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Il mio transAmerica in auto: da Washington a St. Louis (prima tappa)

Iniziamo con questo video una serie di puntate del 'crossing America' che abbiamo fatto recentemente. Anche se si tratta di un viaggio personale e senza alcun intento professionale, riteniamo possa interessare chi vorrebbe fare un'esperienza analoga, chi mai la fara' ma comunque vuol vedere come se la sono cavata gli altri, chi l'ha gia' fatta e vuole integrare i suoi ricordi con quelli di un altro.
Suggeriamo di consultare il blog ogni giorno perche' la pubblicazione degli altri capitoli non e' periodica ma casuale. 
Basta cliccare su

www.oscarb1.blogspot.com

e mettere questo link tra i 'preferiti'.

Molti cordiali saluti,
Oscar Bartoli


Italia, ritorno al manifatturiero e mini-bonds


di Guido Colomba




(The Financial Review n. 785) Vi sono tre aspetti che possono indurre all'ottimismo nel senso di "think positive". Il primo è costituito dalla testimonianza dell'a.d. di Fincantieri Giuseppe Bono che, dinnanzi a una platea molto qualificata (Canova Club), ha illustrato la storia di successo del gruppo cantieristico italiano, ai primi posti nel mondo. Con due precisazioni meritorie: la prima è di avere delocalizzato "al contrario". Cioè assumendo mano d'opera da tutto il mondo (il manuale di sicurezza è tradotto in 60 lingue) per lavorare in Italia. La seconda è una conseguenza della prima: occorre riaprire e puntare sulle scuole professionali per insegnare i mestieri di base ai giovani italiani (con il 40% di disoccupazione attuale). "Altrimenti - ha detto Bono - tra dieci anni non si troveranno più maestranze e la concorrenza estera ci toglierà il primato". In pratica, Bono ha indicato la via del ritorno al manifatturiero (fino al 2007 costituiva il 25% del PIL) come linea-guida di politica industriale. Una strada intrapresa con energia, già nel 2012, dagli Stati Uniti che ha posto fine alla lunga "delega" cinese. Non a caso Washington, dal giugno scorso, ha avviato con l'Europa la trattativa per una gigantesca zona di libero scambio tra le due sponde dell'Atlantico (Datagate è stato un tentativo di sabotaggio?) con un vantaggio stimato per l'Italia in 21 miliardi di dollari. Il secondo aspetto è rappresentato dai minibond. In Italia vi sono 35mila possibili emittenti che, secondo uno studio del Cerved, hanno i giusti requisiti di solidità e solvibilità. Sulla base di questo rating (classe di rischio e probabilità di default) alle imprese potrebbero arrivare finanziamenti per 35-40 miliardi. I dati relativi a queste 35mila aziende, che rappresentano il 10% del PIL, sono impressionanti. Hanno generato un giro di affari pari a 785 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 162 miliardi e debiti verso banche per 140 miliardi. Proprio nella dinamica di queste aziende si trovano le due "chiavi" dello sviluppo competitivo: innovazione e internazionalizzazione. Il governo deve dedicare a questo settore la massima attenzione per rilanciare il settore manifatturiero e creare occupazione. Il terzo aspetto riguarda la classe politica. Il re è nudo e la crisi sta costringendo i due maggiori partiti e non solo, a "cambiare pelle". Le Regioni hanno bloccato anche in questi ultimi due anni di emergenza ogni tentativo di introdurre i costi standard nella sanità (108 miliardi l'anno con un aumento del 40% in dieci anni). Hanno costretto il governo Monti ad allontanare il titolare della spending review, Enrico Bondi, reo di avere subito individuato 10 miliardi di tagli (di cui 3,2 miliardi nei servizi non sanitari). Matteo Renzi ha detto con chiarezza che bisogna voltare pagina. Fassino a Torino ha invocato la "rivoluzione" per ridurre le troppe regole che affliggono il Paese. Nei partiti, finalmente, emergono forti spinte per ridurre gli sprechi della macchina dello Stato e abbattere il debito pubblico. Tra gli opinionisti vi é una certezza: tutti hanno partecipato all'assalto alla diligenza (il debito pubblico è salito oltre il 130% del PIL) portando la pressione fiscale a livelli insopportabili. Di certo, la pazienza della middle class è oramai esaurita. (Guido Colomba, direttore responsabile - Copyright 2013 Edizione italiana)

Casino Night: Mr. Colaninno, I suppose?




