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Non rispettare le regole porta vantaggi al traffico

Uno studio fatto dal Physical Journal E, definito dal Los Angeles Times un concentrato di 'teste d'uovo' per indicare che si tratta di cervelloni, ha messo in evidenza che il traffico scorre meglio quando il 40% dei guidatori non rispetta le regole della strada. Piu' 'jerks' (equivalente del nostro stronzi) ci sono e meno stop si verificano nel traffico. 

Petter Minnhagen, il fisico della Sweden's Umea University che ha firmato lo studio ha detto che: " Se la maggior parte dei guidatori segue le regole del codice della strada ed una parte consistente invece non le osserva, il traffico presenta minori possibilita' di intasamento."

Il fatto che questo studio, vero o presunto (le bufale giornalistiche sono all'ordine del giorno) sia stato ripreso da uno dei piu' importanti quotidiani americani sta a dimostrare che almeno i cittaddini della California sono stufi do dovere spendere ore in fila rispettosamente. E l'intasamento delle autostrade di Los Angeles e' evidente a chi arriva in volo sull'aerporto internazionale.

Sono ancora rari quelli che ti passano da destra per superare una lunga fila in attesa e si meritano gesti minacciosi e insulti, di cui si infischiano visto che ormai e' entrato nell'uso comune anche la definizione di 'good driver' per coloro che cercano in qualche modo di svicolare per conquistare qualche posizione avanzata.

La notizia fara' certamente piacere alla stragrande maggioranza degli italiani che da sempre se ne infischiano delle regole del codice della strada e che ci insultano quando, trovandoci in Italia, ci fermiamo agli stop, come da sempre siamo abituati e costretti a fare in America.


L'Italia della gnocca parlata

In tutte le localita' turistiche del Messico ogni centro metri trovi una farmacia annunciata da cartelli sandwhich che reclamizzano, Viagra, Cialis oltre alle medicine per combattere la Montezuma Revenge, la diarrea che colpisce il 40% dei turisti che si recano in quel paese.
Da anni i media americani ospitano la pubblicita' delle cliniche, pomate, arnesi vari per combattere la 'erectile disfuction' che sembra colpire un numero crescente di maschi. Quasi un contraltare con l'aumento della esuberante emancipazione femminile che vede ormai rovesciati da tempo i canoni del tradizionale corteggiamento. L'uomo sessualmente ridotto a un 'fuco' da eliminare dopo avere compiuto il servizio. E questo spiega l'aumento delle depressioni maschli in eta' fertile.
Leggendo i giornali italiani, anche quelli che fanno finta di essere seri, l'impressione e' che il Bel Paese sia invece il paradiso mondiale della 'gnocca', espressione volgare emiliana entrata nell'uso corrente. Gli italiani sarebbero un popolo prevalentemente dedicato al coito continuo complice una moltitudine inesauribile di fanciulle assatanate dai 14 ai 90 anni pronte a saltare su ogni maschio. 
Ma, stando alle statistiche, sembra che anche in Italia il numero di maschi che si vedono costretti a ricorrere all'aiuto dell'andrologo sia in vertiginoso aumento. Sono dati che e' meglio non reclamizzare per non correre il rischio di appannare l'immagine macho del Bel Paese rappresentata urbi et orbi da suo presidente del consiglio.
L'Italia e' dunque la patria della gnocca parlata?

Per favore: meditate su quanto possiamo fare per salvarci...

The digital nomads

Li chiamano 'digital nomads', e sono l'ultima frontiera dei tanti cambiamenti che Internet ha introdotto e sta introducendo nelle nostre vite. Anni fa quando comincio' ad affermarsi il lavoro da casa, dopo le prime esultanze mediatiche spinte soprattutto dalle grandi marche di PC e laptop, vennero fuori i primi grandi inconvenienti: soprattutto la solitudine nella quale si confinavano i lavoratori casalinghi. Incomprensioni tra i coniugi (le mogli non sopportavano di avere il marito a casa tutto il giorno), mancanza di contatti extra domestici molti dei quali alimentavano le scappatelle erotiche nate in ufficio. Qualcuno intervistato citava addirittura di aspettare l'arrivo del postino per scambiare finalmente qualche parola. Nell'America in cui tutto cambia velocemente e' il momento dei nomadi digitali, persone che hanno rinunciato a recarsi in un cubicolo di ufficio a lavorare ma non vogliono rinunciare al contatto umano. I nomadi digitali li trovi ormai dappertutto, nelle piscine, nelle lobby dei grandi alberghi, nei caffe' shops di Starbuck e di altre marche. Ma il fenomeno dilaga e cosi' qualcuno ha pensato di mettere su dei centri dotati di ogni attrezzatura tecnologica nei quali i nomadi si ritrovano con i loro portatili pur svolgendo attivita' completamente diverse. E pagano piu' di 200 dollari al mese per trovarsi tra amici. 

Viva el Caballlero!

