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La guerra non dichiarata degli USA alla Libia


Secondo John Barry del Daily Beast l'America di Obama sta conducendo una guerra segreta contro la Libia che potrebbe essere un modello di intervento non ufficializzato dal voto del Congresso in altri scacchieri mondiali che possono rappresentare un pericolo per gli Stati Uniti.

Ufficialmente Obama e' stato criticato dai falchi dell'opposizione repubblicana che lo accusano di avere dato un appoggio a dei ribelli che non hanno alcuna preparazione militare.

Ma dietro le quinte gli Stati Uniti stanno giocando un ruolo di grande importanza per la soluzione del conflitto libico. La campagna contro Gheddafi e' gestita da 15 nazioni europee, oltre agli USA e a tre nazioni arabe. Le missioni aeree sono state lanciate da 29 basi in sei paesi europei.

Soltanto sei nazioni europee si sono unite agli Stati Uniti e al Canada negli attacchi contro le forze del Colonnello.

Secondo fonti interne della NATO gli Stati Uniti non hanno potuto mandare una super porta aerei perche' il Congresso glielo avrebbe impedito. In compenso hanno dislocato di fronte alla coste della Libia almeno 12 navi. Nelle prime ore dell'attacco un sottomarino americano, il USS Florida, ha lanciato 100 missili contro le difese aeree libiche aprendo un corridoio per gli attacchi NATO dall'aria.
Gli aerei cisterna americani stanno rifornendo in volo gli aerei europei. I simili aerei europei non sono sufficienti per garantire un supporto continuo.
Gli americani hanno rifornito gli aerei F.16 della Norvegia, Danimarca e Belgio che dopo alcuni giorni di azioni si trovavano a corto di munizioni di precisione. In difficolta' si sono trovati invece quei paesi come Francia e Inghilterra che utilizzano un caccia diverso da quello americano. Sono state fatte modifiche in tutta fretta per potere rendere compatibili le strutture di questi aerei con le munizioni fornite dagli americani.
Resta da dire che, nonostante la presenza di questa Invincibile Armada, il Colonnello continua a prendersi gioco di tutti e pretende di partecipare ad una trattativa per mettere fine agli scontri solo se gli sara' riconosciuto un ruolo nella nuova Libia.
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Roberto Bianconi commenta da Ancona (Italy)

Sulla guerra in Libia si è scritto e detto molto e continuerà ad essere cosi’ per molto tempo ancora. E’ normale, anzi giustissimo, visto che i combattimenti hanno causato, ad oggi, qualche decina di migliaia di morti da entrambe le parti. In questi casi non si può che ribadire l’orrore per l’inumanità della guerra anche se, ad onor del vero, non dovremmo aspettarci che la parte animalesca dell’uomo, scompaia all’improvviso, da un giorno all’altro come per magia. Accadrà di nuovo e di nuovo ancora, purtroppo ed in ogni parte del mondo. Queste scarne considerazioni non possono e non vogliono, beninteso, giustificare alcunché ma non si possono vivere i momenti di pericolo come fanno gli struzzi, infilando la testa sotto la sabbia. Rispettando le opinioni di tutti e ribadendo il disgusto verso le conseguenze terribili di tutti i conflitti, rimane il dubbio su come questi ultimi vengono analizzati e trattati non solo dai mass media, non diamo sempre a loro la colpa di tutte le nefandezze, ma da tutti noi non addetti ai lavori. Si potrebbe affermare che ogni giudizio di parte sia sacrosanto ma parziale e che ognuno di noi porti acqua al suo mulino soprattutto quando ci scappa il morto. E’ normale, naturale ma non è detto che il nostro giudizio sia corretto . Tutto qua. Per questo non posso criticare quelli che sono stati chiamati “tecnicismi” e non riesco ed avallare l’ipotesi che tutto il peggio nel mondo, guerre comprese, sia sempre ed esclusivamente attribuibile agli Stati Uniti d’America. E’ uno stanco e consunto refrain che ancora echeggia volando molto basso e che viene ogni tanto riutilizzato da altrettanto stanchi critici di tutto e di tutti. Gli U.S.A . hanno commesso in passato gravi errori ma questo non significa che non abbiano avuto e che non abbiano un ruolo fondamentale negli equilibri politico economici che permettono a tutti noi, anche nella presente e difficile crisi economica, di vivere liberamente e con un discreto benessere. Detto questo, l’analisi geopolitica di quello che è avvenuto ed avviene in Libia, avrà bisogno di molto tempo ancora per essere chiarita in tutti i suoi aspetti più importanti. Leggo poco, per esempio, riguardo la politica di Russia e Cina, che si astennero dal votare la risoluzione Onu n. 1973 del 17 marzo 2011 e che oggi hanno deciso di contattare il CNT libico per non rimanere tagliati fuori dal grande affare del petrolio. Per quello che riguarda invece la Germania credo possano essere sufficienti le critiche al Cancelliere Merkel da parte di Schmidt e di Kohl. Insomma , ci sia permesso avanzare qualche dubbio sulle qualità del passato regime di Gheddafi e ci sia permesso anche di non criticare l’uso di sistemi d’arma statunitensi da parte di coloro i quali hanno combattuto una guerra che potrà essere giudicata solo in futuro. Ben vengano inoltre quelli che sono stati definiti “tecnicismi” che aiutano, in realtà, la comprensione di ciò che in Libia è accaduto e accadrà.

Evacuazione della Stazione spaziale?

(The Slatest)

NASA may need to temporarily abandon the International Space Station this fall because of safety concerns about the Russian spacecraft that shuttles astronauts to the station, a top space official said Monday.

“We’re going to do what’s safest for the crew and the space station,” NASA space station program manager Mike Suffredini said.

The announcement follows a decision by Russian space agency Roscosmos to push back a planned manned mission to the station late next month as experts continue to investigate what caused an unmanned Russian supply ship to crash last week shortly after launch. The part of the Soyuz rocket that failed during the incident is similar to the ones used to launch manned crafts.

NASA says that no official decision has been made but that their safety concerns will need to be allayed soon in order to prevent a temporary “de-crewing” of the station in late November, when the final members of the station’s current six-man crew are set to return to Earth.

A temporary evacuation of the station “would be a huge blow to NASA, which just completed construction of the ISS earlier this year, and has continuously occupied the station for 11 years,” the Houston Chronicle reports.

The six astronauts currently living in the station (three Russians, two Americans and one from Japan) will ride home in one of two Soyuz crafts already docked at the ISS. Those ships are only rated to stay in orbit for a set amount of time, so the crew does not have the option of staying indefinitely, Space.com reports.

Half of the crew was set to return on Sept. 8, although they will now spend an extra week in space before returning. The final three members are set to return to Earth in mid-November.