"Come fly with me" Non e 'solo il titolo della famosa canzone di Frank Sinatra ma anche quello della notte dedicata alla 'silent auction' della National Italian American Foundation. Grazie alla contribuzione del gruppo Piaggio, nei saloni del Reagan Building e' stata allestita una magnifica 'Casino night' con tanto di big band (RKO) da quindici elementi, tavoli per il blackjack, pizze a sfare, tortelloni supercotti come piacciono agli americani, giovani cerbiatte in minitubino e tacchi da 20 centimetri.
Si gioca con finte mille lire e chi supera una certa cifra con le vincite puo' iscriversi per concorrere ad uno dei tanti premi in palio.
In bella vista sugli stand la Vespa, l'ibrido a tre ruote, la favolosa Guzzi California, la supermoto Aprilia.

Incontriamo il dottor Colaninno che si aggira nei saloni a controllare che tutto funzioni al meglio.
Siamo all'inizio della serata e complice il nostro antico mestiere lo chiamiamo e ci presentiamo.
Ovviamente il discorso cala sull'Alitalia. Colaninno ci dice che crede molto in questa compagnia. Dire che una azienda come Alitalia rappresenta il Paese non e' azzardato. Da qui l'importanza di mantenere in Italia questa societa'. Il riferimento ad un molto probabile passaggio nelle mani di Air France,  magari a costo zero, non e' poi da escludersi.
Manifestiamo la nostra perplessita' e ricordiamo che dell'Alitalia ci ha sempre colpito negativamente la puzzetta sotto il naso del personale viaggiante. Colaninno non reagisce, ma ci assicura che adesso le cose stanno andando diversamente. Alitalia oggi, ci dice, e' una buona societa'.
Gli ricordiamo che per anni abbiamo insistito con gli allora managers della cosiddetta compagnia di bandiera perche' fosse creato un volo diretto Washington- Roma. Ci siamo sentiti dire che il bacino di utenza di Alitalia e' New York.  Colaninno sostiene che sono in overbooking per le prossime festivita' natalizie.
Gia', rispondiamo. Ma se non fosse stato per l'allora ambasciatore Castellaneta e molto modestamente per la petizione organizzata da chi scrive tra gli italiani di Washington DC oggi non avremmo il volo diretto gestito dalla United che risulta strapieno ogni giorno della settimana nei due sensi.
Colaninno si stringe nella spalle e dice che non si puo' fare una rotta con un solo aereo. E ricorda di avere cancellato il volo con Pechino che costava alla compagnia 18 milioni anche se la frequenza era una volta alla settimana.
Lasciamo il dottor Colaninno al suo impegno di verifica e ci immergiamo nel salone principale ad ammirare la Vespa, simbolo della genialita' italiana che ha inventato molti decenni fa una mobilita' all'insegna dello stile.
Una linea ancora unica al mondo nonostante le tante imitazioni.

Oscar 
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Caro Oscar,

Ho letto dell'evento organizzato e sponsorizzato da Colaninno a Washington. Purtroppo (per noi) si tratta di uno dei più beceri esempi di distruttori di uno dei maggiori beni pubblici del ns. depredato paese e di arricchimento personale senza limiti.
Il Rag. Colaninno, fulgido esempio di cavaliere coraggioso della nuova razza padana (Baffetto dixit), è colui che ha distrutto Telecom Italia caricandola di una montagna di debiti (ottimamente imitato dal suo successore Tronchetti Provera, che ne completò l'opera) e uscendo dall'azionariato con i suoi consoci (Mondardini, Gnutti, Unipol, etc.) con un guadagno netto colossale (a spanne, 4 miliardi di €) senza aver investito e  rischiato in proprio un solo euro. Poiché è un uomo valido per tutte le stagioni, dopo aver comprato Piaggio (con i pochi soldi nostri, non suoi), con un bel giro di tango si è allacciato al Cavaliere lasciando Baffetto per andare a gestire Alitalia e riuscendo a distruggere del tutto una compagnia che partiva senza debiti. Siamo sempre entro i canoni del massimo delle leggi della finanza: "quando un'operazione è poco chiara, confusa  e difficile, agisci per renderla sempre meno chiara e più difficile: qualcuno interverrà sempre a darti il cambio e rilevarla per proseguire la tua opera".
Il meglio è che il suo seme lo troviamo come esperto economico del PD (Responsabile per lo Sviluppo Industriale e la Finanza d'impresa), sempre fido di Baffetto. Per grazia ricevuta, lo sentiamo pontificare su come il Governo deve intervenire per il rilancio dell'economia e sugli interventi di politica industriale.
Caro Oscar, come disse qualcuno, la differenza tra il Cavaliere e Baffetto è che il primo si è circondato di Lavitola, Tarantini, De Gregorio, Verdini, etc., mentre il secondo ha impiegato Colaninno, Gnutti, Giovanni Consorte, Ivano Sacchetti, etc.. Gente, comunque, di altra levatura.
Tu hai chiesto a Colaninno del volo Washington - Roma, ma potevi anche chiedergli perché Alitalia ha venduto i suoi slot nei maggiori scali internazionali ove operava, riducendosi essenzialmente ad operatore nazionale sulla rotta Milano - Roma (per far risorgere l'azienda) ed uscendone con le ossa rotte grazie alle mazzate ricevute da Moretti (con il modesto contributo di Montezemolo) con l'alta velocità.
Un cordiale saluto,
Aldo (Milano)

