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Fiat Lux: oltre quattro miliardi di spettatori

Fiat Lux il programma di immagini proiettate sulla Basilica di San Pietro la sera del 8 dicembre a conclusione della giornata inaugurale del Giubileo e' stato visto da oltre quattro miliardi di persone.
Una bella soddisfazione per Lucia Grenna ed il suo Team e per la Banca Mondiale.

I botti di Capodanno




Cari amici,

questa è una storia vera di Capodanno; io, i miei familiari ed i miei cani, passiamo da tanti anni il 31 Dicembre tappati in casa perché dobbiamo tenere compagnia e rasserenare i  nostri amici a quattro zampe che in giardino resterebbero sconvolti dai botti.
Un 31 Dicembre, tanto tempo fa, un nostro cucciolone di pastore tedesco, età 10 mesi, era uscito di casa in giardino e, poco dopo, era cominciato l'infernale fracasso dei botti di Capodanno; terrorizzato, aveva saltato la recinzione del nostro terreno ed era fuggito nel bosco confinante, scomparendo nel buio. Alle prime luci dell'alba del 1° Gennaio, riprendemmo le ricerche, ma i boschi ed i prati innevati di San Germano erano deserti. Eravamo afflitti e quasi rassegnati per la scomparsa di Raf quando ci telefonò un conoscente che -anche lui- era uscito di buon mattino per fotografare paesaggi innevati. Improvvisamente aveva visto un cane che, festoso, gli veniva incontro. Il nostro numero di telefono era inciso sul collare. Un'ora dopo, accompagnato a casa nostra, Raf rientrava felice, sano e salvo. Quel Capodanno era iniziato bene per tutti.  

Lo slogan "fuochi sì e botti no" l'avevo lanciato molto tempo fa, ma i Sindaci si erano sempre trincerati dietro pretesti vari per non proibire i botti nei territori dei Comuni di loro competenza.

Auspico che la decisione di Capodanno 2015-16  di Pinerolo di fare festa con "fuochi pirotecnici a basso impatto sonoro" (e spero anche col divieto per tutti i cittadini di sparare botti) sia mantenuta in futuro e che Eugenio Buttiero, che felicito per questo provvedimento, faccia scuola a tutti i suoi colleghi Sindaci del Pinerolese, per rispettare la quiete pubblica, la salute degli infermi e la vita degli animali.

Buon 2016,
Dario
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Dario Seglie
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Concussion

 

"Concussion" e' un film da vedere e da meditare. Uscito negli Stati Uniti il giorno di Natale e' stato strapazzato da Star Wars che ha gia' superato il miliardo di dollari in tutto il mondo.

Ma e' una storia che, in un paese dominato dal business, propone ancora una volta il Davide che sfida il  Golia di turno e lo mette in difficolta'.

'Concussion' in inglese significa 'commozione cerebrale', patologia che si verifica molto spesso tra i praticanti di questo sport e che coinvolge migliaia di professionisti affetti da chronic traumatic encephalopathy (CTE), una malattia dovuta a ripetute lesioni cerebrali a seguito di urti.

'Concussion', interpretato da un eccezionale Will Smith che recita la parte di un nigeriano che ha trovato lavoro come medico legale nella contea di Allegheny, Pensylvania, si basa sui risultati delle autopsie condotte su giocatori professionisti in larga parte morti per suicidio.

Bennet Omalu, un uomo interegerrimo, si trova a lottare contro altri medici che denigrano i suoi studi riportati in un celebre articolo pubblicato da una rivista scientifica.

Il potere economico che muove il circo del football americano, tenta di neutralizzare questo medico nero e i pochi altri professionisti che credono in lui.

Sono oltre 5mila le cause promosse contro la NFL (National Football Association) da professionisti ritiratisi che lamentano pesanti limitazioni psicofisiche.

Ma, nonostante i soldi che la NFL deve pagare ai suoi ex giocatori, il football americano resta ancora lo sport  piu' amato e diffuso negli USA.

Quanto ai tanti casi di giovani che giocano nei campionati della scuola media superiore e universita' paralizzati a seguito di uno scontro, passata l'emozione del momento tutto torna a brillare come prima.

L'importante e' che non si disturbi il manovratore. Quanto al film riuscira' a suscitare qualche perplessita' che rientrera', presto coperta dai miliardi di dollari chje girano in questa disciplina sportiva che con la sua violenza ostentata e' lo specchio del DNA di larga parte della popolazione americana.
Bennet Omalu in front of some football helmets

Sapore di sale.....dicono di noi !




