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Monti, un successo contrastato


                                                                      di Guido Colomba

(The Financial Review) Il successo di Monti è indiscusso all'estero ma messo in dubbio in Italia. Continua l'hobby tutto italiano di andare all'estero a parlare male dell'Italia. Ne fa fede l'intervento dell'economista Francesco Giavazzi ad una tavola rotonda di Boston secondo cui la situazione "è perfino peggiore di quella di novembre perché non possiamo più usare le armi impiegate allora, come le massicce immissioni di liquidità nel sistema". E sul futuro dell'euro è stato ancora più catastrofico:"Se non si corregge questa deriva avremo grossi problemi già in estate". Lo ha contestato Bini Smaghi (uno dei candidati a governatore della Banca d'Italia): "Non vedo una situazione disperata anche se i governi Ue si sono un pò adagiati e il processo riformatore ha perso mordente". Vediamo di mettere in ordine gli avvenimenti. 1) Nonostante le incertezze vi sono stati i salvataggi di Irlanda, Portogallo e Grecia e il fondo Efsm (a giugno partirà l'ESM con una dotazione di 500 miliardi) ha funzionato. Il firewall complessivo supera gli 800 miliardi di euro. 2) La Bce con due interventi ha erogato liquidità per oltre mille miliardi evitando il fallimento sistemico delle banche europee. 3) L'intesa con il FMI si è rafforzata (capitale irrobustito con 430 miliardi) a conferma di una cooperazione internazionale con Usa, Giappone e Brics di tutto rispetto. 4) Cresce il consenso (anche della Merkel) verso la strategia di Monti per un Europa più forte finalizzata allo sviluppo dotata di project bonds e, si spera, di euro bonds. L'incontro a Bruxelles tra Monti e Barroso costituisce una tappa ulteriore verso la nascita del "patto per la crescita". Data l'enorme dimensione di questa crisi, alimentata dai contratti "swap", è ragionevole prevedere un periodo di due-tre anni per uscire dal tunnel. Quanto alla recessione in atto non è la prima volta che il mondo occidentale e l'Europa si trovano in una simile situazione. L'euro potrà sopravvivere nonostante la concorrenza con il dollaro. In merito è significativo che il rapporto di cambio sia rimasto in questi mesi così turbolenti ben ancorato a quota 1,30-1,33 a conferma di un'intesa solida sulle due sponde dell'Atlantico. Di certo, sotto il profilo tecnico restano problemi, legati alla gestione della crisi, come confermano i moniti del presidente della Bce, Mario Draghi, di pochi giorni fa. Occorrono infatti iniziative collegiali dei Paesi dell'eurozona a favore della crescita per ridurre la durata della recessione. L'asta dei Bot a sei mesi del 26 aprile conferma i progressi compiuti. I tassi, pari all'1,77%, sono restati ben lontano dal picco del 6,5% toccato nei drammatici momenti del novembre 2011. Lo scenario è cambiato. Venti anni fa i Bot rappresentavano una fetta pari al 30% dello stock del debito pubblico che saliva al 70% se sommati al 30% dei CCT indicizzati ai Bot. Ora i Bot in circolazione sono pari al 10% sul totale dei titoli emessi dallo Stato italiano. Inoltre, come dimostra la ristrutturazione del debito greco, i titoli a breve restano fuori dall'hair cut, cioè non producono danni ai privati che non rischiano nulla. Sta di fatto che Grecia e Portogallo continuano ad emettere questi titoli a breve. Cambiano le proporzioni. La Spagna ha 85 miliardi di titoli a breve, Letras, su uno stock totale di 615 miliardi. L'Italia, a fine marzo, ne aveva per 151 miliardi su un totale di 1619 miliardi. Le scadenze di titoli a sei mesi per il 2012 prevedono un fabbisogno di roll over di 185 miliardi. Non è certo una piccola cifra. Ecco perché Monti ha ricordato con energia che il rigore è una necessità inderogabile. Se così non fosse non si spiegherebbe perché l'Agenzia delle Entrate abbia dimezzato i rimborsi dell'IVA e non paghi i creditori della Pubblica Amministrazione (Regioni, Province e Comuni in testa) pari a oltre 80 miliardi di euro che, se messi in circolazione, potrebbe alleviare i morsi della crisi recessiva. Vi è una ulteriore considerazione negativa che riguarda l'indifferenza ai problemi dell'economia reale manifestata dalla burocrazia. La mentalità dello spreco non si arresta e l'idea di risparmiare riducendo le spese (talora a costi "pilotati") è assai lontana come lascia capire il ministro Giarda incaricato di questo difficile compito. Tolte le spese dello Stato per stipendi e pensioni e interessi, vi sono quasi 140 miliardi di spese per "consumi interni" sulle quali è doveroso intervenire. La vicenda del ventilato acquisto di 4500 auto blu, bloccata all'ultimo momento dalla Presidenza del Consiglio, è emblematica di questa insensibilità. Da troppi decenni si sprecano soldi pubblici. Mettere mano in questa giungla non è facile e il governo Monti, al di là delle buone intenzioni, se ne sta accorgendo ogni giorno di più. Lunedì prossimo Monti dovrebbe intraprendere il cammino virtuoso ed annunciare un taglio di 4 miliardi entro l'estate per bloccare l'aumento dell'Iva previsto ad ottobre. (Guido Colomba)

                      Fonte: (La Rassegna Finanziaria - N°683, 28/4/2012 ore 10:58) Copyright 2012


L'ultima gaffe del vicepresidente Biden

"Il presidente Obama ha un grosso bastone". E l'uditorio si e' messo a ridere....

Bella Italia, Amate Sponde



Scrivo questa nota prima di prendere il volo United 967 da Roma per Washington DC. Ogni giorno questo aereo e’ strapieno nei due sensi. E dire che per anni ho cercato di ‘sensibilizzare’ i dirgenti dell’Alitalia sulla necessita’ di fare un volo diretto tra la Capitale degli Stati Uniti e la Caput Mundi. Senza successo: mi rispondevano che loro erano interessati al traffico di Brookkolino e, quanto a Washington non importava nulla a nessuno.

Sono passati 40 giorni da quando sono arrivato in Italia. Durante questo periodo sono stato nella Riviera Ligure di Ponente, a Milano a fare lezione allo IULM, a Rimini per la Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia, in Sicilia a far riscoprire ad un grande avvocato americano le sue lontane radici familiari a San Giuseppe Jato, poi a Palermo, Catania ed infine Taormina. A Catania siamo stati ricevuti dal Principe Moncada che ci ha fatto visitare i quartieri privati del suo Palazzo Biscari. Alcuni giorni a Cagliari alla scoperta di splendidi nuraghi. Poi, oltre a Roma, Firenze e Siena.