Irene e le americanate viste dall'Italia

37 Confirmed Dead.. 9,000 Flights Cancelled.. 4.5 Million Lose Power..


Ma nonostante questo primo bilancio dell'uragano Irene uno si imbatte nella stampa italiana e legge articoli anche di cosiddette grandi firme su testate nazionali che prendono in giro i soliti americani che esagerano in tutto.

Anche nella prevenzione dei disastri naturali.

Un male antico il nostro quello di irridere la capacita' logistica degli altri di organizzarsi, di mobilitare grandi masse di cittadini in maniera corretta, con largo preavviso evitando i tumulti dell'ultimo momento.

Noi italiani abbiamo la puzzetta al naso in ogni occasione gigantesca che non ci riguarda da vicino e sulla quale siamo pronti a trinciare i nostri inappellabili giudizi ironici. A cominciare dalla lista di sopravvivenza, il kit che tutti i media e le autorita' hanno consigliato di organizzare prima di partire per obbedire all'ordine di evacuazione.

Il presidente, i sindaci di grandi e piccoli centri, i responsabili della protezione civile che hanno lanciato appelli alla popolazione in televisione e radio sono, secondo i luminari di casa nostra, solo dei profittatori del momento che hanno fatto comizi per sostenere la propria immagine.

Noi italiani, incapaci persino di mettere su una finanziaria che ci e' stata imposta dall'Europa,

noi italiani che viviamo bene solo sotto tutela perche' non vogliamo assumerci le nostre responsabilita',

noi italiani che non sappiamo organizzarci come una efficiente societa' democratica, viviamo nella presunzione di poter sghignazzare sul talento di autogoverno degli altri,

noi italiani convinti di poter insegnare al mondo come si vive, mentre il nostro mondo continua ad essere l'angusto palcoscenico di uno scalcinato avanspettacolo dove si agitano maschere dal cerone colante.

Irene in Washington DC


No al peto del marine

Sul blog 'Marine Times' si e' scatenata una polemica con i lettori a seguito della pubblicazione di un articolo firmato da Gina Cavallaro. Questo il titolo: "For Marines in Afghanistan: be careful where you fart" . Che tradotto suona: Per i Marines in Afghanistan. Attenti a dove scoreggiate.
Secondo l'articolista sembra che gli alti gradi del corpo speciale abbiano diramato una raccomandazione ai commilitoni impegnati in missioni congiunte con soldati afghani. Meglio non emettere sonori meteorismi in presenza dei soldati locali perche' la considerano un'offesa e non una manifestazione disinibita di cameratismo. Qualche marine ha scritto che si tratta di una fregnaccia perche' con quello che gli danno da mangiare non riescono a trattenersi. Ed anche questa e' America

Da Huffington Post, il blog piu' letto


MILAN -- Almost exactly a year ago, Silvio Berlusconi was throwing a party for his "friend" Moammar Gadhafi replete with Bedouin riders and a lavish dinner. On Thursday, he stood shoulder-to-shoulder with the head of the Libyan rebel Cabinet, offering his best wishes and announcing the release of frozen assets.

Other leaders have had turnarounds on Libya, but the Italian premier is unique among his European peers in having such a cozy relationship with Gadhafi - and performing such a remarkable about-face.

The two have dined together and exchanged gifts. In one notorious incident last year, Berlusconi kissed Gadhafi's hand at a summit. And when the world rushed condemn the Libyan's bloody crackdown on protests in February, Berlusconi held back - saying Gadhafi was too busy to be bothered.

It makes the sight of Berlusconi opening his arms to Mahmoud Jibril at a government office in Milan all more surreal. Berlusconi declared Thursday that Italy plans to release euro350 million ($505 million) in frozen Libyan assets and expressed his hope for a successful transition to democracy.

"We have expressed to Prime Minister Jibril the best wishes of the Italian people for the very tough work that awaits him and his collaborators to transform Libya into a real democracy," Berlusconi said.

At the end of the joint press conference, Berlusconi shook Jibril's hand firmly, looking him straight in the eye, and guided him outside.

Opposition politicians marveled at the turnaround.

"After having kissed a hand dripping with blood, now he should kiss the hand representing those whose blood was shed," lawmaker Italo Bocchino said.

The two countries share a long and complicated history.

Italy was Libya's colonial ruler in fascist times and went on to develop into Libya's largest trading partner as old resentments matured into mutually beneficial economic ties - worth euro11 billion before trade was halted in February with the outbreak of civil war.

Italy's islands are just a few hundred kilometers (miles) from Libya's shores. Rome has relied on Gadhafi to keep away waves of boat people escaping conflict or poverty, and is dependent on the Arab country's oil.

Business ties were often greased at such extravaganzas such as Berlusconi's soiree last Aug. 30

Among the hundreds of guests at the grounds of a paramilitary barracks in Rome were captains of Italian banking and industry, including the then-CEO of Unicredit, Italy's largest bank, which in August this year won the first international license to operate in Libya.

To make his honored guest feel at home, Berlusconi laid on some thrilling entertainment: Bedouin riders on 30 Libyan thoroughbreds flown in from the North African country thundered across the field in an evening that stretched into the early hours.

Amid such hospitality, Gadhafi has sometimes been an inrascible guest.

In 2009, the colonel, who early in his regime kicked Italian residents out of Libya, virtually thumbed his nose at the Berlusconi government when he stepped off a plane in Rome wearing a photo pinned to his uniform of a Libyan national hero killed by Italian colonial authorities.

None of that got into the way of the blossoming relationship between Berlusconi and Gadhafi. But after initial hesitation, Berlusconi - under pressure from allies - was drawn into the Libya conflict and reversed his earlier refusal to take part in NATO bombing raids.

Berlusconi was clearly uncomfortable with the move. During a wide-ranging conversations with foreign journalists in April, he conceded that Italy's involvement with the NATO operations was difficult for him.

"I accepted despite the personal difficulties that this decision entailed for me," Berlusconi said. "At one point I even thought it was my duty to resign," he said, adding that "everybody asked me not to."

Berlusconi was certainly not alone in seeing the benefits of rapprochement with the oil-rich nation after Gadhafi overcame his pariah status by giving up the pursuit of weapons of mass destruction and renouncing support for terrorism.

Others included former British prime ministers Tony Blair and Gordon Brown. France's Nicolas Sarkozy, one of the first to take military action this spring, gave Gadhafi a royal welcome in Paris in December 2007, the first such visit since Gadhafi's falling out with the West in the 1980s.

Gadhafi stayed at the official guest residence near the presidential Elysee Palace, pitching a Bedouin tent in the elegant gardens. His visit clinched contracts worth billions of dollars for French business. Government officials defended the warm welcome for Gadhafi as a way to encourage states that show signs of moving away from terrorism.

