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"The Secret of Joy" per sostenere la causa del cancro pediatrico





 
"The Secret of Joy", il nuovo progetto di Max Bartoli

Arriva in Italia "The Secret of Joy", un progetto che attraverso un cortometraggio, un libro e una canzone, sostiene la causa del cancro pediatrico. Il corto, girato a Los Angeles lo scorso dicembre con un cast e una troupe di eccezione tra cui spiccano i nomi di Doris Robers (vincitrice di 4 premi Emmy), Maria Conchita Alonso e Sofia Milos, sarà inviato ai maggiori festival internazionali e successivamente donato a ospedali e fondazioni che si occupano di cancro pediatrico in Italia, Spagna, Stati Uniti e Inghilterra. Nonostante il lavoro sia stato ideato e sviluppato dalla MaXaM Productions di Los Angeles, il progetto ha un cuore tutto italiano. Sono infatti italiane la co-produzione di Maria Rosaria Picardi e del New Laboratorium Teatro di Napoli, fondato dall'attore Sergio Sivori, che del corto è produttore e protagonista, la regia e la sceneggiatura e il montaggio di Max Bartoli, i costumi, le parrucche e le calzature disegnati da Andrea Sorrentino e gentilmente donate dalla Sartoria Teatrale Tirelli, da Rocchetti&Rocchetti e da Pompei Calzature, e la colonna sonora di Gianluca Cucchiara. In Italia sono stati finora siglati accordi con la Fondazione Santobono/Pausillipon di Napoli, il Gaslini di Genova e trattative sono in corso con il Meyer di Firenze. La notizia del progetto e degli accordi firmati con questi primi due ospedali ha convinto Rai 1 ad invitare produttori e regista in una delle trasmissioni nel pre-serale che anticiperà il Festival di San Remo (il contenitore mediatico si chiama "Casa San Remo"). Altri media italiani stanno facendo lo stesso. In Italia "The Secret of Joy" è stato già patrocinato dal Garante per l'Infanzia, dai comuni di Napoli e Pompei, dalla Croce Rossa Italiana.
Sito internet di "The Secret of Joy"

Povere Maserati sulle strade indiane....


Soon after Ferrari customers breathed a sigh of relief over the announcement of the Italian auto manufacturer setting up its shop in the country, Maserati also says that it is planning to enter the Indian market some time soon.

Presto le Maserati saranno di nuovo disponibili sul mercato indiano

Like Ferrari, Maserati was one of the companies with their dealership with the famous Shreyans Group that eventually broke off ties with the dealer for the poor service given to customers. 
Soon after Ferrari customers breathed a sigh of relief over the announcement of the Italian auto manufacturer setting up its shop in the country, Maserati also says that it is planning to enter the Indian market some time soon.

Soon after Ferrari customers breathed a sigh of relief over the announcement of the Italian auto manufacturer setting up its shop in the country, Maserati also says that it is planning to enter the Indian market some time soon.

In an email response to ETPanache, Umberto Cini, managing director of Maserati Global Overseas Markets, said that the company considers India as one of the key growth markets for the automotive industry worldwide and p ..

Auguri, Signor Presidente Mattarella !

