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In Italia dagli al lobbista

Caro Oscar,
A parte il piacere di scriverti, chiedo una tua opinione su un argomento che attualmente riempie la ns. cronaca giudiziaria e che continua a destabilizzare quanto poco di stabile rimane (credo per poco) nel ns. Bel Paese, ove tutti sono sempre contro tutti.
Certamente le differenze tra un regime costituzionale come il nostrano e quello in cui adesso tu vivi sono troppe ed eclatanti: da noi, in conclusione, ognuno fa ciò che vuole, da voi molto meno perché la Giustizia picchia duro quando colpisce. Qui, invece, è tutta una risata. Nella maggior parte dei procedimenti che coinvolgono personalità della Casta o correlate ad essa, tra primo, secondo e terzo giudizio si arriva nel 90% dei casi al punto zero: assoluzioni e riabilitazioni. Per chi come noi ha operato nel Pubblico, troppe sono le assoluzioni relative a personaggi che di marmellata abbiamo visto e constatato ne abbiano mangiata ad ufo. Eppure sono sempre a sentenziare come Soloni sul bene del Paese, anche comodamente assisi agli scanni degli emicicli delle Istituzioni di Stato.
Con queste premesse qualunquistiche, vorrei chiederti del caso Bisignani. Ricordo una tua Lectio Magistralis allUniversità IULM di Milano, ove entusiasmasti l’auditorio sul caso delle Lobbies regolarmente operanti all’ombra di Capitol Hill. Tutte regolarmente iscritte nei registri delle contribuenti al Fisco e tutte operanti secondo codificate regole. Qui da noi soltanto ipotizzare di creare un Albo di Lobbisti, con attività riconosciuta e tassata come legge comanda per la gioia dei vari Visco, Padoa Schioppa buonanima ed il divino Giulio Tremonti, è come sputare nell’acqua santa. Il risultato è che in un’indagine, quale quella Bisignani, si ritrova coinvolto un terzo del Parlamento, RAI come sempre, oltrechè il totale di quanto è sotto l’ala dello Stato (Finmeccanica, ENI, ENEL, ENAV e quanto altro). Eppure da 25 anni almeno tutti (il tutti è riferito a chi, come noi, ha lavorato nel Pubblico o con il Pubblico con soddisfazione, sofferenza e dolore per “lo scendere e salir per l’altrui scale”) sappiamo l’attività propria del Bisignani. Evitando i terremoti di regime, i crolli di borsa, l’intasamento dei Tribunali per inchieste che iniziano e che non hanno mai fine, con assoluzioni e condanne che si equiparano per la loro mitezza ad assoluzioni, non sarebbe meglio regolamentare il tutto con un Albo Professionale ed un codice etico d’operatività? So di parlare di una acclarata utopia: la certezza è che se una tale legge fosse da chiunque proposta, sarebbe sicuramente bocciata dalla maggioranza del Parlamento (da noi, come sai, il Senato conta soltanto per dare lustro e stipendio a circa 300 signori, in larga parte gratificati dai Partiti per un dolce far nulla lautamente ricompensato) al pari di tutte le proposte che hanno una fondata razionalità. Il problema è anche che, se la Lobby fosse istituzionalizzata, non si potrebbe più parlare di Massoneria collusa, di Logge deviate, di P3, P4 e Px (con x variante da 5 ad infinito) a venire, che fa sempre piacere leggere come Poteri Occulti nella stampa quotidiana, per riconoscere in fondo chi è il vero lupo.
Ferme restando tutte le colpe manifeste che un Bisignani possa avere, non credi sarebbe meglio che anche da noi il Lobbismo diventi un’arte soggetta al fisco? Non sono esperto di costituzionalismo, ma sicuramente qualche articolo tra le righe, in modo più o meno sfumato, c’impedisce di farlo. Essendo giunto nell’ultima parte del cammino di mia vita ed assistendo al degrado logaritmico dei fatti quotidiani del ns. Paese del Sole e del Mare, famoso per pizza e pummarola, mi chiedo se sia il caso di continuare ad osannare la ns. costituzione, dataci dai ns. Padri a fronte di una mediazione che all’epoca accontentò tutti. Nessuno dei ns. giovani (ed anche molti vecchi) conosce alcuno dei loro nomi. Eppure tutti sappiamo che quella che regola la tua vita in USA fu stilata e poi firmata da 55 autorevoli personaggi (53 di essi Massoni), tra cui Franklin e Washington, nomi imperituri nei secoli che hanno codificato regole che nessuno contesta o ritiene superate. Anche qui, qualunque proposta di adeguamento del ns. testo ad una situazione che non è più quella che la fece nascere nell’immediato dopoguerra sarebbe sempre bocciata da una maggioranza istituzionale dove viggerà sempre la regola del tutti contro tutti.
Per quanto riguarda poi il Lobbismo nostrano, rimarrà sempre “quella cosa che si fa ma non si dice” e, quando portata sui giornali per l’intrallazzo di turno, sempre tacciata di collusione con Massoneria e Px di turno.
Molti cordiali saluti e metti pure il mio cognome perche' "chi si estrae dalla lotta è un gran figlio di mignotta!"
Aldo Nicolosi
Milano

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