While Sarkozy welcomed him into the Elysee Palace, dozens of lawmakers boycotted a session at the National Assembly parliament building.

This year, Sarkozy fiercely and swiftly turned against Gadhafi. France was the first country to recognize the opposition government and the first to fire airstrikes against Gadhafi's forces.

Berlusconi makes personal contacts a hallmark of his diplomacy, including hosting Russian leader Vladimir Putin at his villa on Sardinia's posh coast. During Gadhafi's sojourn in Rome last summer, some 200 aspiring models were recruited for a soiree in which the Libyan lectured them on Islam and distribute copies of the Quran.

Italy's Foreign Minister Franco Frattini said Tuesday that he expects the rebels to honor all business contracts with Italian firms.

"They have committed to honor all of the contracts, also those of Italian businesses, that were signed by Libya. They weren't contracts with Gadhafi," Frattini told RAI state radio.

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D'Emilio reported from Rome. Angela Charlton in Paris contributed to this report.


Il terremoto e gli animali dello zoo


Nessuno poteva immaginare che il terremoto si sarebbe scatenato con una grande violenza, con epicentro la Virginia, terrorizzando gli abitanti di Washington, New York e Richmond. Molti dei quali convinti che si trattasse dell’atteso colpo di coda del terrorismo dopo l’uccisione di Osama Bin Laden. Gli unici a saperlo con un anticipo di poche decine di secondi sono stati i guardiani del National Zoo di Washington, impressionati dal comportamento degli animali che accudiscono: gli schimpazè che hanno cominciato a salire sulle strutture delle loro aree che assomigliano ad alberi, portando con sè i cuccioli. I fenicotteri si sono radunati in gruppo, l’uno stretto all’altro, e così sono rimasti sino al termine delle scosse. Ma per la gente dell’east coast i guai non sono finiti. Irene, il primo grande uragano della stagione, sta trivellando nella sua marcia di avvicinamento intere regioni con venti di 200 km all’ora. Nella Capitale c’è il pericolo che il Washington Monument, già lesionato dal violento terremoto, possa crollare.

Earthquake in Washington

Mi trovo seduto sulla Faglia di Sant' Andrea, ovvero a Los Angeles, dove i cittadini sono in attesa del gran terremoto che piallera' la regione.
E leggo, vedo e sento del forte terremoto che ha colpito la mia Washington con epicentro in Virginia.
Per fortuna non ci sono vittime o danni.
Speriamo di ritrovare casa senza crepe nei muri o soffitti.
Auguri Washigton DC.

DSK


DSK, ex direttore ddel Fondo Monetario Internazionale, ce l'ha fatta. La procura di New York ha chiesto di far cadere l'accusa di violenza sessuale nei confronti della cameriera nigeriana dell'hotel Sofitel. Era scontato perche' DSK, grazie al suo patrimonio ed a quello della bella moglie, ha potuto permettersi uno dei migliori avvocati del momento. E questo collegio di difesa non solo e' riuscito a dimostrare quello che la polizia americana aveva ignorato. E cioe' che Ofelia non era quello stinco di santo che voleva far credere. Ma che aveva architettato la manfrina, complice il fatto che DSK era universalmente conosciuto, sembra anche in quell'albergo, per il suo parossismo sessuale. Ma come ci hanno informato le gazzette, pare che vi fossero riscontri di analisi di laboratorio secondo cui la ragazza avrebbe avuto un sostanzioso rapporto amoroso la notte prima di quello con l'esuberante sessantenne francese. Dominique Strauss Kahn tornera' in Francia e sara' accolto con tutti gli onori dai suoi simpatizzanti socialisti. In questa storia emergono due conclusioni di un certo rilievo: la prima e' che la improvvida decisione del giudice di New York di arrestare il noto dirigente internazionale sulla base di una denuncia tardiva di una donna e di esporlo alla gogna mediatica del mondo intero e' stata il piu' grave colpo di immagine inferto alla giustizia americana spesso accusata di superficialita'. La seconda conclusione e' che il gruppetto di iperfemministe che hanno protestato di fronte al tribunale di NYC urlando che a pagare sono sempre le donne puzza di stantio. Il mondo sino dai tempi di Elena di Troia si divide in due grandi categorie: i belli (soprattutto le donne) che hanno due marce in piu' rispetto agli altri mortali. E i normali, bruttini, racchi che devono sgomitare per avere uno posto al sole. Chi gioca nella prima categoria si vende in vario modo, chi con pagamento cash a prestazione, chi coltivando la propria immagine ma sempre con lo scopo di 'accasarsi' in qualche modo in maniera fruttifera, temporaneamente o definitivamente. In un mondo in cui, codici religiosi a parte, vince chi usa gli altri e si fa usare poco, i belli con le loro due marce in piu' la fanno da campioni. Alla faccia dei racchi che si affannano ad imitarli.
PS: Dimenticavo che esiste la terza categoria, quella dei ricchi e potenti. E quelli, belli o brutti, vanno in quel posto a tutti quanti.

Ma che c'avranno da sorridere?

Negli USA il Presidente Obama non sorride quando si tratta di annunciare provvedimenti molto seri per l'economia americana.
In Italia..."risus abundat in ore stultorum".
Poveri noi e Voi.
Con affetto
Oscar

Lake Havasu




Lake Havasu e' il terzo grande lago artificiale che imbriglia il fiume Colorado ed e' stato creato nel 1937 dopo la costruzione della diga Parker. Il confine tra Arizona e California lo attraversa. Consente di amministrare la fornitura di acqua all'Arizona e alla California attraverso tre grandi acquedotti. E' molto noto tra i pescatori che sono alla ricerca dello storione bianco.
A Lake Havasu City, nel mezzo del deserto con temperature che in questi giorni superavano i 120 F, un imprenditore noto per la sua azienda di seghe, McCulloch Chainsaws (il cui motore a scoppio e' stato usato per la prima volta per la costruzione di un go kart), ha ricreato un pezzo di Londra. E' stata costruita una copia del London Bridge, un villaggio inglese ed un ottimo London Bridge Resort, confortevole e bene organizzato con prezzi modesti. Il lago e' meta di amanti degli sport acquatici. Impressionante il numero di famiglie di obesi che si incontrano da queste parti.

ActorsE Chat with Director Max Bartoli and Host Judith Jones


Max Bartoli talks about his producing and directorial experience,
about his short and feature film *Atlantis Down*
and his next project *Code Name Oracle*.

