicurezza ecc... Poi, se lavorerà bene finirà nei libri di storia. Ma, appunto come si dice: "A journey of a thousand mile must start with a single step". Un detto dell'aviazione britannica dice: “Chi rischia, vince.” Comunque, la tranvata della sinistra estrema era da aspettarsi....Forse chi fa campagna elettorale non può capire. Di qui posso dirti: non c'era da stupirsi.
Con simpatia
Anna Maria Polidori
Gubbio

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Commento molto lucido e altrettanto condivisibile. Abbiamo molto bisogno di confrontarci con le altre grandi democrazie. Chissa', un giorno saremo forse un paese un po' meno mediocre, meno chiuso in se stesso, sempre piu' lontano dalla realta'. In tutti i sensi. Un esempio banale? Avete mai preso un taxi a Roma? E a New York? Francoforte? Londra? Parigi? Madrid?

Franco di Jorgi


Ottima analisi di un non previsto insuccesso!!

KPFade

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La situazione non era "del tutto" imprevista, ma non si conosceva ancora l'effettivo grado di penetrazione del potere mediatico sulle masse. Infatti, dopo gli esiti elettorali di questo mese, la situazione è chiaramente sconvolgente. L'ignoranza dilaga e il sentimento illusorio verso questo nuovo governo è ora ai massimi livelli. Detesto esser costretta a vivere qui...anche se non invidio gli americani, perchè proprio da loro ha avuto inizio la globalizzazione.

Cordiali saluti.
Beatrixforever

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Caro Bartoli

Io non mi ritengo un politico e tantomeno un presuntuoso ma, semplicemente un realista. Certo, come molti politologi confermano, questo e' stato un voto di "protesta" che va ricercata in una serie di errori commessi. Resto sempre dell'opinione che, l'incapacita', anche sul piano dell'immagine del "mortadellum" ha influito e,non poco, credimi ma, purtroppo e' cosi' . Le opinioni raccolte in vari settori, mi danno ragione.
Antonio De Luca
Firenze
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Caro De Luca:
L’Italia è un paese democratico, il corpo elettorale ha scelto. E forse ha scelto bene, perché, una volta che gli è stata fornita una seria alternativa con l’eliminazione dei piccoli partiti personali che hanno reso impraticabile qualsiasi serio programma politico, hanno votato secondo coscienza. La destra ha stravinto e adesso deve dimostrare di sapere risolvere i problemi del Paese. Tutto il resto sono solo chiacchiere.
Cordiali saluti,
OB

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Ciao Oscar,
temperino/spadone ??????? si vede che non puoi o non vuoi vedere la realtà dell'italico popolo, tanto pronto a cambiare bandiera quanto spinto da validi e talvolta drammatici motivi. A Roma ha perso il dèjà vu, le notti bianche, etc etc. Il potere mediatico (la lingua batte dove il dente duole !) non c'entra molto.
Bartolomeo Ghione
Firenze


Sa cosa manca, caro Bartoli, ai nostri politici? Uomini che come lei si intendono profondamente e professionalmente di comunicazione. Non basta essere bravi o avere ottimi programmi bisogna farlo sapere e nella maniera più chiara e semplice possibile. Purtroppo con l'improvvisazione e senza le doti adeguate non si trasmette nulla, oppure si rischia di trasmettere messaggi che non raggiungono l'obiettivo desiderato. O lo sai fare o non lo sai fare.
Cordiali saluti,
Donato e Isabella Laureani
Roma



