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Squallore italico...




Vista dall'India (dove mi trovo per lavoro) la quarta votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica italiano ha confermato l'immagine di cui noi italiani godiamo (si fa per dire) in tutto il mondo: quella di essere inaffidabili attori, sempre pronti ad intonare peana nei confronti di chiunque salvo poi, alla prima occasione, pugnalarlo alle spalle.
Lo diciamo non perche' i 101 traditori che hanno reso impossibile l'elezione al Quirinale di Romano Prodi ci abbiano particolarmente sconvolto.
Lo diciamo non perche' quelli che hanno tradito fossero coloro che si erano sbracciati poche ore prima in una ovazione urlata quando il segretario del Partito Democratico aveva proposto il nome di un candidato come il professor Romano Prodi.
Lo diciamo perche' nei momenti di estrema difficolta' per un Paese (si prenda ad esempio l'America) i divisionismi politici e di conventicola vengono messi da parte nel superiore interesse di tutta la nazione.
Noi invece siamo capaci di continuare a recitare la nostra squallida commedia dell'arte, punteggiata dalla passerella indegna della senatrice Mussolini con la sua maglietta sulla quale ha fatto stampare "Il diavolo veste Prodi".
Manifestazione di degradante idiozia fatta da una matura professionista della politica da basso fondo napoletano pur di avere il privilegio della foto sui giornali. Uno sghignazzo calato in un Paese che piange per la crisi in cui il numero dei suicidi e' divenuto terribile.
La destra e i grillini festeggiano l'implosione del Partito Democratico.Una creazione politica in cui la convivenza tra l'originario blocco di ispirazione sovietica, la componente ex democristiana e quella pseudoliberale non hanno mai trovato un comune terreno di concreta volonta' operativa. Il tutto accentuato da  un segretario generale inadatto alla bisogna in quanto patetico nella sua dislessia politica.
Ci saranno ancora incontri segreti per arrivare a qualche accordo che consenta di eleggere un lui o una lei.
Anche noi ci inchineremo di fronte a chi sara' per sette anni la massima autorita' dello stato italiano.
Ma ci resta l'amaro in bocca per le scalcinate figure che continuiamo a fare di fronte a spettatori internazionali che osservano smarriti il nostro vaudeville.

Oscar