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Adesso sono cavoli amari per tutti......





 Donald Trump is sworn in as the 45th president of the United States by Chief Justice John Roberts as Melania Trump looks on during the 58th Presidential Inauguration at the Capitol in Washington, Friday, Jan. 20, 2017.

Si è appena conclusa la cerimonia della inaugurazione della presidenza Donald Trump.

Il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti ha pronunciato un discorso di 10 minuti nel quale, nonostante le iperboli distribuite a piene mani sulla necessità  per gli americani di unirsi fianco a fianco per la ricostruzione di un paese che egli giudica disastrato, (anche se tutti i dati economici lo smentiscono), il tono di fondo è sostanzialmente lo stesso usato sia nelle elezioni primarie che nella campagna presidenziale: un inno populista al confronto-scontro tra una Washington con tutte le sue degradazioni e l'americano medio, titolare di ogni qualifica di benemerenza

Sono evidenziate in questo intervento, espresso con una foga stridente con il momento e l'ambiente in cui si teneva l'evento, le promesse più volte fatte di fronte ad ogni platea che la presidenza Trump sarà in grado di creare posti di lavoro, salvaguardare le proprie frontiere, mantenere rapporti di consuetudine e amicizia con altri paesi purché vi sia l'interesse degli Stati Uniti.

Le televisioni che non sono "sdraiate" di fronte al nuovo inquilino della Casa Bianca, si sono soffermate con una certa crudeltà mettendo in evidenza gli ampi spazi deserti del Mall, a differenza degli oltre 2 milioni di persone che nel 2008 occuparono nonostante il freddo questa grande area per la inaugurazione di Barack Obama, il primo presidente di colore.

Donald Trump ha già annunciato che non intende mantenere  nella Casa Bianca il corpo dei giornalisti che coprono la presidenza 24 ore su 24. Li sposterà in un'altra parte oppure, nella White House, sarà dato l'accesso solo a quei giornalisti e a quelle testate che sono favorevoli al nuovo presidente.

Questa amministrazione nasce con un grande punto interrogativo e il breve intervento del focoso settantenne dal riporto giallastro non ha certamente smussato le preoccupazioni che attanagliano  metà del corpo elettorale americano e gran parte delle nazioni a livello internazionale.
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GIà DA ADESSO IN POI SARANNO CAVOLI AMARI.
Giuseppe Rigoni
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Si preannuncia un periodo problematico...
Franco Costamagna
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Purtroppo vi è andata male....Certo dopo un nobel non sarà facile, speriamo che faccia bene X tutti
Stefano Acquisti
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Ciao.
ho letto in tempo record il tuo testo.
Ho anche guardato via CNN la cerimonia. 
Ehhhh, caro Oscar. Che dire...
Tra qualche giorno ti telefono, così mi dirai meglio come va. 
Un caro saluto 
Giovanni Lani
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Terribile situatione, per noi negli USA e per il resto del mondo...
Saluti cari da Los Angeles,
Emanuela Appetiti


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Caro Oscar, mi domando perché esere delle cassandre. L'altra sera ero con uno del PD che si stupiva perché tanta manifestazioni contro.
Ha vinto, lasciatelo governare. Non crocifiggetelo senza alcun riscontro negativo.
Non è bastata l'insipienza della campagna della spocchiosa sinistra Usa e mondiale ?
Evidentemente il Tycoon Trump ha rotto le uova nel paniere a molti.
Con immutata simpatia,
Massimo Rosa
Verona

Massimo Rosa
Giornalista & Consulente Comunicazione
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Caro Massimo:
Il mio timore nasce dalle reiterate dichiarazioni del signor Trump. Sulla base delle quali dargli una cambiale di fiducia risulta per chi scrive molto problematico. Comunque "tot capita, tot sententiae"
Ricambio la immutata simpatia.
Oscar
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Carissimo Oscar, ti scrivo da Roma dove ho seguito l'inaugurazione di Trump Pence. Sono, come sai, un Americano di origine Italiana molto privilegiato: sono stato invitato a 5 inaugurazioni e ho partecipato a 4 delle 5. Il tuo articolo è come sempre sostenuto da una interessante filosofia liberale che, come ben sai, condividiamo. Questa volta mi trovi comnque in posizione critica perchè, da Newyorkese convinto, ho una certa idiosincrasia per i politici.  Con l'eccezione di Reagan e Clinton, tutti gli altri predecessori di Trump, negli ultimi decenni, hanno fatto discorsi ineccepibili, politicamente corretti e sicuramente molto produttivi per i propri interessi. Un pò meno per gli interessi degli USA. Quando Obama fu eletto, McCaine disse:"Sarà il mio Presidente". Anche se McCaine oggi si fa i selfies con Bernie Sanders all'inaugurazione di Trump, dobbiamo rispettare chi non la pensa come noi e comunque vince.... Questa si chiama "Democrazia" con buona pace di chi, come Giovanna Botteri, non ha ancora capito che le ideologie sono ormai rimaste nel secolo scorso. Che Dio ti dia salute e ti benedica.... scusa per la lunghezza del messaggio.