 

Franca's Winter Fashion Show



Nel salone della Casa Italiana di Washington DC si e' tenuto il fashion show di Franca Bartoli.
Hanno sfilato gentili signore e signorine della comunita' italiana della Capitale federale. Alcune madri insieme alle figlie.
Chi fosse interessato a chiedere particolari sulla collezione puo' scrivere a:
franca4569@gmail.com

Garibaldi e i massoni di Catania

Catania, splendida citta' alle falde dell'Etna, e' stata la sede del Convegno Mondiale che ha riunito centinaia di 'fratelli' in rappresentanza delle Logge Garibaldi sparse in ogni continente.
La Loggia Garibaldi locale guidata dal suo Maestro Venerabile, professor Giuseppe Ettore e da Salvo Pulvirenti, grande ufficiale del Grande Oriente d'Italia, ha offerto un'organizzazione giudicata perfetta dai tanti convenuti.
Ma l'aspetto piu' significativo e' stata l'apertura di questa manifestazione ai 'profani' ovvero alla cittadinanza locale.


Il convegno si e' tenuto nei saloni del Palazzo Biscari della famiglia Paterno' Moncada. Presente tra i vari oratori ed esponenti del mondo culturale ed economico nazionale anche Annita Garibaldi pronipote del grande Condottiero.
Il sindaco di Catania ha ricevuto una delegazione che ha posto una corona e targa ricordo al monumento cittadino di Garibaldi.
L'assessore alla cultura ha voluto partecipare all'evento a dimostrazione che nella citta' etnea l'Istituzione piu' antica del mondo viene interpretata oggi come un elemento di unione e di rafforzamento dei modelli ideali verso i quali deve essere ricondotta una societa', come quella italiana, che sta vivendo un momento di forte disorientamento morale oltre che sociale.
Negli interventi sono state sottolineate le grandi similitudini tra George Washington e Giuseppe Garibaldi. Ambedue grandi uomini d'arme che hanno costruito un nuovo stato. Quando la politica ha preso il sopravvento questi due Cincinnatus, come vengono definiti in America, hanno preferito ritirarsi nelle proprie terre.
Si trattava di uomini rinascimentali che, oltre al genio strategico nell'impostazione delle battaglie, univano anche una spiccata sensibilita' nel gestire i loro rapporti con gli uomini piu' influenti del momento per portarli dalla loro parte.
Ne e' testimonianza la famiglia Orlando di Messina che, perseguitata dai Borboni perche' composta da liberali, fu costretta a emigrare dalla Sicilia. Nel loro peregrinare fondarono i cantieri Orlando di Livorno e quello di Quarto dove vennero allestite le navi della spedizione dei Mille dell'armatore Rubattino sulle quali andarono due ufficiali: Paolo e Rosolino Orlando. Negli archivi di questa famiglia, che rappresenta la piu' antica dinastia industriale italiana, si conserva una cambiale di 500 lire firmata da Garibaldi per l'acquisto di fucili.
Nel suo intervento conclusivo Salvo Pulvirenti ha ricordato che, grazie alla guida del Gran Maestro Raffi del Grande Oriente d'Italia, Catania puo' oggi vantare 325 'fratelli' ed il raddoppio delle Logge.

