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Oscars: vince il migliore










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Si e' appena concluso lo show degli Oscars e e' quasi mezzanotte ora di Washington.

Troverete migliaia di parole scritte dai corrispondenti delle principali agenzie e giornali italiani. E ci sara' sicuramente qualcuno che secondo il costume nazionale avra' la puzzetta al naso.

Ha vinto il film migliore, Slumdog millionaire, la cui produzione e' stata sempre sull'orlo del collasso perche' i soldi erano pochi anche se si trattava di una produzione fatta con budget limitato.

Ha vinto un modo nuovo e antico di fare cinema di livello, senza esagerare negli effetti digitali, ma scegliendo storie valide, riuscendo a tirare fuori il meglio anche da attori della strada.

Ma ha vinto Hollywood e l'Academy per il livello della premiazione. Quest'anno lo spettacolo c'e' stato ed i numeri presentati di cui facevano parte i nomi piu' noti dello star system americano sono stati una dimostrazione di professionalita' che dovrebbe fare riflettere chi in Italia si inventa una carriera artistica senza una preparazione adeguata, fidando nello stellone e nelle scorciatoie sessuali con i potenti di turno.

Sul palcoscenico degli Oscars abbiamo visto impegnati nei vari siparietti attori e attrici che sono anche perfetti ballerini, cantanti, mimi.

E per quelli che arrivano, ve ne sono migliaia che studiano, sudano le classiche sette camicie e per campare non disdegnano di andare a servire in qualche ristorante tra un contratto e l'altro. "No sweat, no success". Non c'e' successo senza sudore e fatica.

Oscar Bartoli

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