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Barack e Matteo





Guido Colomba

Per Matteo Renzi un'occasione da non perdere. Per Barack Obama il consolidamento del "rapporto speciale" con l'Italia in una fase estremamente delicata. L'agenda di Washington (17 aprile) è densa di priorità. Sulla cresta dell'onda il forte aumento (+49,2%)delle esportazioni italiane negli ultimi dodici mesi che porta acqua al mulino della trattativa TTp per un'area di libero scambio non a caso ostacolata da alcuni paesi del Nord Europa. Un risultato che attenua il peso (-28,5%) per le aziende italiane derivante dalle sanzioni contro la Russia varate dopo l'annessione della Crimea e la guerra con l'Ucraina. Proprio le sanzioni contro la Russia avevano creato qualche tensione tra Roma e Washington. Non vi è dubbio che la nuova geopolitica ("le sfide globali") sarà al centro dell'attenzione specie dopo l'accordo storico con Teheran che a giugno porterà all'abolizione delle sanzioni occidentali. Per le imprese italiane significa la riapertura di un grande mercato. L'intero scacchiere subirà un mutamento. Da un lato, rivalutando Turchia e Grecia. Dall'altro, ridimensionando il ruolo dell'Arabia saudita e dei suoi alleati. Troppi conflitti locali sono scoppiati su più fronti alimentando la crescita di un terrorismo religioso con grave danno alla sicurezza dei paesi europei. Il ribasso del prezzo del petrolio (-49% in un anno) fa parte di questa strategia. Toglie il tappeto sotto i piedi dei petroldollari. Non a caso questa mossa (conseguente alla produzione Usa di "shale gas") ha scatenato, con la ripresa del dollaro, una guerra valutaria che investe tutto il mondo. Si calcola che negli ultimi mesi almeno venti banche centrali hanno adottato misure monetarie di emergenza. Il Fmi registra un forte calo delle riserve estere dei Paesi emergenti dove si teme una bolla da 9mila miliardi. Una situazione che coincide con la corsa ai bond rischiosi tornati ai livelli pre-crisi. La stessa Cina sembra destinata ad una inversione del ciclo economico con effetti globali difficilmente valutabili. In questo gigantesco rimescolamento geopolitico, l'Italia, pur con i suoi ben noti problemi strutturali, torna a svolgere un ruolo strategico nel'ambito dell'alleanza Nato. Sul piano bilaterale il mercato finanziario Usa offre qualche spunto interessante. Ad esempio la Sec (equivale alla Consob italiana) ha approvato la "Regulation A+" che apre alle piccole imprese ed alle "startup" l'utilizzo del "crowdfunding" (la richiesta di finanziamenti privati on line) fino a $50 milioni. Le similari iniziative italiane finora non hanno avuto successo nonostante la dichiarata volontà del governo di favorire gli investimenti diretti nelle imprese italiane. A sua volta Obama, al secondo conclusivo mandato presidenziale, cerca di consolidare la sua politica estera. Sul piano interno, come ha scritto il premio nobel Krugman, la riforma sanitaria "Obamacare" sta funzionando ed ha riproposto con evidenza il tema delle diseguaglianze fiscali. La fascia più ricca della popolazione pagava in media il 30% di tasse negli anni '90. Ora l'onere medio è sceso al 20%. Dunque, le politiche fiscali tra Europa e Stati Uniti divergono profondamente. E' possibile una reciproca correzione?