 

Contro il credit crunch occorrono i mini-bond



             
                                      di Guido Colomba

 I mini-bond sono l'unica ricetta per far decollare il finanziamento alle piccole e medie imprese tenuto conto che il risparmio degli italiani è tuttora molto rilevante. Occorre però risolvere il problema delle garanzie, come hanno fatto altri Paesi (Spagna e Irlanda) a tutela dei risparmiatori. Sul fronte opposto vi sono due problemi concatenati (banche e tagli mancati) che hanno messo in allarme sia Bruxelles che la Bce (come attesta la lettera di Draghi). Se le banche italiane vengono penalizzate (stress test) per aver sottoscritto troppi Btp mentre affrontano gli "incagli" in continuo aumento, è difficile uscire dal tunnel della crisi. Il vuoto di credito continuerà. Lo stesso Fmi formula previsioni tutt'altro che tranquillizzanti. Due esempi. Il presidente di Confindustria, Squinzi, e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, giungono alle stesse conclusioni: occorre più coraggio e ne danno la misura. La legge di stabilità triennale doveva mettere sul piatto del costo del lavoro almeno 20-22 miliardi di euro, cioè molto più di quanto annunciato. La controprova è data dal crescente successo ottenuto dal pagamento parziale dei debiti arretrati della P.A. come attestano i dati della Banca d'Italia. Questi pagamenti (circa 11-12 miliardi erogati su 120 miliardi) hanno ridato fiato alle imprese con immediato effetto moltiplicatorio. Napolitano è intervenuto nel dibattito sostenendo che il coraggio deve essere responsabile. Come non essere d'accordo! Tuttavia, se non si taglia la spesa pubblica e se gli uffici legislativi non la smettono di introdurre centinaia di cavilli in ogni provvedimento non si va da nessuna parte. Il "no" al gassificatore di Brindisi ed a quello di Mestre (in Italia l'energia costa il 30% in più rispetto alle vicine Austria e Slovenia) dopo quasi dieci anni di tira e molla rappresenta la cartina del tornasole del "male oscuro" dell'Italia che in dieci anni ha perso un quarto del fatturato industriale. Il presidente della Campania affonda il coltello nella piaga: "A questo punto le Regioni non servono a nulla..." Lo ha detto in modo provocatorio lamentando i tagli lineari, senza rendersi conto di aver centrato il problema visto che alle Regioni fa capo oltre il 60% della spesa corrente (al netto di pensioni e interessi sul debito). Il buco nero di 19mila amministratori di 7800 imprese, che fanno capo agli enti locali con una spesa di funzionamento di oltre 15 miliardi di euro, testimonia il fallimento della casta politica al di là delle buone intenzioni di Enrico Letta e dei suoi innegabili successi ottenuti nelle missioni all'estero (con Obama ha anche sfoderato uno splendido inglese). Il coraggio è intraprendere nuove strade senza guardare in faccia alle tante corporazioni che ingessano il Paese. Il decreto in arrivo "Destinazione Italia" sui minibond vuole rendere la cartolarizzazione accessibile come quella dei mutui. Oltre alle emissioni dirette delle PMI accompagnate da garanzie reali, le banche potranno fare emissioni collateralizzate usandole come garanzia per ottenere finanziamenti presso la Bce. Anche le assicurazioni (hanno una ricchezza pari a 494 miliardi) potranno investire in bond, in quote di fondi e in questi titoli derivanti da cartolarizzazioni anche se non sono quotati. Un'autentica rivoluzione del credito in Italia che può finalmente sconfiggere il "credit crunch" (-4,6% negli ultimi dodici mesi). Sul piano fiscale verrà eliminata la ritenuta d'acconto se il compratore dei minibond è un Fondo. Questa agevolazione fiscale, a costo zero per lo Stato, va inquadrata nel "crowd funding" cioè nel finanziamento on line delle PMI che gli investitori possono ora effettuare con la piena autorizzazione della Consob. (Guido Colomba -Copyright 2013 - edizione italiana) 

