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Guai ai vinti !

La prima colazione di Mitt Romney dopo la notte delle elezioni ha visto la partecipazione di alcuni tra i principali 'donors' della sua campagna presidenziale. Le informazioni che trapelano e che sono state raccolte dal Washington Post, parlano di un Romney visbilmente toccato da una sconfitta che non era stata presa in considerazione. Romney ed i suoi asssitenti erano sicuri di viaggiare con il vento in poppa del consenso popolare. Poi ci si e' messo di mezzo l'uragano monstre Sandy e ci si e' messo di mezzo il governatore del New Jersey, Chris Christie, quel ciccione che nei mesi passati  e' stato il piu' violento accusatore del Presidente Obama. Quando Barack Obama si e' fiondato nelle sue terre martoriate dalla furia degli elementi, il govenatore Christie e' stato conquistato dalla familiarita', franchezza ed energia del Presidente che gli ha riservato pubblici e ostentati apprezzamenti per la capacita' con la quale ha gestito il dramma del suo stato. Secondo il team di Romney questo feeling, spuntato tra il governatore Christie e il presidente, e' costato allo sfidante dai quattro ai cinque punti.
Per capire lo scoramento che ha colpito i responsabili della campagna di Romney basta pensare al fatto che sino a pochi giorni fa le discussioni vertevano sui nomi di coloro che avrebbero dovuto occupare i posti chiave dell'amministrazione repubblicana alla Casa Bianca. Al punto che a Washington erano gia' arrivate alcune centinaia di collaboratori che avrebbero dovuto dare inzio alle operazioni di insediamento.
Ma altri, tra gli assistenti di Romney, dicono sottovoce che il candidato repubblicano non ha saputo replicare con efficacia alle accuse quali: il fatto di pagare il 14% di tasse mentre le sue segretarie pagano il 35%. Di avere contribuito a esportare posti di lavoro in Cina e India. Di avere dichiarato che secondo lui l'industria automobilistica americana doveva andare in bancarotta anziche' farsi aiutare dallo stato. Soldi che GM e Chrysler hanno restituito dopo pochi mesi di riorganizzazione al governo federale con gli interessi maturati. Di non avere capito che leggi razziste contro gli immigrati come quella dell'Arizona repubblicana, avrebbero avuto una larga risonanza tra gli ispanici che si sarebbero organizzati per far pesare il proprio voto. Non dimentichiamo che l'ispanizzazione dell'America sta procedendo a gran velocita', grazie all'alto livello di natalita' di questa componente della societa' americana. E grazie al fatto che gli ispanici sono talmente organizzati al proprio interno da avere persino modificato in spagnolo le parole dell'inno nazionale americano. In alcuni stati del sud della Federazione si trovano vetrine di negozi con la scritta: "Si cerca personale che parli inglese".
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Caro Oscar ,
Il tuo commento ,come al solito puntuale e preciso , fatto quasi ad urne aperte (Florida), sono certo esprimano le attese di quanti giorno dopo giorno lavorano e si adoperano perché i nostri figli e i figli dei nostri figli possano vivere in un  mondo libero  dove il perseguimento dei principi universali di uguaglianza , fratellanza, tolleranza  ,amore e rispetto per le diversità'  volterianamente intesi siano un' attitudine e fisiologici comportamenti e non lo sforzo di una quotidiana ricerca.
Debbo confessarTi che ho temuto ,distratto dalla lettura di una stampa spesso farcita da pseudo opinionisti attenti a non comprometterei per  poter  salire velocemente sul carro del vincitore(umana debolezza!), che montasse il desiderio di imbianchettare il Nero.
La gioia di oggi si associa,però , alla speranza che Barack con coraggio porti a compimento il programma annunciato quattro anni fa' e che vincitori e vinti lavorino per il Bene comune che non riguarda solo gli USA ma il mondo intero e in primis  la nostra Patria (concedemi un po' di sano campanilismo !)
Un abbraccio
Ernesto P. Cagliari

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