Sono stato folgorato sulla strada per Cabo San Lucas, Baja California. Dopo anni di astiosi commenti scritti sul Cavaliere e sul suo modo di fare politica, dovevo venire qui sulla punta estrema di questa lunga penisola che si immerge tra il Mare di Cortez da una parte e l'Oceano Pacifico per cambiare completamente il mio giudizio sul caballero.
Le televisioni messicane e i giornali di pettegolezzi parlano ampiamente del nostro Premier e lo fanno non nella maniera tartufesca della stampa anglosassone di proprieta' dello squalo Rupert Murdoch. No, qui le conduttrici, trucco pesante, push up sul quale si insinua l'obiettivo della telecamera, cosce accavalla scavalla, quando parlano del nostro Silvio lo fanno con un misto di ammirazione che risponde alla cultura dominante del Messico. Da sempre i rapporti tra i due sessi vengono regolati dal 'machismo' che non e' solo l'arroganza del maschio nei confronti della  donna che comunque sa bene come ritagliarsi i propri vantaggi. 
Ma il machismo e' anche ostentazione pubblica del proprio status civile ed economico.
Chi se lo puo' permettere, oltre alla famiglia regolare, ne mantiene un'altra. E tutti sanno tutto di tutti a cominciare dalle dirette interessate. Macho e' il maschio che oltre alla moglie ed all'amante non tralascia occasione di inseminare fanciulle che portano con orgoglio il pancione e la mancanza della fede all'anulare.
Le storie che riguardano la vita sregolata del nostro Berlusconi, sono accettate da queste parti come una conferma che il Nostro e' un vero stallone, nonostante l'eta' avanzata e suscitano ammirazione.
Al punto che a beneficiare di questa immagine maschilista mi sono trovato anch'io che condvido lo stesso talamo nuziale da piu' di 40 anni con la stessa moglie. Pensate un po'.
Insomma, grazie all'accanimento della stampa di opposizione, ripresa da quella internazionale il Dr. Berlusconi puo' oggi rivaleggiare con un altro mitico sciupafemmine, quel presidente Kennedy che nello yacht presidenziale Sequoia aveva fatto aprire uno sportello al fondo della porta della sua camera per fargli arrivare le carte senza essere disturbato quando si tratteneva con qualche fanciulla.
 

Diario da Los Cabos #3

Il Messico sta conducendo da anni una vera e propria guerra contro i cartelli della droga. 45mila soldati sono stati dislocati negli stati della federazione messicana che sono a maggior rischio come Ciudad Juarez, Chihuahua, localita' considerate insieme ad altre sette in stato di assedio. Le autorita' americane invitano i turisti a non recarsi in auto in Messico per il costante pericolo di essere non solo derubati ma assassinati.
Piu' di 11mila persone sono state uccise in questa guerra di droga che coinvolge direttamente il governo Obama che ha garantito 1,4 miliardi di dollari al presidente messicano Felipe Calderon.
Ma Calderon si trova adesso a dovere fronteggiare un'altra guerra: quella della infiltrazione criminale in tutti i gangli della amministrazione pubblica sia locale che federale, arrivando a coinvolgere le forze armate. Questa emergenza viene giudicata un pericolo per la stabilita' del governo messicano e della nazione intera.
Purtroppo l'emergenza del Messico e' strettamente correlata alla domanda di droga che arriva ai cartelli criminali dal mercato piu' importante: ovvero gli Stati Uniti. Nonostante la crisi e la recessione la domanda di marjiuana, cocaina e metamfetamine e' sempre forte e le organizzazioni piramidali mafiose non esitano di fronte ad alcun ostacolo pur di mantenere una presenza crescente nel eterritorio americano. Questo spiega gli scontri tra diverse organizzazioni criminali per il controllo del mercato con l'impiego di ogni mezzo a cominciare da flotte di aerei, motoscafi, minisommergibili, armi pesanti compresi mortai e cannoni antitank.
Frequenti i ritrovamenti di cadaveri di cittadini, tra i quali anche poliziotti, che dopo essere stati torturati sono decapitati a colpi di machete. E gli omicidi sono firmati dai diversi clan.

Diario da Los Cabos #2


La crisi si fa sentire anche a Los Cabos. Nella cittadina ci sono edifici iniziati e mai terminati. Le presenze dei turisti non sono al massimo, considerando oltretutto che il periodo di alta stagione per questa punta estrema della Baja California messicana e' febbraio/marzo quando le balene arrivano in questi mari dopo un percorso di 12mila chilometri per dare alla luce i loro piccoli e insegnare loro come sopravvivere nel viaggio di ritorno.
Al Plaja Grande Resort da cui trasmetto una settimana di multiproprieta' te la vendono a 14500 dollari. Ma trattando si puo' ottenere anche un ulteriore sconto.
Il servizio in questo complesso alberghiero e' ottimo e posizionato al massimo della categoria.
Ieri sera ci siamo fatti la visita regolamentare in barca delle rocce che costituiscono la cartolina/ attrazione di Los Cabos, il famoso 'Arch'.
La barca era un catamarano gigante chiamato Princess, con una quarantina di gitanti. Spesa a testa 39 dollari per due ore di navigazione sia nel Sea Cortez che nell'Oceano Pacifico che, quando simo usciti dopo avere doppiato il capo dell'Arco, pacifico proprio non era con grandi ondate che si rinfrangevano con boati sulla costa.
Il personale della barca costantemente impegnato ad offrire da bere ai passeggeri. Un messicano, tracagnotto con moglie e suocera al seguito si e' scolato sette birre, quattro margaritas ed era ancora stabile. Al termine della gita e delle bevute le sposine in viaggio di nozze facevano gli occhi di triglia ai mariti.
Per la somma di 50 dollari, per due persone, in uno dei tanti ristoranti della marina, mia moglie ed io abbiamo gustato ieri sera aragoste e gamberi a la plancha inaffiati da birra 'Indio'. La famosa marca Corona viene considerata dai nativi una birra per turisti.
Questa mattina, 14 kilometri da Los Cabos, visita alla Chileno Baja, una spiaggia pubblica, perfettamente attrezzata, dove all'ombra degli ombrelloni di paglia, si possono trascorrere ore di relax senza essere ossessionati dalla presenza di chi ti chiede un sacco di soldi per una sdraio e una tenda. Qui si puo' fare il bagno senza timore di essere trascinati via dalle onde come succede invece sul versante del Pacifico.
Prendendo la autopista che porta dopo duecento chilometri a La Paz, ci siamo recati a Todos Santos definita dalle pubblicazioni turistiche 'posto magico'. Ma di magico c'e' poco. L'unica vera attrazione e' l'hotel California, ristorante, albergo, negozio ritrovo di artisti da tutto il mondo e arredato con pezzi originali. La strada per arrivarci, 71 km, e' a due corsie e se ti capita di arrivare dietro qualche camion si perdono decine di minuti prima di tentare un soprasso in sicurezza.
Nelle citta' messicane le strade sono intersecate dai 'topes' serie di grandi bulloni di acciaio infilati nell'asfalto che costringono l'automobilista a fermarsi se non vuole rimetterci le sospensioni della macchina. Molti i cartelli che invitano a non guidare se si e' bevuto. E siccome da queste parti il carburante umano e' costituito dalla tequila, alternata a grandi bevute di birra, l'invito alla prudenza e' piu' che legittimo. Anche se poco seguito, soprattutto dai giovani turisti americani che portano a Los Cabos le abitudini negative della sbronza collettiva praticata nei colleges.

