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Il deragliamento di Filadelfia

 

Al momento in cui scriviamo i morti sono sette, duecento i feriti di cui otto in gravi condizioni.
Il deragliamento e' avvenuto su una curva all'ingresso di Filadelfia dove la velocita' avrebbe dovuto essere di 50 miglia. Alcuni dei sopravvissuti affermano di avere percepito che le velocita' fosse superiore alle cinquanta miglia.
E' in corso una indagine che dovra accertare se si e' trattato di un errore umano o di un problema tecnico. Il conduttore del treno e' sopravvissuto e sono in corso gli esami per verificare se fosse sotto gli influssi della droga, di una medicina antidolore o sotto gli effetti di qualche sonora bevuta.
Resta infine in questa tragedia americana l'eterno ritornello: gli Stati Uniti hanno una rete ferroviaria da terzo mondo, prevalentemente votata al trasporto merci.
Un sogno per l'americano medio i treni proiettile dei giapponesi o addirittura quelli a sospensione magnetica dei cinesi che competono con l'aereo. Anche l'Italia, nonostante i suoi tanti mali e i No TAV, ha treni passeggeri che ormai hanno sconfitto permanentemente l'aereo sulla classica tratta Roma-Milano.
Per decenni in America si e' preferito valorizzare il trasporto su gomma. Quanto alle aziende come Amtrack che ricevono sostanziosi contributi dal governo federale, il rinnovamento delle tratte e dei convogli e' roba di ridere o da piangere. Basti pensare che nel 'corridoio' Washington, NewYork, Boston i treni superveloci sono dei pendolini costretti ad utilizzare una rete di binari del secolo scorso.
L'America purtroppo e' fatta di queste realta' che stridono con l'immagine della prima potenza tecnologica del mondo. Basta pensare al fatto che nella Capitale federale la maggioranza della distribuzione della elettricita' e' affidata ad una rete mostruosa di cavi e fili che pendono da pali sui quali sono montati i trasformatori ad olio. `E' sufficiente un temporale, una gelata o nevicata con alberi che cadono per mettere al buio centinaia di migliaia di cittadini che, da queste parti, pagano davvero le tasse.
Povera America.