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Berlusconi ricattabile?

Di seguito trovate un paragrafo dell'ultimo editoriale di Eugenio Scalfari, (Repubblica 10 maggio 2009), fondatore de La Repubblica ed il piu' autorevole giornalista italiano. Le parole usate da Scalfari nei confronti di Berlusconi sono 'macigni', non pietre. Che significato ha l'espressione 'ricattabile' attribuita al presidente del Consiglio italiano? Ricattabile e' una persona che, avendo compiuto qualcosa di illegale, cerca di comprare il silenzio di chi ne e' a conoscenza. Il signor Letizia e' sicuramente il migliore degli uomini sul pianeta (nonostante sia incappato in alcuni incidenti di percorso giudiziario). Svolge attivita' a Secondigliano, quartiere messo in luce da Gomorra, il best seller di Roberto Saviano e capitale internazionale della droga gestita dalla camorra.
Sarebbe bello se Scalfari potesse dare agli 'italiani che non sanno' qualche lume di interpretazione delle sue sibilline ipotesi.
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"Berlusconi è una persona ricattabile perché nega alcune circostanze che sembrano evidenti e che sono a conoscenza diretta di altre persone. Queste persone sono state e saranno colmate di benefici, ma dei loro servizi egli non può disfarsi quand'anche lo volesse poiché sono al corrente di segreti piccoli o grandi che potrebbero offuscare o addirittura interrompere i suoi successi e il suo potere. 

Spesso è accaduto che tra queste persone si verificassero contrasti e che la loro riservatezza fosse dunque a rischio. Finora il leader è riuscito a mediare, a conciliare, a tacitare, ma il rischio è ricorrente e spiega anche alcune vicende altrimenti incomprensibili. 

Una di esse, la più recente, è l'amicizia tra il premier e Elio Letizia, padre di Noemi. Non si sa come sia nata quell'amicizia né quando, una spessa coltre di reticenza ne copre l'origine e la natura alla stregua di un vero e proprio segreto di Stato. Basta leggere o ascoltare le interviste del signor Letizia - personaggio con non lievi trascorsi penali - per rendersi conto di reticenze a dir poco inquietanti. 

La stampa ha tra gli altri suoi compiti quello di controllare il potere e cercare la verità bucando il velo della reticenza. E' dunque comprensibile anche se abominevole che la stampa sia una delle principali preoccupazioni di chi detiene il potere. Preoccupazioni "pelose" che si esercitano sulle proprietà dei giornali, sui direttori, sui giornalisti con compiti di rilievo. Gli editti di persecuzione contro giornalisti scomodi servono a metterli fuorigioco, i premi servono invece a favorirne la conversione. 

Sarebbe impietoso farne l'elenco ed anche non necessario: basta infatti seguirne i percorsi e le carriere determinate dal Palazzo e gli effetti "deontologici" che ne derivano per averne contezza." 

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