Diario quasi giornaliero da Los Cabos

Cari Lettori
Scrivo questa nota da Cabo San Lucas, meglio conosciuto come Los Cabos o Cabo.
Sono arrivato qui, aeroporto di San Jose' e di Los Cabos, con un volo diretto da Los Angeles dove sono ospite di mio figlio Marco.
Una settimana di relax con scambio di una delle mie due settimane di multiproprieta' in Egitto attraverso la banca dati di RCI.
All'arrivo ho dovuto subire il primo attacco di una ventina di 'venditori'. Ed alla fine mi sono deciso a utilizzare i servizi di Luis che prometteva di farmi avere uno sconto del 50% se avessi aderito a visitare il Maja Resort, albergo di San Jose' di cui lui e' uno dei promoter.
Ma il nostro hotel e' il Plaja Grande Resort di Los Cabos. Cosi' abbiamo fissato un appuntamento per il giorno successivo al nostro arrivo, ovvero per il lunedi'.
Auto Nissan della Alamo, con addosso 32mila km.
Arriviamo al Plaja Grande e veniamo subito catturati dalla bellezza del luogo e dalla raffinatezza del complesso alberghiero posizionato sulla punta estrema della penisola della Baja California con da una parte l'Oceano Pacifico e dall'altra il Mare di Cortez.
Appartamento arredato con gran gusto, piscine sparse ovunque e l'oceano a portata di mano subito fuori il patio del nostro 'quarto'.
Anche al Plaja ci attendono nugoli di promoter che vogliono venderci settimane offrendo in cambio per la nostra disponibilita' a seguirli per un'ora e mezzo nelle loro dissertazioni la colazione gratis. Noi la colazione ce la paghiamo da soli e ci rechiamo sulla spiaggia del Pacifico per una passeggiata. La balneazione e' interdetta a causa delle pericolose correnti. Le ondate si rinfrangono sulla sabbia con potenti rombi perche' la costa sprofonda subito dopo la battigia.
Questa parte del Messico e' singolare se paragonata ad Acapulco o alla distante Cancun.
La storia di Los Cabos racconta che e' stata scoperta dai pirati e conquistadores la differenza era solo formale, grazie soprattutto al fiume San Jose' che permetteva ai galeoni spagnoli carichi di mercanzie e di oro ed alle veloci navi corsare di fare rifornimento di acqua potabile.
Cortez e' quello che si e' impadronito della regione e non per niente il mare interno della Baja California prende il suo nome. A dargli manforte, si fa per dire, il Drake, fatto baronetto per meriti pirateschi e noto per avere circumnavigato il globo.
Ma Los Cabos ha vivacchiato per centinaia di anni fino a divenire agli inizi del 900 un paese specializzato nell'industria dello inscatolamento del pesce.
Nel 1948 il cantante Bing Crosby e l'attore John Wayne decidono di costruirsi una casa su questa punta della Baja California e dietro di loro per imitazione e per entusiasmo e' un susseguirsi di nomi famosi che continua anche oggi con le star piu' note di Hollywood.
La costruzione della autopista 1, una strada a sole due corsie che congiunge San Diego con Cabo San Lucas doveva poi agevolare il flusso di turisti e di costruttori decisi a sfruttare la bellezza di questi luoghi. Nel frattempo il governo federale messicano aveva deciso che Cabo doveva essere considerata esclusivamente zona turistica e l'industria dello scatolame veniva eliminata.
Rispetto ad Acapulco dove i morti ammazzati nelle faide dei cartelli droga si susseguono quotidiaamente, a Los Cabos ci sono agenti di polizia e militare ad ogni angolo di strada.

Diario quasi giornaliero da Los Cabos

Italiani gran ladroni, etc.

Santa Barbara, la splendida cittadina californiana dove l'amministrazione comunale ha imposto il rispetto dei codici estetici della cultura ispanica. 
Chi vuole costruirsi una casa o un edificio per uffici deve farlo mettendo sul tetto le tegole, tinteggiare i muri esterni con tonalita' di giallo-ocra e possibilmente inserire qualche balcone con ringhiere in ferro battuto.
State Street e' la strada principale che porta al pier, il grande pontile attrezzato in mezzo all'oceano, con ristoranti e negozi.
Lungo questa strada c'e' un mercatino arabo indiano.
Mia moglie si sofferma per acquistare alcuni tendaggi. Al momento di pagare, il padrone del mercatino, un indiano corpulento, ci chiede da dove veniamo e saputo che siamo italiani dice: 'Italiani gran ladroni e mafiosi". E ce lo dice propio nella nostra lingua, guardandoci soddisfatto quasi aspettandosi un 'bravo!' per il suo talento linguistico.
Gli chiedo a  a mia volta come si chiama. Nashim, mi dice.
"Bene Nashim: e se io ti dicessi che tu sei uno sporco 'slumdog', ti farebbe piacere?'
Nashim e' confuso, si scusa, dice che non conosceva il significato dell'espressione (ma non e' vero) e per farsi perdonare ci fa uno sconto sul prezzo pattuito.
Ed anche questa e' America. 

