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La guerra non dichiarata degli USA alla Libia


Secondo John Barry del Daily Beast l'America di Obama sta conducendo una guerra segreta contro la Libia che potrebbe essere un modello di intervento non ufficializzato dal voto del Congresso in altri scacchieri mondiali che possono rappresentare un pericolo per gli Stati Uniti.

Ufficialmente Obama e' stato criticato dai falchi dell'opposizione repubblicana che lo accusano di avere dato un appoggio a dei ribelli che non hanno alcuna preparazione militare.

Ma dietro le quinte gli Stati Uniti stanno giocando un ruolo di grande importanza per la soluzione del conflitto libico. La campagna contro Gheddafi e' gestita da 15 nazioni europee, oltre agli USA e a tre nazioni arabe. Le missioni aeree sono state lanciate da 29 basi in sei paesi europei.

Soltanto sei nazioni europee si sono unite agli Stati Uniti e al Canada negli attacchi contro le forze del Colonnello.

Secondo fonti interne della NATO gli Stati Uniti non hanno potuto mandare una super porta aerei perche' il Congresso glielo avrebbe impedito. In compenso hanno dislocato di fronte alla coste della Libia almeno 12 navi. Nelle prime ore dell'attacco un sottomarino americano, il USS Florida, ha lanciato 100 missili contro le difese aeree libiche aprendo un corridoio per gli attacchi NATO dall'aria.
Gli aerei cisterna americani stanno rifornendo in volo gli aerei europei. I simili aerei europei non sono sufficienti per garantire un supporto continuo.
Gli americani hanno rifornito gli aerei F.16 della Norvegia, Danimarca e Belgio che dopo alcuni giorni di azioni si trovavano a corto di munizioni di precisione. In difficolta' si sono trovati invece quei paesi come Francia e Inghilterra che utilizzano un caccia diverso da quello americano. Sono state fatte modifiche in tutta fretta per potere rendere compatibili le strutture di questi aerei con le munizioni fornite dagli americani.
Resta da dire che, nonostante la presenza di questa Invincibile Armada, il Colonnello continua a prendersi gioco di tutti e pretende di partecipare ad una trattativa per mettere fine agli scontri solo se gli sara' riconosciuto un ruolo nella nuova Libia.
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Roberto Bianconi commenta da Ancona (Italy)

Sulla guerra in Libia si è scritto e detto molto e continuerà ad essere cosi’ per molto tempo ancora. E’ normale, anzi giustissimo, visto che i combattimenti hanno causato, ad oggi, qualche decina di migliaia di morti da entrambe le parti. In questi casi non si può che ribadire l’orrore per l’inumanità della guerra anche se, ad onor del vero, non dovremmo aspettarci che la parte animalesca dell’uomo, scompaia all’improvviso, da un giorno all’altro come per magia. Accadrà di nuovo e di nuovo ancora, purtroppo ed in ogni parte del mondo. Queste scarne considerazioni non possono e non vogliono, beninteso, giustificare alcunché ma non si possono vivere i momenti di pericolo come fanno gli struzzi, infilando la testa sotto la sabbia. Rispettando le opinioni di tutti e ribadendo il disgusto verso le conseguenze terribili di tutti i conflitti, rimane il dubbio su come questi ultimi vengono analizzati e trattati non solo dai mass media, non diamo sempre a loro la colpa di tutte le nefandezze, ma da tutti noi non addetti ai lavori. Si potrebbe affermare che ogni giudizio di parte sia sacrosanto ma parziale e che ognuno di noi porti acqua al suo mulino soprattutto quando ci scappa il morto. E’ normale, naturale ma non è detto che il nostro giudizio sia corretto . Tutto qua. Per questo non posso criticare quelli che sono stati chiamati “tecnicismi” e non riesco ed avallare l’ipotesi che tutto il peggio nel mondo, guerre comprese, sia sempre ed esclusivamente attribuibile agli Stati Uniti d’America. E’ uno stanco e consunto refrain che ancora echeggia volando molto basso e che viene ogni tanto riutilizzato da altrettanto stanchi critici di tutto e di tutti. Gli U.S.A . hanno commesso in passato gravi errori ma questo non significa che non abbiano avuto e che non abbiano un ruolo fondamentale negli equilibri politico economici che permettono a tutti noi, anche nella presente e difficile crisi economica, di vivere liberamente e con un discreto benessere. Detto questo, l’analisi geopolitica di quello che è avvenuto ed avviene in Libia, avrà bisogno di molto tempo ancora per essere chiarita in tutti i suoi aspetti più importanti. Leggo poco, per esempio, riguardo la politica di Russia e Cina, che si astennero dal votare la risoluzione Onu n. 1973 del 17 marzo 2011 e che oggi hanno deciso di contattare il CNT libico per non rimanere tagliati fuori dal grande affare del petrolio. Per quello che riguarda invece la Germania credo possano essere sufficienti le critiche al Cancelliere Merkel da parte di Schmidt e di Kohl. Insomma , ci sia permesso avanzare qualche dubbio sulle qualità del passato regime di Gheddafi e ci sia permesso anche di non criticare l’uso di sistemi d’arma statunitensi da parte di coloro i quali hanno combattuto una guerra che potrà essere giudicata solo in futuro. Ben vengano inoltre quelli che sono stati definiti “tecnicismi” che aiutano, in realtà, la comprensione di ciò che in Libia è accaduto e accadrà.

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