In queste localita’ ho avuto modo di presentare il mio ultimo libro dal titolo: W.D.C (sotto traccia), un thriller ambientato nella Washington segreta, ma non solo.
Il libro e’ stata l’occasione per instaurare con il pubblico un dialogo sull’America e sul futuro dell’Europa. Ma alla fine rampollava sempre una diffusa depressione di fondo per la crisi economica e morale nella quale si sta avvitando il Bel Paese. Parola d’ordine: “Non ci sono piu’ speranze, non sappiamo dove andare e cosa fare...”
Una litania dolorosa confermata dallo stillicidio di suicidi che vedono protagonisti purtroppo tanti imprenditori.

Chi scrive vive in una nazione-continente che negli ultimi anni ha patito le pene dell’inferno. Intorno alle citta’ grandi e piccole si sono formate tendopoli con miglaia di persone che nel giro di poco tempo avevano perduto, casa, lavoro, conto in banca ed erano andate a ingrossare il numero di quelli che vivono sotto i cartoni.

Ma in America la gente cerca di non piangersi addosso anche se ne avrebbe tutti i diritti. Gli Stati Uniti sono una nazione in cui si sente il pulsare delle energie. Si tratta forse dei nuovi arrivati legali e illegali che scaricano adrenalina nel Paese che li accoglie spesso di malavoglia. E solo perche’ certi lavori i giovani americani si rifiiutano di farli.

Nel nostro ampio girovagare per l’amata Italia invece l’atmosfera che abbiamo percepito e’ quella di uno stagno reso puteolente dalle esalazioni pestifere degli scandali che quotidianamente ammorbano l’immagine della politica e contribuiscono a far peggiorare l’umore generalizzato della gente.

Eppure, se paragonata  all’America, l’Italia che ho vista dal nord al sud, nelle isole, passeggiando all’interno delle sue meravigliose citta’ medievali, e’ un paradiso per gli occhi, popolata di giovani donne dalla bellezza sfrontata e di tanti bei ragazzi rigorosamente atteggiati a ‘boro’ della suburra (capelli alla gelatina, baffetto e pizzetto, jeans strizzacoglioni, scarpino stile pilota di Formula 1). Un paradiso per lo stomaco con le sue cucine locali. Un paradiso per la mente con i suoi musei, l’architettura, i paesaggi.

Un’Italia dove e’ ancora piu’ che mai prevalente il ‘sembrare’ piuttosto che ‘l’essere’. Un’Italia dove i giovani che decidono di gettare il cuore al di la’ dell’ostacolo e se ne vanno all’estero a studiare o lavorare, sono ancora merce rara. Perche’ gli altri in maggioranza preferiscono stare all’ombra del campanile, farsi stirare le camicie dalla mamma e rubare alla vecchia zia i 50 euro per andare a ballare in discoteca da mezzanotte alle quattro.

Questo stupendo Paese, che nel corso dei secoli ha stupito il mondo con il talento dei suoi geni, sembra oggi avvitato e ripiegato su stesso, affetto da una sorta di atarassia che si esprime in una continua lamentazione contro il governo dei tecnici, contro le tasse che sono aumentate, contro la mancanza di posti di lavoro, contro la politica. Magari venisse l’uomo forte a rimettere a posto tutto, e via citando.

Sono lamenti giustificati da una situazione estremamente grave. Ma che rivelano da parte di molti la rabbia perche’ gli evasori fiscali vengono stanati sempre di piu’. Anche se un nostro amico che si intende di lotta all’evasione ci dice che per approntare un recupero dei 140 miliardi di euro sarebbe necessario varare un piano di potenziamento della Guardia di Finanza per migliaia di altri agenti-ispettori con un costo stratosferico per le casse dello Stato. Meglio dunque insistere sulle odiate imposte indirette che colpiscono tutti, soprattutto quelli a reddito fisso.

Ci hanno rubato anche il “Forza Italia!. Ma siamo sicuri che questa splendida gente sapra’ ritrovare un suo riscatto morale e recuperare il tempo perduto. Non sarebbe la prima volta nella lunga storia di questa nazione che continua ad essere in cima ai pensieri di milioni di persone in tutto il mondo.