Le nuove vie marine della droga

Con il completamento delle ultime 14 miglia del muro dotato di attrezzature di sofisticata tecnologia che gli americani hanno costruito sul confine con il Messico il traffico di droga tra il sud ed il nord del continente si e' fatto piu' pericoloso per i contrabbandieri. 
E questa e' la ragione dell'intensificato traffico di droghe illegali via mare. Da tempo la Guardia Costiera e' allertata alla ricerca dei minisottomarini costruiti nella giungla messicana e capaci di trasportare anche una tonnellata di droga. Ma la scarsa velocita' di questi mezzi artigianali (molti dei quali finiscono in fondo al mare con uomini e droga) ha fatto ritornare a vecchi sistemi di contrabbando. A cominciare dai  motoscafi con motori superpotenziati che viaggiano a luci spente. Ma ci sono anche quelli che mbottiscono di droga le tavole da surfing sperando di passare inosservati. La crisi che sta attanagliando l'economia americana ha spostato anche la domanda del mercato che e' ritornato a chiedere piu' mariuana rispetto alla costosa cocaina.


Buttare il F22!






Il presidente Obama ha deciso: basta con la produzione degli F22, caccia presente in 186 esemplari nelle forze armate americane e che dal momento della sua progettazione sembra avere dato piu' grattacapi che risultati positivi in termini di operativita'. Allo F22 sara' preferito lo F35 che, stando a quanto si dice, rappresenta l'ultima frontiera tecnologica. I tagli che Obama ha richiesto al ministro della difesa Gates, hanno interessato decine di grandi progetti, compresa come si ricordera', la flotta di elicotteri per la Casa Bianca di cui il consorzio guidato da Lookeed Martin e del quale fa parte integrante Alenia-Westland della Finmeccanica aveva gia' prodotto alcuni esemplari. 

Yes, we can!

Il presidente Obama ha tenuto un discorso memorabile in occasione della celebrazione del centenario della NAACP, l'associazione che riunisce gli African Americans.

Spesso lasciando da parte il testo che personalmente ha preparato durante le ultime due settimane, nonostante gli impegni di governo e gli appuntamenti internazionali, Obama ha elettrizzato le migliaia di persone che affollavano il teatro nel quale si e' tenuta la manifestazione.

Dopo avere ricordato che la situazione in cui vivono gli African Americans e' stata creata dai sacrifici, dalle sofferenze dal dono della vita dei leaders che si avvicendati sul palcoscenico della realta' americana, il presidente Obama ha detto: "Non facciamo un errore: il dolore della discriminazione e' ancora sentito in America." 

La parte piu' incisiva del discorso di Obama e' stata quando ha detto, sollecitando gli African Americans ad essere realistici: 'Il vostro destino e' nelle vostre mani, voi siete African Americans, e la possibilita' di vivere in mezzo al crimine nelle gangs e' piu' alta. Si', se voi vivete in un quartere povero, voi dovete fronteggiare delle sfide che quelli che vivono nei quartieri bene non devono sopportare. Ma non c'e' motivo - ha continuato il Presidente Obama -perche' si debbano prendere brutti voti, non c'e' ragione per cui si debba fare sega a scuola, non c'e' ragione di lasciar perdere con la vostra educazione lasciando la scuola. Nessuno ha scritto il vostro destino. Il vostro destino e' nelle vostre mani, non lo dimenticate. Non ci sono scuse, non ci sono scuse. Dovete avere una educazione. Tutte le difficolta' della vita vi renderanno piu' forti, piu' preparati a competere. Si', ce la possiamo fare."

L'intervento di Obama ha ricordato che l'attuale presidente degli Stati Uniti ha dedicato anni a Chicago come organizzatore delle comunita' piu' povere di quella citta'. E questa esperienza si poteva cogliere nella passione civile che ha animato il suo discorso. Chi ha letto il suo primo libro "The dreams of my father" ha ritrovato gli stessi accenti e la stessa forza.

Quei poveretti della FOX

The Daily Show With Jon StewartMon - Thurs 11p / 10c
Obama's All-Star Pitch
www.thedailyshow.com
Daily Show
Full Episodes
Political HumorJoke of the Day
Il presidente Obama ha fatto il lanciatore aprendo, come da tradizione presidenziale, la serie degli All Star di baseball. Il video tratto dalla trasmissione del comico Jon Stewart mostra quanto l'odio politico di parte repubblicana possa accecare anche l'evidenza. I cronisti della FOX hanno affermato che...la palla lanciata dal Presidente Obama era caduta nella sabbia. Giudicate voi.

Tuesday, l'amico del capitano



Si chiama Tuesday, Martedi'. E' un golden retriever di un anno e mezzo. Il suo padrone si chiama Louis Carlos Montalvan, un ex capitano dell'esercito, ferito in Iraq nel 2003 e rientrato in patria con forti scompensi psichici, cosi' come altri 300mila veterani delle due guerre irachene. Montalvan vive oggi, come si legge sul Wall Street Journal, in un piccolo appartamento in Brookling. Il cane Martedi' tutte le mattine lo costringe ad alzarsi e a prendere le medicine antidolore e antidepressione. Il suo padrone ha tentato diverse volte di suicidarsi e viene colto da attacchi di panico quando si trova in mezzo alla folla. Grazie a Martedi' il capitano Montalvan riesce oggi persino a prendere la metropolitana. Il costo dell'addestramento di questi cani e' di circa 25 mila dollari, coperti da associazioni di volontariato. Gran parte dell'addestramento viene fatta da detenuti che a loro volta sono seguiti ed istruiti dagli insegnanti degli allevamenti dedicati alla formazione di questi amici dell'uomo che svolgono una funzione fondamentale di aiuto per questi giovani veterani. 