THE ARAB SPRING

Corrado Cantatore e' un personaggio molto conosciuto negli ambienti dell'intelligence internazionale. Non solo perche' ha servito per anni come  liaison tra l'Ufficio del Direttore del SISMI (Italian Military Intelligence and Security Service) e tutte le Agenzie di Intelligence del Nord America.
Ma parlano per lui le sue incredibili esperienze come pilota di elicotteri e paracadutista, le sue missioni di salvataggio di civili e militari.  Press Officer and Intelligence Coordinator dal 1982 al 1984 del contingente italiano in LIbano ha servito come liaison officer per la 'United Nations (UN) Interim Force' in Libano (UNIFIL). Durante la sua gestione le truppe italiane non hanno subito alcuna perdita, nonostante l'attacco terroristico che e' costato la morte di centinaia di soldati americani. Il Rotary Club di Washington DC lo ha invitato a tenere una lecture (molto applaudita) il cui testo riportiamo di seguito. Al termine, nel corso della sessione di domande e risposte, un alto ufficiale dell'aviazione americana e' intervenuto sottolineando come il ruolo di intelligence degli italiani sia apprezzato in massimo grado a livello occidentale e in particolare dagli americani. 

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THE ARAB SPRING
GOOD MORNING LADIES AND GENTLEMEN, MY NAME IS CORRADO CANTATORE AND I AM THE CEO AND FOUNDER OF DICE INTERNATIONAL SECURITY SERVICES, AN INDIPENDENT COMPETITIVE INTELLIGENCE CONSULTING COMPANY.  MY WORKING EXPERIENCE HAS BEEN VERY SIMILAR TO THE HUNDREDS OF MY COLLEAGUES:  OFFICER WITH SPECIAL FORCES OF ITALIAN ARMY FIRST, THEN ATTACK HELICOPTER PILOT. RECRUITED BY THE ITALIAN INTELLIGENCE IN THE MIDDLE SEVENTIES, I HAVE BEEN OPERATING IN THE MIDDLE EAST AND AFRICA FOR ABOUT 30 YEARS UNTIL I WAS POSTED IN WASHINGTON, DC AS THE CHIEF OF THE ITALIAN INTELLIGENCE STATION.  IN THAT POSITION, I WAS IN CHARGE OF THE LIAISON WITH THE 16 AMERICAN INTELLIGENCE AGENCIES. WHO REMEMBERS A MAN CALLED MOHAMMED BOUAZIZI? HE WAS A TUNISIAN FRUIT AND VEGETABLE SELLER WHO BURNED HIMSELF ON DECEMBER 17, 2010 TO PROTEST THE CONFISCATION OF HIS FRUITS AND VEGETABLES BY A WOMAN MUNICIPALITY AGENT.  MOHAMMED WAS THE BREADWINNER OF HIS FAMILY AND WAS SELLING VEGETABLES TO SURVIVE. HIS SUPREME SACRIFICE WAS THE STARTING POINT OF THE SO CALLED “ARAB SPRING”. AN UPRISING THAT IN 2 MONTHS OUSTED THE PRESIDENT OF TUNISIA, BEN ALI, AND A FEW MONTHS LATER IT SPREAD AROUND REACHING EGYPT, LYBIA, AND LITTLE BY LITTLE HAS TAKEN HOLD OF ALL THE MIDDLE EAST REGION.  NO COUNTRY IN THIS PART OF THE WORLD HAS BEEN IMMUNE TO THIS “WIND OF SPRING”.  TO A  DIFFERENT EXTENT, ALL NATIONS OF THE ARAB WORLD HAVE BEEN INVOLVED.  OF COURSE, IN THOSE COUNTRIES WITH WEAKER GOVERNMENTS, THE CHANGE WAS MORE DRASTIC. AN EXAMPLE OF THIS IS LIBYA  WHERE NATO COUNTRIES (ALTHOUGH FOR THEIR OWN INTERESTS) WERE LED BY FRANCE IN THEIR ASSISTANCE TO THE REBELS. 
