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Continuare le missioni anti-pirateria e tutelare gli uomini in esse impiegati: fondamentale.


Stefano Costanzi - The Costanzi Monthly Report on Piracy and Maritime Security - Washington, DC. January 3, 2014

La pirateria marittima nelle acque dell'Oceano Indiano occidentale, che ha registrato il suo picco di massima nel 2011 con un totale di 237 attacchi nelle acque che circondano il Corno D'Africa, è stata efficacemente contenuta grazie ad un sostanziale dispiego di forze navali internazionali ed alla presenza a bordo dei mercantili di gruppi di sicurezza armati. Nell'ultimo trimestre del 2014 , sono stati registrati quattro tentativi di attacco intorno al Corno D'Africa, tre nel Golfo di Aden, sventati dalla Marina Militare Iraniana e da guardie armate israeliane, ed uno nel Mar Rosso, anch'esso sventato da guardie armate imbarcate sulla petroliera attaccata.

E' proprio nel contesto di questi sforzi internazionali intesi a garantire la sicurezza della navigazione nell'Oceano Indiano che Salvare Girone e Massimiliano Latorre, due fucilieri della Brigata Marina "San Marco", si trovavano ad operare a bordo della petroliera Enrica Lexie il 15 febbraio del 2012, quando, in acque internazionali a largo di Kerala, si svolsero i presunti fatti per i quali sono accusati dall'India di aver procurato la morte di due pescatori indiani confusi per pirati.

Il fatto che l'Oceano Indiano sia oggi ampiamente più sicuro di quanto non lo sia stato qualche anno fa è in massima parte dovuto all'operato di militari come Girone e Latorre. L'Italia ha profuso e sta profondendo un impegno sostanziale nella lotta contro la pirateria marittima. Questo, tuttavia, non è il momento di abbassare la guardia. Come recentemente notato dal Contrammiraglio Guido Rando - l'attuale comandante dell'operazione anti-pirateria dell'Unione Europea "Atalanta" - la pirateria non è scomparsa, è semplicemente stata contenuta. Della stessa opinione sono le Nazioni Unite, che, con la Risoluzione 2184 del 14 Novembre 2014, hanno rinnovato per un altro anno l'autorizzazione alle missioni internazionali anti-pirateria. Chi scrive è convinto che garantire l'immunità funzionale al personale militare impiegato in missioni anti-pirateria sia un prerequisito necessario per il prosieguo di tali attività.

Sono ormai quasi tre anni che Girone e Latorre sono detenuti in India in attesa di giudizio - quest'ultimo è attualmente ricoverato in Italia per ragioni mediche, con un permesso che scadrà il 12 gennaio. Il ritardo è peraltro inaccettabile, anche in considerazione del rimborso danni nei confronti di Pirati Somali al quale la Corte dei Diritti Umani di Strasburgo ha recentemente condannato la Francia per un ritardo giudiziario di pochi giorni. Auspichiamo vivamente che l'India voglia consentire immediatamente il rimpatrio dei nostri militari, anche in considerazione del fatto che il reato contestato è accaduto in acque internazionali - d'altra parte, anche l'India comprende bene l'importanza delle missioni anti-pirateria. Altrimenti, la soluzione non può che essere quella del ricorso immediato all'arbitrato internazionale previsto dalla normativa UNCLOS (United Nations Convention on the Law of the Sea), da tempo auspicato da più parti, con l'assegnazione di Girone e Latorre ad uno Stato terzo incaricato di individuare la giurisdizione competente.