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Tempi duri per il vizio a Las Vegas

Cronaca da Las Vegas:

Il fine settimana di Halloween ha rianimato le halls degli alberghi di Las Vegas. La citta' del gioco, del sesso e della droga da un paio di anni (causa la pesante recessione) non sa dove sbattere la testa per riempire gli hotels e costringere la gente a sedere davanti ad una slot machine nell'illusione di rifarsi unsa vita. Se si percorre il Las Vegas Boulevard, meglio conosciuto come 'the Strip', e si procede verso downtown, si vedono gli scheletri delle nuove imponenti costruzioni che avrebbero dovuto assicurare migliaia di posti di lavoro e che la recessione ha addentato facendo ritirare precipitosamente le banche che si erano esposte troppo facilmente alla richieste dei palazzinari. Vi parlo dal Luxor Hotel, sapete?: quello fatto a piramide che venti anni fa era considerato il migliore di Vegas. Oggi offre camere a 59 dollari pur di attrarre la clientela che si muove solo nelle ricorrenze di festivita' per dare sfogo a quella malattia nazionale che e' il gioco d'azzardo. Una malattia che colpisce tutti senza distinzione di sesso e di censo. Si' perche' qui intorno a chi vi parla ci sono centinaia di anziani che si giocano sino all'ultimo cent la pensione, donne mature divorziate alla ricerca della felicita', molte di queste obese ai limiti della mobilita'. La sera chi ha da spendere ancora qualche centinaio di dollari va a vedere uno show. Al Luxor attrae molto Chris Angel, un giovane illusionista greco-americano, che oltre ai soliti numeri monstre delle rinomata ditta 'Le Cirque du Soleil', ha il merito di gestire il pubblico in maniera spigliata assecondato da un corpo di ballo eccezionale che lavora sotto la direzione del coreografo del defunto Michael Jackson. E si vede. All'ingresso nel grande teatro le assistenti spontaneamente cambiano il tuo biglietto che prevede un posto in piccionaia e ti mandano nelle prime file graziosamente. Non perche' siano attratte particolarmente dal nostro aspetto, ma perche' bisogna dare al magician e ai suoi attori e ballerini la sensazione che il teatro sia quasi pieno.

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