Caro Oscar,
anche questa volta le devo dare ragione! In un'Italia così poco informata su chi mette al Governo (da una parte come dall'altra) il PD ha perso una buona occasione per far aprire gli occhi agli elettori. Non dico di andare a rovistare tra l'immondizia ma affrontare gli argomenti più scottanti alla luce del sole. Attualmente, guardando il telegiornale, sembra che tutti i guai dell'Italia vengano dagli immigrati. Mi auguro che il Lussemburgo non ragioni mai così altrimenti io, immigrante, sono «fritta»! Non ho mai sentito parlare di seria lotta alle mafie ed alla corruzione. Non ho mai sentito una parola di sostegno alla magistratura alla quale io, semplice cittadina mi devo inchinare, ma la casta può demonizzare. La cosa peggiore è quando si cerca di affrontare questi temi viene sempre fuori: questa è demagogia! Questo è populismo! OK, sarà pur demagogia o populismo, ma quand’è che li affrontano veramente questi problemi? Perché a forza di nascondervi dietro alla demagogia e al populismo le mafie sguazzano e la corruzione impazza. Ma che esempio danno i politici quando come unico credo hanno il potere e non il benessere del cittadino! E poi basta… Antonveneta, Alitalia, Cirio, Parmalat, Unipol, RCS… BASTA! Non abbiamo più credibilità! Non possiamo accusare Airfrance di volerci portare via tutti i turisti per mandare i nostri aerei in Africa e poi stupirci se si ritira. Lei come me non vive in Italia. Sa cosa dicono i miei colleghi che vengono da tutt’Europa? Beh, mi deridono; grazie ai nostri rappresentanti, da una parte e dall’altra, siamo visti come i clown dell’Europa, siamo considerati poco seri!
E quel che mi dispiace di più è che a farne le spese è la mia famiglia ed i miei amici che in Italia ci devono vivere!

La voglio ancora ringraziare per quel che fa.

Beatrice Pacioni
Lussemburgo
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Caro Oscar,
come sempre voglio complimentarmi per le tue pertinenti osservazioni relative a Veltroni. Vorrei aggiungere che lo tsunami che ha colpito la sinistra in generale era largamente prevedibile. Come già ti ho espresso in precedenza, cadute le ideologie (finalmente) le persone hanno votato considerando molte cose e non più quelle imposte dai dogmi ideologici. Veltroni ha compiuto, ritengo forse in buona fede, molti, troppi trasformismi, per non parlare di Rutelli (da radicale ai DS, poi convertito sulla via di Damasco ad un improvviso cattolicesimo, nel contempo frequentatore dei salotti buoni romani ecc.). Ho conosciuto in gioventù Pasolini e benchè non ne condividessi molte sue certezze ideologiche, devo affermare che la critica che aveva per la sinistra allora imperante, quella del PCI per intenderci e dei suoi esegeti e discendenti, era giusta. Avevano ed hanno perso ogni riferimento pratico, unicamente per correre dietro al potere. Per ragioni di lavoro, ho frequentato per un po' di tempo i palazzi del potere ed ho assistito alle basse contrattazioni che tutti operavano per raggiungere i loro scopi, soprattutto personali. In questo, dopo la caduta della cosiddetta prima repubblica, hanno primeggiato gli eredi dl vecchio PCI, Veltroni compreso. Questo la gente che ha votato, l'ha capito e li ha severamente puniti. Quanto a Prodi, è evidente che l'ambizione e la sete di potere gli hanno fatto perdere di vista gli obiettivi che un governo come il suo doveva avere prima di tutto. Non condivido con te il fatto che non abbiano fatto abbastanza per far comprendere quello che facevano. Purtroppo l'abbiamo ben capito sulla nostra pelle ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Vedremo questi cosa faranno. " Spes ultima Dea", ma per noi che cerchiamo di essere uomini liberi e di buoni costumi, rimane solo questo.
Con molti cordiali saluti
Giovanni Bartoli

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Caro Omonimo:
rispetto il tuo punto di vista. Dissento solo sulla valutazione che dai di Prodi. Conoscendolo bene ti assicuro che non è torturato da sete di potere. Se una critica gli si può rivolgere è quella di circondarsi di cosiddetti amici che poi lo fregano regolarmente. E lui continua a farlo per troppa bontà. Per far politica professionalmente bisogna essere delle carogne fottute. Altrimenti è meglio lasciar perdere. Infatti Prodi ha lasciato perdere.
Oscar

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Titoli di Coda

Nel panorama della articolata letteratura italiana piena di provocazioni e di conati amatoriali che trovano misteriosi supporti editoriali, segnaliamo ai nostri Lettori il romanzo “Titoli di Coda” di Maria Rosaria Petti per i tipi di Iride (16 euro). Una spy story ambientata a New York, in un Congresso di fine secolo (27 dicembre 1999) organizzato dalle Nazioni Unite che avrebbe dovuto ospitare come momento culminante la lezione della scrittrice Alice Bassette Stein. Si dipana una storia affascinante che ruota intorno alla figura del protagonista, il professor Filippo Maselli, voce narrante del romanzo. In controtendenza con la moda lanciata dagli americani di costruire romanzi che sono in sostanza delle sceneggiature cinematografiche, questo libro di Maria Rosaria Petti si qualifica non solo per la grande dotazione culturale e per la tecnica descrittiva, fatta con un raffinato cesello linguistico, ma anche e soprattutto per l’afflato poetico che avvolge tutte le complesse fasi di questo lavoro che rappresenta a nostro avviso una delle più consistenti novità dell’asfittico scenario italiano.
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Furto dei dati fiscali

