Il governatore della California si chiama Jerry Brown. E' un ' rieccolo' perche' e' stato eletto per la prima volta nel 1974 quando aveva 36 anni. Oggi, nuovamente a capo della California, ha 72 anni e continua a lasciare un'impronta inconfondibile al suo modo di gestire lo stato piu' potente e abitato degli Stati Uniti. Il governatore Brown e' riuscito a concludere una controversia con una societa' di distribuzione dell'energia elettrica, la NRG, accusata di avere gonfiato i costi. Questa azienda dovra'pagare 120 milioni di dollari allo stato della California. Jerry Brown, democratico e da sempre cultore dell'economia verde, ha annunciato che sosterra' con gran parte di questi fondi l'installazione di almeno 200 stazioni di carica veloce e la posa di cavi per altrettante prese di carica in mille localita' dello stato. Brown ha firmato un ordine che stabilisce le fondamenta per la presenza di un milione e mezzo di vetture a emissioni zero sulle strade della California sino al 2025. Le prime stazioni che saranno installate consentono un aumento della percorrenza di un'auto elettrica di 50 miglia con una ricarica di 15 minuti. Fino ad ora il consumatore americano non aveva prestato troppa attenzione alle auto elettriche a causa della mancanza di punti di ricarica. Negativa per il mercato anche la scarsa autonomia di un'auto completamente elettrica che non supera le 50 miglia. Si calcola che una ricarica costi dai 15 ai 20 dollari. Sono previste forme di abbonamento mensile con sconti. I dirigenti della Nissan che produce l'elettrica Leafs hanno detto che questa ordinanza del governatore Jerry Brown sara' in grado di rendere ancora piu' stabile la posizione della California come stato leader nelle misure anti inquinamento. Del resto basta dare un'occhiata a Los Angeles in fase di atterraggio per rendersi conto sotto quale cappa di smog viva questa metropoli.
News and comments from the Capital of the United States (and other places in the World) in English and Italian. Video, pictures, Music (pop and classic). Premio internazionale "Amerigo".
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Metti sotto carica la macchina
Il governatore della California si chiama Jerry Brown. E' un ' rieccolo' perche' e' stato eletto per la prima volta nel 1974 quando aveva 36 anni. Oggi, nuovamente a capo della California, ha 72 anni e continua a lasciare un'impronta inconfondibile al suo modo di gestire lo stato piu' potente e abitato degli Stati Uniti. Il governatore Brown e' riuscito a concludere una controversia con una societa' di distribuzione dell'energia elettrica, la NRG, accusata di avere gonfiato i costi. Questa azienda dovra'pagare 120 milioni di dollari allo stato della California. Jerry Brown, democratico e da sempre cultore dell'economia verde, ha annunciato che sosterra' con gran parte di questi fondi l'installazione di almeno 200 stazioni di carica veloce e la posa di cavi per altrettante prese di carica in mille localita' dello stato. Brown ha firmato un ordine che stabilisce le fondamenta per la presenza di un milione e mezzo di vetture a emissioni zero sulle strade della California sino al 2025. Le prime stazioni che saranno installate consentono un aumento della percorrenza di un'auto elettrica di 50 miglia con una ricarica di 15 minuti. Fino ad ora il consumatore americano non aveva prestato troppa attenzione alle auto elettriche a causa della mancanza di punti di ricarica. Negativa per il mercato anche la scarsa autonomia di un'auto completamente elettrica che non supera le 50 miglia. Si calcola che una ricarica costi dai 15 ai 20 dollari. Sono previste forme di abbonamento mensile con sconti. I dirigenti della Nissan che produce l'elettrica Leafs hanno detto che questa ordinanza del governatore Jerry Brown sara' in grado di rendere ancora piu' stabile la posizione della California come stato leader nelle misure anti inquinamento. Del resto basta dare un'occhiata a Los Angeles in fase di atterraggio per rendersi conto sotto quale cappa di smog viva questa metropoli.
L'America razzista torna a galla
Obama, il primo presidente di sangue anche africano nella storia degli Stati Uniti, non poteva continuare a tacere perché sa meglio di chiunque altro che nell'incontro al buio, fra il "vigilante" e il ragazzino c'è l'intersezione fatale di due tragedie americane: il razzismo inestirpabile, dunque la paura di chi non ha la mia faccia, e il culto demenziale delle armi da fuoco che ha proprio in Florida uno dei suoi più insensati templi e provoca 12 mila morti all'anno. Ha idealmente adottato la vittima, divenuto il figlio che lui non ha mai avuto.
