(Eugenio Scalfari su Repubblica)
..."servi liberi e forti". Una definizione singolare e non facile da interpretare, forgiata dal Foglio che fa della libera servitù una sorta di nuova divisa fondata sul paradosso.
Che cosa vogliono questi "pasionari" che hanno liberamente accettato di servire il Cavaliere? Lo scrive per tutti loro Giuliano Ferrara: vogliono che Berlusconi torni ad essere quello che fu nel '94, rinverdisca la sua grinta e il programma di allora, si ripresenti in questa nuova foggia e si riprenda il suo popolo che gli è sfuggito di mano.
Sembra una richiesta difficile quella di rimettere le lancette del tempo indietro di 17 anni per poter riprendere lena e saltare in avanti. Perciò siamo andati a rivisitare con la memoria e la documentazione come era 17 anni fa l'uomo Berlusconi e il suo programma.
Ebbene, i "servi liberi e forti" non chiedono assolutamente niente: il Cavaliere era allora quello che è oggi (a parte la pancia che allora non aveva e i capelli che invece gli ornavano il cranio). Lui era sbruffone, bugiardo e megalomane tal quale è tuttora. Il programma era meno tasse, meno Stato, crescita economica, maggiore reddito, più lavoro, più sicurezza. Ed è ancora quello per la semplice ragione che quel programma non è mai stato attuato.
Cari servi liberi, la vostra richiesta è la più eloquente testimonianza che 17 anni sono stati dissipati. La vostra libera servitù ha soltanto contribuito a creare una palude piena di miasmi nella quale avete impantanato un Paese che ora finalmente ha deciso di alzarsi e camminare senza di voi.
(05 giugno 2011)
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