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Il re è nudo. Occorre rilanciare l'Europa



Guido Colomba
 
Il re è nudo. Il vertice Ue sul lavoro può assumere molti significati. Per Matteo Renzi è la cartina del tornasole non a caso preceduta dalla convocazione dei Sindacati e di Confindustria e dal passaggio al Senato del Jobs Act. C'è solo da sperare che le sortite del governatore Visco (sul Tfr in busta paga con i soldi europei) non siano analoghe a quelle di Tajani e Passera. Il commissario europeo, già ai tempi del governo Monti, sostenne che i debiti delle PA, stimati da Bankitalia in oltre 70 miliardi, si potevano pagare senza problemi di bilancio. Poi, due anni dopo, si è scoperto che i pagamenti fatti (circa 34 miliardi come flusso di cassa) hanno puntualmente aumentato il debito pubblico. Quanto all'ex ministro ed ex banchiere Passera è ben nota la sua proposta di spendere ai fini della crescita dai 200 ai 400 miliardi, a suo dire, tutti disponibili. Ma anche in questo caso l'Italia rischia addirittura di perdere (salvo trattative speciali con Bruxelles) i Fondi europei per la ben nota incapacità di regioni ed enti locali a progettare e spendere queste disponibilità finanziarie. Sul tavolo delle crisi europea vi è il problema delle riforme. Ed è calato il sipario che solo Renzi (non certo i Sindacati e Confindustria) sta cercando di rialzare. Galli della Loggia (re: Corriere 6 ott.), nel notare che persino il forte europeismo di Monti e Letta ha fallito sulle riforme, attribuisce alla Corte costituzionale "l'abdicazione nazionale" a favore dell'Europa grazie a "un'interpretazione capziosa dell'art.11 della Carta". Una gigantesca dismissione di ruolo che ha esonerato la casta politica italiana dal dovere di varare le necessarie riforme strutturali. Al contrario, la Corte costituzionale della Germania federale continua a svolgere la sua funzione di cane da guardia a tutela della sovranità e degli interessi dei cittadini tedeschi. E' una tesi suggestiva che può spiegare il precipitare della crisi europea. L'implosione è sotto gli occhi di tutti. La Bce ha cercato di mediare con i "falchi" della teuto-zona ma non c'è riuscita (i mercati hanno subito capito che il bazooka Tltro e Abs avrà un impatto limitato sull'economia reale). A Bruxelles opera una costosissima burocrazia che legifera e regolamenta senza consultare i cittadini europei. E' l'esproprio della sovranità denunciato da Galli della Loggia. Alla lunga sette anni di crisi ininterrotta hanno messo a nudo l'inutilità del "fiscal compact". Coloro che ne sono autori (tra essi lo stesso Draghi) sanno che è un tunnel senza uscita. Anche gli "stress test" (senza “eurobonds” e senza una "bad bank") nei confronti delle maggiori 130 banche europee, giungono tardi e male dopo un "credit crunch" che solo per l'Italia si misura, a partire dal 2011, in oltre 89 miliardi di euro. Una situazione che preoccupa molto la Casa Bianca specie in una fase di grandissima difficoltà geopolitica. La speranza è affidata a questo giovane leader italiano, Renzi, che vuole riformare l'Europa insieme all'Italia. Proprio i numerosi ostacoli che il premier italiano incontra nel varo delle riforme annunciate accentua l'appoggio solidale di Washington. Forse, questa l’ipotesi, da questo serrato confronto sia interno che europeo, potrà emergere la bozza di un "New Deal" che possa rilanciare tutto l'Occidente dando semaforo verde alla trattativa di una vera zona di libero scambio tra le due sponde dell'Atlantico creando milioni di posti di lavoro.