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Perche' la stampa attacca il sindaco di Roma, Dr. Marino



Guido Colomba

Perchè la stampa e i partiti sono contro il sindaco di Roma, Ignazio Marino? La risposta (fornita dall'interessato durante una straordinaria conferenza al Club Canova) è disarmante e di sicuro non giova alla teoria della indipendenza dei giornali nei confronti della casta politica. "Quando si toccano i poteri forti - ha detto Marino - quando si pestano i piedi a qualcuno, non c'è da sorprendersi se ti attaccano". Chi vuole capire ha capito. C'è un parallelo con la vicenda di Carlo Cottarelli, l'attuale responsabile della "spending review" (fu chiamato da Enrico Letta il 23 ottobre 2013)? Le sue conclusioni parlano chiaro: una partecipata su quattro deve essere eliminata con un risparmio di 2-3 miliardi. Vi sono più di ottomila società che fanno capo ai comuni italiani. Cottarelli ha documentato questo buco nero che produce un deficit annuo gigantesco. L'obiettivo triennale è una revisione strutturale della spesa pari a 30-35 miliardi. Eppure nulla accade; anzi, è già annunciato il suo rientro a Washington dove riprenderà il suo apprezzato lavoro al Fondo monetario internazionale. Nè si può dire che il problema sia poco conosciuto. Il Parlamento ha varato leggi specifiche che talora hanno indicato precise scadenze entro le quali questi "carrozzoni inutili e costosi" dovevano essere cancellati. Purtroppo il Parlamento, anche in questa circostanza, non ha indicato sanzioni con il risultato che è rimasto tutto invariato. Tra i tanti esempi vi è quello citato dal Corriere della Sera (Sergio Rizzo, 11 sett.14): la Sogesi, controllata al 100% dal Tesoro, si occupa di rifiuti, acqua e bonifiche, il tutto con la formula "in house" cioè senza gare. Tra il 2009 e il 2011 i fondi che il ministero dell'Ambiente ha versato a questa società sono stati 426 milioni di euro (oltre 82 miliardi delle vecchie lire). Nel 2011 l'allora ministro Corrado Clini ne aveva promesso la chiusura nel corso di una solenne audizione alla Camera per garantire che le "attività rientrino in procedure ordinarie e trasparenti" come prevede la spending review. Invece è ancora lì. Non sorprende che il sindaco Marino, al suo arrivo nel luglio 2013, abbia chiesto alla Guardia di Finanza, primo caso in Italia, di verificare contabilità e bilancio (non esisteva nemmeno quello preventivo del 2013) del Comune di Roma. Fu come stappare il vaso di Pandora: un buco di bilancio di 8,5 miliardi e un disavanzo di 1,2 miliardi. Si è scoperto che l'Atac, nonostante il suo gigantesco debito, aveva una holding che doveva controllare "il patrimonio" con stipendi alle cariche sociali di oltre ottocentomila euro. Chiusa da Marino. Altri nemici. Per l'Acea "multi service", il cui azionariato è posseduto da cittadini romani per il 51%, il Sindaco chiede un piano organico che eviti ai romani i continui lavori sulle strade con rappezzi e buche che troppo spesso, alle prime piogge, cedono o si sciolgono. " Il Comune - sottolinea Marino - deve provvedere con costi enormi". Anche su questa vicenda sono stati immediati gli attacchi della stampa. Marino ha ricevuto giovedì scorso il governo del Kuwait per ottenere finanziamenti "a favore del più grande parco archeologico del mondo". In precedenza, su vari progetti, vi è l'accordo per impegni di finanziamento privato per oltre 5 miliardi di euro. Nonostante questi lodevoli tentativi i contrasti con il mondo politico sono divenuti una telenovela. Eppure proprio gli intrecci tra casta politica e lobby sono tra i più avvertiti dalla popolazione e non solo. Il neosegretario della Cei, Monsignor Nunzio Galantino, ha denunciato che "le lobby bloccano tutto. E' urgente intervenire su burocrazia e imprese". Le piccole e medie imprese sono disperate. E sono scandalosi i debiti non saldati dalla Pubblica Amministrazione.