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Questo Obama che non vuol parlare alla pancia della gente

 
Il 33 per cento degli americani approva come Obama sta gestendo il problema dello ISIS. Ma il 64 per cento e' contrario al presidente.
Dopo il massacro di San Bernardino in California e le dichiarazioni a caldo di Obama molti si aspettavano un discorso alla nazione.
Non sono stati delusi nella forma, ma sicuramente nella sostanza. Perche' meta' ed anche piu' del popolo americano vive nella cultura spiccia del "Mezzogiorno di Fuoco" alla John Wayne. Se c'e' un problema bisogna eliminarlo con la forza, subito e senza sconti.
Il discorso in 'prime time' dalla sala ovale fatto dal Commander in Chief ha scontentato un po' tutti alla fine, sia i democratici che i repubblicani avviticchiati nella loro virulenta campagna per le primarie del GOP.
Questo presidente americano, che al momento del suo intervento dalla Casa Bianca era a 410 giorni dalla cessione dello scettro ad un nuovo inquilino, ha cercato con grande onesta' intellettuale di far ragionare il suo popolo.
Ma non gli e' riuscito.
Obama non vuol mandare truppe di terra per combattere contro il Califfato perche' di morti le guerre in Iraq e Afghanistan ne hanno fatto troppi tra i giovani americani.
E poi perche' sa bene che il Califfato non si aspetta altro per rivolgersi al resto del mondo islamico e invocare solidarieta' nel caso di una aggressione terrestre dell'odiato satana yankee.
Obama ha poi un grave problema immanente che non sa come risolvere se non con un appello generico alla pacificazione. San Bernardino con i suoi 14 morti e i 21 feriti ha innescato una ondata di reazioni contro i musulmani che vivono in America. Siamo circondati da amici e conoscenti che seguono una religione diversa dalla nostra, ma che sino ad ora abbiamo considerato con simpatia sia come professionisti che come vicini di casa, colleghi di lavoro.
Ma tutto sta cambiando e il velo sul capo portato da una commessa del supermercato ti da' una leggera inquietudine, senza pensare che le nostre mamme e nonne quando entravano in chiesa per la novena il velo lo dovevano mettere.
La reazione a questa sensazione inconsulta sta solo nella capacita' personale della gente di non fare di tutta un'erba un fascio. Il presidente lo ha detto chiaramente ricordando che i musulmani sono a difendere l'America in divisa sui teatri di guerra e rappresentano una componente importante della societa' americana.
Quanto al Califfato gli Stati Uniti fanno parte di una coalizione che ha dichiarato di volere distruggere questa realta' schizzofrenica alimentata da un diffuso odio religioso.
Ma all'americano medio questo non basta: vuol sapere e vedere che il contrappasso funziona secondo la primordiale legge della decimazione.
In una situazione cosi' arroventata l'appello di Obama ai capi della comunita' religiosa musulmana degli Stati Uniti e' l' unica via al momento per sperare di ottenere una collaborazione di intelligence che possa identificare in anticipo celle di fondamentalisti locali pronti ad altre azioni.
Ma c'e' poco da sperare se si tiene conto che le reazioni ai fatti di sangue di Parigi e San Bernardino sono state seguite da dichiarazioni all'acqua di rose dei paesi musulmani moderati. E c'e' poco da sperare per quanto riguarda l'America, dove qualsiasi mentecatto, frustrato, fondamentalista, depresso puo' acquistare un'arma d'assalto con migliaia di cartucce. Tutto questo con un Congresso che citando il maledetto secondo emendamento della Costituzione continua a favorire la diffusione della armi in questa nazione continente abitata da 322 milioni di individui che hanno a disposizione 345 milioni di fucili, pistole, mitragliatori. Con grande soddisfazione di chi le armi le produce e vende.