Grande e Bella Italia: basta con gli antidepressivi che intontiscono. Avanti con le vitamine, il peperoncino e la voglia di vincere. Perche’ ce la farai. Lo sappiamo bene noi che viviamo lontano e ti guardiamo con lo sguardo rassegnato dell’innamorato solo ed ignorato.
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Caro Oscar, questo e' quanto racconta chi fa una breve vacanza in Italia...allora e' il paese piu' bello del mondo.
Succede anche a mia figlia al rientro dai brevi sogiorni italiani col portafoglio ben fornito.
Potrei pero' fare un lunghissimo elenco delle differenze che ci sono con tante altre nazioni, prima tra tutte l'america. In particolare di quanto ritorna al cittadino dai  contributi fiscali.....quasi nulla...., tutto va a finanziare il rimborso dei titoli in scadenza che ogni tre mesi il governo e' costretto a subire pagando uno dei piu' alti interessi bancari della storia. E di quanto avanza ci si preoccupa di pagare lo stipendio faraonico a tutti i dipendenti pubblici che sono il grosso della forza lavoro italiana. Giacche' il piu' squinternato assessore di un remoto comune della piu' remota provincia si porta a casa non meno di alcune migliaia di euro al mese, possiamo bene immaginare chi riempie i ristoranti italiani dove si dice non ci sia mai posto. Certamente non viaggiano sui treni dei pendolari ne' sui mezzi pubblici, per cui sappiamo pure chi ci sorpassa in autostrada su costose berline e suv.....
Scomparissero i dipendenti pubblici e quelli che lavorano per le compagnie di consulenza (ex statali ben cammuffati), al ristorante non andrebbe piu' nessuno e le cantine piene di sassicaia non le svuoterebbero piu'....
La penisola e' favolosa ma purtroppo cusodita dai piu' incompetenti e truffaldini custodi del pianeta. Si possono continuare a smaltire rifiuti tossici nei terreni appena fuori dalle grandi province e nel mare appena al largo dalle coste.
Ancora oggi non si sa il destino delle cinque navi affondate nel tirreno cariche di rifiuti tossici....siccome vivo in due citta' americane una buona parte dell'anno ed il resto in una ridente cittadina del ponenete ligure, ho una lista infinita tra quanto ritorna al cittadino americano in termini di servizi pubblici e di quanto degrado non vedo invece mai risolto al mio paese...
Caro Oscar, non voglio tediare oltre ma invito vivamente ad un piu' approfondito esame delle differenze che affliggono il comune  cittadino italiano, non il dipendente pubblico o il potentato di turno.
Un caro saluto
giancarlo belluso
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E' una delle più belle pagine che abbia letto in questi ultimi tempi.
Un'analisi vera, struggente, ma vera di questo nostro Paese che sembra essersi cacciato in un cul-de-sac che ha immalinconito gli animi e sciupato il “sogno” delle giovani generazioni.
Forse è questa la cosa più grave, forse, alla lunga, è possibile superare ogni ostacolo che incontriamo lungo il  percorso della nostra vita; ma non possiamo iniziare nessun percorso se ci viene a mancare il “sogno” della meta che potremo raggiungere.
Vincenzo Asprea
Roccella Jonica (Italy)
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Hai scritto un pezzo stupendo. Grazie!
cetti
Washington DC
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Caro Signor Bartoli,
Ho letto con grande piacere la sua newsletter' come sempre impregnata da cultura e intelligenza.
Mi sono resa conto che quando io ero a Washington lei era in Italia. Ed io la cercavo nelle riunioni del Rotary, per salutarla e per invitarla al mio concerto alla Georgetown University
alla Gaston Hall. E' stato uno standing ovation. Il 25 sono rientrata a Milano .
Spero di avere l'occasione di rivederla . Avrei voluto darle il mio libro di poesie"Peace Flowers" che in dicembre ha ottenuto il "Gold Seal Award" al Palace of Legion of Honor"
a San Francisco.
Con i miei migliri saluti
Novin Afrouz
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Grazie della bella lettera sul viaggio in Italia. Rievoca simili sentimenti provati ripetutamente quando si visita il Bel Paese: una gioia estetica per i sensi, ma se hai bisogno di un permesso per aprire una qualunque attivita', allora cominciano i guai.

Cordialmente,    benedetto vitiello 
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Ciao Oscar e' sempre un piacere leggere la tua lettera. Questa e' particolarmente interessante. Complimenti.  Enrico Baldelli
Roma
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Caro Oscar,

ho appena finito di leggere il tuo bel pezzo dal titolo:”Bella Italia, Amate Sponde”. Hai in larga parte ragione. Sono anch’io ottimista come te..., ce la faremo, come sempre! Ti faccio notare che la gente, e soprattutto i giovani senza lavoro, sono arrabbiati perché il bravo Monti per prima cosa ha ulteriormente tassato i pensionati e i salariati senza nulla (o quasi) togliere ai ricchi e, soprattutto, senza dare il buon esempio. E’ di pochi giorni fa l’annuncio di voler acquistare 400 nuove auto blu per una spesa di 12 milioni di Euro quando per 10.000 Euro di debito le piccole imprese si vedono Equitalia saltare addosso e  pignorare ogni cosa inducendole a chiudere. Per fortuna il Governo ha ascoltato la protesta della gente e ci ha ripensato annullando velocemente l’operazione di acquisto. Ma c’è di più: i parlamentari non danno affatto il buon esempio. A parte gli scandali di corruzione di cui tu fai cenno, il problema è che da anni si parla di dimezzare i parlamentari..., ma ancora nulla di fatto, e giù con esempi di questo genere afferenti la politica come, per citare un altro esempio, la questione dei rimborsi elettorali che sono elevati rispetto agli altri paesi europei e che tardano ad essere ridotti.
Insomma, dare il buon esempio e fare le persone per bene è ancora di pochi in Italia, purtroppo. Spero che con Monti il cerchio si allarghi!
Un abbraccio.
Savino Chiariello
Firenze
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Serve un patto tra Paesi latini



Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 22 aprile 2012

L’austerita’ procede sovrana in Europa ma le speculazioni contro i titoli pubblici continuano e i mercati finanziari sono sempre più deboli e volatili.

Le cose vanno avanti così da troppo tempo, anche se i paesi sotto processo hanno fatto e stanno  facendo i compiti a casa come era stato a loro prescritto.

La Grecia è da tre anni in piena recessione: una recessione da fame. La Spagna, pur faticando a mantenere sotto controllo i bilanci regionali, cammina nella giusta direzione. L’Italia, anche se non arriverà al formale pareggio il prossimo anno, cammina verso l’equilibrio alla massima velocità possibile.

Tutto questo era necessario, ma il risultato è una bella recessione che vede un profondo segno meno nella crescita di tutti i paesi periferici europei, mentre la Germania, nonostante il boom delle sue esportazioni, si mantiene in un area poco superiore allo zero.

Insomma chi deve tirare la cinghia lo fa ma chi deve trascinare la ripresa si rifiuta di fare da locomotiva. Eppure anche in Germania si intravedono sostanziali cambiamenti. La comunità degli affari tedesca è infatti sempre più convinta che il ruolo che la Germania intende ricoprire nel mondo potrà essere raggiunto solo se ci sarà una grande e forte industria europea, di cui la Germania sarà il perno, ma che ha bisogno di comprendere tutto il continente. Di fronte al grandioso distretto industriale che si va costruendo fra Cina, Giappone e Corea del Sud si deve mettere insieme tutta l’Europa, altrimenti la gara è perduta in partenza.

Non è tuttavia facile tradurre in azione concreta questa così semplice lettura dei fatti. In primo luogo la Germania sembra essere convinta di potere fare da sola, ignorando che noi costituiamo una gran parte della sua fortuna. Gli altri paesi, a loro volta, invece di fare fronte comune,  sostengono di fare i compiti meglio degli altri e guardano più al rapporto fra i loro spread che non alla loro diminuzione in assoluto. La gara fra Italia e Spagna è stata a questo proposito deleteria. Mentre discutevamo fra di noi su chi era il più bravo, le banche americane, come brutalmente risulta dai loro bilanci, hanno continuato a vendere a mani basse i nostri titoli di stato.

Eppure non solo Italia e Spagna ma tutti gli altri paesi periferici, Francia inclusa, sono nella stessa barca: la caduta di uno di essi li travolgerebbe tutti. Partendo da questa realtà bisogna quindi cambiare politica.

