Si chiama Zion National Park (Utah) . Percorrendo la I 15 North da Las Vegas bisogna uscire sulla 17 e da li' prendere la 9, fino all'ingresso del parco. Migliaia le persone che ogni giorno entrano in questo che e' considerato uno dei parchi piu' belli degli Stati Uniti. Per i visitatori le alternative sono le piu' varie. Per chi non voglia avventurarsi in sentieri scoscesi o arrampicarsi su balze ferrate, e' consigliabile prendere uno dei free shutlle che ogni sette minuti fanno la spola tra il Zion Canyon Visiting Center e the Temple of Sinawava. Un percorso di molte miglia lungo la strada creata nel 1929 che prevede soste in varie localita' famose per la bellezza scenica delle montagne rosse e dei fiumi a carattere torrentizio. I rangers, tra cui alcune belle ragazze, ricordano ai visitatori che la sicurezza e' nella responsabalita' individuale. A parte il percorso sugli shuttle, le gite piu' impegnative devono essere preparate con i rangers che spesso guidano i gruppi. Una particolare attenzione viene raccomandata ai turisti per i colpi di sole (in questi giorni le temperature sono vicine ai 40 gradi centigradi con umidita' molto bassa e pericolo di insolazione). Necessario portare una scorta di acqua ed anche del cibo ad alto contenuto energetico, tenendo conto della sudorazione che si verifica affrontando i sentieri piu' impegnativi. Ma un altro avvertimento delle guardie del parco e' il pericolo di ipotermia che puo' verificarsi quando qualche turista troppo esaltato si avventura a fare una nuotata nelle pozze gelide dei torrenti e fiumi, magari dopo avere scolato un pacco di sei birre ad alta gradazione. E sono proprio i torrenti il pericolo numero uno del parco che ha una condizione climatica molto variabile con temporali che ingrossano i corsi d'acqua all'improvviso mettendo in serio pericolo le persone che incautamente si trattengono nell'alveo. La storia di questo parco e' la storia dei canyons che caratterizzano questa parte d'America, includendo oltre allo Utah, il Nevada e l'Arizona.
In questi giorni allo Zion National Park si sente parlare spesso in italiano, segno che le agenzie hanno scoperto questa meraviglia d'America aggiungendola al solito Grand Canyon. E mentre sei su uno shuttle ti capita anche di sentirti rivolgere la parola nella nostra splendida lingua da americani che l'hanno studiata o praticata in periodi di studio o di lavoro in Italia. Peccato che alla fine di questi simpatici incontri la domanda obbligata sia sempre quella del bunga-bunga e del nostro singolare Primo Ministro.
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