E' un passo necessario, il suo, quanto rischioso, fare di Trayvor il figlio dello zio Tom, assassinato dall'eterna paura dell'altro. Dietro il sipario della "correttezza politica" nel discorso pubblico, è dal giorno della sua elezione nel 2008 che la diversità fisica, la straordinaria anomalia obamiana, attizzano il rancore profondo camuffata da opposizione politica. Lui stesso, sapendo bene che cosa brontoli sotto la pelle dell'America peggiore, aveva sempre pubblicamente respinto il sospetto di razzismo nei propri nemici. Aveva sempre evitato con cura, e con successo, di giocare la race card, la carta della propria etnicità, come invece aveva fatto il reverendo Jesse Jackson, una mossa che aiuta quanto condiziona un leader politico. Ma si può fingere, ignorare e poi la lava erutta dal vulcano sotterraneo. Nell'omicidio di Trayvor, che camminava per strada al fianco di un parente, che non era armato, che soltanto il suo assassino considerava "minaccioso", come minaccioso sembra ogni teenager afro nella notte, la componente razziale è troppo abbagliante per essere ignorata da Obama. Da presidente di tutto, può, e deve, fingere di non leggere i messaggi in codice che da anni e soprattutto oggi in campagna elettorale, gli sono lanciati contro.
Può ignorare le allusioni del fanatico chierichetto della Pennsylvania, Rick Santorum, che rimpiange "la grandezza dell'America prima del 1965", guarda caso l'anno delle rivolte nere e dei diritti civili. Le farneticazioni dei birthers, di coloro che rifiutano di credere al "birth certificate", al certificato di nascita di Obama e lo definiscono "il kenyano". Gli appelli a "riprenderci l'America", suonano come se lui, il nero, fosse un alieno. Può non ascoltare il refrain della sua estraneità, della sua diversità, della sua incompetenza pasticciona, ripetuta anche dal moderato Romeny, secondo le classiche caricature dello schiavo pigro, inetto, maldestro. In Alabama e in Mississippi, gli Stati che furono la frontiera calda e sanguinosa della battaglia per i diritti civili, i parlamenti statali dominati dalle fazioni repubblicane più retrive, stanno promuovendo leggi e regolamenti per riportare indietro il calendario e rosicchiare l'accesso alle urne.
Nell'adozione simbolica della vittima, nel farne il proprio figlio, Obama si è dunque riappropriato della propria faccia, della propria pelle, della propria natura. Lo ha fatto parlando dall'altar maggiore della religione civile dell'America, dalla Casa Bianca, in quel Giardino delle Rose dove la moglie Michelle coltiva, insieme con le due figlie, l'orticello di rapanelli e lattuga per mostrarsi famiglia "normale", come se ci fossero dubbi. Agli occhi di chi lo odia, ed è impossibile trasmettere l'intensità dell'odio che in molte aree degli Stati Uniti deforma il suo nome e la sua faccia, caricaturata in manifesti con i tratti della scimmia, questo suo coming out morale, quel suo dichiararsi per quello che è, presenta rischi elettorali evidenti, come anche il suo tacere gli avrebbe alienato l'opinione afro americana. "Tutti dobbiamo cercarci dentro l'anima la spiegazione, la ragione del perché cose di questo genere possano accadere", ha detto dolente Obama. Sapendo benissimo che cosa ci sia nel fondo di molte anime, quelle sì, nere."