In Washington DC today we were basking in 70 degree weather! Could not help but think about Summer on a Mediterranean beach and my favorite song, "Sapore di Sale" by Gino Paoli. This rendition was performed a few days ago by my good friend Oscar Bartoli - molto bravo!

Questa e' l'ultima news 2015 del Premier Renzi

 a conclusione di un anno  denso di cose fatte bene. Quanto a coloro che hanno in canna sempre la critica facile del "Si', pero'..", lasciamoli ai loro trastulli, augurandogli di farsi prescrivere un decongestionante per il fegato.

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Innanzitutto rinnovo gli auguri di buone feste a tutti.

Una e-news riassunto e bilancio di questo 2015, anno che ha visto l'approvazione di leggi attese da molto tempo. E spesso passate sotto silenzio. Dall'articolo 18 alla legge elettorale, dalla tassa sulla prima casa all'Expo, dalla flessibilità al bicameralismo paritario, ci sono alcuni argomenti di cui i politici prima di noi hanno parlato per anni senza realizzare granchè. Noi ne abbiamo parlato poco. Ma adesso non se ne parla più o quasi. Vorrei mettere in fila i fatti. E mi piacerebbe che tutti potessero giudicare senza preconcetti o ideologie.
1. Un anno fa il PIL dell'Italia aveva il segno meno per il terzo anno consecutivo (2012 -2,3%; 2013 -1,9; 2014 -0,4). Quest'anno abbiamo cambiato verso: segno più. Più 0,8%.
2. Un anno fa dicevano che non avremmo mai realizzato il JobsAct. Quest'anno il JobsAct è legge. La disoccupazione è scesa dal 13,2% all'11,5 (ancora alta, ma in discesa, finalmente). E ci sono oltre trecentomila occupati in più. Molti sono contratti a tutela crescente. Non è un caso se i mutui sono cresciuti in questo anno del 94%!
3. Un anno fa dicevano che l'Italicum sembrava incagliato in Parlamento. Adesso abbiamo una legge elettorale che garantisce la scelta dei cittadini e la stabilità del Governo. Un impegno mantenuto.
4. Un anno fa si diceva a mezza voce che non avremmo mai eliminato la componente costo del lavoro dall'Irap e che sarebbe stato impossibile ottenere la copertura per gli 80 euro. Adesso non solo abbiamo confermato queste voci di bilancio, ma abbiamo anche eliminato le tasse sulla prima casa, le tasse agricole e gli 80 euro sono anche per tutte le forze dell'ordine. L'economia torna su, le tasse vanno giù.
5. Un anno fa la riforma costituzionale era alla prima lettura. Adesso è a un passo dal traguardo. Prima però saremo noi a chiedere il referendum perchè gli italiani possano esprimersi nel merito di questo lavoro di semplificazione.
6. Un anno fa la questione migrazione era un problema solo italiano e qualche specialista della paura parlava di invasione. Adesso scopriamo che è un problema europeo e che l'Europa - per la prima volta - prova (prova) ad affrontarlo, sulla base delle sollecitazioni del nostro Paese.
7. Un anno fa la riforma della Pubblica Amministrazione procedeva a rilento. Adesso è legge dello Stato. E i primi decreti di attuazione saranno all'attenzione del Consiglio dei Ministri a gennaio.
8. Un anno fa la Buona Scuola era in fase di consultazione. Nonostante le polemiche siamo andati avanti e adesso migliaia di professori hanno la certezza di poter insegnare, educare, approfondire con i propri ragazzi.
9. Un anno fa il dibattito sulla giustizia era sempre sulle solite questioni: falso in bilancio, responsabilità civile dei magistrati, corruzione, prescrizione, reati ambientali. Abbiamo trasformato in leggi queste discussioni eterne. E grazie al lavoro svolto, oggi abbiamo ridotto di circa il 20% le pendenze giudiziarie. L'arretrato, insomma.
10. Un anno fa la questione autonomia a venti musei sembrava una provocazione. Adesso ci sono venti dirigenti nuovi che gestiscono venti luoghi che tutto il mondo ci invidia. E abbiamo aumentato i soldi per la cultura, in tutti i settori, dal cinema ai giovani. Forse non si mangia, ma con la cultura ci si nutre.