Questo cambiamento, per essere efficace, non può prescindere dalla Francia. Finora la Francia ha preferito dialogare in modo solitario con la  Germania in ripetuti vertici nei quali non è mai emersa una concreta alternativa francese alla politica tedesca.

E’ giunto perciò il momento che la Francia si leghi sempre più strettamente all’Italia e alla Spagna: gli interessi francesi  coincidono  con i nostri interessi.

Tutti noi abbiamo infatti bisogno della ripresa non solo per combattere la miseria e la disoccupazione ma anche per essere in grado di  mettere in ordine i nostri bilanci e difenderci dalla speculazione. Non per contrapporci alla Germania ma per dare alla Germania stessa tutte le garanzie di cui ha bisogno, facendole tuttavia capire, con la necessaria forza, che non si esce da una crisi rendendo la crisi più grave ma preparando insieme i cambiamenti necessari.

Questa è la politica che Spagna e Italia debbono cominciare subito a elaborare, in modo da metterla sul tavolo del prossimo presidente francese  quando fra due settimane si saprà il nome del vincitore.

Tale operazione sarà più facile se vi sarà un presidente diverso, ma sono convinto che anche Sarkozy, dopo gli innumerevoli vertici a due dai quali non ha mai ricavato nulla, si stia rendendo conto che gli interessi francesi saranno meglio difesi solo da una politica comune con Italia, Spagna e gli altri paesi europei.

E’ inutile girare attorno al problema: non ci si difende dalle manovre ribassiste sui nostri debiti sovrani solo attraverso una politica di tagli e di ripetuti segni meno nel reddito. E’ ora di un grande sforzo comune negli investimenti infrastrutturali europei (come suggerisce lo stesso presidente della Banca Mondiale). E’ ora di fare arrivare con urgenza alle aree più critiche i fondi regionali. E’ ora di aumentare gli impegni della Banca Europea degli Investimenti, per preparare poi l’unica invalicabile difesa dell’Euro attraverso l’introduzione degli Eurobonds e il rafforzamento dei poteri della Banca Centrale Europea.

L’Italia ha un ruolo fondamentale per mettere in atto questi cambiamenti. In primo luogo operando, senza inutili distinguo, insieme alla Spagna e agli altri paesi che stanno soffrendo per gli attacchi speculativi e, dall’altro, preparando un progetto comune da discutere con il prossimo presidente francese fino dal giorno del suo insediamento.

Mario Monti ha in questi mesi ricostruito la dignità e il ruolo dell’Italia in Europa. Ora deve usare questo risultato per promuovere una politica in grado di riportarci verso la crescita. Se si vuole raggiungere quest’obiettivo è necessario camminare insieme alla Spagna e convincere la Francia del grande ruolo che essa può e deve ricoprire per fare riprendere all’Europa il suo cammino.

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Il Drone vicino a casa


La FAA (Federal Aviation Administration) l'agenzia federale preposta al controllo del volo negli Stati Uniti, si e' vista costretta a pubblicare una lista di 63 localita' dalle quali vengono lanciati i drones, gli aerei senza pilota.
Queste basi sono situate in 20 stati ed hanno una forte concentrazione nel Texas e negli altri stati lungo il confine con il Messico.
Ma di queste localita' ben 19 appartengono a universita' che conducono ricerche ed esperimenti con questi aeroplani.
Ovviamente sono registrate 21 aziende specializzate nella fabbricazione di drones per usi militari, tra le quali General Atomics.
La FAA ha dovuto rivelare queste postazioni dopo che Elelectronic Frontier Foundation aveva promosso una causa contro l'agenzia che si e' riservata comunque, di rivelare in data successiva gli scopi per i quali sono state concesse le autorizzazioni.
Molti sheriffi e capi di polizie locali usano gli aerei spia per combattere la criminalita' ed organizzare e guidare dall'alto azioni di sorpresa contro i narcotrafficanti.

In larga parte questi drones sono del tipo Draganflyer X8 che puo' portare carichi sino a mezzo chilogrammo.


Si usano i dornes per monitorare il traffico al posto degli ultraleggeri o per seguire l'evolversi degli incendi.
Altri aerei spia senza pilota sono i MQ-1Predator che hanno consentito di scovare e uccidere in Yemen nello scorso settembre alcuni capi di Al Qaeda.
Ampiamente usati in Pakistan gli aerei spia drones sono stati spesso accusati di avere determinato la morte di decine di innocenti civili scambiati per Talebani

Crisi e inerzia dei regulators


                                                                         