TO HAVE A POINT OF COMPARISON MORE UNDERSTANDABLE WE CAN SAY THAT THE ARAB SPRING HAS BEEN AS THE FRENCH REVOLUTION IN EUROPE IN 1989. BUT AS RETIRED INTELLIGENCE OFFICER I CAN NOT KEEP SILENT ABOUT SOME PIECES OF INFORMATION UPON WHICH THE ARAB SPRING IT WAS NOT A  SPONTANEOUS MOVEMENT, BUT RATHER A NEO-COLONIALIST INSTRUMENTALISATION. IF ANYONE CARES ABOUT THESE THEORIES IS SUFFICIENT TO TAKE NOTE OF THE LINK HERE BELOW, AFTER YOU CONNECT WITH THE SITE OF "TUNISIA SECRET" YOU SHOULD REGISTER TO SEE THE VIDEO. AS WELL I CAN NOT BE SILENT ON THE FACT THAT MOST OF WHAT IS HAPPENING TODAY IN THE MIDDLE EAST IS TIED TO A RACE TO EXPLOIT A HUGE GAS AND OIL FIELDS DISCOVERED IN THE EASTERN MEDITERRANEAN PROVINCE. THIS PERAPS GIVES  YOU A MORE COMPLETE PICTURE OF THE REGION WE ARE LOOKING TODAY ............. BUT THIS IS ANOTHER STORY!
LET'S GO BACK TO THE ARAB SPRING. TO SEE THE FRUITS OF “ARAB SPRING” WE SHOULD EXPECT THE MIDDLE EAST AND NORTH AFRICA TO TAKE THE SAME AMOUNT OF TIME THAT IT TOOK FRANCE TO STABILIZE FOLLOWING THEIR REVOLUTION OF 1799. THERE IS THE POSSIBILITY FOR THE ARAB SPRING TO TAKE LESS TIME THAN THE FRENCH DID, THANKS TO MODERN TECHNOLOGY AND COMMUNICATIONS. HOWEVER, UNFORTUNATELY, A LOT OF BLOOD HAS TO FLOW. IN THE ARAB WORLD, WITH THE EXCEPTION OF ALGERIA DUE TO ITS COMMUNIST CONNECTION WITH THE FORMER USSR, ALL COUNTRIES WERE GOVERNED BY DICTATORSHIPS OR MONARCHIES, SO THESE COUNTRIES HAD NO INTEREST IN STARTING STRUCTURAL REFORMS. SOMEONE COULD OJECT THE CASE OF THE ARAB EMIRATES, WHO USE THEIR OIL AND POSITION TO MODERNIZE THEIR STRUCTURE. THEY HAVE CAREFULLY MODERNIZED ON THE SURFACE, BECAUSE AT THE END OF THE DAY, ALL BELONGS TO THE KING. NO COUNTRY WANTS TO GO THROUGH A STRUCTURAL REFORM THAT MAY LESSEN THEIR CONTROL OF THE PEOPLE AND THE OIL.  THIS IS THE REASON WHY WHEN THE RECESSION HIT THE WPRLD IN 2008, ONLY THE ARABIC COUNTRIES RICH IN OIL WERE IN A WAY IMMUNE TO THE ECONOMIC DISASTER BECAUSE AS THE CRISIS BECAME WORSE, OIL PRICES ROSE BENEFITING OIL RICH COUNTRIES AND HURTING EVEN MORE THE OIL POOR.
THIS DISPARITY AMONG NEIGHBORING ARABIC COUNTRIES, WAS A MAJOR IGNITOR OF THE ARAB SPRING, WHICH WILL BECOME THE ARAB SUMMER, AUTUMN, AND WINTER WHICH WILL STAY FOR MANY YEARS TO COME. SOME OF YOU CAN OBJECT THAT IN TURKEY, THINGS ARE NOT GOING AS THE REST OF THE MIDDLE EAST. THE REASON FOR THIS IS THANKS TO MOUSTAFA KEMAL, NAMED ATATURK (THE FATHER OF TURKS).  MOUSTAFA WAS FOR TURKEY WHAT NAPOLEON WAS FOR FRANCE.  ATATURK ABOLISHED THE CALIPHATE (THE CALIPH WAS  KING IN THE FORMER ISLAMIC TURKISH EMPIRE AND HE HOLD IN HIS ANDS THE SECULAR AND CLERICAL POWER). ATATURK DIVIDED THEESE POWERS FOLLOWING tHE FRENCH MODEL.