Gli Stati Uniti sono la nazione nella quale a chi ha fatto la dichiarazione dei redditi arriva dopo 15 giorni un assegno a conguaglio se ha pagato troppo. Ma gli Stati Uniti sono anche la nazione nella quale il furto dei dati dei contribuenti è salito del 134 per cento dal 2002 al 2007. E quel che è peggio scattano le ingiunzioni della IRS, il ministero delle finanze americano, che non vuole sentire ragioni e ritiene che vi sia stata una omissione di guadagni non dichiarati da parte del contribuente onesto. I tentativi di chiarire la difficile situazione sono spesso senza risultato ed inizia un calvario per il cittadino onesto stritolato nella morsa del furto delle sue generalità fiscali e delle penalità inflitte dall’agenzia statale delle entrate. Il furto della identità fiscale avviene quando il cittadino si vede arrivare via Internet delle imperiose richieste di chiarimenti da parte di un fantomatico dipartimento del ministero. Chi risponde fornendo i propri dati entra in un girone dei dannati.
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Ford rinasce?

Lo scorso anno le vendite di automobili negli Stati Uniti sono calate dell’8% mentre Ford, l’eterna malata delle tre grandi case di Detroit, vedeva aumentare le proprie vendite del 23%. Tutto merito del nuovo capo della Ford. Si chiama Alan Mulally ha 62 anni, una carriera spesa interamente alla Boeing che ha ristrutturato prendendo ad esempio molte delle soluzioni adottate dalla Toyota. Il giovane Ford lo ha voluto a capo della sua azienda agonizzante dove è entrato nel 2006, l’anno peggiore della casa automobilistica. È stata ridotta la manodopera di un terzo con l’allontanamento di 46mila lavoratori nel solo Nord America. Mulally ha deciso di vendere le marche di prestigio che di soldi ne portavano pochi. Così sono state cedute Aston Martin, Jaguar e Land Rover, queste ultime al magnate indiano Tata. Anche la Volvo è in lista di attesa. È si sta abolendo la regionalizzazione delle produzioni. Se la Fiesta va molto bene in Europa non si vede perché non debba andar bene anche in America dove sarà presentata entro un anno. “Oggi la produzione Ford è un assurdo. ”, dice il capo della Ford, “È come se la Boeing dovesse fare un 737 diverso per ogni paese in cui lo vende.”

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CAREER FAIR

C’e’ una tradizione della societa’ americana che si rinnova ogni anno nel periodo precedente la “graduation” degli studenti nelle Universita’ e Colleges in tutto il Paese, che dimostra quanto il lavoro e’ considerato fondamentale e degno di rispetto da parte dei datori di lavoro e dei futuri lavoratori. E’ un esempio di civilta’ e di democrazia che mi ha sempre colpito per la sua affermazione rituale e obbligatoria da parte dei due contraenti che s’incontrano negli spazi pubblici dei campus universitari a proporsi i laureandi e, a offrire lavoro, gli imprenditori e/o i loro rappresentanti. E’ una vera “Festa del lavoro” che segue l’andamento dell’economia nazionale, ma che non tradisce mai le aspettative dei ragazzi che hanno lavorato duramente per arrivare a questo giorno di gloria. Sebbene si stia attraversando un momento di recessione economica, ben 121 aziende su le 140 dell’anno scorso si sono presentate all’appuntamento annuale alla San Diego State University, una delle Universita’ piu’ importanti e con maggior numero di studenti in questa parte della California. Questa formula celebra la “meritocrazia” e stimola i giovani a competere con l’orgoglio dei propri risultati accademici, che qui sono veramente sudati e conquistati con un duro lavoro intellettuale accompagnato quasi sempre da un impegno lavorativo extra per pagarsi gli studi. Una caratteristica dell’America che non e’ mai stata raccontata dai media italiani che sanno cogliere gli aspetti piu’ caricaturali di questa grande nazione, ma non questi esempi che invece potrebbero ispirare qualche azienda in Italia e qualche Universita’ a promuovere incontri che ridarebbero ai giovani la fiducia nella propria laurea, alle Istituzioni l’orgoglio di presentare con i risultati accademici dei loro studenti la qualita’ del loro insegnamento e al Paese la speranza che le cose possono cambiare. Il cambiamento che in questo momento storico-politico viene annunciato come essenziale deve e puo’ partire solamente dai giovani. Occorre affidargli la piena responsabilita’ del loro impegno negli studi, senza scorciatoie e/o protezioni, ma riconoscendogli il merito dei loro risultati e, come si fa in America, andandoli pure a cercare per offrirgli il lavoro, invece di costringerli a una odissea umiliante di precariato e di raccomandazioni.