Tuo, Vincenzo R. Marra
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Tranquilli, ho il presentimento che duri poco, chissà perché.
Paolo Risaliti
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Molto amari...
Sandra
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La penso come Vincenzo Marra. Almeno finché in America ci sarà: un cittadino=1 voto. In cuor mio vorrei che anche in Italia sia così.
Natale Peruzzi
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Una cosa ho imparato dalla vita: giudicare dai fatti e non dalle parole.

Partire a priori in negativo non è oggettivo, ma fortemente di parte.

La cordata uscente - in politica estera - ha cannato e non poco e l'embargo alla Russia ha danneggiato fortemente pochi paesi - tra cui l'Italia - e salvaguardato gli interessi economici di altri - tra cui Germania, U.S.A. e Gran Bretagna. Per poi tacere del sostegno alla "primavera araba" che poi è diventato un supporto importante per i fondamentalisti ed una destabilizzazione della quale volevano approfittarne Francia e Gran Bretagna per danneggiare l'ENI.

L'elenco potrebbe continuare in quanto in 8 anni si possono fare anche molte altre cantonate clamorose ed onerose.

Trump inizia ora, gli volete dare i canonici 100 giorni prima di iniziare a criticarlo? La democrazia è una brutta bestia si basa su un metodo elettorale dove chi vince governa e chi perde non dovrebbe remare contro per partito preso.
Daniele Panizza
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Hi, Panizza
La vita dovrebbe averle insegnato che le persone si giudicano sui propositi e programmi ai quali seguono i fatti, se sono coerenti.
Pertanto lasci al suo prossimo la liberta' democratica di giudicare anche sui programmi.
Cordiali saluti.
Oscar
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Caro Oscar, io non condivido per niente questa veduta catrastofica, in stile attori hollywoodiani, non credo che la presidenza Trump sia breve, il Gen Flynn e stato messo per tagliare i rami islamici nella CIA e tornare verso israele!!! E non credo nemmeno che Trump sia un problema, del resto basta ricordare Reagan quando fu eletto fu accolto come Trump, oggi Reagan e ritenuto non a caso uno degli migliori Presidenti!!! Certo per i filo Islamici e per la globalizzazione forzata, la vittoria di Trump e una bruciante sconfitta e un grosso problema!!! Per tutti gli altri non sara assolutamente un problema!!!
Giulio Rocconi
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La strategia obamiana e clintoniana è stata descritta così da Francesco Alberoni: «Durante la presidenza Obama gli Usa hanno scatenato una vera guerra fredda contro la Russia sul piano propagandistico, mettendo sanzioni e accumulando armamenti in Polonia, Ucraina e Paesi baltici. Nello stesso tempo hanno appoggiato i Paesi islamici sunniti, Arabia Saudita, i Paesi del Golfo, il Pakistan e la Turchia che finanziavano e armavano gli integralisti islamici: dai talebani ad Al Qaida, all' Isis e il Califfato. Sotto sanzioni in Europa, minacciata dagli americani attraverso la Nato e attaccata dagli integralisti islamici in Asia, la Russia è stata spinta a cercarsi un alleato nella Cina. Ma la Cina è l' unica superpotenza che nei prossimi anni sfiderà il potere Usa. Una scelta dal punto di vista americano a dir poco catastrofica. Sembra impossibile, ma la politica di Obama si proponeva di espellere la Russia dall' Europa, di farla alleare con la Cina, lasciando il Medio Oriente e l' Africa del nord nelle mani all' anarchia islamista». Questa assurda strategia, che ha avuto il sostegno quasi unanime e strategicamente importante del sistema mediatico, con Trump si avvia ad essere rovesciata.
Giulio Rocconi
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