TURKEY IS AHEAD OF OTHER ARAB COUNTRIES THAT FOR THE MOST PART ARE LEFT WITH AN ARCHAIC MONARCHY SYSTEMS, CORRUPTED BY WESTERN POWERS OVER THE YEARS FOR THE BENEFIT OF BUSINESSES AND PROFITS, NOT SO MUCH FOR THE BENEFIT OF THE PEOPLE.
SUMMARIZING: IF THE ARAB SPRING HAS BEEN FOR THE MIDDLE EAST LIKE THE FRENCH REVOLUTION (1789), THE RECENT UNREST IN TURKEY ARE COMPARABLE TO THOSE WHICH IN 1968 CROSSED THE UNITED STATES AND EUROPE. BUT WE MUST ALWAYS REMEMBER WHAT APPEND IN EGYPT AND THE TWO FACES OF ARAB SPRING.
IRAN - THE NUCLEAR TREATH
THE LAST PART OF OUR CONVERSATION TODAY WILL BE ABOUT IRAN.  I THINK IT IS THE MOST INTERESTING PART OF THE PRESENTATION FOR A SERIES OF ECONOMICAL AND POLITICAL REASONS THAT WILL HAVE THE MOST IMPACT ON OUR DAILY LIVES. THE SENTIMENT LEADING TO THE ARAB SPRING TOUCHED IRANIANS WAY BEFORE IT HIT THE ARAB. THIS IS BECAUSE THE PERSIAN CIVILIZATION HAS THOUSaND YEARS ADVANTAGE OVER THE ARAB WORLD.  AT A TIME WHEN PERSIA WAS A MAGNIFICENT EMPIRE, THE ARABS WERE STILL TRIBES NOMADS IN THE DESERT. ANOTHER IMPORTANT DIFFERENCE THAT SHOULD BE UNDERLINED IS THE ROLE PLAYED IN IRAN BY MOHAMMED MOSSADEQ.  AS ALWAYS THE HISTORY OF A COUNTRY IS WRITTEN BY ITS SONS. 30 YEARS AFTER ATATURK ENDED ITS INDEPENDENCE WAR IN TURKEY, MOSSADEQ BECOME PRIME MINISTE OF IRAN AND HE WAS ABLE TO END THE STRANGULATING AGREEMENT THE BRITISH HAD WITH IRAN FOR EXPLOITING THE RICH OIL RESERVE OF THAT COUNTRY. MOSSADEQ CANCELLED THE CONCESSION GIVEN TO THE BRITISH IN 1933, FROM THE SHAH REZA CHAN (THE FATHER OF REZA PAHLAVI, THE LAST SHAH).
MOSSADEQ IN THE 3 YEARS HE WAS PRIME MINISTER (1951-53) TOOK THE BRITISH BEFORE THE UNITED NATION, WAS RECEIVED BY PRESIDENT TRUMAN WHO ASSISTED HIM IN DISMANTLING OF THE AGLO-IRANIAN OIL COMPANY. BY DOING SO, HE NATIONALIZED THE OIL FIELDS AND FOUNDED THE NATIONAL IRANIAN OIL COMPANY. IN THE MEANTIME, HE LAUNCHED A GREAT PROGRAM TO MODERNIZE IRAN. I DON’T WANT TO GIVE YOU A LECTURE OF HISTORY, BUT THE EXTENT OF THE FRUSTRATION FELT BY THE IRANIANS FOLLOWING THE 2010 FLAWED ELECTION OF AMADINEJAH, LED THEM TO RIOTS AND PROTESTS AGAINST THE GOVERNMENT, IS THE SAME FELT BY THE COUNTRIES IN MIDDLE EAST AND FINDS ITS ROOTS IN THE MOSSADEQ NATIONALISM. DESPITE THIS STRONG POPULAR UNREST, THE IRANIAN REGIME OF AYATOLAH HAS BEEN ABLE TO REPRESS AND SUFFOCATE THE PROTESTS IN A BRUTAL MANNER, DUE TO ITS EFFICIENT AND ESTABLISHED SECURITY APPARATUS WHICH HAS BEEN IN PLACE SINCE THE DAYS THAT KHOMEINI TOOK POWER. THE FACT THAT THE PEOPLE OF TEHRAN WERE PROTESTING, DOESN’T MEAN THAT FOREIGN INTERVENTION WILL BE WELCOMED. IRAN