Public Enemies: un film da non vedere

Da Los Angeles

Sono andato a vedere il decantato 'Public Enemies' con Johnny Depp alla Sherman Oak Gallery dove, al prezzo di 13 dollari ti assicurano un posto numerato in una delle decine di sale superteconologiche del movie theatre.

Il regista Mann ha voluto fare un'opera d'arte che potesse competere con film come "The Untouchable" e "Bonnie and Clyde" esaltando la figura di un super criminale come John Dillinger che si era specializzato in assalti alle banche. Dillinger ha messo in difficolta' la nascente FBI (siamo nel 1933) fino a che la mafia ha deciso di mollare il gangster che cominciava ad essere troppo pericoloso per gli interessi dell'organizzazione.

Ma "Public Enemies" e', a nostro avviso, uno dei tanti film della pop cultura americana che, nonostante i costi notevoli, non passera' certo alla storia come una icona della cinematografia.

L'uso insistito della camera a mano e dei primi piani del tipo 'pori e brufoli' mette a rischio la tenuta dello stomaco dello spettatore il quale, se riesce a sopravvivere alle 2 ore e 20 minuti di proiezione ed alle decine di lunghe sventagliate di mitra e fucili a pompa, alla fine si alza frastornato. Senza capire se questo Dillinger deve essere considerato un eroe perche' in fondo rubava alle banche, ovvero a chi aveva i soldi (trasposizione del solito Robin Hood) oppure deve essere considerato un sottoprodotto di una societa' complessa come quella americana.

Quanto all'interpretazione del super pagato Johnny Depp il regista Mann lo ha costretto ad una recitazione monocorde persino nelle scene di intimita' con la sua bella.

Ci vorrebbe un marziano

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 Il Paese dell’indifferenza                       

 Il senso civico  che gli italiani non hanno

 

E’ il 1954 quando Ennio Flaiano, gran liberale e soprattutto maestro come pochi di satira di costume e di rigore morale in un Paese che si preoccupava già allora di tutt’altro, dà alle stampe un  racconto: Un marziano a Roma, destinato a diventare celebre.

Un racconto che contiene in sé forse l’intera sua opera, fatta di narrazione ingegnosa, sarcasmo, aforismi che non si lasciano dimenticare, battute fulminee e lucido dolente pessimismo. E che diventa subito celebre perché riesce a rappresentare in modo impareggiabile quel cancro dell’indifferenza, della paura del cambiamento e quel non senso della cosa pubblica che esprime fin da allora il carattere nazionale italiano.

La storia che vi si narra è semplice e diretta: è il 12 ottobre del ’54 quando a Roma, a Villa Borghese, nel prato del galoppatoio, scende con la sua aeronave un marziano. Tutta la popolazione, appresa la notizia, si riversa al centro della città come un fiume in piena, in preda a una curiosità “mista in tutti – scrive Flaiano – ad una speranza che poteva sembrare assurda ieri e che di ora in ora si va invece facendo più viva. La speranza ‘che tutto cambierà’”.

Il 15 ottobre quel fiume scorre ancora per Roma e le persone sembrano come formiche impazzite, cercano un amico al quale comunicare la loro felicità e ogni cosa – annota Flaiano – appare in una nuova dimensione: “Quale il nostro futuro? Potremo allungare la nostra vita, combattere le malattie, evitare le guerre, dare pane a tutti? … Sentiamo che qualcosa di nuovo si prepara. Non è la fine del mondo, ma il principio del mondo”.

Poi, dopo che il marziano, di nome Kunt, sarà stato ricevuto dalle massime autorità istituzionali, politiche e religiose, invitato a ogni genere di manifestazione e fotografato e ripreso in tutti i modi possibili, incomincia a manifestarsi intorno a lui una più calma curiosità, via via degenerante in indifferenza – “ma che è venuto a fare?!” – fino a venir inesorabilmente fagocitato, il nostro Kunt, dalla banalità e normalità della vita quotidiana. E a nulla serve che, per attrarre un po’ di attenzione, dica a un certo punto a chi l’incontra, puntandosi il dito sul petto: “Io, marziano!”.

Arriviamo al 6 gennaio, ultimo giorno del diario-racconto, sono trascorse anche le feste natalizie, è notte, e Kunt, sempre più sconsolato e solo, viene anche ripetutamente spernacchiato “da un suono lungo, straziante, plebeo” proveniente naturalmente dall’oscurità, mentre sta attraversando via Veneto per raggiungere il luogo dov’è la sua aeronave. Sopra le chiome dei pini di Villa Borghese brilla il rosso puntino di Marte. Kunt si ferma a guardarlo (meditando certamente di ripartire al più presto).

Non ci sono a mio avviso molte altre storie capaci di raccontare con tanto psicologico sarcasmo come, in fondo, siamo fatti (ora come allora) noi romani, noi italiani, insomma, noi: indifferenti nel nostro animo più nascosto, capaci di digerire tutto, di appiattire qualsiasi novità e diversità, con un senso innato della caducità delle cose ma condito con l’ignoranza civica popolare, privi come nazione di una filosofia civile superiore a ogni altra manchevolezza. Privi di una vera e propria “religione civile”, come la definisce il teologo Vito Mancuso, capace di legare responsabilmente l’individuo alla società e che in Italia, a differenza degli altri paesi occidentali, manca del tutto ed è questo il suo problema più grave.