                                                                                           di Guido Colomba 

      (The Financial review) La crisi è destinata a durare altri due-tre anni. E le istituzioni stanno solo guadagnando tempo per evitare il crack di altre banche (oltre alla Lehman Brothers). Il caso Morgan Stanley è emblematico della crisi in atto. Nel primo trimestre ha registrato ricavi in crescita per $8,9 miliardi e perdite straordinarie per $2 miliardi. Verosimilmente, grazie ai $3,4 miliardi incassati a gennaio dal Tesoro italiano, ha chiuso in lieve attivo così da distribuire un dividendo di 0,06 centesimi per azione. Non a caso lo stesso Vittorio Grilli, viceministro dell'Economia, ha ricordato che Morgan Stanley aveva bisogno di liquidità ed ha sfruttato "ma non solo con noi" un vecchio contratto swap del 1993. "Non vi sono - ha precisato Grilli - altri contratti di questo tipo". Nel frattempo, al G20 di Washington, il Fondo monetario ha più che raddoppiato con 430 miliardi i mezzi a disposizione per fronteggiare la crisi. Ed è qui che emerge la perversità della situazione. Dal settembre 2008, quando fu deciso di far fallire la Lehman Brothers forse per dare un avvertimento a tutto il sistema, la follia dei derivati ha messo a repentaglio il mondo globalizzato. Ma sono proprio le banche "salvate", che controllano il 90% dell'intero mercato "over the counter" (pari a circa 554 trilioni di dollari), a vendere al ribasso i titoli di stato periferici specie di Italia e Spagna. Lo dimostrano i dati disponibili. Nel primo trimestre le banche Usa si sono alleggerite dei titoli di Portogallo, Irlanda, Italia, Spagna e Grecia vendendo soprattutto "credit default swaps". Morgan Stanley ha abbassato l'esposizione del 21% (vende Italia e compra Francia), Bank of America del 14,8%. In sostanza, le banche d'affari Usa per fare profitti puntano sul peggioramento del debito europeo. Eppure sono proprio le Banche centrali europee a comprare da questi stessi potenziali carnefici contratti swap per coprire il rischio di cambio e il rischio dei tassi di interesse (da variabile a fisso). Il Tesoro italiano ne ha accumulati per 160 miliardi di nozionale spalmati su 20 anni. Che senso ha tutto questo? Perchè la classe politica europea è totalmente succube di questo sistema perverso? In questo contesto, privo di spiegazioni razionali, i sacrifici che tale crisi"speculativa" impone all'uomo della strada sono davvero incongrui e ingiusti. In merito l'ultimo rapporto del Fondo monetario è davvero illuminante. Da qui alla fine del 2013 le grandi banche europee ridurranno gli attivi di due mila miliardi di euro, quasi il 7% del totale stimato in 28500 miliardi. Ancora più allarmanti i dati sul quarto trimestre del 2011 nel quale le 58 grandi banche europee hanno ridotto l'attivo di 450 miliardi di euro. Il report del FMI prevede una forte stretta del credito che avrà un inevitabile effetto recessivo sull'economia reale. Nei paesi della periferia europea il "credit crunch" sarà ovviamente più pesante con una cifra stimata in 420 miliardi di euro. Il FMI prevede, nello scenario più pessimistico, che le banche europee possano ridurre il credito di 3 mila miliardi di euro con un taglio sulle previsioni di crescita media dell'1,4%. Il paradosso è costituito dall'eccesso di liquidità. Sui mille miliardi che la Bce ha distribuito in due tranche alle banche europee, ben 757 risultano depositati a metà aprile presso la stessa banca centrale europea. Eppure è un gioco a perdere: i soldi depositati presso la Bce rendono appena lo 0,25% mentre prenderli a prestito costa l'1%. Ciò prova che la sfiducia regna sovrana e che il sistema bancario resta totalmente inceppato. Di questa enorme liquidità poco o nulla è andato alle imprese, specie le Pmi, e alle famiglie. A fine febbraio del 2012 risulta un totale congelamento del credito alle imprese in tutta l'eurozona (appena un +0,6%). Il dramma italiano è tale, in termini di "credit crunch", che per la prima volta Confindustria e Cgil hanno fatto una manifestazione di protesta in comune. Poco o nulla di quanto deciso dal G20, dalle autorità di vigilanza e dai governi di Europa, Stati Uniti ed Asia per evitare gli eccessi speculativi si è tradotto in regole efficaci. Anzi mancano ancora quasi tutti i regolamenti attuativi. I risultati di questa inerzia sono sotto gli occhi di tutti. ( Guido Colomba)
     
     

Non capisco...?!

Non capisco. Sono Italia da piu' di un mese. L'ho girata tutta dalla Liguria alla Lombardia, da Rimini a Palermo, Catania, Cagliari, Roma, Firenze.
Su ogni giornale leggo annunciati disastri, un'economia in affanno perpetuo, proteste di migliaia di disoccupati, lavoratori precari, il numero di suicidi che cresce ogni giorno.
Poi vai nei ristoranti e non trovi posto. Le autostrade sono piene dei soliti disgaziati che ti si incollano a 50 cm dal parafango posteriore e sfanalano perche' tu stai sorpassando un'altra vettura cercando di non superare i 130 all'Ora.
Dice: ma questi sono una minoranza. Il resto degli italiani tira la cinghia e non sa come finire il mese.
Le gazzette sono piene degli scandali a catena che avvolgono in una spirale di puzzolente odore i partiti, gli uomini politici. Si e' rifatto vivo persino quel Berlusconi che per anni ha contribuito a creare all'estero un'immagine terrificante dell'Italia. "Ma lui - ci dice un caro amico di Roma - ha diritto a portarsi a casa le ragazze, anche minorenni. Sono fatti suoi e non ruba agli italiani."
Non capisco. Monti, presidente del Consiglio, sino a ieri omaggiato, oggi e' il target del pubblico ludibrio perche' sta cercando di far pagare le tasse a quei milioni di italiani che sino a ieri  le avevano evase alla faccia dei pensionati e lavoratori dipendenti che se le vedono detrarre in busta paga.
Non capisco.



Cherchez la femme! (povero Presidente)


Il summit tenutosi a Cartagena, (Colombia) tra il Presidente e i paesi del centro sud America e' stato un flop per Obama. Alcune nazioni non hanno voluto partecipare e gli sforzi del Presidente americano per rafforzare i legami economici esistenti sono stati frustrati dalla notizia che undici agenti (mica uno) del servizio segreto americano a protezione del presidente avevano ricevuto prostitute nelle loro camere. Il tutto e' venuto fuori quando una di queste fanciulle ha chiesto un supplemento di paga rispetto ai 60 dollari a prestazione ed ha dato in escandescenze di fronte al rifiuto del suo ultimo partner di pagare.La storia ha fatto il giro del mondo mediatico. Ogni giorno lo FBI e la CIA scoprono qualche complotto domestico o internazionale per assassinare il Presidente degli Stati Uniti. In un paese come la Columbia, dominato dai cartelli della droga che condizionano tutto e tutti, il fatto che gli agenti al servizio dell'incolumita' del Presidente si siano dati a bisbocce sessuali nelle loro camere di albergo fa capire che le smagliature nella sicurezza sono numerose. Comprensibile, ma non giustificabile lo stato di tensione in cui vivono coloro che sono destinati ad un servizio cosi' impegnativo, cosi' come comprensibile e' stata la richiesta delle ragazze che hanno dovuto far fronte a straordinari considerato il numero cospicuo di clienti tra agenti e militari americani conquistati dai fuochi d'artificio delle ragazze colombiane. Una indagine molto approfondita e' in corso a Washington dove gli agenti sono stati subito richiamati. Resta da dire che secondo la migliore letteratura dei romanzi gialli, in quei particolari momenti di estasi e' facile per una professionista del sesso carpire indicazioni riservate che possono minare la sicurezza dell'inquilino della Casa Bianca. Dai tempi di Elena di Troia, passando per le tante Mata Hari, all'inizio o alla fine di qualche piccola o grande vicenda c'e' sempre il consunto: "Cherchez la femme!".

