Le donne che hanno tentato di far sentire la loro voce protestando nella famosa piazza Tahrir del Cairo sono state portate in prigione, picchiate dai gendarmi, sottoposte a elettroshock e all'esame della verginita'. Se risultava che avevano fatto sesso scattava per loro la denuncia per prostituzione.
Tutto questo accade nel nuovo Egitto che ha mandato in esilio il vecchio Mubarack e che viene dipinto dagli osservatori occidentali come la culla di una nuova democrazia islamica. A parte la contraddizione che 'nol consente' resta da dire che il 'Movimento dei Fratelli Musulmani' che ha vinto a larga maggioranza il recente referendum egiziano e' l'ispiratore di buona parte dei componenti la giunta militare che e' salita al potere in Egitto.
Credere che l'effetto domino che sta caratterizzando le rivolte in Siria, Egitto, Tunisia, Algeria, Libia, Yemen, Baherein sia l'anticamera della democrazia e' un non senso. La teocrazia islamica non consente che ci sia una volonta' popolare al di fuori delle decisioni di vertice. Le rivolte, i morti, che caratterizzano la cosiddetta rivoluzione islamica sono destinate a finire. Cadono le teste dei satrapi che saranno sostituite prima o poi, ma certamente prima, da altri satrapi che si definiranno salvatori della patria e delle genti in nome di Allah.
No comments:
Post a Comment