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Italiani all'estero: dimenticati e cazziati




LETTERA APERTA ALLA GOVERNANCE DELLA REPUBBLICA,''
   AGLI ITALIANI RESIDENTI ALL'ESTERO


Quando fu scritta la Costituzione della repubblica Italiana nessuno dei Suoi ispiratori avrebbe potuto pensare che di lì ad alcune manciate di decenni  gli Italiani si sarebbero trovati ad affrontare una situazione che li avrebbe visti , in alcuni casi, disuguali davanti alle Leggi della Repubblica.
Emigrati, per necessità e merito da applicare, trovandosi all’ estero nella consapevolezza di essere Italiani ma  sentendosi isolati ed ignorati dalla madre patria, non senza difficolta', si e' giunti alla legge 23 ottobre 2003, che istituisce, in ogni circoscrizione consolare ove risiedono almeno tremila cittadini italiani, un Comitato degli italiani all'estero (COMITES). che e' "organo di rappresentanza degli italiani all'estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari."
Si giunge così ai COMITES dei nostri giorni ed alla manifesta “differenza" dei cittadini italiani all’ estero rispetto ai compatrioti in Patria rimasti.
E così nei “giorni nostri “ si arriva, a meta' settembre 2014, dopo cinque annuali rinvii, alla decisione di indire le elezioni per il rinnovo dei Comites fissate al 17 dicembre 2014, con a malappena novanta giorni per la preparazione delle liste elettorali, e l'aggiunta norma dell'obbligo di iscrizione a nuove liste di elettori istituite nei consolati, una tempistica sommamente inadequata all'adempimento delle richieste, dovuta semplicemente alla vastita' del territorio ed alla carenza di adequati mezzi di comunicazione per le dovute informazioni agli interessati.
Ma non e' servito molto tempo che le autorita' si ravvedessero, che a trenta giorni dall'annunzio delle elezioni, per mancanza di tempo, appena il 2% degli aventi diritto al voto,( in adempimento della nuova norma), si era registrata negli elenchi degli elettori, segno evidente che queste elezioni sarebbero state una sonora sconfitta per chi le avesse ideate, ed immediatamente, sono state rinviate al 17 aprile 2015, dando cosi una opportunita' ai presunti elettori di iscriversi nelle liste elettorali, nella speranza di incrementare quel 2% ad una cifra decente. Ma questo rinvio prendeva in considerazione, che la brevita' della tempistica si applicasse solo alla registrazione nelle liste elettorali, ma che non avesse avuto nessuna ingerenza nel resto dell'iter delle elezioni, cioe' che la tempistica rivelatasi inadeguata per una fase, non fosse  anche inadeguata  per la compilazione e presentazione delle liste da reperire su tutto il terrirorio dove sono iscritti all'AIRE oltre 5 milioni di cittadini aventi diritto al voto.

Risultato: 24 circoscrizioni senza alcuna lista elettorale, che 137 circoscrizioni con liste che hanno raggiunto il numero delle firme necessarie, erano parzialmente rappresentati, e con  i proponenti di altre liste alternative in rappresentanza di un segmento della popolazione,  aggregati alle 24 circoscriioni senza alcuna lista, condannati a non essere rappresentati.

Ma il 16 gennaio, ancora un'altra modifica alla modalita' di queste elezioni.
 Non potendo ignorare che escludendo 24 circoscrizioni consolari dalle elezioni, lasciando a parte legalita', costituzionalita'  ecc ecc,
sarebbe stata cosa illogica continuazione di  discriminazione nei confronti di  una parte dell'elettorato,  si decide di riaprire quindi i termini per la presentazione di liste elettorali dove, per mancanza di tempo non ne erano state presentate, ma solo in queste circoscrizioni, escludendo l'elettorato delle altre 137 circoscrizioni, quelle liste che non avendo raggiunto il 100% delle firme necessarie per la presentazione della stessa, o magari presentarne una nuova, rimanevono escluse dalla partecipazione alla quale ne hanno pieno diritto.
. Scarso il preavviso, scarsa la tempistica per coloro che risiedono lontano dai Consolati competenti a volte per enormi circoscrizioni, scarsissimi i risultati quando risponde all'appello solo il 2% degli ITALIANI residenti all’ estero. Pochi , troppo pochi per rappresentare una grande comunità ed insufficienti  per onorare il dettato della Costituzione Repubblicana. Dalle autorità giunge una proroga dei termini per l’iscrizione, peccato che sostanzialmente la proroga riguardi solo le liste delle circoscrizioni nelle quali quelle liste erano solo da “ completare. Le altre Circoscrizioni sono di fatto tagliate fuori.
 Cosi non si può procedere. L’autorita'Italiana riapre i termini di iscrizione e fissa la scadenza  naturalmente solo per quelle virtuose circoscrizioni che già parzialmente avevano presentato delle liste ,sia pure incomplete,  Giudicando da come stanno procedendo le iscrizioni, saremo forse in grado di raggiungere un 5/6 % degli aventi diritto , sempre che alla ennesima proroga, fissata per il 17 aprile prossimo, riservata alle circoscrizioni non escluse dalla riapertura dei termini elettorali  non si raggiunga il 7% degli aventi diritto.
 Ma quando con apposite disposizioni a norma di Legge si riaprono dei termini di scadenza  per la presentazione di liste ed elettori, la Costituzione Italiana permette che vi siano dei partecipanti alla “nuova gara” e degli esclusi dalla stessa competizione che si trovano nella stessa posizione degli ammessi in virtù della novazione e riapertura dei termini volute dall’ Autorità .  La Costituzione Italiana lo nega come nega che sette individui ,su cento aventi diritto, possano rappresentare appunto tutti gli altri 93.
Ed allora appare tutto più chiaro. Per poter esercitare il proprio diritto di voto , un Italiano all’ estero deve avere la fortuna di risiedere in prossimità del Consolato della Repubblica, competente per Circoscrizione , la quale , in molti casi  come spiegato, comprende territori e distanze enormi, e de facto escludere gli ivi residenti.
Ed ora, come il cacio sui maccheroni,  la motivazione del responsabile alla Farnesina per la salvaguardia dei diritti dei cittadini italiani resienti all'estero, del giudice sul comportamento  giudizioso e non dei suoi concittadini :" E’ l’ultima chance – secondo la logica di Giro – per alcune collettività importanti che credono ancora, come noi, nella funzione dei Comites. La riapertura dei termini per la presentazione delle liste dappertutto, come qualcuno ci ha chiesto, era improponibile e non rispettosa dello sforzo di chi si è adoperato per la presentazione, alla scadenza prevista, delle ben 137 liste che sono state ammesse”.
 Noi con tutto rispetto non condividiamo il ragionamento del sottosegretario.
Sarebbe stato logico, intellettualmente onesto e corretto, che essendosi resi conto che, come presentata la proposta  di elezioni oer il rinnovo dei comites era improponibile, per tutte le inessattezze che si sono evidenziate, che le norme per il rinvio al 17 aprile contenessero le stesse norme originalmente espresse, evitando cosi' ogni sembianza di raggiro.
Carmelo Cicala, Presidente  (uscente)
COMITES di Washington, D.C.