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La svolta: Saccomanni manda a casa i burocrati


                                                                      di Guido Colomba



(The Financial Review n 751) Due notizie campeggiano in tema di politica economica. La prima viene dagli Usa dove Fannie Mae staccherà un assegno al Governo statunitense di 59,4 miliardi. Con il recupero dei mutui Fannie Mae ha potuto rimborsare, compresi gli interessi, ben 95 dei 115 miliardi ricevuti per il suo salvataggio nel 2008. La seconda viene dall'Italia dove la lotta alla burocrazia è finalmente iniziata. Con Saccomanni al vertice del Tesoro vi sarà un nuovo Ragioniere dello Stato e nuovi dirigenti del Tesoro che hanno finora tirato il freno a mano per condizionare le misure a favore della ripresa economica. Quasi ininterrottamente, i ministri Tremonti e Grilli (egli stesso per alcuni anni Ragioniere generale dello Stato) sono stati gli oscuri portatori di questo atteggiamento. Se ne sono accorti finalmente i principali mass media. E' intervenuto Giavazzi ("La burocrazia inossidabile", Corriere della Sera, 9 maggio): "Uno dei motivi per cui il governo Monti non è riuscito a tagliare la spesa pubblica è stata la scelta di mantenere al loro posto, quasi senza eccezioni, tutti i grandi burocrati che guidano i ministeri". Una tesi su cui "The Financial Review" insiste con successo da diverse settimane. Infatti solo mandando a casa questa burocrazia (i così detti grand commis dello Stato) è possibile varare una politica economica degna di questo nome. Il quotidiano romano "Il Messaggero" ("Come crescere senza ragionieri",11 maggio) così riassume la situazione: "Quanto sta accadendo nei dintorni dell'Imu e della Cassa integrazione in deroga, è la riprova che qualcosa di profondo deve cambiare nella cultura di Via XX Settembre". Le accuse sono specifiche: "Che fanno i tecnici della ragioneria dello Stato? Congelano tutto in attesa di individuare "le fonti di copertura", infilando zeppe qua e là come se la scelta del che fare spettasse a loro". A forza di delegare alla burocrazia interna la gestione dei testi di legge e la cura della contabilità di Stato i ministri "hanno perso ogni capacità di incidere". Ad accentuare le critiche alla Ragioneria provvede oggi "IL Sole24Ore"(Più chiarezza sulle cifre" G.Santilli, pag.7) in tema di debiti della pubblica amministrazione: "Troppi numeri non tornano" precisando che l'Anci ha sempre detto che nelle casse dei Comuni vi sono 9-10 miliardi di liquidità spendibile se solo si fosse allentato il patto di stabilità. Invece le richieste di svincolo dei sindaci non superano i 4 miliardi compresa la quota di anticipazione richiesta alla CDP. In pratica 2-3 miliardi a fronte di 9-10 miliardi richiesti. Come mai? Chi ha sbagliato i conti? Oppure i sindaci hanno avuto eccessiva prudenza per evitare le sanzioni per chi non abbia speso effettivamente entro 60 giorni almeno il 90% del richiesto? Vale la pena di ricordare che la Ragioneria, poche settimane fa, ha chiesto alla Banca d'Italia la stima dei debiti della PA (saliti a 91 miliardi) verso le imprese poiché non era in grado di farlo direttamente. Forse è venuto il momento di affidare al Parlamento il compito di predisporre i regolamenti attuativi delle leggi approvate, chiedendo i relativi pareri scritti entro 30-60 giorni alle varie amministrazioni pubbliche competenti per materia. Qualcosa di analogo avviene al Congresso Usa. Una proposta che giriamo al governo guidato da Enrico Letta.