IS NOT LIKE THE REST OF ARAB COUNTRIES DUE TO ITS DIVERSE POPULATION. A SMALL MINORITY SURROUNDING BY BIG MAJORITY: SHIITES ARE A MINORITY IN THE MUSLIM WORLD AND SUNNIS ARE THE MAJORITY. MORE THEY HAVE ALWAYS PERSECUTED THE SHIITE MINORITY,  IRANIANS AS A WHOLE ARE VERY NATIONALISTS, SEEK TO BE RECOGNIZED AS A FIRST CLASS SOCIETY, AND ARE PROUD OF THEIR LONG SUCCESSFUL HERITAGE. WE SHOULD REMEMBER WHAT HAPPENED IN THE IRAQ/IRAN WAR WHERE IRAQ ALMOST LOST (AND WE WERE BACKING IT).  IT SHOULD BE NOTED THAT ANY KIND OF LAND OPERATION IN IRAN WILL BE A DISASTER BECAUSE THEY HAVE THREE LAYERS OF DEFENSE:
1)     THE ARMY;
2)     GUARDIANS OF THE REVOLUTION” (PASDARAN) - SIMILAR TO A NATIONAL GUARD - WHO ARE EXTREMELY WELL TRAINED AND ARE RELIGIOUSLY AND POLITICALLY MOTIVATED;
3)     THE BASSIJI, CONCENTRATED IN THE COUNTRYSIDE, THIS ORGANIZATION IS SIMILAR TO A POPULAR MILITIA AND IT COVER THE ENTIRE TERRITORY OF IRAN.
HOW SERIOUS IS THE NUCLEAR THREAT POSED BY IRAN?
THE FOLLOWING SLIDES GIVE AN OVERVIEW ON HOW BIG IS THE OF IRANIAN EFFORT EXPECIALY IN THE URANIUM ENRICHMENT PROGRAM.
IN THIS SLIDE, YOU SEE THE FAMOUS GAS CENTRYFUGHES USED TO ENRICH THE URANIUM.  THIS STUFF TURNS AROUND GAS OF URANIUM AT 100,000 ROUND PER MINUTES AND THEY ARE CHAINED TOGETHER IN THOUSANDS OF LONG CASCADES. AT THE END OF THIS PROCESS, YOU GET THE BARS OF URANIUM U235 THAT CAN BE USED TO POWER NUCLEAR PLANTS AND/OR CREATE BOMBS. NOW ALL THE WESTERN INTELLIGENCE AGENCIES ARE TRYING TO DISCOVER WHERE THESE SITES ARE LOCATED BECAUSE IF YOU STOP THE ENRICHMENT PROCESS, YOU CAN PREVENT THE PRODUCTION OF THE ESSENTIAL COMPONENT TO CREATE A NUCLEAR BOMB
ARE THE IRANIAN SCIENTISTS ABLE TO WEPONIZE A NUCLEAR BOMB? THERE IS NO DOUBT THAT IRAN IS PROLIFERATING BUT IT IS STILL UNCLEAR AT WHICH POINT THEY HAVE ARRIVED. THE MAIN QUESTION THE EXPERTS ARE DEBATING IS: ARE THE IRANIAN SCIENTISTS ABLE TO WEAPONIZE A NUCLEAR BOMB? TO PASS FROM THE ENRICO FERMI REACTOR TO MODERN NUCLEAR BOMBS? THE ANSWER COME FROM THE PRESIDENT OF UNITED STATES ON OCTOBER 4th, 2013 IN AN INTERVEW WITH ASSOCIATED PRESS PRESIDENT BARACK OBAMA SAYS U.S. INTELLIGENCE AGENCIES BELIEVE IRAN IS STILL "A YEAR OR MORE" AWAY FROM PRODUCING A NUCLEAR WEAPON, AN ASSESSMENT HE ACKNOWLEDGED WAS AT ODDS WITH ISRAEL. 
IN CONCLUSION: MY OPINION IS THAT WE CAN NOT PREVENT IRAN TO BECOME A NUCLEAR POWER, SO WE HAVE VERY FEW OPTIONS IN A REALLY SHORT AMOUNT OF TIME:
- NEGOTIATION TO DISSUADE ?
- BOMBING TO PREVENT ?
I LEAVE THESE OPTIONS UP TO EACH ONE OF YOU AND I AM READY TO DISCUS IT BECAUSE WHATEVER WILL BE THE FINAL DECISION OF PRESIDENT OBAMA, IT WILL SERIOUSLY AFFECT OUR LIFE.
THANK YOU FOR YOUR KIND ATTENTION
AND I WILL BE HAPPY TO ANSWER TO YOUR QUESTIONS?