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Cafè Chantant Italia



Stiamo seguendo su varie rassegne stampa giudizi, provocazioni, contorsionismi delle forze politiche dopo la seconda serie di consultazioni fatte dal Presidente Mattarella.

Abbiamo visto con un certo fastidio lo show del signor Berlusconi che ha rubato la scena ai suoi due sodali, Salvini e Meloni, che avrebbero dovuto riferire ai giornalisti le valutazioni della coalizione di destra per la formazione del governo.

Ovviamente la sceneggiata del Guitto nazionale è piaciuta a tanti italiani incapaci di ricordare il male fatto da questo imbalsamato ex capocomico nazionale il quale ha insegnato a un paio di generazioni che tutto si può acquistare e vendere, compresi gli pseudo (per lui) principi morali.

Nel frattempo negli USA saliva alla ribalta delle prime pagine il libro di quel Comey, direttore FBI, licenziato da un altro clown certo più potente ed aggressivo dell’incartapecorito mostriciattolo italiano.

La ragione? Comey non voleva cessare di indagare sulla manipolazione delle elezioni presidenziali americane fatta dai russi che ha messo in serio pericolo la soldità della istituzione democratica americana.

Lo ex direttore dello FBI nel suo libro paragona il comportamento del clown della Casa Bianca a quello di un ‘padrino’ a capo di una larga cosca mafiosa.

Nulla di nuovo sotto il sole. Almeno per quanto riguarda noi italiani.

La nostra permanenza in Italia sta per essaurirsi.

Tutto un gran chiacchiericcio sulla mancanza di professionalità del signor Di Maio e del signor Salvini.

Ai tempi della vituperata Democrazia Cristiana e del Partito Comunista i giovani promettenti erano obbligati a seguire le lezioni delle scuole di partito. Chiedere a Casini. Quanto a D’Alema lui si era formato in Unione Sovietica.

Oscar