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Si deve parlare male del Negro, ad ogni costo.


Mentre i giornali italiani sono pieni di articoli ferragostani che rilanciano il quesito: "Riuscira' il premier Berlusconi a superare la lotta fraticida all'interno del partito che ha fondato? - Sara' costretto il presidente della Camera Fini a dare le dimissioni per gli intrallazzi immobiliari del quasi cognato? - Di fronte ad una eventuale crisi di governo che fara' il Presidente della Repubblica (formera' un governo tecnico per modificare la legge elettorale definita dal suo ideatore 'porcata', oppure sciogliera' le Camere e promulghera' una nuova competizione elettorale che sicuramente vedra' una ripetuta grande affermazione dell'amato-odiato Cavaliere ?). Quanto al portafoglio degli italiani, al fatto che i giovani non trovano lavoro e i meno giovani sono espulsi dal mercato, beh: di questo non si parla, oppure se n'e' parlato troppo. Meglio le notizie estive sulle bonazze politiche e mediatiche avviticchiate in sveltine amorose marine e montane.


Qui da noi, negli Stati Uniti, invece la domanda di fondo che rimbalza nei parties e sui giornali e' se questa America riuscira' a sopravvivere, o se non sia iniziata una veloce caduta che portera' a gravi conseguenze per l'instabile equilibrio economico mondiale.

Un amico svizzero, con multiformi agganci e relazioni internazionali, ci diceva l'altra sera che ormai sono molti i personaggi noti e meno noti dello star system e dei vertici delle grandi corporations che prendono residenza in Europa (Austria, Svizzera, Germania). Sono spaventati per quello che puo' accadere a breve termine in questa nazione continente. Nonostante Obama sia un presidente che sta cercando di risolvere con successo molti problemi, la sua presenza nell'immaginario collettivo e' in calo costante, grazie al bombardamento mediatico della corazzata Fox dell'australiano Rupert Murdoch, dei promotori dei cosiddetti Tea Parties e di una meta' consistente dell'America. Non lo si vuole ammettere, ma il nero Obama, del quale si mette in dubbio persino la cittadinanza americana, confligge con secoli di razzismo che hanno determinato una guerra civile i cui 650mila morti pesano ancora sulle coscienze di tanti americani che si considerano i sacerdoti dell'onnipotenza bianca.

Obama, anche se sono pochi a ricordarlo, deve risolvere i maledetti e costosi casi Iraq e Afghanistan che ha ereditato dal dislettico inquilino che ha occupato prima di lui la White House lasciandogli una eredita' disastrosa. E non si tratta solo del fatto che continuano a morire giovani soldati e centinaia tornano a casa a rafforzare i milioni di veterani che pesano moralmente ed economicamente sulla instabile situazione del Paese.

Aumentano i disoccupati perche' la ripresa e' timida. Anche se, proprio grazie a questo presidente, la GM sta ricominciando a produrre profitto, affiancandosi alla Ford, mentre la Chrysler, guidata da Marchionne, dal limbo industriale in cui si trovava ha iniziato una rimonta di sostanziale risanamento.

Ma sono segnali di poco conto per i sostenitori del "si deve parlare male del negro, ad ogni costo".
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riceviamo e volentieri pubblichiamo

Egregio dott. Bartoli,

molto spesso, leggendo i Suoi articoli, nei quali
censura severamente i comportamenti della Politica e
di talune Amministrazioni italiane, mi vien da
ridere, pensando a tutto quanto di censurabile accade
negli States e di ben più macroscopiche dimensioni
rispetto a quanto accade nel nostro Paese.

Mi è gradito segnalarLe una vicenda, vissuta personalmente
di recente:

- partecipiano ad una gara di appalto avente ad
oggetto servizi portuali a favore della U.S.Navy;
- purtroppo la documentazione inviata ed utile per
valutare la ns. offerta tecnico/economica, causa
nube di cenere ex vulcano islandese, arriva con
due giorni di ritardo rispetto alla due date
- invochiamo la causa di forza maggiore, evidenziando,
per tabulas, che la corposa ns. proposta (25
classificatori) era stata affidata a DHL ben prima
della due date ed invitiamo la U.S.Navy a prendere
in esame la ns. proposta, certi che fosse tecnicamente
valida ed economicamente vantaggiosa per la U.S.
Navy.
- i nss. Legali di Washington spendono i loro migliori
uffici acché la ns. proposta sia ammessa alle dovute
valutazioni, ma invano
- veniamo oggi a conoscenza che i contratti, per l’assegnazione
dei quali si gareggiava, sono stati assegnati per un valore
del 150% più alto di quello costituente la ns. proposta
economica.

Bene, ove Lei gradisse approfondire l’argomento un
ns. Rappresentante potrebbe incontrarLa per ogni utile
maggior dettaglio.

Apprezzerei un Suo commento.

Cordialmente,

Gianni Landi
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Il nostro commento:

Lieto di farLa ridere...coi tempi che corrono.

Le regole qui non sono elastiche come in Italia.
Come direttore dell’IRI per gli States mi è capitato alcune volte di essere coinvolto in situazioni come quella da Lei descritta per colpa dei ritardi nella presentazione dei dovuti incartamenti oppure per la mancanza di parti della documentazione (che la società italiana si riprometteva di presentare più tardi).
Tenga conto, inoltre che vi è un interesse specifico di favorire le industrie locali, appena se ne presenta l’occasione formale.

Cordiali saluti
OB_______________________________________

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