Sedona e i Vortici














Sedona e' famosa non solo per le sue Red Rocks, fondali di tanti films western. Ma anche per la sua sofisticata vita intellettuale. E per i vortici. Da qualche decennio e' nata in questa splendida localita' dell'Arizona una industria turistica che convince anche gli scettici a provare almeno una volta la misteriosa essenza dei vortici, ovvero localita' dalle quali si sprigionano energie che se riescono a penetrare nell'intimo di ognuno di noi, determinano una sorta di lavaggio spirituale. Ed i clienti non mancano.


Ai nostri Lettori vogliamo segnalare un bread & Breakfast di alto livello qualitativo. Lo abbiamo scoperto su Internet e ve ne parliamo nel caso qualcuno decidesse di fare una vacanza da queste parti. Il posto si chiama Adobe Village Graham Inn ed e' situato in Oak Creek Village a poche miglia da Sedona. Il proprietario Ron e sua moglie Cherryl sono riusciti a coniugare in maniera quasi ossessiva, un raffinato gusto rustico con ogni comfort. A cominciare dalle colazioni che sono servite con menu che cambia ogni giorno e si basa su cibi organici. Ne parliamo perche' dopo tanti pseudo Hotel a livello di motel ma con prezzi alti, ci siamo ritemprati prolungando il nostro soggiorno. (Foto di alcune camere)


Il ristorante piu' noto di Oak Creek e Sedona e' Cucina Rustica gestito da uno chef italiano accasato con una collega americana. Il locale e' in stile ispanico, molto bello e frequentato. Quanto al cibo abbiamo scelto sul menu tra i vari piatti tipo"Maiale alla Fellini" e via citando uno che rispondeva al nome di "Marechiaro". Ci e' stata servita su grande piatto una 'cosa' con pezzi di pesce vario, sottofondo di riso supercotto. Il tutto annegato in una brodaglia a base di pommarola.


Sicuramente vista l'affluenza e il conto salato che si paga lo chef italiano ha capito i gusti del suo pubblico. Pero' perche' chiamarlo "Cucina Rustica" se di italiano e' rimasto poco? Boh.

Lake Powell, tra Utah e Arizona



Uno arriva dallo Zion Natural Park in Utah con destinazione Sedona in Arizona. Uno scherzo da piu' di cinque ore di guida. E nel corso del viaggio incontra SUV che trainano imponenti motoscafi. E si chiede: 'ma dove li portano?' La risposta arriva poco prima del confine tra Utah e Arizona. Il lago artificiale Powell e' la destinazione di migliaia di amanti degli sport acquatici. Si tratta del secondo lago artificiale che imbriglia il Colorado ed altri fiumi come l'Escalante. Poco piu' vasto e' il Lake Mead creato dalla Diga Hoover. Quando e' pieno contine 30 km cubi di acqua. Questo lago oggi diventato un punto di richiamo turistico di alto potenziale, e' stato creato con la costruzione della discussa Glen Canyon Dam.
Questo grande lago che ha un'estensione di 186 miglia garantisce acqua a Arizona, Nevada e California. La Diga Glen e' stata completata in tre anni (1963-66). E' alta 216 metri ed e' costituita da quattro milioni di metri cubi di cemento. Altri tre anni e fu completata l'installazione delle turbine e dei generatori elettrici. Dopo il completamento della diga furono chiusi i tunnell che avevano deviato il Colorado per consentire la costruzione della grande opera. E il Colorado insieme agli altri affluenti che attraversano il territorio dei Navajos comincio' a riempire il bacino. Ci sono voluti diciassette anni e solo nel 1980 le autorita' hanno dichiarato che era stato raggiunto il livello massimo di riempimento. Oggi il Lake Powell da' lavoro a decine di migliaia di pellerossa che sono occupati nei numerosi cantieri per la manutenzione e gestione delle migliaia di barche che occupano le quattro marine. Molti lavorano nei grandi malls e gas stations.

All'imbocco del parco dedicato al lago si trova un piccolo museo che illustra come i paleontologi dell'Universita' dello Utah abbiano dedicato anni di impegno nella scoperta dei fossili di dinosauri di cui l'area e' singolarmente piena.

Bryce Canyon invasa dagli italiani






Centinaia di italiani hanno invaso il Bryce Canyon. Grazie al differenziale tra euro e dollaro una vacanza negli Stati Uniti e' diventata piu'abbordabile di una settimana a Capri o Ischia. Gli italiani si riconoscono a colpo d'occhio: sono in genere piu' belli (uomini e donne) del resto della popolazione che passa da un osservatorio all'altro del Bryce Canyon altro gioiello dello Utah. Sono vestiti con capi che sembrano trasandati ma sono di gran firma. Un gruppo e' arrivato a bordo di rombanti Harley Davison. E non sappiamo se le hanno prese a noleggio o se le sono portate in aereo dall'Italia. Tutti abbigliati con indumenti, caschi ed altre piacevolezze della casa americana che ha ormai creato da anni uno status internazionale. Quanto al Bryce Canyon, dal nome di una coppia che nel 1860 decise di stabilirsi da queste parti, si tratta di una delle meraviglie del mondo.

L'erosione ha creato uno spettacolo cangiante e affascinante che commuove al primo impatto per la sua bellezza. Picchi che si innalzano a centinaia come personaggi di un dramma senza fine su fondali rosso mattone o di arenaria bianca. Consigliamo vivamente questo viaggio a chi voglia passare una giornata in un mondo fantastico, senza rinunciare ai vantaggi di una organizzazione gestita dai rangers con alto livello professionale. Non si trova una cartaccia o una cicca per terra. Resta da ricordare che questi parchi naturali americani famosi in tutto il mondo sono stati creati grazie al fervido intuito del presidente Roosevelt che in uno dei momenti piu' tragici della storia americana, quando la gente moriva di fame, creo' il CCC, Civilian Conservation Corp. Centinaia di migliaia di senza lavoro furono impiegati nei progetti di creazione di grandi parchi nazionali e di protezione delle bellezze naturali. Visto come vanno le cose in Italia forse potrebbe essere un'idea per il governo in carica.