(da Il Sole-24 Ore)
di Barbara Fiammeri
C'è un dato che l'elezione di Sergio Mattarella conferma: la forza di Matteo Renzi parallela e speculare alla sconfitta del centrodestra, di Silvio Berlusocni e Angelino Alfano. E non solo per aver dovuto subire il diktat del premier sul nome di Mattarella ma soprattutto per gli effetti che questa scelta ha provocato su Fi e Ncd, entrambi a rischio polverizzazione. La minoranza azzurra guidata da Raffaele Fitto, che fino a ieri contava una quarantina di parlamentari, è destinata ad allargarsi: la scommessa di Berlusconi, lo scambio Italicum/ Quirinale, se mai davvero era stato concepito in questi termini, si è rivelato fallimentare.
Anche perchè l'ex premier, ulteriormente provato dalle difficoltà degli ultimi giorni (da Milano è arrivato il no sia allo sconto di pena, sia alla possibilità di rimanere a Roma per l'elezione del Capo dello Stato), si è mostrato poco lucido e soprattutto lento nella reazione. Lo stesso dicasi per Alfano che in questa partita aveva, per il ruolo che riveste il suo partito - di maggioranza e non di opposizione, ed egli stesso ministro dell'Interno - una sola strada percorribile: votare Mattarella.
E infatti così è andata, ma ci sono volute 48 ore di troppo per arrivarci. Un tempo lunghissimo nel quale si è consumata la rottura dell'appena rinnovato asse con Berlusconi (FI ha mantenuto la linea della scheda bianca) e soprattutto quella dentro lo stesso Ncd, con il capogruppo al Senato Maurizio Sacconi che ha già annunciato le dimissioni. Un harakiri che poteva essere evitato, o quanto meno attenuato se si fosse risposto a Renzi con la stessa velocità con cui il premier li ha spiazzati. Berlusconi e Alfano, sapevano fin da mercoledì che il segretario del Pd di lì a poche ore avrebbe comunicato che il candidato del partito era Mattarella, che non c'era alcuna possibilità per altre ipotesi.
A nulla erano servite telefonate e incontri (l'ultimo faccia a faccia del premier fu proprio con Alfano giovedì prima dell'assemblea del Pd): si doveva prendere atto della sconfitta e attenuarla, dichiarare prima ancora di Renzi di voler convergere, tanto Fi che Ncd, su Mattarella, un signore che è un ex democristiano, giudice costituzionali da tutti stimato e rispettato, come ci hanno tenuto a far sapere anche il Cavaliere e il ministro dell'Interno, ponendo così il sigillo sul candidato per un'elezione al primo scrutinio, mettendo in difficoltà la sinistra Pd e Sel che si ritrovavano a votare assieme al Patto del Nazareno. Invece Berlusconi e Alfano hanno dato vita a uno psicodramma, con i loro rispettivi eserciti allo sbando e pronti all'ammutinamento: una sconfitta che, almeno per le proporzioni che ha assunto , poteva essere certamente evitata.

Grecia, geopolitica e macroeconomia


Guido Colomba

C'è sicuramente una convergenza nell'Occidente: la burocrazia è divenuta il peggior nemico dello sviluppo. Se ne paga il conto con l'Unione europea che ha affrontato la bolla del 2008 con un "deleverage" antisociale che ha lasciato solo detriti e macerie. L'esempio greco è il più complicato e, al tempo stesso, il più esemplificativo degli errori commessi negli ultimi sette anni. Lo stesso Barack Obama, non solo Alexis Tsipras, ha posto per primo il problema del salario minimo (aumento dell'ora lavorativa). Ed ha rilanciato con successo il manifatturiero innovativo, con una condanna implicita della finanza speculativa, promuovendo il ritorno in patria delle industrie Usa "delocalizzate". Il risultato è noto: il Pil viaggia verso il +5% e la disoccupazione è scesa sotto il 6,5% (target QE della Fed). Negli Usa è tornata la voglia di investire. Non sorprende che Obama abbia subito offerto il proprio aiuto al neogoverno greco. Tutto ciò porta alla distinzione tra macroeconomia e geopolitica (crisi russo-ucraina, conflitti in Medio oriente e Nord Africa). Krugman, già nel 1998, aveva spiegato perchè il solo stimolo fiscale sia uno strumento debole per la gestione della domanda a breve. Oggi, le prospettive del 2015 sono nettamente espansive anche per l'Europa. Il Qe deciso (ancorchè tardivamente per colpa di Berlino) da Mario Draghi abbassa i tassi di interesse a lungo termine favorendo il finanziamento delle infrastrutture primarie, spinge le valute a deprezzarsi (l'euro è già sceso rispetto ai massimi del 20% sul dollaro), soprattutto allenta la stretta creditizia. Se aggiungiamo il calo, pari al 56%, del prezzo del petrolio si comprende la previsione di Confindustria di un aumento nel 2015-16 del Pil italiano superiore al 2,5%. Un quadro previsionale positivo emerso anche al convegno romano dell'Aiaf dal titolo significativo: "L'Italia fuori dalla crisi nel 2015?" Inoltre, l'information technology si sta saldando con la politica economica se pensiamo che il Tesoro vuole utilizzare il "crowd funding" per finanziare le Pmi. Un tema che dilata le opportunità di investimento e si estendere al finanziamento della cultura (musei, archeologia) e del turismo. Certo, al momento, mancano all'appello in Italia investimenti per circa 80 miliardi.  Qui sta il fatto nuovo, esaltato dalla crisi del debito greco facilmente rimodulabile ove si torni alla distinzione tra credito a breve e credito a lungo termine (come è stato fino agli anni ’90): il riaffacciarsi convinto di investimenti pubblici a lungo termine in grado di ridare fiducia agli investimenti privati. Un circolo virtuoso di natura macroeconomica che ora trova le condizioni per ripartire. E' terminata la fase delle "prede facili" (di qui il rifiuto di privatizzare deciso dal governo Tsipras) cui ha sempre mirato la finanza speculativa. Una presa d'atto che implica una svolta europea nella strategia per l'area Med.