Il nostro non è un paese - scrive Giampaolo Visetti nel suo ultimo bellissimo libro-viaggio Ex Italia, edizioni Baldini Castoldi Dalai -  ma “un Paese di paesi”, che coabitano sotto lo stesso tetto, nello stesso spazio, ma che sono in realtà una collezione di contesti e di realtà locali di cui è difficile trovare il denominatore comune.

Tante identità e tante realtà locali – municipali, provinciali, regionali – così marcate e dotate di tradizioni storico-culturali e socio-economiche così diverse, che ci vorrebbe un marziano

per tenerle tutte insieme, io credo.

Ma che cosa penserebbe questo marziano se, atterrando di nuovo a Roma dopo 55 anni, sempre a Villa Borghese (il galoppatoio del resto è sempre là), s’imbattesse in questa Italia di oggi?

L’atterraggio dell’astronave produrrebbe senz’altro lo stesso spavento, poi stupore, poi impazzimento della gente, che si riverserebbe di certo ancora a fiumi verso il centro, con la differenza – questa si – di un più caotico gigantesco ingorgo di tutto il traffico, dovuto al centuplicarsi dei mezzi di trasporto rispetto a 55 anni fa. L’effetto mediatico dell’evento, considerato lo sviluppo e il moltiplicarsi dei mezzi di comunicazione di massa in questi anni, sarebbe poi incalcolabile e non vi sarebbe momento o gesto della sua presenza che non verrebbe subito captato e mandato in onda, discusso e commentato, sviscerato e rimandato in onda.

L’enorme potenziale mediatico dell’evento non farebbe poi mai perdere l’occasione al Presidente del Consiglio italiano (si chiama Berlusconi) di raggiungere, tra i primi, l’ospite di un altro pianeta, per accoglierlo con il miglior sorriso, invitarlo a Palazzo Chigi (non gli parrebbe opportuno infatti, per il momento e per rispetto del senso dello Stato, ospitarlo in Sardegna a Villa Certosa) e per rilasciare infine la seguente dichiarazione: “Anche io in fondo sono un ‘marziano’ nel mio Paese”.

 

In quale paese democratico del mondo, infatti, il sistema politico è fondato su un partito – che è anche il partito di maggioranza – fondato su una sola persona?. Un partito che non prevede  congressi elettivi, che non ha dibattito interno, che non produce di conseguenza ricambio di classe dirigente e persegue come unico sistema di selezione quello della cooptazione e della fedeltà al capo?

In quale paese democratico occidentale il Governo esautora ogni giorno il Parlamento, imbavaglia la stampa e la tv, ponendole per di più “al servizio” non di un progetto politico di interesse generale, ma di interessi personali?

E ancora, in quale paese democratico del mondo vengono approvate leggi a colpi di decreti o a colpi di una maggioranza cortigiana (fra poco toccherà a quella sulle intercettazioni, rigettata in extremis dal Presidente Napolitano per palese incostituzionalità), leggi “ad personam” finalizzate esclusivamente a tutelare l’incolumità giudiziaria del premier?

Il nostro marziano - membro di una civiltà superiore capace di viaggiare oltre il tempo e lo spazio e quindi sicuramente ben documentato sul paese in cui ha scelto di atterrare, sarebbe probabilmente informato anche sull’imbarbarimento politico e culturale presente oggi in Italia, che si manifesta col populismo e con molta virulenza. Ma probabilmente, come già il Presidente Obama a L’Aquila, non mancherebbe di diplomazia, e per non guastare i rapporti interplanetari appena intrapresi  tra Marte e il Popolo delle Libertà, si limiterebbe a proporre al premier Berlusconi di ricambiargli appena possibile la visita, per un soggiorno sul Pianeta rosso (ma non comunista, specificherebbe subito) foriero di scambi galattici di nuovi prodotti, di nuove tecnologie e anche di nuove serie di fiction Tv su amori stellari, destinate queste ultime al pianeta  Mediaset. Intorno al quale, il marziano apprenderebbe certamente prima di partire, il satellite Italia gira da quasi un ventennio (un dato che sconfessando Copernico, riabilita dopo molto tempo sia Tolomeo, sia Dell’Utri, che di Mediaset è il  creatore). Questo farebbe probabilmente  il marziano.

E gli italiani? Che cosa faranno invece gli italiani per evitare che il proprio Paese rimanga – come la Birmania - un Paese “a sovranità limitata”?

Gli italiani preferiscono non schierarsi…, “non essere”, convivere con il potere per far tranquillamente carriera. Meglio stare coperti, apatici, mostrarsi affidabili.

E’ solo così, con l’eutanasia delle passioni e delle ragioni, che può proliferare il berlusconismo, un cancro che ha trovato un ambiente perfettamente favorevole al suo sviluppo – esattamente come il fascismo - in un tratto permanente della società italiana: la sua anima demagogica e populista, plebiscitaria e autoritaria, antiparlamentare. Un tratto congenito che sembra per alcuni periodi sparire e che in determinati momenti riemerge in tutta la sua pericolosità, oggi amplificato dai mass media.

E allora non c’è niente altro da fare, nessun’altra speranza: ci vorrebbe un marziano. Solo un marziano potrebbe portarsi via Berlusconi  (parlo naturalmente di una visita di stato), metterlo in  orbita nel sistema planetario di un altro sole lontano - un pianeta che potremmo chiamare simbolicamente Escort (che in inglese, ironia della sorte, oltre che accompagnatore-trice, significa anche “Cavaliere”) - fino a una lieta conclusione dei suoi giorni.

Staccati per sempre dal “cordone” del loro capo, anche i suoi cortigiani-baccelli sparirebbero per sempre.