Zion National Park (Utah)







Si chiama Zion National Park (Utah) . Percorrendo la I 15 North da Las Vegas bisogna uscire sulla 17 e da li' prendere la 9, fino all'ingresso del parco. Migliaia le persone che ogni giorno entrano in questo che e' considerato uno dei parchi piu' belli degli Stati Uniti. Per i visitatori le alternative sono le piu' varie. Per chi non voglia avventurarsi in sentieri scoscesi o arrampicarsi su balze ferrate, e' consigliabile prendere uno dei free shutlle che ogni sette minuti fanno la spola tra il Zion Canyon Visiting Center e the Temple of Sinawava. Un percorso di molte miglia lungo la strada creata nel 1929 che prevede soste in varie localita' famose per la bellezza scenica delle montagne rosse e dei fiumi a carattere torrentizio. I rangers, tra cui alcune belle ragazze, ricordano ai visitatori che la sicurezza e' nella responsabalita' individuale. A parte il percorso sugli shuttle, le gite piu' impegnative devono essere preparate con i rangers che spesso guidano i gruppi. Una particolare attenzione viene raccomandata ai turisti per i colpi di sole (in questi giorni le temperature sono vicine ai 40 gradi centigradi con umidita' molto bassa e pericolo di insolazione). Necessario portare una scorta di acqua ed anche del cibo ad alto contenuto energetico, tenendo conto della sudorazione che si verifica affrontando i sentieri piu' impegnativi. Ma un altro avvertimento delle guardie del parco e' il pericolo di ipotermia che puo' verificarsi quando qualche turista troppo esaltato si avventura a fare una nuotata nelle pozze gelide dei torrenti e fiumi, magari dopo avere scolato un pacco di sei birre ad alta gradazione. E sono proprio i torrenti il pericolo numero uno del parco che ha una condizione climatica molto variabile con temporali che ingrossano i corsi d'acqua all'improvviso mettendo in serio pericolo le persone che incautamente si trattengono nell'alveo. La storia di questo parco e' la storia dei canyons che caratterizzano questa parte d'America, includendo oltre allo Utah, il Nevada e l'Arizona.
In questi giorni allo Zion National Park si sente parlare spesso in italiano, segno che le agenzie hanno scoperto questa meraviglia d'America aggiungendola al solito Grand Canyon. E mentre sei su uno shuttle ti capita anche di sentirti rivolgere la parola nella nostra splendida lingua da americani che l'hanno studiata o praticata in periodi di studio o di lavoro in Italia. Peccato che alla fine di questi simpatici incontri la domanda obbligata sia sempre quella del bunga-bunga e del nostro singolare Primo Ministro.

Ferragosto a Las Vegas


(GR3 ore 16:45)

Vi parlo da Las Vegas dove gli americani che hanno ancora una lavoro hanno deciso di passare l’ultimo weekend di ferragosto nella capitale del gioco, sesso e droga. Ma intorno alle slot machines, che ormai sono digitalizate e al posto delle monete ti danno un certificato se vinci, non ci sono piu’ le resse di un tempo. E’ dal 2008 che la crisi sta mettendo in serio rischio Las Vegas. Gli alberghi sono costretti a svendere le camere pur di fare un po’ di cassa sperando che i clienti spendano nel casino interno. Anche la popolazione dei clienti e’cambiata: non piu’ e non solo gli intossicati del giuoco, gli anziani che sperperano in un fine settimana la pensione. Ma intere famiglie, molte di AfricanAmericans, con bambini venuti a Las Vegas per vedere qualcuno dei mega spettacoli allestiti nei grandi alberghi sulla Strip, il famoso viale della citta’. E tanti gruppi di ragazze che schiamazzano, bevono ammiccano ai giovanotti appena arrivati, molti dei quali sono coppie affiatate e non le degnano di attenzione.

Lasciatemi cantare con la chitarra in mano...sono un italiano!


Cari Italiani:
aiutate noi emigrati a capire che succede nel Bel Paese. Immersi come siamo nella bufera della speculazione globale, leggiamo i titoli dei vostri giornali che come ogni anno parlano di: "bollino nero sulle autostrade- milioni di vacanzieri in movimento-cronache pruriginose dalle coste assolate della Penisola innondate di pettegolezzi piu' o meno gustosi-parlamentari che si godranno 25 giorni di ferie (il nuovo ministro della giustizia in Polinesia)-scuole chiuse per mesi-e via citando.
Qui negli Stati Uniti (dove la situazione generale si sta deteriorando) le scuole di ogni ordine e grado hanno riaperto nella maggioranza degli stati; le universita' non hanno mai chiuso perche' impegnate nei corsi estivi; la gente non e' andata in vacanza perche' sono pochi a permetterselo e i dodici giorni di ferie di ogni americano vengono spalmati nel corso dell'anno per coprire anche assenze per malattia o ragioni familiari che non sarebbero riconosciute dalla azienda. Tutti quelli che hanno un impiego se lo tengono stretto e vanno a lavorare- gli altri lottano per sopravvivere (il livello dei suicidi e' aumentato); le ultime indagini dicono che l'immagine dei politici del Congresso e' ai minimi storici unitamente a quella del Presidente che cerca in qualche modo di mettere tappi alle falle del sistema che fa acqua da tutte le parti.
Il vostro Premier ha affermato recentemente che voi italiani siete fortunati perche' state bene, siete proprietari di case e non vivete male come altri popoli, a cominciare da quello americano.
Ed ecco la proposta che ci permettiamo di inviare al Sig. Presidente Napolitano: perche' non sostituire l'inno di Mameli con "Lasciatemi cantare con la chitarra in mano...sono un italiano".
Ve la ricordate la favola di Esopo?

"In una giornata d’inverno le formiche stavano facendo seccare il loro grano che s’era bagnato. Una cicala affamata venne a chiedere loro un po’ di cibo. E quelle le dissero: “Ma perché non hai fatto provvista anche tu, quest’estate?”. “Non avevo tempo”, rispose lei, “dovevo cantare le mie melodiose canzoni”. “E tu balla, adesso che è inverno, se d’estate hai cantato!”, le dissero ridendo le formiche.

PS: Questa modesta nota non e' rivolta a quelle decine di milioni di italiani lavoratori, artigiani, piccoli imprenditori, pensionati e giovani che tirano la cinghia e non sanno cone andare avanti. Ma a quelle decine di milioni di sfruttatori che vivono da sempre sulle spalle degli altri.


Qualche ora a Malibu'


