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Diario italiano: Il mio rientro in Italia dopo trenta anni d'America

 

 

 " Mister Bartoli,  lei ha concluso la sua terapia a base di Abiraterone. Siccome il PSA sta ricominciando a salire dobbiamo cambiare medicina. Pertanto ci orienteremo su Xtandi che e' piu' efficace."

Cosi il Dr. Leger del Georgetown Hospital.

Arrivato a casa ho scoperto che la nuova potente medicina mi sarebbe costata 3800 dollari al mese ai quali aggiungere altri duemila per l'assistenza nazionale a Medicare che devo pagare perche' non ho versato i quindici anni di contributi alla Social Security.

In Italia Xtandi e' coperta dal Servizio Sanitario Nazionale.

Dopo un breve dialogo con Franca abbiamo deciso che era giunto il momento di dire 'ciao' alla nostra amata America dopo trenta anni di felice permanenza e ritornare in Italia.

A gennaio abbiamo iniziato un affrettato giro in Italia per trovare un appartamento. 

La scelta obbligatoria era Udine la citta' natale di Franca. Ed abbiamo iniziato a selezionare varie location, nel centro della citta', dove la mia  sposa aveva trascorso gran parte della sua fanciullezza e adolescenza.

Sennonche', a conferma del noto 'parenti serpenti", ci si e' messa di mezzo una stretta parente di Franca che animata da un incomprensibile odio, ha creato una 'incompatibilita'  ambientale' che ci ha costretto a cancellare Udine dai nostri programmi. 

"Voi non immaginate di cosa sono capace" ha detto la forsennata chiudendo  la tumultuosa telefonata generata dal fatto che era stato accettato l'invito a andare a dormire dal figlio. Boh ?!

Abbiamo iniziato una discesa lungo la penisola escludendo Firenze, la citta' nella quale sono cresciuto. perche' ormai non ho piu' solidi riferimenti familiari e affettivi.

Quando abbiamo espresso ad alcuni amici romani l'intenzione di stabilirci nella citta' eterna (nella quale avevamo trascorso piu' di venti anni prima di andare in America), siamo stati sommersi da ondate di caldo entusiasmo e amicizia che ci hanno convinto a metterci a cercare l'appartamento a Roma.

Avevamo poco tempo prima di rientrare a Washington.

Franca si imbatte in un annuncio relativo ad una abitazione nel parco di Veio, zona Giustiniana a 15 minuti dall'Olgiata dove avevamo trascorso anni della nostra vita.

Andiamo a vedere ma purtroppo Franca era ancora sotto lo shock dell'episodio con la folle parente ed in piu' la giornata era grigia. 

Percio' nulla da fare e ci siamo messi alla ricerca di altre soluzioni spazzolando decine di appartamenti sino al centro storico di Roma.

Ogni volta che stavamo per visitare un appartamento io provavo a dire: " Ma perche' non ritorniamo a vedere il primo che abbiamo visto?" senza successo.

Eravamo in fase conclusiva con un locale prestigioso in via Venti Settembre a due passi da Largo di Santa Susanna. La proprietaria traccheggiava e non si decideva a darci una risposta.

Franca si fa convincere a ritornare a vedere quel casale che aveva escluso.

La giornata era splendida ed e' stato cosi' che la sposa si e' entusiasmata del posto, dei prati, dei fiori, dell'atmosfera. Del nostro modo di vivere Roma.

 

 

Qualcuno da qualche parte continuava a dirigere le nostre scelte distogliendoci da quelle sbagliate.

Siamo ritornati a Washington per il trasloco. 

Avete un'idea di cosa significa fare un moving di una casa di quattro piani? 

Franca e Max, arrivato da Veracruz, hanno lavorato sino allo sfinimento insieme ad una societa' esperta di traslochi alla quale abbiamo affidato tutto quello che poteva essere venduto. 

E dio solo sa quanta roba viene nascosta in una casa nel corso degli anni e di cui viene persa traccia.

Amici e conoscenti della colonia italiana ci hanno sommerso di "ma perche' ve ne andate? Ci mancherete molto et similia" il tutto detto con affetto e convinzione da molti e con chissenefrega da altri.

Siamo rimasti sorpresi per la cerimonia organizzata presso Holy Rosary Church, la chiesa degli italiani, dove siamo stati celebrati con tanta vera simpatia ricordando quanto organizzato da Franca (un suo vestito e' esposto nel Museo dei residenti a Washington) ed il fatto che il vostro redattore sia stato lettore alla messa in italiano delle 10:30  per molti anni.

Il 13 aprile siamo ritornati in Italia. Dopo due giorni ho partecipato ad un convegno a Rimini, poi Milano per il mio minicorso al MICRI IULM che non ho potuto completare per una completa afasia che preannunciava una broncopolmonite.

Come vedete non mi faccio mancare nulla. 

E poi ogni tanto mi veniva in mente quel "Voi non immaginate di cosa sono capace", anche se razionalmente bisogna rifiutare certi pensieri.

Ma non era finita.

Ogni maschio anziano sa bene che durante la notte le alzate per andare al bagno sono numerose, sopratttutto se sei sopravissuto alla degenerazione della tua prostata.

Il 4 giugno mi alzo cercando di non svegliare la consorte. Alcuni passi nel corridoio, improvviso giramento di testa, il mondo sottosopra, e cado all'indietro. Mini frattura posteriore sinistra della scatola cranica.

 Dopo alcuni giorni mi sveglio perché sollecitato ad andare al bagno, mi metto a sedere sul letto e precipito a testa in giù sul comodino, spigolo compreso, per una ennesima vertigine totale.

 Da questa vertigine e conseguente testata a tutto campo deriva un ematoma cerebrale che dovrà essere trattato ed eliminato da un intervento fatto presso l'ospedale Gemelli di Roma da un chirurgo del dipartimento neurochirurgia guidato dal professor Olivi. 

Guarda le combinazioni della vita: Olivi mi ha sentito cantare e suonare in un party a Washington organizzato dalla inesauribile dottoressa Erminia Scarcella..

Nonostante l'abilita' del chirurgo Signorelli, dopo venti giorni l'ematoma si riforma e cosi devo essere sottoposto ad un altro intervento, utilizzando gli stessi pertugi usati nel precedente intervento, tanto il cranio me lo hanno gia' trapanato.

 

La morale di questa storia e' che se ti scappa la notte e' meglio usare il pappagallo.

E, se mentre sei disteso nel tuo letto di ospedale, ti riciccia nella testa perforata la frase ""Voi non immaginate di cosa sono capace", bisogna scacciarla quella frase perche' si fa peccato.

Oscar