Amici marziani! Per favore, aiutateci dove gli italiani non sanno, non vogliono fare. Portatevelo via,  sparatecelo fuori!

 

 

 

                                                                                          Alessandro Petti

 

 

 

Morte, paranoia e psicodramma

Per due settimane diecine di milioni di americani hanno seguito sulle TV e Internet la storia infinita di Michael Jackson culminata nel funerale-memorial allo Staples Center di LA.
Agli appassionati del cantante pop ed anche a quelli cui non gliene importava nulla, sono state trasmesse ore di cicaleccio spesso insopportabile.
La tendenza era quella di beatificare un personaggio, sicuramente geniale ma anche controverso.
A far divampare le polemiche ci ha pensato il deputato repubblicano Peter T. King di New York che ha detto: "Facciamola finita con questa paranoia. Era un pervertito, un molestatore di bambini, un pedofilo."
Accuse che, sia ben chiaro, non sono mai state confermate in sede giudiziaria.
Resta il fatto, comunque, che la morte di Michael Jackson ha ammassato di fronte ai televisori 31 milioni di americani ed ha fatto guadagnare un sacco di soldi a tanta gente, parenti del morto compresi.
Un altro psicodramma mondiale, la morte di Diana, aveva totalizzato 33 milioni di spettatori nella sola America nel 1997.

Sotto il velo baffi e pendenti


Come si legge in questo servizio della CNN, i soldati americani, impegnati nell'offensiva in Afghanistan alla ricerca dei Talebani e capi di Al Qaeda, sono stati beffati durante un attacco. I GI non possono fare perquisizioni corporali sulle donne velate afghane. In assenza di una soldatessa che potesse farlo, si sono limitati a far uscire donne e bambini dalle abitazioni. Per poi accorgersi che le case erano vuote. I terroristi, coperti dal 'burka' integrale erano riusciti a scappare.

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(CNN) — Insurgents locked in a standoff with U.S. Marines tricked them by dressing up as women to escape, a task force spokesman said Monday.

Women and children had been caught in the standoff between the armed groups, but some of the women were not what they seemed, according to task force spokesman Capt. William Pelletier.

After the Marines began taking fire from insurgents in the town of Khan Neshin, located in south Afghanistan near the Helmand River, the militants ran into a multiple-room compound, the U.S. military said.

Unsure of whether civilians were inside the compound, the Marines had an interpreter talk to the insurgents, said the official, who asked not to be named because he was not authorized to speak publicly. After some time, a number of women and children left the compound, the military official said.

The insurgents denied any more civilians were inside, the official said, but the Marines held their fire anyway. About 4 p.m. (7:30 a.m. ET), in the midst of the standoff, another group of women and children emerged from the compound, the official said. As of 4:30 p.m., the Marines were holding all fire and waiting out the insurgents, the official said.

Finally, a screaming woman emerged from the compound with a bullet wound to her hand, Pelletier said. Then, another group of women come out, covered from head to toe according to custom, he said. The Marines attended to the wounded woman while the others walked away.

When the Marines went into the compound, they discovered it empty, Pelletier said. That’s when they realized the fighters had dressed up as women to escape, he said.

“Apparently these were tall, rather broad-shouldered women with hairy feet,” Pelletier said.

Si dice...ma sara' vero?

Si dice, e lo ha confermato lo stesso Presidente Berlusconi, che il Nostro si ritirera' dalla scena pubblica prendendosi un lungo periodo di vacanza.

Si dice, ma sara' vero?, che Mr. B. non si limitera' a bagni di mare ed esposizioni al sole nella sua villa di Portofino, (basta con la Sardegna troppo sputtanata nel senso letterale del termine) ma si sottoporra' a quello che qui in America si definisce per le auto un 'tune up' completo. Sapete? quando si cambia la cinghia di distribuzione, freni e tutto il resto.

Si dice, ma sara' vero?, che il Cav. si rechera' nell'ospedale di Cleveland per un controllo al 'pace maker' che, dicono i portantini di quel nosocomio, gli hanno applicato due anni fa.

Si dice, ma sara' vero?, che dovra' affrontare anche una drastica cura disintossicante. Mr. Berlusconi dicono i bene informati dorme pochissimo, lavora moltissimo, spende energie al massimo per tappare tutti i buchi.

Un fisico di un 73nne non e' quello di un ragazzo. Ed anche se Berlusconi e' dotato da madre natura di talenti di vigoria fuori del comune, a lungo andare persino il motore di una Ferrrari ha bisogno di una revisione e del cambio olio. E, soprattutto, non deve andare in fuori giri. Altrimenti si rompe.

Basta riferirsi come esempio a quel che e' successo al cinquantenne Michael Jackson.

Auguriamo al nostro Presidente del Consiglio e ipotetico Presidente della Repubblica italiana di non rompersi mai e di campare oltre i cento anni.

Glielo diciamo con simpatia noi che non lo stimiamo come statista ma che lo apprezziamo come imprenditore.

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Caro Bartoli, non sono d'accordo: Berlusconi NON PUO' RITIRARSI DALLA SCENA PUBBLICA, perderebbe l'immunità garantitagli dal lodo Alfano. Difenderà la poltroncina (data la sua stazza fisica) fino all'ultimo.
Per quanto riguarda le sue doti di imprenditore, mi dispiace, ma io stimo imprenditori che non hanno rapporti con la mafia, che non si attorniano di collaboratori che sistematicamente finiscono per essere condannati per corruzione attiva finalizzata a procurare profitti per le società dei loro datori di lavoro, che non hanno rapporti scabrosi con politici come Craxi, che non hanno società in paradisi fiscali, che non assumono come collaboratori (e poi fanno eleggere come parlamentari) ex ufficiali della guardia di finanza che indagavano sulle loro società etc etc... (ci sarebbe da riempire pagine e pagine...)