diario italiano 1: Stoccafisso accomodato
Imperativo: abbassare il prezzo del barile
That's Amore! tra Cameron e Barack
Tre esempi di politica industriale
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di Guido Colomba | ||
(The Financial Review) Tre esempi di politica industriale che riguardano Londra, Washington e l'Italia. Londra, in competizione con Italia e Germania, ha aperto sei nuove ambasciate e sette consolati in gran parte presso i Paesi emergenti con l'obiettivo di favorire le esportazioni delle Pmi. Il target ambizioso è di ottenere una trentina di miliardi all'economia del Paese facendo leva sulla straordinaria capacità britannica di fare sistema. Dunque la "diplomazia economica" è la nuova trincea della dottrina del primo ministro David Cameron. Una società di consulenza, Yell, è chiamata ad "allenare" 3500 piccole imprese a misurarsi con le opportunità della globalizzazione. Gli strumenti previsti sono molteplici (accesso ai finanziamenti, snellimento delle pratiche burocratiche, know how tecnologico, aiuto in loco della diplomazia british) e vedranno banche e associazioni industriali fortemente coinvolte per approfittare del "boom dei Brics". Questa è una prima risposta del Governo di Londra al rifiuto di aderire al patto europeo "fiscal compact". Il secondo esempio viene dagli Usa. Washington ha dimostrato - dati alla mano - che gli aiuti per l 'industria dell'auto erano giusti. Così come lo sono stati quelli riservati alle banche e alle assicurazioni. Gli "indignati" hanno ragione sul piano etico, non su quello dello sviluppo economico. Le economie di agglomerazione dimostrano la loro validità quando si afferma che il tutto è più grande della somma delle parti. La parte negativa di questa teoria sta nel rischio sistemico. Il terzo esempio è il ritardo dell'Europa, con l'Italia in prima fila, dove è molto intenso il dibattito sulla crescita. Atteso che l'aumento della pressione fiscale non può produrre crescita, tutta l'attenzione si sposta sulla riduzione del costo del lavoro. In assenza della leva sui cambi, la battaglia si concentra sulla produttività. Sul proscenio vi è la riforma del welfare. Ammesso che entro il 23 marzo, come ha annunciato il ministro Elsa Fornero, si concluda la riforma del lavoro resta la seguente domanda di fondo: quale sarà la qualità della spesa destinata agli ammortizzatori sociali? Finora è mancato l'anello di congiunzione tra colui che percepisce un sostegno (ammortizzatore) sociale e l'impegno pubblico per il suo reinserimento nel lavoro attivo, previo percorso di riqualificazione. Se ne parla inutilmente da dieci anni. Un deficit che si misura con la caduta inesorabile e progressiva della competitività nel mondo globalizzato. Il merito del governo Monti nell'affrontare questo problema è proprio quello di aver posto sul tappeto problemi strutturali che tagliano orizzontalmente una serie di interessi precostituiti che spesso hanno visto Confindustria e sindacati sulla stessa parte della barricata. Il governo punta molto sulla formazione ricorrendo anche all'utilizzo della certificazione. Di qui il rush finale sull'apprendistato che diverrà il canale d'ingresso principale dei giovani nel mercato del lavoro. La nuova impalcatura, che impatterà su 12 milioni di lavoratori, prevede una cassa integrazione rafforzata per le crisi temporanee e un sussidio universale di disoccupazione. Il nodo-risorse già poggia su una crescita drammatica, negli ultimi due anni, della spesa per gli ammortizzatori superiore ai 90 miliardi di euro. Occorre un miglior utilizzo. I sindacati e Confindustria alla fine dovranno aderire anche perché l'impegno assunto da Monti è quello di presentare a Bruxelles ad aprile il piano nazionale di riforme. Un appuntamento non rinviabile. (Guido Colomba) | | |
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Super PAC
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Dear Oscar, I am against all Super Pac s and all pacs of any kind. The piece on the Painting was especially interesting as was the rest of your articles.
Angelo Puglisi
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Battaglia di Anghiari, ecco la prova "Lo stesso nero della Gioconda" Renzi: "Leonardo c'è, tiriamolo fuori"
(Da La Nazione di Firenze)
'Rimuovere le aree del Vasari restaurate nell'800'
Il team diretto da Maurizio Seracini svela i risultati dello studio con radar e una sonda endoscopica: "Sotto l'affresco del Vasari si nasconde una parete colorata". Renzi: "Chiederò al Governo l'autorizzazione per proseguire le ricerche"