Tra i vari canyons il Topanga e' quello piu' usato per raggiungere la costa. Forse perche' e' pieno di curve sulle quali si cimentano finalmente gli appassionati della moto. Che ormai in America si dividono in due grandi categorie: quelli delle Harley Davidson (o simili) e quelli della Ducati (o simili). Per i primi la moto e' solo un modo di fare status, dal caschetto figo, alle giacche di pelle e stivaletti ad hoc. Gli altri guardano con disprezzo quelli delle Harley perche' loro sanno domare destrieri con potenze notevoli. Le due categorie sono accomunate dal rumore delle moto sulle quali posano il culetto. Quelli della Harley Davidson sanno che il mitragliamento del loro motore e' stato brevettato nonostante il casino che fa. Gli altri vanno in orgasmo per le partenze a brucia pelo ai semafori con il motore che canta a diecimila giri.
Poi uno arriva sul Pacific Boulevard e si avvia in fila indiana con altre migliaia di macchine verso Malibu'. E prima della cittadina puo' 'ammirare' l'incredibile varieta' di casette (dai due milioni di dollari in su) ognuna diversa dalle altre ma tutte all'insegna di di un indiviualismo stilistico che fa venire il mal di stomaco, con i cavi della luce che pendono in un filaio da quarto mondo, e uno si chiede se questa sia l'America degli astronauti e di Google. Mi dice Marco: "Non puoi giudicare. Questa e' la loro cultura. Non hanno punti di riferimento che sono entrati da secoli nel DNA degli italiani a qualsiasi classe appartengano." Mutatis mutandis, come dire: "Ma perche' questi americani mettono nello stesso piatto l'insalata, il dolce, la carne, la pasta (scotta) quando si recano ad un party?" Tanto nello stomaco poi tutto si ammucchia.
Lunch con attesa di venti minuti nonostante la prenotazione all' Habana Cafe', dove si danno appuntamento le stars con figli e abbondano le Vipers parcheggiate, mentre Ferarri e Lamborghini sono quasi sparite.
In una nota boutique ci imbattiamo in una vecchina dal grande naso, assistita da due premurose venditrici. Una giovane asiatica le si fa incontro salutandola con calore: "Ms. Streisand how are you doing?' L'attrice cantante non la degna di uno sguardo. Confermando la regola d'oro che a LA e dintorni non si salutano le star. Anche perche' ce ne sono troppe.

S&P: le ragioni di (sotto) fondo di un declassamento.

Il declassamento operato da Standard & Poor agli Stati Uniti, da triplice A a AA+ e' stato uno shock per l'americano medio e ha messo in seria difficolta' l'amministrazione Obama. La replica del ministro del tesoro che il downgrading era viziato da un errore di duemila miliardi di dollari e' stata in parte riconosciuta da S&P. Ma ormai il danno all'immagine dell'America era stato inferto. Ci sarebbe da ricordare, come del resto molti hanno fatto, che il ruolo di queste agenzie di rating `e abbastanza volatile. Si pensi al fatto, ad esempio, che la crisi del 2008 che ha tramortito l'America ed ha innescato un perverso effetto domino sulle altre nazioni industrializzate (in particolare sull'Europa), non era stato avvertita e tantomeno segnalata da S&P. Ma, come ha scritto Federico Rampini su Repubblica, il verdetto di S&P deve essere considerato come un attestato notarile della situazione socio-politica che caratterizza la vita odierna negli Stati Uniti. Del resto lo stesso presidente Barack Obama commentando a caldo il faticoso accordo raggiunto tra democratici e repubblicani per evitare il 'default', aveva detto che si trattava della dimostrazione di come la classe politica non fosse all'altezza del compito assegnato dalla Costituzione.
Gli americani sono un popolo dalla memoria e dalla vista corta. Allevati nella cultura del 'tutto e subito' scaricano la croce addosso al presidente di turno se l'economia perde colpi. Pochi sono quelli che seguono con un minimo di attenzione le vicende politiche. Le notizie alle quali si interessano sono il gatto della signora Smith scappato sul tetto di casa e 'ballando sotto le stelle'.
Come tutte le generalizzazioni anche questa pecca per eccesso. Ma basta parlare con un po' di gente in giro per rendersi conto del disagio culturale che investe centinaia di milioni di americani. Ecco perche' al presidente Obama si ritorcono le accuse di avere sperperato il denaro pubblico, senza ricordare che questa amministrazione ha avuto in eredita' dagli otto anni di George W. Bush due guerre disastrose, una crisi economica e finanziaria di dimensioni mondiali alimentata dal castello di carta creato dai subprime mortgages, con 50 milioni di persone senza una copertura sanitaria, milioni di disoccupati e favori a non finire ai ricchi ai quali erano state abbassate le tasse.
Il penoso e strascicato dibattito al Congresso ha messo in chiaro che i repubblicani sono a loro volta pesantemente condizionati dalla pattuglia di parlamentari eletti dal movimento Tea Party. Gente che non sa quello che vuole ma lo vuole subito all'insegna di un ossessivo 'riduciamo le spese ma non aumentiamo le tasse'. Come se una famiglia potesse andare avanti senza un sicuro introito derivante dal lavoro.
Ma c'e' una considerazione di fondo che pochi si permettono di fare perche' non e' politically correct: a piu' di 150 dalla fine delle Guerra Civile, i 650mila morti non sono ancora dimenticati. L'odio fratricida verso coloro che riuscirono a sconfiggere i fautori dell'ultima nazione che adottava la schiavitu' fa parte ancora del DNA di milioni di americani che non lo dichiarano apertamente ma lo camuffano in vario modo. Per tanti e' insopportabile vedersi rappresentati e guidati da un African American. Non lo accettano. Cosi' come non sopportavano alla presidenza un cattolico di nome Kennedy. Ed infatti l'hanno fatto fuori. I cartelli in cui Barack Obama e' rappresentanto come una scimmia, come Hitler o Stalin sono la dimostrazione epidermica di un sentire molto diffuso e alimentato dalla feroce propaganda fatta da quella Fox TV del magnate australiano Rupert Murdoch che continua a riversare odio sullo 'abbronzato' nonostante i guai che sta passando in Inghilterra per la corruzione messa in atto dai giornalisti e dirigenti del suo tabloid News of the World.
Con tanti saluti a quell'America della mano sul cuore che rispetta le istituzioni anche se non ha scelto gli uomini che temporaneamente le rappresentano.
Una situazione analoga a quella dell'Italia dove la parte piu' democraticamente liberale del PDL e' tirata all'estrema destra dai fanatici della Lega.
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Oscar, al signor Obama gli viene dato colpa - giustamente - perche e
incompetente, non e a l'altezza del job, non era preparato, ed e
solamente interessato ad ideologia Marxista & voti; non perche e di
colore.
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Serata musicale ristretta a Los Angeles


Serata musicale da Anoush NeVart,Working Actress, Grammy Nominee, Professional Accompanist for Singers, Vocal coach, Song Coach, Recording Artist, dog lover. Presenti due giovani cantanti Roberto, messicano, baritono, (parla perfettamente l'Italiano dopo due anni a Firenze), e Diane, televisione, cinema, teatro (grande talento). Poi da Mexico City: Ciel cantante lirica con grande personalita'(italiano ottimo dopo alcuni anni a Modena) e Diana, messicana, madre di una star e di un regista, una delle insegnanti di canto piu' quotate a Los Angeles.I cantanti si sono cimentati con successo in brani di opere liriche e musical. Presenti: Max, regista, Mae Flores attrice, Anne matura studentessa di canto, italiano molto buono appreso in lunghe permanenze nel nostro Paese per motivi professionali (o sentimentali?), Marco, imprenditore, Franca che ha conquistato gli ospiti con una stepitosa pasta e fagioli ed un risotto alle fragole. Il vostro cronista e' stato costretto ad esibirsi alla chitarra ed ha riscosso applausi prolungati soprattutto con la sua interpretazione di Margherita, di Riccardo Cocciante. Supercoccolato Fossi,il cagnolino trovatello di Anoush. Ed anche questa e' America. Quella vera, non di cartapesta.