Diario italiano: Su Nuraxi



In Sardegna sono settemila i siti archeologici nuragici. Amanti come siamo di questa splendida isola e della sua gente ne abbiamo visitati molti. Ma siamo rimasti impressionati quando un amico di Cagliari, Claudio Solinas noto medico, ci ha proposto di andare a Barumini a circa 6o km da Cagliari a vedere "Su Nuraxi", area archeologica scoperta da Giovanni Lilliu che ha dedicato la sua vita al portare alla luce questo incredibile complesso monumentale. La riscoperta di Su Nuraxi è stata condotta nell'arco di sei anni. Il sito presenta una stratificazione culturale di oltre duemila anni, dal 1500 aC sino al settimo secolo dopo Cristo. Franco Medda, un biologo che ci fa da guida, ricorda che un gruppo di ingegneri al termine di una visita accurata al sito fu costretto a riconoscere che le tecniche usate dai nostri antichi progenitori avevano dell'incredibile per la capacita' di costruire alte torri circolari sovrapponendo massi squadrati del peso di tonnellate. Si ripropone anche in questa localita' della Sardegna il mistero delle civilta' che hanno dato vita a imponenti costruzioni giunte sino a noi. Basta ricordare il tempio di Stonhenge in Inghilterra, le statue dell'isola di Pasqua, le Piramidi egiziane.
Resta da dire che gli studiosi e gli appassionati di archeologia polemizzano sulla definizione di "fortezza" data anche a questo complesso dal suo scopritore, il professor Giovanni Lilliu. Nel corso dei secoli e' probabile che il complesso abbia assolto alla funzione di fortezza difensiva da attacchi che provenivano da invasori esterni. Ma e' anche molto probabile che le costruzioni fossero templi votivi dedicati al culto solare.

Di nuovo la speculazione internazionale

Di nuovo all’attacco, in sincronia con Moody’s, la speculazione internazionale. Poca trasparenza

sui 160 miliardi (nozionale) di contratti swap stipulati dal Tesoro italiano.

(The Financial Review) Mentre erano in corso le aste italiane di Bot e Btp, le solite "voci" di mercato hanno diffuso notizie false ma così abilmente tempestive da far tremare i polsi ai traders. Il Tesoro ha pagato più interessi (la scadenza a dodici mesi è salita al 2,84% lordo dal precedente 1,4%) per collocare le nuove emissioni in un clima surreale dove gli investitori istituzionali esteri erano del tutto assenti. Se a questo si aggiunge la pubblicazione sul sito di Moody's, venerdì 13 aprile, del calendario delle revisioni di rating per le banche italiane previste già dalla prossima settimana, allora il quadro umorale del mercato appare chiaro. Ed appaiono chiari i motivi che hanno fatto crollare i titoli bancari con Unicredit a 3,034(-6%) che ha pagato per tutti ed è stato sospeso dalle contrattazioni per eccesso di ribasso. A questi motivi si aggiungono gli interventi, altrettanto tempestivi del Wall Street Journal che ha nuovamente ricordato i crediti in sofferenza, oltre 100 miliardi (di cui gli incagli stimati a 40 miliardi), che colpiscono le banche italiane e l'enorme ammontare di titoli di stato acquistati da dicembre ad oggi con circa il 50% dei 200 miliardi concessi dalla Banca centrale europea per tre anni all'1%. A sua volta la Bce si confronta con 130 miliardi di titoli greci. Ma anche il Financial Times è sulla stessa lunghezza d'onda. La domanda da porsi a questo punto è la seguente: perché gli Usa hanno apparentemente voltato le spalle al governo Monti? Cosa ha determinato questo cambiamento? La risposta non è facile. Si possono indicare motivi di campagna elettorale americana. Si possono indicare anche motivi geopolitici che vedrebbero il dollaro nella necessità di indebolire l'euro per poter mantenere intatto l'appeal degli investitori esteri nonostante le enormi dimensioni del debito Usa. Ma vi sono anche possibili motivi tecnici. Ad esempio è rimasto il mistero (Corsera del 12 aprile) del rimborso di 3,5 miliardi alla Morgan Stanley effettuato dal ministero dell'Economia, retto dallo stesso Monti con l'ausilio del viceministro Grilli. Un rimborso che ha suscitato una interrogazione parlamentare dalla quale emerge che i derivati swap sottoscritti “over the counter” dal Tesoro italiano ammontano, come nozionale, a circa 160 miliardi di euro pari al dieci per cento dei titoli di debito in circolazione (lo stock dei titoli di Stato spagnoli è pari a 618 miliardi). Su questi dati resta poca trasparenza. Nulla si sa sulle prossime scadenze né sulla eventuale esistenza di clausole a favore degli emittenti bancari esteri che possano replicare, come è stato nel caso di Morgan Stanley, l'uscita a proprio vantaggio (speculativo) da questi contratti con grave danno agli interessi italiani che si volevano proteggere. Sembra quasi di assistere ad un assalto alla diligenza tanto da far pensare che i rapporti intergovernativi contino sempre di meno rispetto ad una situazione che sembra giunta in una fase di disperazione così avanzata da diventare incontrollabile. (Guido Colomba)

Massoneria e fede religiosa

Negli Stati Uniti chi vuole aderire alla Massoneria deve riempire un formulario. Tra le varie domande ve n'e' una "Credi in Dio ?" che e' fondamentale. Se l'aspirante massone e' agnostico o ateo la sua domanda non viene presa in esame. Una volta diventato membro del Craft, dopo molti scrutini e passaggi rituali, il Brother viene sollecitato a manifestare e praticare la sua fede religiosa al di fuori delle mura del Tempio, nella cosiddetta vita 'profana'. Nelle Logge americane convivono in perfetta armonia Fratelli musulmani con ebrei, buddisti con cristiani di diversa confessione, cattolici. Tutti all'inizio ed alla fine dei lavori delle loro stated communication, ovvero riunioni ufficiali, invocano e ringraziano il Grande Architetto dell'Universo che tutti ci unisce. Anche perche' non e' pensabile che uno vada da un altro Fratello imponendogli di credere nel proprio dio che lava piu' bianco dell'altro.
A testimonianza di quanto sopra riprendiamo l'intervista rilasciata dal Gran Maestro del GOI, Gustavo Raffi, a La Stampa di Torino, che mette in evidenza quante delle accuse rivolte alla Massoneria siano fuori dalla realta'.
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“Macché atei, siamo massoni”



In questa intervista Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, affronta il tema della fede. “Noi crediamo nell’Architetto dell’Universo”

GIACOMO GALEAZZI
ROMA
«La massoneria regolare non è atea. Anzi la nostra pietra miliare è l’idea del Grande Architetto dell’Universo, ricca di conseguenze e di implicazioni straordinarie». Con «Vatican Insider», l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, affronta la questione-fede «un argomento che potrebbe apparire provocatorio sia da un punto di vista "interno" sia "esterno"».