Firenze, 10 marzo 2012 - Sotto il Vasari di Palazzo Vecchio, spunta il "nero" di Leonardo da Vinci. Ne sono convinti i ricercatori che, sostenuti dal National Geographic, lavorano da alcune settimane nel salone dei Cinquecento per ritrovare resti della 'Battaglia di Anghiari'. Il risultato più sorprendente, ha spiegato l'ingegner Maurizio Seracini, è dato dal pigmento nero che, a causa della sua composizione chimica, può essere ricondotto alla Gioconda di Leonardo. "Abbiamo focalizzato l'analisi su questa componente nera - ha spiegato Seracini - e abbiamo visto che è l'insieme di due colori neri, una terra d'ombra e una componente pronunciata di manganese che si può associare a pirosite". "Ma la cosa particolare è che in questo nero il rapporto tra manganese e ferro è invertito rispetto al solito. Questo rapporto anomalo è stato di recente trovato, in analoga concentrazione e in analogo rapporto, nelle velature brune dei dipinti della Monna Lisa e del San Giovanni Battista, da parte del Louvre, in una pubblicazione molto recente. Questo nero - ha concluso Seracini - è piuttosto anomalo o piuttosto specifico di Leonardo". Altre tre prove a supporto dell'ipotesi che vi siano resti della 'Battaglia di Anghiari', sarebbero forniti da tracce di lacca rossa, uno strato beige, dipinto a pennello, e l'esistenza di un vuoto dietro la parete dipinta da Vasari. Per questo, il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, comunica di voler trovare un accordo col ministro della Cultura, Lorenzo Ornaghi, per il prosieguo delle ricerche. "Dimostrato che la battaglia d'Anghiari c'è, chiedo al Governo di autorizzarci a verificare le condizioni in cui è. E tirarla fuori". E' l'appello che il sindaco lancia su Twitter. "Chiederemo ufficialmente al ministero dei Beni culturalile autorizzazioni per rimuovere le aree dove nell'Ottocento e nel Novecento sono stati effettuati interventi direstauro sulla battaglia di Scannagallo - spiega Renzi -. Questo ci consentirebbe di non toccare il lavoro del Vasari e di avere una fotografia della Battaglia di Anghiari di Leonardo più precisa di quelle ottenute finora, verificando al contempo anche le sue attuali condizioni di salute''. Secondo Renzi l'intervento sulle aree restaurate del dipinto vasariano sarebbe possibile ''fin da subito'', in quanto, ha spiegato il primo cittadino, l'Opificio delle Pietre dure (l'ente del Mibac che collabora nella ricerca) ci ha lasciato una mappa completa di tutti gli interventi di restauro effettuati sulla battaglia di Scannagallo nell'800 e nel '900. Renzi ha così annunciato che scriverà una lettera al ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi per chiedere ''tutte le autorizzazioni del caso'': ''ed entro un mese - ha aggiunto Renzi - il ministro ci ha detto che verrà qui con noi sull'impalcatura nel Salone dei Cinquecento''. Parlando con i cronisti il sindaco ha infine spiegato di non avere intenzione di chiedere fondi al Governo per proseguire le indagini: ''Stiamo parlando di Leonardo che fa il giro del mondo - ha detto Renzi -: non abbiamo alcun problema di finanziamenti, i soldi li troviamo dai privati''.
Afghanistan, tra follia e disperazione
Si tratta di pazzia isolata o di un atto rivelatorio,di uno di quei gesti fiammeggianti che dicono tutta una verità altrimenti trovata in frammenti, di uno di quegli strappi che pongono in luce, oltre il velo delle apparenze, una più estesa e radicale forma di follia?
Senza una giusta e radicale correzione di rotta, questi fantocci dell'avere, dell'usare, del possedere, del potere e dello stravolere dello strapotere vanno menando danze sull'orlo di un baratro che può ingoiare l'umanità intera.
Si provi a ricordare solo quel che un grande rispose a chi lo interrogava sulla possibilità di una terza guerra mondiale guerreggiata: "Ricordate. Ricordate che siete Uomini".
L'uomo era Albert Einstein.
Yesbama!
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Il "QUID"
Ciao e buona giornata a tutti!
(firma cancellata)
pensate anche a Lusi....quante ne ha fatte!
Anonimo
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a me quelli che stanno con Berlusconi mi sembrano piu' che altro Quid, Quod, Quad (con la sola devianza che ora sono gli alleati dela banda Bassotti)
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Bravo Bartoli! non per i regazzi che hanno o non il "quid", ma il pezzo di ReoubblicaTV
http://video.repubblica.it/politica/santanche-offende-l-operaia-mi-sono-rotta-le-balle/90048/88441
.e' un vero gioiello..., del peggio della Italieta!con umile simpatia
pedro
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Caro Oscar, molto interessante.Ma leggi questa e dimmi se non è incredibile. Oggi in Italia abbiamo un tesoriere di un partito che non esiste più.
Nel fare la sua mansione (Luisi,senatore e tesoriere della Margherita) si è pappato la piccola somma di €.20.000.000 (venti milioni di euro) in viaggi da 30.000 €,un piatto di spaghetti da 600€, ville e tutto di più. Il bello è questo che nessuno di quel partito si è accorto di niente, sarebbe incredibile s non fosse tutto vero. Tu pensa nella nostra Italia quanti Luisi ci saranno che ancora sotto traccia si appropriano dei nostri soldi? Come siamo conciati.