11. Un anno fa l'Italia assisteva ai colloqui di Vienna sull'Iran dalla televisione, perchè non eravamo invitati. Adesso siamo protagonisti sia a Vienna sulla Siria, che a Roma e New York sulla Libia. Un italiano sta per assumere la guida dell'alto commissariato per i profughi, un'italiana sta per assumere la guida del Cern. L'Italia è tornata.
12. Un anno fa chiedevamo flessibilità all'Unione Europea. Adesso la flessibilità fa parte delle regole e vale fino all'1% del PIL, per l'Italia oltre 16 miliardi di euro.
13. Un anno fa rischiavamo di perdere miliardi di euro per i fondi europei, a cominciare da Pompei. Adesso abbiamo inaugurato sei domus e ci siamo dati appuntamento al 24 agosto 2017 per chiudere tutta la parte di restauro eccezionale.
14. Un anno fa i gufi preconizzavano (e forse auspicavano) il fallimento dell'Expo. Adesso possiamo dire che è stato un successo. E l'agroalimentare italiano vola come export più del doppio degli altri prodotti che esportiamo.
15. Un anno fa (anche meno) ci accusavano di esserci dimenticati il sud. Adesso si sono dimenticati delle loro critiche di allora. Perchè nessuno ha mai fatto tanto per il Mezzogiorno come questo Governo: credito di imposta, Terra dei fuochi, Bagnoli, Ilva, Salerno Reggio Calabria, Continuità territoriale, Abruzzo post-sisma, Napoli Bari, tavoli di crisi. Si può discutere dei risultati, come sempre. Ma non si può negare che ci sia un impegno inedito per affrontare la questione Mezzogiorno.
Ho segnato le prime quindici cose che mi sono venute in mente. Ma effettivamente l'elenco potrebbe essere molto più numeroso. è solo per dire che quest'anno abbiamo messo mano a tantissimi dossier che erano impantanati da anni.
Questo non significa che abbiamo fatto tutto bene o che non c'è altro da fare. Anzi. Siamo ancora in pista per i diritti civili (ius soli, civil partnership, servizio civile e terzo settore), per i decreti legislativi di attuazione alla riforme della Pubblica Amministrazione e della Scuole, per le misure di sostegno al credito.
Ma la verità è che l'Italia non è più incagliata nelle secche, che la svolta in questo 2015 c'è stata (lo abbiamo visto fin dai primi giorni con l'elezione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, splendidamente realizzata dallo stesso Parlamento che aveva fallito l'obiettivo due anni prima). E che c'è tanta fame di Italia nel mondo. Dovremo rendere sempre più semplice questo nostro bellissimo Paese. E vedrete che a quel punto non ce ne sarà per nessuno.
Gli eventi della settimana, per chi se li fosse persi: variante, Libano, Pompei
  • Abbiamo inaugurato la variante di valico. Era una scommessa con l'AD di Autostrade, fatta l'8 novembre 2014. Dopo tanti ritardi, ci siamo messi a correre. E avere un obiettivo sfidante ha permesso di rispettare l'impegno: apertura prima di Natale per dare un piccolo segno di attenzione agli automobilisti. Meno curve, meno benzina, meno code.
  • Abbiamo visitato i nostri ragazzi in Libano. Augurando loro buon Natale, visto che lo passeranno lontano da casa. Ma abbiamo anche inaugurato una scuola che Unicef ha attrezzato con i soldi della cooperazione italiana, scuola che accoglie al mattino i bambini libanesi, al pomeriggio i figli dei profughi. Confesso di essermi emozionato.
  • Abbiamo inaugurato sei domus a Pompei. Un luogo che faceva notizia per i crolli e che adesso fa notizia per i restauri. Anche questo è cambiare verso.
Un sorriso e di cuore buon 2016 a tutti e a ciascuno.
Grazie per la vostra amicizia e il vostro sostegno, spesso a distanza.
Per me sentirmi parte di una grande comunità di persone che vogliono talmente bene all'Italia da provare a cambiarla è molto importante. Grazie davvero, cari amici delle Enews!

Matteo

Boss o Leader: questo e' il dilemma....





Pranzo di Santo Stefano. Intorno al tavolo si ritrovano quattro persone: un medico noto a Washington, due giovani professionisti e un dirigente pensionato.

Il primo giovane lavora in India e il secondo tra Los Angeles e Roma. Il pensionato fa il pensionato.

Il discorso cade su come gestire il personale.