Perché parlare di fede è “provocatorio” per la massoneria?

«E’ una provocazione, innanzi tutto, al di fuori del circuito massonico, dove molte persone, ignorando sia i principi sia le categorie ispiratrici della nostra tradizione muratoria, ritengono che la Massoneria sia un tempio dell’ateismo, oppure semplicemente immaginano che il mondo massonico debba essere statutariamente estraneo ad ogni speculazione di ordine filosofico».

Non è così?

«No. Al centro dell’universo e del Tempio massonico, noi abbiamo facoltà di trattare di qualsiasi argomento, alla precisa condizione che si sappia come discuterne: ovvero nei giusti limiti dell'opportunità simbolicamente evocata nello spazio racchiuso tra squadra e compasso. Quindi, sarebbe abbastanza curioso se proprio il principio divino dell'operato massonico fosse un tema automaticamente vietato o da considerarsi tabù».
La Massoneria pensa Dio? Può farlo? E come?

«Il fatto assodato che le Massonerie regolari abbiano messo il Grande Architetto dell'Universo al centro dei loro lavori è già di per sé una risposta positiva alla prima domanda. La ritualità della tradizione muratoria ha per gran parte tratto le proprie origini storiche da un retroterra cristiano. Poi le vicende culturali e filosofiche emerse soprattutto durante il secolo dei Lumi sono venute a focalizzare posizioni e orientamenti contrastanti. Ma tutto ciò per un verso ha rafforzato una certa tradizione cristiana (come nel caso paradossalmente estremo della tradizione scandinava, dove Ebrei, Musulmani non hanno un accesso agevole all'istituzione massonica), per l'altro hanno coagulato una volontà di forte apertura interreligiosa e multiculturale».
Il dialogo tra religione e massoneria è possibile?

«Sì, seguendo l’esperienza anglosassone, altre Comunioni massoniche, sotto la volta arcuata del Grande Architetto dell'Universo, hanno aperto via via le porte dei Templi ai fedeli di altre confessioni, non necessariamente di matrice giudaico-cristiana, come Hindu, Zoroastriani, Buddhisti, Scintoisti, Sikhs. Alcune di queste Massonerie, si sono talora orientate, almeno in certi momenti, seguendo orientamenti di tipo deistico. E mai la Massoneria si è espressamente pronunciata su una definizione teologalmente "forte" e allo stesso tempo "rigida" o "esclusiva" dell'Ente supremo in chiave razionalistica».
C’è reciprocità?

«Per la verità ancora oggi non è inusuale il fatto che, se qualcuno facesse solo una vaga professione di deismo verrebbe immediatamente tacciato di essere "massone", anche qualora ciò non fosse affatto vero. Ma ripeto, non si può affermare che la Massoneria sia statutariamente deistica o apertamente incline al deismo. Tale orientamento costituisce una opzione individuale, come altre. Un caso a parte, storicamente più legato all'area francese, riguarda inoltre tutte quelle Massonerie che, in un particolare momento della loro tradizione, hanno invece deciso di disfarsi del cosiddetto "Libro sacro" ed hanno assunto un atteggiamento che non sarebbe corretto definire "ateo" o "agnostico", ma semplicemente "indifferente" alla questione della trascendenza, e che lascia piena libertà alle singole Logge di operare con o senza il riferimento al Grande Architetto dell'Universo. Come se si trattasse di un'opzione possibile, ma non necessitante, così come invece noi reputiamo. Proprio per tale ragione noi consideriamo tali Massonerie "irregolari"».
I massoni vengono scomunicati dalla Chiesa cattolica...

«Non è un nostro problema. La Massoneria non è una religione; per questa ragione noi non abbiamo un "Dio massonico" né una "teologia massonica". Il Grande Architetto dell'Universo rimane solo un concetto generale ed universale che la Massoneria non può né deve determinare, perché di per sé inesprimibile e indefinibile nel contesto di un'istituzione che si pone come luogo di incontro di diversità. Questa entità divina e suprema rappresenta un concetto centrale che deve essere interpretato direttamente da ciascun Fratello, secondo la propria libera coscienza e la sua fede. Un Dio Massonico sarebbe di converso una completa assurdità, poiché ciò imporrebbe di fatto una dottrina religiosa a tutti i membri della Comunione massonica distruggendo le differenti e individuali opinioni religiose, teologiche e filosofiche dei singoli Fratelli. In questo modo la Massoneria si trasformerebbe in una riproduzione di una setta minoritaria, con l'abbandono del suo profondo forte retroterra interculturale e della sua intrinseca tolleranza».
E’ sempre stato così?

«Sarebbe antistorico immaginare che la Massoneria delle origini fosse così "moderna" da porsi come luogo di incontro per tutti gli uomini di "buoni costumi", come invece avverrà solo più tardi, indifferentemente rispetto ad ogni possibile differenza di razza e religione. La Massoneria, però, sin dai primordi, produsse un notevole impatto sul processo di modernizzazione del mondo verso forti ideali di mutuo rispetto e tolleranza religiosa. Ne è un esempio la Massoneria indiana, dove genti di tradizioni religiose diverse hanno operato e operano insieme senza pregiudizi etno-religiosi, è un esempio calzante. Ai molti Fratelli che vivono in paesi dove i pregiudizi antimassonici sono di poco conto che è necessario comprendere come questo "nostro" senso di fratellanza, tale da aprire la Massoneria a Cattolici, Protestanti ed Ebrei, per esempio nella Toscana nelle prime decadi del XVIII secolo, provocasse pesanti reazioni da parte della Chiesa Cattolica».
Sono problemi del passato?

«In un periodo di intolleranza politica e di dispotismo, quando ogni forma di assembramento, se non sotto il controllo della polizia, era assolutamente interdetto, il nostro modo di lavorare, interclassista per l'epoca, tollerante, scevro da preclusione dogmatica fu considerato come un evento pericoloso per la sicurezza dello stato; ovviamente ciò secondo il punto di vista di uno "stato di polizia". Queste ragioni ora non corrispondono più alla realtà e noi stiamo operando affinché si sfati questa falsa immagine della nostra istituzione nella profonda speranza che gli sforzi presenti possano meglio essere compresi al di fuori».
Cos’è davvero il Grande Architetto dell'Universo?

