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Diario da Los Cabos #3

Il Messico sta conducendo da anni una vera e propria guerra contro i cartelli della droga. 45mila soldati sono stati dislocati negli stati della federazione messicana che sono a maggior rischio come Ciudad Juarez, Chihuahua, localita' considerate insieme ad altre sette in stato di assedio. Le autorita' americane invitano i turisti a non recarsi in auto in Messico per il costante pericolo di essere non solo derubati ma assassinati.
Piu' di 11mila persone sono state uccise in questa guerra di droga che coinvolge direttamente il governo Obama che ha garantito 1,4 miliardi di dollari al presidente messicano Felipe Calderon.
Ma Calderon si trova adesso a dovere fronteggiare un'altra guerra: quella della infiltrazione criminale in tutti i gangli della amministrazione pubblica sia locale che federale, arrivando a coinvolgere le forze armate. Questa emergenza viene giudicata un pericolo per la stabilita' del governo messicano e della nazione intera.
Purtroppo l'emergenza del Messico e' strettamente correlata alla domanda di droga che arriva ai cartelli criminali dal mercato piu' importante: ovvero gli Stati Uniti. Nonostante la crisi e la recessione la domanda di marjiuana, cocaina e metamfetamine e' sempre forte e le organizzazioni piramidali mafiose non esitano di fronte ad alcun ostacolo pur di mantenere una presenza crescente nel eterritorio americano. Questo spiega gli scontri tra diverse organizzazioni criminali per il controllo del mercato con l'impiego di ogni mezzo a cominciare da flotte di aerei, motoscafi, minisommergibili, armi pesanti compresi mortai e cannoni antitank.
Frequenti i ritrovamenti di cadaveri di cittadini, tra i quali anche poliziotti, che dopo essere stati torturati sono decapitati a colpi di machete. E gli omicidi sono firmati dai diversi clan.

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