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Bangalore #3: Il Frigo



Esigenza numero uno: cambiare il frigo e prenderne uno piu' grande. Soluzione: biosgna andare in un mall (10 chilomteri , 45 minuti causa traffico). In un grande emporio di elettrodomestici scegliamo il modello, paghiamo dietro promessa che il tutto sara' consegnato il giorno dopo. 
Attesa in casa. Ma al posto del frigorifero arriva una telefonata che annuncia lo slittamento della consegna. Marco, mio figlio,risponde che se non consegneranno oggi blocchera' il pagamento della carta di credito.
Dopo un'ora arriva al cancello del compound un mini camioncino telato. Le guardie della security sono autorizzate a farlo passare.
Nel mini furgone ci sono cinque indiani abbracciati al frigorifero, ovviamente protetto da un ampio scatolone con materiale assorbente.
Si presentano alla porta della villetta, breve percorso perche' la cucina e' a piano terra.
Facendo un gran casino su chi debba scendere per primo e chi debba continuare a tenere in piedi il gran pacco, alla fine riescono a calare il frigorifero e afferrano il tutto stile bara del caro estinto e iniziano il trasporto verso l'abitazione incitati dal guidatore, il sesto del gruppo, sgargiante orologio dorato sulla pelle color mogano, il quale evidentemente appartiene a una casta superiore.
Entrano in casa, attraversano la sitting room e si apprestano a depositare il gran fagotto. E se ne vanno.
Mi precipito alla porta di ingresso che chiudo e gli dico che devono liberare dalla custodia protettiva il frigo. Glielo dico in inglese, ma non capiscono. 
Il driver con l'orologio simil oro (o forse oro?) mi dice: "Indi, Indi". Gli rispondo che non conoscono l'Indi. 
Inizia una conversazione fatta di gesti, in cui noi italiani siamo maestri a livello planetario. Lo show suscita le risate della truppa indiana. Siamo a buon punto. 
Fornisco forbici e iniziano a a scucire il cartone dell'involucro. Mettono a nudo la struttura che sorregge il prodotto intasata di polistirolo. E se ne vanno.
Mi precipito di nuovo alla porta di ingresso e gli dico che devono eliminare anche il resto. Tornano indietro un po' allucinati per le strane richieste di questo americano che non sembra americano e che parla una lingua fatta di suoni strani e gesti. Sicuramente avranno pensato al 'grammelot', il linguaggio dei comici medievali rilanciato da Dario Fo.
Il frigo e' ora liberato dalle sovrastrutture e la spina puo' essere inserita per l'avvio del funzionamento.
E se ne vanno.
Come un solo uomo li blocco alla porta e dico in "grammelot" che adesso bisogna prendere il precedente frigorifero e portarlo nella casa accanto dove mio figlio sta allestendo una 'free house' per ospitare i propri dipendenti che altrimenti dovrebbero perdere ore sugli scassati autobus per raggiungere il resort.
Marco e' allibito per il comportamento del padre. Mi dice di smetterla, che non e' questo il modo di comportarsi con gli indiani, etc.
Convoco una riunione intorno al sottoscritto, mi rivolgo al capo pattuglia e, tirato fuori il portafogli, a gesti indico che si tratta di trasportare il vecchio frigo pochi metri oltre la casa.
La vista del portafoglio e' chiarificatrice. 
I sei prendono in orizzontale il tutto e lo portano a destinazione. Marco provvede al pagamento pari al cambio attuale di venti dollari consegnati al driver-boss.
Il gruppo rimonta sul minifurgone dopo avere scambiato sorrisi, risate e mani giunte. 
Che bella serata: sicuramente si saranno divertiti molto.