Tanti Auguri, Mr President!

Caro Presidente:
tutti i commenti letti in questi giorni sostengono che lei ha perduto nel favorire il compromesso che ha portato alla elevazione del tetto del debito ed ha evitato il default degli Stati Uniti. I democratici arrabbiati si ritengono traditi. I repubblicani fondamentalisti del Tea Party esultano perche', secondo loro, sono riusciti ad imporre a lei ed al proprio partito le proprie condizioni esasperate.
I sondaggi dicono che il suo gradimento e' ora molto basso perche' gli americani, che sono affetti da miopia, giudicano sulla base del portafoglio e del giorno per giorno. "It's the economy, stupid", la famosa frase di James Carville, stratega della vittoria di Bill Clinton nel 1992 su Bush padre.
Ma che cosa avrebbe dovuto fare il Presidente degli Stati Uniti? Spezzare tutto in nome di un confuso liberalismo?
Lei ha scelto la dignitosa strada del bilanciamento tra diverse tesi ognuna delle quali stingeva in un radicalismo fondamentalista. Ed ha evitato, almeno per il momento, il disastro d'immagine in una situazione mondiale che si va deteriorando di ora in ora.
Molte altre dure prove l'attendono al varco.
In questi due anni e mezzo di presidenza i suoi capelli si sono ingrigiti, sempre piu' magro e scarsa voglia di sorridere. Oggi Lei compie 50 anni. Un giovane presidente per la piu' 'antica', moderna democrazia.
Auguri doppi, signor Presidente.
Lei e' un Leone, come chi, molto piu' modestamente, Le scrive.
Con Grande stima
Oscar Bartoli
(momentaneamente a Los Angeles)

NRA fa causa a Obama


L'apparizione dell'onorevole Gabriella Gidford nella House of representatives durante l'ultima votazione della legge sulla elevazione del debito USA, ha commosso milioni di persone. Come si ricordera' il deputato Gifford e' stata colpita da uno dei proiettili sparati da un folle neonazista a Tucson, Arizona. Ha avuto il cranio trapassato e miracolosamente si e' salvata. La Gifford e' sposata all'astronauta Mark Shelly che ha compiuto l'ultimo volo dello shuttle Endeavour.
In contemporanea con questa storia commovente e' venuta fuori la notizia che la NRA, National Rifle Association, considerata una delle lobby piu' potenti di Washington, fara' causa al governo Obama che si e' permesso di emanare un regolamento che impone ai venditori di armi semiautomatiche di darne notizia quando la vendita per piu' di un pezzo e' stata fatta alla stessa persona.
Scopo del regolamento e'quello di mettere sotto controllo il traffico illegale di armi tra Stati Uniti e Messico che alimenta le gang di narco traffico con decine di migliaia di civili morti negli scontri.

Destra o Sinistra ovvero il gran puttanaio italico

(Il Lettore Aldo ci scrive da Milano)

Caro Oscar,
Non desidero turbare le tue vacanze ma t'invito a considerare l'articolo nel seguito riportato dal Blog di Marco Travaglio, che tu ben conosci e che avrai certamente letto. Una filosofica riflessione sulle proprie posizioni spinge alla saggezza. Io ho da parte mia abbandonato da tempo il Berlusca grazie alla manifesta e pericolosa demenza senile o follia della quale è preda e non so più a chi rivolgermi. A te, che sei assiduo lettore e commentatore di tutta la stampa ufficiale nazionale, sono ben noti i fatti che quotidianamente stanno emergendo su Milano. Purtroppo, i quotidiani nazionali in larga parte riportano soltanto la punta dell'Iceberg. Fogli come il Fatto Quotidiano ed altri riportano, invece, una sequela di misfatti quotidiani che fanno inorridire.
Adesso sono portato a dare ragione proprio a DiPietro, che non lodo per la sua politica, ma per i suoi trascorsi di magistrato. Avendo fatto gavetta nella sbirraglia, ha la mente molto più lucida su ciò che accade e su come adesso si froda il fisco. Se è vero che prima i soldi illeciti si nascondevano nel materasso, tra i giornali o si ammonticchiavano in un angolo entro pacchi di carta da salumaio (la Segreteria di Craxi docet) o si spedivano senza pudore in banche svizzere o di Hong Kong, adesso si usano transazioni finanziarie sofisticate e che all'apparenza sono formalmente corrette. Nulla sembra abbiano d'illecito e, comunque, sono difficili da smascherare.
Un chiaro esempio ne è l'operazione di acquisto-rivendita da parte Gavio del 15% delle quote della Milano-Serravalle. Comprate da Gavio per 2,19 € ad azione dal Comune di Genova (sempre in casa, amministrazione colore rosella), rivendute alla Provincia di Milano (sempre in casa, amministrazione colore rosella) al prezzo di 8,83 € ad azione. Plusvalenza? 179 milioni € per il Gruppo Gavio (grande amico del Fassino). Indebitamento? 250 milioni € per la Provincia di Milano con BPM. Ed il Penati in gloria politica. Eppure il tutto sembra giudicato perfettamente congruo: IL PREZZO E' GIUSTO! Comunque l'uomo sembra non essersi arricchito, servendo giustamente i dinè a contrastare lo strapotere della Destra in Milano. Però a questo hanno fatto buona sponda gli Amministratori PDL e Lega del comprensorio di Cassano d'Adda, con un'impressionante giravolta di tangenti per la voltura di aree ad edificazione, oltre robetta varia. Però questi poveretti si dovevano soltanto difendere dallo strapotere del Gruppo Penati...La differenza sembra consista nel fatto che i Cassanesi incassavano in termini personali, mentre i Penatiani per conto del Partito (la Rosy si è dissociata come Margheritina). Se l'eccezione fa la regola, pensiamo al resto dei comuni, provincie e regioni ed amministrazioni varie, con tutte le partecipazioni statali. Ai ns.tempi si diceva:"Ha da venì Baffone!". Ma adesso manco lui c'è e, comunque, la gente se ne fotte lo stesso!

Caro Oscar, a noi pagare le tasse da buoni pensionati (il 97% degli introiti del Fisco proviene da reddito fisso), a loro plusvalenze, tangenti e quanto altro (sono tutti liberi professionisti, soprattutto Consulenti, Promoter o Politicanti benedetti dal fato) e soprattutto LEZIONI DI MORALITA'.

