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Boss o Leader: questo e' il dilemma....





Pranzo di Santo Stefano. Intorno al tavolo si ritrovano quattro persone: un medico noto a Washington, due giovani professionisti e un dirigente pensionato.

Il primo giovane lavora in India e il secondo tra Los Angeles e Roma. Il pensionato fa il pensionato.

Il discorso cade su come gestire il personale.

Il noto medico tira fuori lo smart phone e mostra questa vignetta dalla quale si deduce che il leader e' colui che da' l'esempio a trascina gli altri per il raggiungimento della missione.

Essere persuasivi con i collaboratori o rigidi nella applicazione delle norme?

Vengono citati i casi di Facebook e Google, aziende nelle quali l'atmosfera e' di grande, reciproca familiarita'. Ma nelle quali poi sono monitorizzati i rendimenti al minuto.

Nella conversazione si inserisce talvolta il fattore cultura: gestire personale in Asia non e' come farlo negli States o in Italia.

Volere adottare le metodiche di gestione degli americani in un cuntesto come quello indiano puo' portare a spiacevoli risultati.

Tutti sono d'accordo nel rilevare che non esiste amicizia o affetto nei luoghi di lavoro tra chi ha responsabilita' direttive e chi collabora.

Con le dovute eccezioni che sono comunque minoranza rispetto alla generalita' dei comportamenti. Tralasciando il caso della segretaria del boss che se lo porta a letto e lo fa divorziare dalla moglie, che, talvolta, va in azienda e prende a ombrellate il fedifrago e la solerte assistente. (E' successo anni fa a Roma ad un noto direttore del personale).

Uno dei giovani viene rimbeccato dal medico: "Tu poni la tua asticella a 150 e pretendi che gli altri siano in grado di seguirti in questa tua esasperata gara con te stesso per raggiungere in tempo utile un obiettivo. Ma la gente non ti capisce. A meno che tu non decida di motivarli a forza di sostanziali benefici economici."

Il dirigente pensionato ricorda di avere avuto a che fare per oltre quaranta anni con individui di ogni tipo, uomini e donne.

Il bastone e la carota di britannica memoria non funzionano con tutti.

Nel confronto intorno al tavolo riciccia la distinzione tra autoritarismo e autorevolezza. Si fa notare che si tratta di una definizione semantica. Perche' un capo raramente e' stimato e non tutti sono disposti a motivarsi oltre un certo limite per raggiungere un obiettivo che alla fine dei conti non considerano proprio ma di chi gestisce le loro vite professionali.

Quanto a chi sta al vertice, si chiami boss oppure leader, la sua vita e' sempre piu' solitaria mentre sale le scale del potere (comunque definito). Ed il vallo con i suoi piu' stretti collaboratori si fa sempre piu' ampio, nonostante la falsa familiarita'.

Perche' alla fine in azienda (o in ogni organizzazione articolata, Chiesa compresa) conta quello che diceva il marchese del Grillo: " Io so' io e voi nun siete un cazzo!"
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Carissimo Oscar,
Tu chiudi sull'amletico blog con la frase del marchese del Grillo:
Perche' alla fine in azienda (o in ogni organizzazione articolata, Chiesa compresa) conta quello che diceva il marchese del Grillo: " Io so' io e voi nun siete un cazzo!"
Ma se il boss o leader è questo qui sotto, come siamo messi ?
O tempora o mores !!!
Ancora auguri.
Dario

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il paye pour comprendre par qui le monde est gouverné!
vale la pena di capire da chi il mondo è governato!


 Un Prix exceptionnel est décerné au président François Hollande pour l'ensemble de ses "hollanderies"...
parmi celles-ci, le jury a retenu :

 "Il n'y a rien de plus terrible pour un soldat déjà anonyme que de mourir inconnu"  Discours du 11/11/14 (site de l’Élysée)

"Je demande aux Français de ne pas aller dans les zones à risques parce que c'est dangereux", (Déc/14)

"Il y a ceux qui n'attendent plus rien...je fais en sorte de leur apporter ce qu'ils attendent",

"Il y a aussi le défi de la mondialisation, parce que le monde n'est pas facile……..et parfois, il n'est pas gentil".



 Traduzione: Un premio eccezionale è stato attribuito al Presidente Fr Hollande per le sue "hollanderies". Fra tutte la giuria segnala:

"Non c'è niente di più terribile per un soldato già anonimo che morire  ignoto (soldat inconnu = milite ignoto)"
Discorso del 11/11/14 (sito dell’Élysée)

"Chiedo ai Francesi di non andare nelle zone a rischio perché è pericoloso"
(Dic/14)
" C'è gente che non aspetta più niente. Io faccio  in modo da portare loro quello che aspettano"

"C'è anche la sfida della mondializzazione, perché il mondo non è facile ... e talvolta non è gentile ..."