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Interessa i sindacati italiani dell'automobile

Toyota ha annunciato che riprendera' la costruzione dello stabilimento in Mississippi, nella cittadina di Blue Springs, dedicato alla fabbricazione del modello Corolla. Circa 2000 lavoratori saranno assunti in questo impianto che era stato posto in letargo nel 2008 a causa del manifestarsi della crisi economica slittata poi in una pesante recessione. A questi problemi di carattere generale si erano aggiunte poi le vicende della casa giapponese accusata di produrre auto non sicure, con problemi all'acceleratore ed ai freni. Toyota ha pagato una multa di 16milioni di dollari (una bazzecola per il colosso giapponese) ha mandato il suo CEO a farsi grigliare dai senatori e deputati a Capitol Hill. La voce ricorrente tra i principali distributori della Toyota e' che gran parte delle denunce fatte dai consumatori per incidenti dovuti al malfunzionamento delle vetture, siano dei tentativi di lucrare sui defunti da parte di parenti e avvocati interessati. Comunque Toyota ha ripreso slancio nelle vendite in America. Ed in particolare la sua compatta Corolla, l'auto piu' venduta al mondo, nella sua nuova versione piu' spaziosa e piena di dotazioni, ha fatto riaccendere l'interesse per il completamento e l'apertura del complesso produttivo in Mississippi, stato afflitto da una disoccupazione molto alta rispetto al resto della Federazione (10.7%). Ma Toyota dovra' affrontare i dirigenti della United Auto Workers Union, il sindacato che per decenni ha dettato legge a Detroit in casa della GM, Ford e Chrysler. I sindacalisti accusano la casa giapponese di avere messo in vendita un impianto in California che produceva la Corolla, perche' 'unionizzato', ovvero sotto il controllo sindacale. Lo stabilimento di prossima apertura nel Mississippi sara' invece una 'non union facility'. Ovvero a chi fara' domanda per l'assunzione verra' richiesto di firmare un documento in cui si dichiara che il lavoratore rinuncia ad iscriversi al sindacato. E se qualcuno e' gia' iscritto, deve dare le dimissioni, altrimenti il posto di lavoro gli viene rifiutato. Questa accusa che viene mossa dai sindacati e' definita non vera dalla industria del Sol Levante, ma corrisponde alla realta' di altri stabilimenti negli stati del sud dell'America appartenenti anche ad altre aziende asiatiche. La presa di posizione dei dirigenti del sindacato dell'automobile sta gia' suscitando le proteste di migliaia di cittadini di Blue Spring che temono che i posti di lavoro promessi dalla Toyota e l'indotto industriale e commerciale prodotto dal nuovo stabilimento possano andare a farsi benedire. In tempi di crisi e disoccupazione la forza del sindacato tende ad annacquarsi.


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Un Lettore commenta:

Buongiorno, le aziende produttrici di autovetture sono in una totale crisi, e secondo me in questo momento produrre automobili è solo disastro.

In Italia il parco macchine si è notevolmente rinnovato, abbiamo ancora autovetture Euro 0, ma quelle nessuno le controlla.

In un modo o nell'altro il mercato è saturo, la gente non ha liquidità, anche perchè chi vuole investire in un'automobile deve farsi fare un mutuo dalla banca.

Tutta questa gente che lavora nel settore, deve solo accettare in questo momento ciò che gli offrono, non si possono permettere il lusso di alzare la voce, altrimenti gli imprenditori chiudono le fabbriche e la FIAT, come altre case chiudono le baracche e chi si è visto, si è visto.

La storia insegna, tutto si riprenderà, e sarà allora che i lavoratori potranno dire ancora la loro come nel periodo d’oro delle contestazioni e delle rivendicazioni.

Oggi non si può. La scorsa settimana in occasione della partita del campionato del mondo di calcio gli operai di Termini Imerese hanno indetto uno sciopero perché nell’azienda non erano stati installati i maxi schermi per la visione della partita.

Ma si rende conto?????????. Secondo Lei in Toyota cosa avrebbero detto?

E noi siamo qua a difenderli????????

E’ uno sfogo.

Oreste Fraschini

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