«Non è un comodo contenitore vuoto, opportunisticamente rimasto come un vecchio marchio di garanzia della derivazione regolare. Esso ha un senso, di carattere se non altro filosofico-cosmologico, al quale riferirsi ed al quale ricondurre una serie di principi cardinali»

Diario italiano: "Italia ce la puoi fare!"


Giorni fa sono andato a trovare il vicesindaco di Firenze Dario Nardella a Palazzo Vecchio dove per dieci anni mi sono agitato come giovane consigliere comunale del defunto Partito Liberale ingaggiando scontri verbali e fisici con i comunisti del tempo che non facevano sconti ad alcuno. Il dottor Nardella, superlaureato in giurisprudenza e diplomato in violino al conservatorio, ha poco piu' di trenta anni ed e' il braccio destro di quell'altro trentenne, il sindaco Matteo Renzi, terrore di una sinistra incartapecorita di cui sollecita la rottamazione. Al vicesindaco, al termine del nostro amichevole incontro di rimembranze americane, ho consegnato una copia del mio ultimo libro, W.D.C (sotto traccia) un giallo sullo scontro tra lobbies dei petrolieri e quelle delle energie alternative. Dario Nardella a sua volta mi ha dato la sua ultima fatica letteraria dal titolo seducente: " Italia: ce la puoi fare" (Mauro Pagliai editore).
Rientrato a Roma e visto che il fuso orario con l'America non concilia il sonno, mi sono messo a leggere. Si tratta di una raccolta di quindici elaborati fatti da giovani ognuno dei quali ha trattato un tema di propria competenza (immigrazione, infanzia, salute, cultura, mezzogiorno volontariato, etc.).
In genere le raccolte di interviste da chiunque fatte sono destinate al cestino. Nardella e Marco Bani hanno voluto legare invece queste diverse considerazioni, imbastendo una curiosa storia in comune intorno ad una immaginaria figura femminile chiamata Italia. Il risultato e' una lettura piacevole, molto motivata perche' fatta da giovani professionisti che buttano il cuore al di la' dell'ostacolo e non si limitano a piangere e criticare ma avanzano perentorie proposte di riscatto per un'Italia ormai alle corde.
Nella chiusura Dario Nardella sostiene tra l'altro: "Ma e' indispensabile per raggiungere risultati urgenti che si affermi una volta per tutte una nuova generazione di donne e uomini che assuma la responsabilita' di guidare l'Italia con energie nuove, con la voglia e la determinazione di risalire la china. Tuttavia nelle universita' come nei partiti, nei giornali come nelle aziende, il 'turn over' e' considerato di rado un valore da perseguire. E' anzi ostacolato spesso da chi lo ritiene un pericolo per la propria condizione sociale ed economica..."
Finalmente, quando e' arrivato Morfeo, ci siamo sorpresi a pensare che le maschere che si agitano sul palcoscenico dell'avanspettacolo della politica italiana sono sempre le stesse da oltre venti anni. Meno Prodi che si e' ritirato da tempo e fa il suo mestiere, quello di professore globe trotter.

Las Vegas e la flebo per l'ubriaco

Las Vegas e' nota per essere la capitale del sesso, della droga e del denaro che scorre dalle tasche di migliaia di malati del giuoco d'azzardo tra i quali molti pensionati che bruciano i pochi risparmi di una vita di lavoro. Las Vegas e' nota perche' si possono noleggiare delle limousines con tanto di 'pole' intorno al quale si avviticchiano escort a prezzi non proprio stracciati. Oppure si puo' scegliere la limo allungata dotata di vasca Jacuzzi nella quale immergersi in compagnia, circondati da flutes di champagne e candele ancorate sui bordi. Las Vegas e' anche la capitale del consumo di alcoolici, attivita' questa nella quale l'americano medio si distingue (uomini e donne) a cominciare dagli anni del liceo e perfezionandosi poi al college. Quando l'intossicazione ha raggiunto un livello preoccupante e non si puo' guidare, pena essere schiaffati in prigione, ci si puo' rivolgere a HangoverHeaven.com, un'organizzazione che mette a disposizione alcuni furgoni attrezzati con lettino e fleboclisi approvate dalla agenzia federale delle medicine. Il costo di una seduta e' di 150 dollari e sembra che dopo un'ora di trattamento l'ubriaco sia in grado di riprendere il suo posto ad un tavolo da gioco in un casino' senza creare problemi agli altri appassionati. Che e' poi quello che interessa ai gestori dei casinos. Un business molto opportuno tenendo conto che il numero delle persone che crepano dopo avere superato i limiti massimi dell'intossicazione da alcool, droga o sesso estremo e' crescente a Las Vegas. Quelli che tirano le cuoia nelle migliaia di stanze d'albergo vengono fatti scomparire con grande professionalita' attribuendo la dipartita ad un attacco cardiaco nella maggior parte dei casi.



Diario italiano

Golf Club dell'Olgiata.
Commenti sui fatti del giorno: Bossi e la crisi della Lega.
Ci dice una cara amica:
"Anche i democristiani mangiavano. Ma almeno sapevano stare a tavola!"

Il futuro dei media. Una lezione al MICRI dello IULM

Nuovo satellite spia

Un razzo contenente un carico segreto e' stato lanciato dalla base californiana della Air Force a Vandenberg. Il vettore e' un Delta IV ed il lancio ha avuto successo. Sono scattate subito le supposizioni sul carico del razzo, sulla sua orbita e sullo scopo della missione. Gli analisti di intelligence ritengono che si tratti di un razzo capace di portare un satellite 'radar imaging' capace cioe'di vedere la notte e quando le condizioni del tempo sono cattive. Negli ultimi annni gli Stati Uniti hanno lanciato molti nuovi satelliti spia in sostituzione della flotta di vecchi satelliti che da anni girano sopra le nostre teste. I nuovi satelliti, di dimensioni ridotte rispetti ai precedenti, consentono di tenere sotto controllo al centimetro paesi e aree con una precisione che non e' consentita agli altri satelliti che ci danno informazioni dettagliate sulla Terra. Ovviamente questi nuovi satelliti, anche se nulla trapela dalle autorita' militari, sono il punto di forza dell'impiego dei drones, gli aerei senza pilota, impiegati su larga scala nei teatri di guerra.