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Mr. Alfano: prenda esempio dalla mamma di Baltimora



Questa non e' la foto degli scontri a Baltimora dei giorni scorsi, causati dalla morte di un giovane pestato dai poliziotti sei dei quali sono stati messi al gabbio in attesa di giudizio.

Questa e' la foto degli scontri del primo maggio a MIlano.

La foto delle due auto della polizia incendiate a Baltimora ci viene rimpallata ogni minuto da giorni su tutte le televisioni americane.

Perche' quelle macchine che bruciano fanno da cornice alla sommossa che ha imperversato per alcune ore nella parte povera di Baltimora, una citta' divisa in due come del resto altre metropoli americane e europee. Da una parte i ricchi e dall'altra il ghetto dei poveracci.

Ma dietro quelle auto della polizia in fiamme e dietro la protesta di centinaia di neri, con il contorno di saccheggi di una grande farmacia e di un negozio di alcoolici, sta il dramma dello scontro razziale che pervade gli Stati Uniti e che trova modo di venire a galla come quando si fora un ascesso pieno di pus.

La guerra civile conclusasi nel 1865 con la uccisione di Abraham Lincoln che aveva lottato una vita contro la schiavitu' non si e' affatto conclusa. E l'odio continua a fermentare sotto traccia per poi esplodere quando un nero viene pestato o ucciso dalla polizia i cui ranghi sono di norma pieni di estremisti. Come si vede si tratta di un problema di grandissima portata che investe la piu' affluente societa' mondiale.

Ma a Milano, il primo Maggio giorno dell'inaugurazione  dell'Expo 2015, la piu' grande manifestazione internazionale dedicata alla nutrizione a livello planetario, che cosa volevano dimostrare quelle poche centinaia di esibizionisti, molti dei quali arrivati da altre nazioni?

Il loro scopo era quello di fare casino, perche' qesti giovani devono in quale modo sfogare gli eccessi di testosterone, mascherando il tutto con la scusante di lottare contro l'ingordigia delle corporations e la remissivita' spesso comprata dei politici.

Tematiche sacrosante che in democrazia si sostengono anche in strada, facendo sentire la propria voce e spaventando proprio governanti e politici vari che sul consenso devono per forza vivere se vogliono essere riconfermati negli scranni parlamentari. Ma non con la violenza.

Si legge sui giornali italiani che Milano e' stata messa a ferro e fuoco.I 2200 poliziotti comandati per la bisogna che ci stavano a fare? Nei commenti si fa riferimento obbligato al G8 di Genova di quattordici anni fa ed alla paralisi che attanaglia il comando della polizia e dei carabinieri senza parlare del ministro dell'Interno.

In America se gli agenti sbagliano pagano e vanno in galera. Ma questo non significa che ogni corpo di polizia, locale o federale debba essere messo alla gogna perche' poi a farne le spese siamo tutti noi che chiediamo difesa e sicurezza per le nostre famiglie.

In Italia si e' ancora una volta applicato il metodo del "Ma si', lasciamoli sfogare, tanto poi si calmano e se ne vanno a bere, impassticcarsi e scopare, sentendosi per un giorno l'ombelico del mondo."
Il ministro ha detto che agendo in questo modo si e' evitato lo spargimento di sangue. Sarebbe opportuno sentire che ne pensano quei cittadini che si sono visti incendiare l'auto o frantumare le vetrine dei negozi.

A Baltimora una giovane madre, individuato che tra i manifestanti che scagliavano pietre alla polizia c'era anche suo figlio sedicenne sia pure incappucciato, lo ha raggiunto e lo ha preso a sganassoni. Il video e' diventato virale e la signora e' andata su tutte le televisioni, pensate voi, in una  nazione come gli Stati Uniti dove alzare la voce verso un figlio puo' far scattare una denuncia e l'arresto.

I giovani di Milano sono quelli del "famo casino" ed allora una dose di sganassoni non gli avrebbe fatto altro che bene, visto che i genitori non ce l'hanno fatta ad educarli.
Oscar