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Ethan Marten, un talento cinematografico a 360 gradi


Ogni progetto cinematografico è sempre il risultato di un lavoro di team. Atlantis Down, l’ultima produzione della MaXaM Productions con la regia di Max Bartoli, non fa eccezione.

Alla base del successo finanziario che ha portato a dare luce verde al film, vi è stato il lavoro di squadra del giovane regista italiano con il nuovo acquisto della casa di produzione anglo-americana: il produttore Ethan Marten.

Decennale esperienza, da sempre coinvolto nell’industria cinematografica con ruoli vari dall’attore, al produttore esecutivo, Ethan Marten, è figlio d’arte. Suo padre Albert è stato uno dei maggiori avvocati dello spettacolo degli anni 50-60 e 70 ed è colui che ha introdotto nell’industria cinematografica il concetto del ‘completion bond’, oggi di uso da parte di produzioni di ogni tipo.

L’esperienza di Ethan Marten nell’industria dell’entertainment può essere considerata a 360 gradi. Come attore ha recitato sin da giovane età in film importanti al fianco di nomi come Harry Dean Stanton, Frank Langella, I premi Oscar Jason Robards, Piper Laurie, Jose Ferrer e Whoopi Goldberg. Ha lavorato con produzioni quali la Lucas Films, Hollywood Pictures, Discovery Channel, Family Channel, New Dominion Pictures e per la NASA.

Come produttore ha lanciato tre società cinematografiche, sviluppato strategie di marketing interattivo intuendo il potenziale di Internet e delle nuove tecnologie quando la Rete era ancora agli albori. È stato il primo produttore a testare (per la Panasonic) e utilizzare telecamere digitali con tecnologia P2 in un film.

Agli inizi degli anni ottanta convinse suo padre e suo fratello Richard a fondare i primi Film Studios della Virginia, che ha co-gestito fino ai primi anni novanta.

Oggi Ethan Marten ha una serie di impressionanti contatti con investitori qualificati che si fidano di lui. Il suo ingresso nella MaXaM Productions è stato voluto direttamente dal suo CEO ed ha portato a risultati immediati, con la raccolta del budget necessario a produrre “Atlantis Down” in soli tre mesi.

A questo punto c’è solo da augurarsi che il film non deluda le aspettative di investitori e pubblico e che la collaborazione che ha legato Bartoli a Marten si dimostri duratura.

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