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Fermare il declino. La svolta dietro l'angolo.


The Financial Review n.710) La politica è la palla al piede dello scacchiere globale. I movimenti di protesta si moltiplicano. Grande successo ha avuto a Roma il convegno promosso da "Fermare il declino" con Oscar Giannino tra i leaders. Che cosa è emerso? Tre i punti fondamentali: 1) Il governo Monti ha salvato l'Italia dal precipizio ridandole una credibilità internazionale e sta faticosamente bloccando (con l'aiuto di Bondi) la slavina della spesa pubblica incontrollata che abbraccia Stato, Regioni, Province, Comuni e loro partecipate che producono un miliardo di euro di passivo ogni anno. 2) Monti non ha potuto, legato ai voti in Parlamento, risolvere il problema di accantonare una casta famelica e arrogante che oltre a costare almeno 40 miliardi di euro all'anno non sopporta le critiche dell'opinione pubblica e vuole solo continuare a comandare come prima. 3) Inoltre, il governo dei tecnici ha finora addebitato l'onere del salvataggio a quel 91% di italiani (dipendenti e pensionati) che pagano l'lrpef contro un 9% che sguazza allegramente. Nel 2013 altri oneri fiscali per 6,7 miliardi destinati ad aumentare nel 2014 e nel 2015. Una asimmetria insopportabile. Quali i rimedi? Un economista italiano, M. Boldrin, che insegna negli Usa, ha ricordato che non c'è avvenire per un Paese dove i genitori fanno l'impossibile per spedire i figli all'estero con l'obiettivo di costruire una vita fuori dall'Italia. Oscar Giannino ha rincarato la dose chiedendo che il cuneo fiscale venga ridotto proprio per i giovani (negli ultimi anni è successo esattamente il contrario). Appare inutile parlare di produttività, dove l'Italia figura tra gli ultimi in classifica, quando vantiamo i salari più bassi d'Europa con un costo del lavoro tra i più elevati proprio a causa del cuneo fiscale. Come ha detto l'economista e promotore, Franco Peracchi, occorre fermare il declino per "tornare a crescere". E' stato anche toccato un nervo scoperto del sistema italiano, quello delle fondazioni bancarie dove "alloggiano" gli ex della prima Repubblica. Sono loro - ha detto Boldrin - a fermare la ricapitalizzazione delle banche, indispensabile per ridare ossigeno all'economia, poichè temono di perderne il controllo. Se aggiungiamo le testimonianze degli imprenditori, raccolte ogni giorno dal Sole 24 Ore, sui mille regolamenti che bloccano i permessi, il quadro dell'immobilismo italiano è completo. La burocrazia che blocca la crescita. A Torino, per aprire un bar in zona centrale, il Comune chiede 60mila euro per "contributo parcheggio". Nel frattempo Regione e Comune sono tecnicamente in bancarotta. A fronte di questo disastro, gli italiani hanno sottoscritto quasi 11-12 miliardi di BTP (su 18 miliardi emessi) dimostrando di essere grandi risparmiatori con una ricchezza stimata a 8500 miliardi ed una media pro-capite tra le più elevate del mondo occidentale. Non a caso la volatilità delle obbligazioni in soli tre mesi si è più che dimezzata passando da 10,19 a 4,90 con lo spread Btp-Bund sceso a 315 basis points. Le esportazioni crescono più velocemente di quelle tedesche confermando l'eccellenza italiana in molti settori di punta. Vi sono dunque mezzi e capacità per riprendersi e tornare a crescere dopo un decennio di pericoloso ristagno. Il Paese ha bisogno di una scossa. L'asimmetria che si è determinata tra "middle class" e "upper class" costituisce un'autentica spoliazione al di fuori del merito. L'alternativa è la rivoluzione che il movimento a cinque stelle di Beppe Grillo sta evocando tanto da aver superato nei sondaggi il 20%. Vi sono 14 milioni di italiani così disgustati che non vogliono andare a votare. Ad essi si vuole fare appello per impedire una deriva antidemocratica. (Guido Colomba) 

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