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Diario italiano: efficienza germanica

Washington - Milano via Francoforte. Anche se il volo e' United viene gestito da Lufthansa, che ha ormai adottato norme restrittive sul bagaglio a mano da portare in cabina, Stile Ryan Air.Il mio carry on viene imbarcato con la valigia. L'aereo e' uno dei nuovi Boeing 747 riconfigurati con file all'interno di dieci sedili (3-4-3). Sedili ridotti al minimo di larghezza. Non vale su Lufthansa avere la carta "milage plus" che da' diritto ad un settore della economy con maggiore spazio per le gambe. Questo vale per la United, ma non per l'azienda tedesca che fa volare tutti in carro bestiame. Lo stesso tipo di aereo usato sulla rotta Francoforte Banghalore per le doti di grande autonomia. Strapieno. Buono il servizio a bordo, indecente la cena, quasi al livelo di United diventata famosa in tutto il mondo dell'aviazione commerciale per gli intrugli che da' ai passeggeri. Arriviamo a Francoforte in orario nonostante un ritardo alla partenza dovuto a due passeggeri (italiani) arrivati all'ultimo momento. E qui cominciano le dolenti note. Anche se i tedeschi non godono di una particolare simpatia da parte del sottoscritto, tuttavia devo ammettere di avere nei confronti di questo popolo una ammirazione di fondo dovuta alle auto che riescono a vendere nonostante la crisi del settore, dovuta al fatto che in poco tempo sono riusciti ad amalgamare una nazione, la Repubblica Democratica, facendo della Germania la locomotiva dell'economia internazionale. Un'ammirazione condita da una istintiva diffidenza come succede a tutti i vecchi che li hanno visti, quando erano bambini, al 'lavoro' durante le Seconda Guerra Mondiale. Volo perfetto e arrivo a Francoforte. Sulla mia carta d'imbarco Francoforte - Milano e' indicato il gate A56. Ho solo 40 minuti di tempo per prendere la coincidenza. Corro lungo gli interminabili corridoi dell'aeroporto alla ricerca dello A56 che trovo chiuso. Sono le sette del mattino e la hostess di terra Lufthansa che riesco a trovare, fa una ricerca e mi annuncia che il volo e' stato spostato al gate B06. Dove?, chiedo impietrito. Non profferisce parola ma indica vagamente la direzione. E ricomincio la corsa.Non solo corridoi, ma anche ascensori. In pratica qualche chilometro (cosi' mi sembra) nell'immenso aeroporto. Arrivo al cancello B 06 mentre stanno finendo le operazioni d'imbarco. Vedendomi affannato e fuori dai gangheri una impiegata della compagnia non trova di meglio che dirmi: "Cambiamo spesso i gates."  D'accordo: avrei potuto verificare se il gate era quello giusto al momento dell'arrivo a Francoforte. Ma la fiducia nell'efficienza germanica ha offuscato il residuale cinismo italiano. Sul taxi preso a Linate che sguazza negli allagamenti dovuti, dice il tassinaro, alla pioggia continua degli ultimi giorni, la radio trasmette la cronaca dell'arrivo del Gran Premio della Malesia con il trionfo del tronfio tedesco Vettel e il disastro Alonso su Ferrari.