MassimoSeracini
SanDiego,California

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La fisarmonica in concerto


Alessandro Gazza, nato e cresciuto a Lecce, ha entusiasmato con la sua preziosa fisarmonica da 30mila dollari le centinaia di persone che hanno affollato l’Auditorium dell’Ambasciata italiana a Washington. Il maestro Gaza ha eseguito musiche di Scarlatti, Paganini, Solotarjow e Albeniz fino a Piazzolla in trascrizioni per il suo popolare strumento nelle quali ha dimostrato un impressionante virtuosismo interpretativo. Tra il pubblico, composto in prevalenza di americani (per gli italiani la fisarmonica è ancora strumento da festa paesana), una folta rappresentanza del club americano della fisarmonica che riunisce migliaia di musicisti in tutta la Federazione. Al termine del concerto, dopo la terza standing ovation, il giovane musicista italiano è stato avvicinato dal campione mondiale di fisarmonica che gli ha detto sorridendo: “Credevo di essere il migliore. Ma questa sera mi sono accorto che c’è qualcuno che merita di essere il numero uno.” Un grazie sentito al maestro Gazza per avere mostrato una immagine dell’Italia ed in particolare di quella del sud che si distacca dai soliti stereotipi che affollano i rari articoli che appaiono sulla stampa americana dedicati al nostro Paese.




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The Istituto Italiano di Cultura

is pleased to invite you to the presentation of the book

“Ed anche questa è America!”
(“And also this is America!)

by journalist Oscar Bartoli

May 21st, 2008 6:30 PM
Venue: Italian Cultural Institute, 3000 Whitehaven Street NW, Washington, DC
A panel of top professionals will illustrate their personal experiences in the US job market

Ennio Caretto Journalist
Daniel Alkon Scientist
Richard O’Neill Futurologist
Ali Safayan Medical Doctor
Guido Cervone University Professor
Giovanni Reggioli Orchestra Conductor
Enzo Torresi Venture Capitalist
Riccardo De Marchi Luiss University


At the end of the event the Author will sign the copies of the book that will be sold at 35% discount.
RSVP required by 19/05/08: iicwashington@esteri.it or (202) 518-0998 - ID required
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(Beyond the News)

Circulation 12000 in English and Italian
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Translation by Prof. Maria Enrico --- m.enrico@att.net
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Gentile utente vorremmo informarLa che se Le è arrivata questa e-mail è perché è stato inserito il suo indirizzo di posta elettronica nel ns. database (o qualcuno lo ha fatto in vece Vostra) o perché il suo indirizzo e-mail è stato acquisito da Fonti/Elenchi pubblici o perché è stato registrato in seguito ad incontri commerciali o contatti per telefono o fax. Dal momento che non siamo interessati ad inviare messaggi promozionali a persone o aziende non interessate ai ns servizi o non consenzienti e, facendo riferimento al Decreto Legislativo 196/2003, la preghiamo di comunicarci se non intende ricevere nostre comunicazioni
Esteemed user,we wish to inform you that you received this e-mail because you may have added your e-mail address to our database (or someone has added it on your behalf or instead of you), or your e-mail address has been obtained from public lists/sources or has been entered following up trading meetings or telephone/fax contacts.We are not interested in contacting people and enterprises not interested in our offers or not consenting, through promotional e-mails and, referring to the law decree 196/2003, we ask you to communicate to us if you don't want to receive anymore communications.
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Lettera aperta a Walter Veltroni


Lecture of Maestro Giovanni Reggioli



Lettera aperta a Silvio Berlusconi




"Ed anche questa e' America!"

di Oscar Bartoli

Luiss Press University 20 Euro




Alle elezioni presidenziali USA votero' per...



The lynching of the Italians in the United States

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