Buon lavoro.

Vincenzo

vincosta@libero.it


Shredding

Come liberarsi delle decine di chili di vecchie ricevute, memorie, copie contratti , etc. che occupano spazio in cantina e oltretutto sono un pericolo costante per la incolumita' finanziaria? Si' perche' se qualcuno in America viene in possesso del vostro nome, cognome, indirizzo e numero della social security si rischia di perdere la propria identita' e di cadere nelle mani dei truffatori. In inglese 'to shred' significa ritagliare, ridurre in frammenti ed e' quello che fanno le normali macchine da ufficio. Negli Stati Uniti da tempo sono sorte delle aziende che acquistano dei vecchi camion articolati. Dentro il cassone installano macchine industriali per la frammentazione della carta. Nelle piccole e grandi citta' gli 'shredding events' raccolgono centinaia di persone che in fila, trascinandosi il carretto del figlio carico di carte inutili, attendono il turno per eliminare in pochi minuti quello per il quale, con una attrezzatura domestica, sarebbe necessario impiegare delle ore. E per ingannare l'attesa ci sono quelli che allestiscono il ristoro del caffe' e dei dolci, la raccolta di fondi per la lotta contro il cancro ed altre iniziative umanitarie. Il costo per il noleggio di uno 'shredding truck' varia dai 150 ai 250 dollari all'ora. A pagare sono i comuni, oppure varie associazioni. Ma spesso sono le stesse aziende di 'shredding' che offrono il servizio gratis, potendosi rivalere sulla vendita dei frammenti di carta alle industrie del riciclaggio che utilizzano questo prodotto per produrre la carta igienica e altri prodotti per la cucina.

Air New Zealand staff have nothing to hide

Che fareste se il personale della vostra aerolinea fosse vestito solo di...vernice?




Unemployment Rate Hits 9.5 Percent As Economy Sheds 467,000 Jobs In June





The U.S. economy lost 467,000 jobs in June as the national unemployment rate rose to 9.5 percent, the government announced on Thursday morning. While that's only one-tenth of a percentage point from May, the current rate is the highest rate in 26 years.

Heidi Shierholz, an economist with the Economic Policy Institute, said that the loss of 6.5 million jobs since the start of the recession combined with the growth of the workforce means that the gains of the previous business cycle have been completely blown away.

"This is the only recession since the Great Depression to wipe out all jobs growth from the previous business cycle, a devastating benchmark for the workers of this country and a testament to both the enormity of the current crisis and to the extreme weakness of jobs growth from 2000-2007," said Shierholz in a statement.

The ranks of the long-term unemployed -- people out of work for 27 weeks or more -- grew by 433,000 in June to a total of 4.4 million. Three in 10 of the unemployed are now long-term unemployed. The collapse of the housing industry contributes to their plight.

"We know right now because of the housing crisis that people can't move to find another job," Shierholz said. "People that in previous recessions may have been able to relocate to find another job can't now."

The Huffington Post has been profiling people who've been out of work for long periods of time. Marvin Bohn of Ohio hasn't worked for a year and has been paying for his meds out-of-pocket. Steve Dittmann of Kansas said of the unemployed life, "I feel like I'm on the other side of a Plexiglass wall looking in."

A broader measure of labor underutilization that accounts for people who've stopped looking for work hit 16.5% in June, a 0.1 percentage point increase.

"In June, there were large decreases in manufacturing, construction, and professional and business services," said Bureau of Labor Statistics Commissioner Keith Hall in a statement. "Together, these three sectors have accounted for nearly three-quarters of the jobs lost since the recession began.

Many economists have predicted that even when the recession is technically over with the economy beginning to expand, there will be a "jobless recovery" as unemployment hovers in the double-digits.


All'inizio dell'estate gli analisti della Casa Bianca si sono inventato un nuovo sport: "The evil eye" ovvero le occhiate non proprio rassicuranti che il Presidente Obama elargisce negli incontri con i capi di stato con i quali non e' che vada molto d'accordo.
Come si legge su Drudge Report, i collaboratori del Presidente si divertono a scherzare sulle varie espressioni di Barak Obama fotografate nella Oval Room.

I fotografi ufficiali hanno catturato lo "Evil Eye" durante gli incontri con il Cancelliere Angela Merkel, il colombiano Alvaro Uribev e il primo ministro italiano Berlusconi.







Aumenta il gruppo democratico al senato



Finalmente la contesa tra il candidato repubblicano e quello democratico per il seggio di senatore nello stato del Minnesota si e' conclusa a favore del partito democratico e del presidente Obama.

Il democratico Al Franken, un comico molto noto per la sua partecipazione al Saturday Night Live, e' stato dichiarato vincitore del seggio senatoriale dalla Corte Suprema del Minnesota. Il candidato repubblicano, Norm Coleman, ha riconosciuto pubblicamente che il suo avversario ha vinto.

Adesso il gruppo senatoriale democratico a Washington conta 58 membri ai quali possono aggiungersi due indipendenti che permetterebbero ai democratici di sventare ogni azione di filibustering da parte repubblicana, come previsto dal regolamento del senato.

Lo scontro tra i candidati si e' trascinato per nove mesi con scambi reciproci di accuse tra i due schieramenti. Nonostante la sua 'vis comica' Al Franken in campagna elettorale ha sempre battuto seriamente su tre tematiche principali: l'assistenza sanitaria, il sistema scolastico e l'ambiente.

Il governatore del Minnesota ha detto che firmera' subito l'attestazione di vittoria consentendo al nuovo senatore democratico di partecipare sino dalla prossima settimana ai lavori del senato.