Il noto medico tira fuori lo smart phone e mostra questa vignetta dalla quale si deduce che il leader e' colui che da' l'esempio a trascina gli altri per il raggiungimento della missione.

Essere persuasivi con i collaboratori o rigidi nella applicazione delle norme?

Vengono citati i casi di Facebook e Google, aziende nelle quali l'atmosfera e' di grande, reciproca familiarita'. Ma nelle quali poi sono monitorizzati i rendimenti al minuto.

Nella conversazione si inserisce talvolta il fattore cultura: gestire personale in Asia non e' come farlo negli States o in Italia.

Volere adottare le metodiche di gestione degli americani in un cuntesto come quello indiano puo' portare a spiacevoli risultati.

Tutti sono d'accordo nel rilevare che non esiste amicizia o affetto nei luoghi di lavoro tra chi ha responsabilita' direttive e chi collabora.

Con le dovute eccezioni che sono comunque minoranza rispetto alla generalita' dei comportamenti. Tralasciando il caso della segretaria del boss che se lo porta a letto e lo fa divorziare dalla moglie, che, talvolta, va in azienda e prende a ombrellate il fedifrago e la solerte assistente. (E' successo anni fa a Roma ad un noto direttore del personale).

Uno dei giovani viene rimbeccato dal medico: "Tu poni la tua asticella a 150 e pretendi che gli altri siano in grado di seguirti in questa tua esasperata gara con te stesso per raggiungere in tempo utile un obiettivo. Ma la gente non ti capisce. A meno che tu non decida di motivarli a forza di sostanziali benefici economici."

Il dirigente pensionato ricorda di avere avuto a che fare per oltre quaranta anni con individui di ogni tipo, uomini e donne.

Il bastone e la carota di britannica memoria non funzionano con tutti.

Nel confronto intorno al tavolo riciccia la distinzione tra autoritarismo e autorevolezza. Si fa notare che si tratta di una definizione semantica. Perche' un capo raramente e' stimato e non tutti sono disposti a motivarsi oltre un certo limite per raggiungere un obiettivo che alla fine dei conti non considerano proprio ma di chi gestisce le loro vite professionali.

Quanto a chi sta al vertice, si chiami boss oppure leader, la sua vita e' sempre piu' solitaria mentre sale le scale del potere (comunque definito). Ed il vallo con i suoi piu' stretti collaboratori si fa sempre piu' ampio, nonostante la falsa familiarita'.

Perche' alla fine in azienda (o in ogni organizzazione articolata, Chiesa compresa) conta quello che diceva il marchese del Grillo: " Io so' io e voi nun siete un cazzo!"
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Carissimo Oscar,
Tu chiudi sull'amletico blog con la frase del marchese del Grillo:
Perche' alla fine in azienda (o in ogni organizzazione articolata, Chiesa compresa) conta quello che diceva il marchese del Grillo: " Io so' io e voi nun siete un cazzo!"
Ma se il boss o leader è questo qui sotto, come siamo messi ?
O tempora o mores !!!
Ancora auguri.
Dario

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il paye pour comprendre par qui le monde est gouverné!
vale la pena di capire da chi il mondo è governato!


 Un Prix exceptionnel est décerné au président François Hollande pour l'ensemble de ses "hollanderies"...
parmi celles-ci, le jury a retenu :

 "Il n'y a rien de plus terrible pour un soldat déjà anonyme que de mourir inconnu"  Discours du 11/11/14 (site de l’Élysée)

"Je demande aux Français de ne pas aller dans les zones à risques parce que c'est dangereux", (Déc/14)

"Il y a ceux qui n'attendent plus rien...je fais en sorte de leur apporter ce qu'ils attendent",

"Il y a aussi le défi de la mondialisation, parce que le monde n'est pas facile……..et parfois, il n'est pas gentil".



 Traduzione: Un premio eccezionale è stato attribuito al Presidente Fr Hollande per le sue "hollanderies". Fra tutte la giuria segnala:

"Non c'è niente di più terribile per un soldato già anonimo che morire  ignoto (soldat inconnu = milite ignoto)"
Discorso del 11/11/14 (sito dell’Élysée)

"Chiedo ai Francesi di non andare nelle zone a rischio perché è pericoloso"
(Dic/14)
" C'è gente che non aspetta più niente. Io faccio  in modo da portare loro quello che aspettano"

"C'è anche la sfida della mondializzazione, perché il mondo non è facile ... e talvolta non è gentile ..."