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Fracking: un vantaggio o un pericolo?


Gli Stati Uniti nel 2015 diventeranno il più importante produttore di gas naturale e nel 2035 raggiungeranno l’indipendenza energetica.Questo è quanto emerge dal rapporto annuale stilato dalla IEA (International Energy Agency).
Per quanto riguarda l’estrazione del gas naturale il primato mondiale del 2015 sarà raggiunto grazie all’intensificazione delle tecniche di ‘fracking’. Contrazione del termine ‘hydraulic fracturing’ che consiste nell’immissione nel terreno in  profondità di un liquido ad alta pressione  misto a sabbia che frantuma gli strati rocciosi liberando le sacche di gas naturale o di petrolio che possono essere estratte.
In America ci sono pi‘u di 500mila pozzi di ‘fracking’. Il rapporto annuale della IEA mette in evidenza anche qual è il rovescio della medaglia. La tecnica di frantumazione rischia di inquinare la falda acquifera con pesanti ripercussioni sulla potabilità dell’acqua distribuita dagli acquedotti, già precaria in molte città a cominciare dalla Capitale Washington.
Il raggiungimento dell’autonomia energetica degli Stati Uniti allenterà la loro dipendenza dai paesi detentori di risorse naturali a cominciare dall’Arabia Saudita. Ma farà diminuire la tensione per la salvaguardia dell’ambiente distogliendo risorse da destinare alle tecnologie che producono energia pulita.
Anche l’estrazione di petrolio salirà dai 7.3 milioni di barili al giorno del 2007 ai 10.3 milioni di barili al giorno che nel 2035 consentiranno agli USA di tagliare le importazioni dall’estero per due terzi.
Ed anche se si prevede un forte aumento dei veicoli elettrici o alimentati da gas naturale, il prezzo, comunque , dei carburanti resterà ancora legato agli andamenti internazionali del mercato del petrolio.
Difficile prevedere un disimpegno americano dal Medio Oriente che alimenta la maggior parte degli alleati degli Stati Uniti.
Sicuramente a farne le spese saranno le aziende che stanno sviluppando l’energia dal vento o dal sole. L’aumento inoltre dell’effetto serra dovuto alla dispersione nell’atmosfera di milioni di tonnellate di gas prodotti dai combustibili fossili (comprese le nuove tecniche di trattamendo del carbon fossile) determineranno un aumento della temperatura del pianeta di 3.6 gradi nei prossimi 25 anni con la previsione di un catastrofico riscaldamento della terra.
Lo scenario disegnato nel rapporto annuale della IEA, anche se positivo per l’economia degli Stati Uniti, fa aumentare le preoccupazioni per la salute del pianeta, tenendo conto, oltre tutto, che Cina e India sono da considerare come tra i più pericolosi protagonisti dell’inquinamento mondiale.
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