Per far un pò riflettere sul PRIMATO MORALE della Sinistra, invito gli afficionados a leggere l'articolo del buon Travaglio, che riporto nel seguito. Io ammetto (non più con lacrime) che la destra è in larga maggioranza una banda di malnati ladroni (i 40 di Alì Babà erano più simpatici).

Rimando ad un pianto corale di presenza il comune commento a quanto scrivo. Soprattutto sbocconcellando insieme una nostrana pizza co' pummarola quando sarai in Italia.
In fondo, tutti i salmi terminano sempre in gloria!

Molti cordiali saluti,
Aldo
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Chi tocca la sinistra muore
Chi tocca il centrosinistra muore. “La macchina del fango comincia a girare”. Dopo aver ascoltato le parole di Pierluigi Bersani, gli accenti berlusconiano-vittimisti del segretario Pd, sento che per una volta posso contravvenire a una delle regole auree del cronista: mai parlare di se stessi.

E così racconterò dell’amara esperienza di diventare una specie di paria, un intoccabile nella mia città perché ho osato scrivere inchieste sul centrosinistra. Ma prima faccio una premessa. Nel corso degli anni ho parlato di decine di politici di entrambi gli
schieramenti: Alemanno, Formigoni, Moratti, Storace, Berlusconi, Matteoli, Galan, Romani, Romano, Scajola, Grillo (Luigi), Calderoli, Bossi, D’Alema, Bersani, Penati, Burlando. Tanto per fare alcuni nomi.
Gli esponenti di centrodestra sono la maggioranza.

Però dopo vent’anni di lavoro (prima di approdare al Fatto sono stato al Messaggero, La Repubblica, Il Secolo XIX e La Stampa) una cosa posso dirla: i fastidi che mi hanno procurato le inchieste sul centrosinistra non hanno uguali. Certo, il centrodestra è più duro, diretto, usa nei confronti dei giornalisti una logica proprietaria. Un certo centrosinistra no, non ti schiaccia direttamente, preferisce la calunnia, l’insulto, la telefonata a direttori ed editori.

Con un’aggravante: l’arroganza del centrodestra, seppur più violenta, non pretende di essere “giusta”, ha lo scopo manifesto di metterti a tacere. Il centrosinistra è diverso: si sente investito di una missione, chi osa metterlo in discussione è “disonesto”, “in mala fede”, “vendicativo”, “scorretto”. Tutte accuse che mi sono state rivolte, sempre in forma anonima e senza lo straccio di una prova.

Ma veniamo ai fatti. Mi capita anni fa, mentre seguivo lo scandalo Antonveneta, di raccontare i rapporti di Gianpiero Fiorani con noti esponenti politici. Per giorni descriviamo i legami della Lega con il re delle scalate bancarie. Non succede nulla. Poi ecco che arriva la prima notizia su un esponente del centrosinistra: il contratto di leasing dello yacht di Massimo D’Alema è stato stipulato con una società legata alla Banca di Lodi. Niente di illegale, ma una storia che è giusto approfondire e magari riferire ai lettori. Risultato:
mezzora dopo il mio colloquio con D’Alema arriva al giornale una telefonata che annuncia, in caso di pubblicazione, una denuncia per violazione del segreto bancario. Il giorno dopo D’Alema diffonde un comunicato e racconta “spontaneamente” l’episodio.

Piccolezze, si dirà, come decine di altri episodi. Ma i guai seri vengono quando decido di scrivere degli intrecci tra politica (di centrosinistra, come di centrodestra) e affari che stanno dietro alla cementificazione della Liguria. Non arriva una riga di smentita o querela, del resto sarebbe stato difficile, visto che ogni parola dell’inchiesta è documentata. Ma quando compare il primo articolo subito mi chiamano dal mio giornale: “Ferruccio, una persona ai vertici del centrosinistra ha fatto una telefonata ai massimi livelli.
Dice che hai scritto un articolo pieno di falsità. Noi non ne teniamo conto, ma tu sappilo”.

Era l’inizio. Quando con il collega Marco Preve scrissi il libro, “Il partito del cemento”, dedicato alla passione bipartisan dei politici liguri per il mattone, mi dichiararono guerra aperta. Si parlava, tra l’altro, con anni di anticipo rispetto all’inchiesta della Procura di Roma, dei legami dei vertici del partito nazionale e ligure con Vincenzo Morichini, Franco Pronzato e i loro soci. Ancora nessuna replica. Un muro di silenzio.

Finché mi venne offerto un posto di rilievo in un grande giornale.
Dopo mesi venni a sapere che proprio nel periodo della trattativa i vertici del Pd nazionale avevano fatto arrivare il messaggio che l’incarico non era gradito al partito.

Insomma, la mia carriera ha rischiato. E anche il clima che respiravo in città è cambiato. Quando mi presentai nella sede del Pd genovese per scrivere un articolo sulle elezioni regionali del 2010 uno dei massimi dirigenti locali mi accolse così: “Ecco l’amico di Berlusconi.
Vergogna, vattene”, e via con accuse e insulti.

Ma agli insulti, soprattutto se deliranti, è facile rispondere. Peggio sono le calunnie: non hai un interlocutore cui replicare. Di più: se ribatti dai dignità alle accuse che ti sono rivolte, le ingigantisci, dai loro concretezza. Insomma, devi subire.

E lascio perdere gli episodi più pittoreschi, come quando mi avvertirono che qualcuno nel Pd faceva circolare l’immancabile voce che ero omosessuale, anzi, “buliccio” come si dice a Genova. Ne parlai con mia moglie, sorridemmo sorpresi: per me ovviamente non era un insulto, ma mi stupiva che qualcuno in un partito che si dice progressista lo considerasse tale. Lentamente la tenaglia, però, si stringeva. Difficile vivere nella vostra città quando venite condannati all’ostracismo dal partito che governa da decenni, che guida gli enti locali da cui arrivano milioni di euro in pubblicità istituzionale a puntellare i bilanci di tutti gli organi di informazione (un’altra inchiesta poco gradita dal Pd). Si finisce cancellati, pesantemente insultati a incontri pubblici (è toccato perfino alla mia famiglia, colpevole di avermi messo al mondo).
Insomma, intoccabili. Finché sono arrivato al Fatto, che per fortuna è impermeabile a certi interventi.

Mai nessuno, però, che abbia risposto alle nostre inchieste in modo documentato. Bersani, tengo a dirlo, non è mai stato coinvolto negli episodi che ho citato. Ma forse sarebbe bene che li conoscesse, prima di invocare la macchina del fango e vestire i panni della vittima.

*Non ho fatto volutamente i nomi dei protagonisti e dei testimoni di questi episodi. Posso scegliere di affrontare una battaglia, ma non posso trascinarci anche gli altri.
Ferruccio Sansa, ex di Repubblica