Un caloroso saluto,
elio
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A quello che parla della banda bassotti levategli il vino...
Stefano Aquisti
Contro quelli che rimorchiano nel metro di Washington
Vagoni del metro di Washington strapieni nelle ore di punta. Palpeggiamenti e toccate pesanti a spese delle passeggere piu' procaci. Qualche maniaco si masturba pure tra la folla, rimorchiando una malcapitata. Quando la vittima si rivolge al personale viaggiante o di stazione per denunciare l'accaduto il piu' delle volte non viene presa in considerazione a parte poi i commenti salaci di cui puo' essere fatta oggetto da parte del solito cretino in vena di umorismo da caserma. Il General Manager della Metro, Richard Sarles ha deciso di correre ai ripari costituendo una forza speciale contro lo 'harassement' e aprendo un sito (harassement@wmata.com) sul quale i cittadini possono denunciare incidenti subiti o visti.
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Caro Oscar, questa notizia mi fa quasi tenerezza e mi evoca tempi, forse meno civili e più primitivi, in cui una donna procace correva il rischio di venire palpeggiata pure da noi....Ora le donne procaci scarseggiano e le altre passano fra l'indifferenza di quasi tutti non ostante ce la mettano tutta girando con mezzo corpo dentro i vestiti e l'altro mezzo (quello che dovrebbe star dentro) in bella vista. I tempi della bella foto (Doisneau?) della ragazza che cammina con il suo bel gonnellone lungo e largo inseguita dai lazzi dei due sciagurati in Lambretta sono passati. Ora se guardi con ammirazione una ragazza ti prendi uno'occhiata severa che tenta di farti sentire un povero maniaco deficiente. Capire quale dei tanti mondi che ci circondano sia quello giusto si fa sempre più arduo.
Capt. Morgan
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Caro Capt. Morgan,
quelli erano i tempi in cui le donne non godevano di diritto di voto, dove si abortiva tra le grinfie di discutibili mammane, rischiando la galera.
Erano anche i tempi dei bordelli e dei delitti d'onore.
Anch'io a quarant'anni comincio ad avere nostalgia dei "bei tempi andati". Poi mi viene in mente che anche allora c'era chi giurava che ai suoi tempi le cose andavano meglio (e magari era uno che era passato per due guerre mondiali!).
A quel punto mi rendo conto che forse sto semplicemente diventando vecchio.
JTarko
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Continua a migliorare l'economia USA
U.S. economy added 227,000 jobs in February, the government reports. Unemployment rate was unchanged at 8.3%.
Che succede davvero in Siria?
Paolo Vidoli
La Washington nascosta
“L’economia mondiale di fronte ad una svolta epocale: ridurre, per poi abbandonarle, le fonti di energia derivate dai combustibili fossili e passare a fonti alternative, con l’esclusione del nucleare. Su questo scenario di fondo si giuocano gli interessi di due schieramenti geopolitici che mettono in campo ogni inziativa lecita o criminosa pur di trarre vantaggio a spese della parte avversaria. Lo scontro coinvolge il Presidente degli Stati Uniti che è impegnato personalmente in un sostegno aperto e rischioso per il potenziamento delle tecniche che garantiscano lo sfruttamento delle energie rinnovabili, in un disegno grandioso che deve portare al ribaltamento della cultura centenaria del petrolio facile. In questo scenario si muovono gli attori principali e secondari di questo avvincente thriller che si snoda nella Washington massonica e nelle principali capitali e località di grande richiamo di livello internazionale. I personaggi principali della storia emergono con chiarezza e realismo manifestando egoismo, sfrenata sessualità, voglia di riscatto, appassionato attaccamento alle istituzioni nazionali, pseudo - massoneria deviata e Fratellanza votata al miglioramento della società profana.
Un romanzo che si legge di un fiato, grazie allo stile asciutto e dinamico, vicino a quello di uno script di un film di azione.”
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Per informazioni e ordini scrivere all'editore Luca Betti
info@betti.it
Rimini: GRAN LOGGIA 2012
Oltre la crisi, la bussola dei valori per ritrovare l’Uomo
Si svolgerà presso il nuovo Centro Fiere di Rimini la Gran Loggia 2012 nei giorni 30, 31 e 1° aprile.
Il venerdì 30 dalle 17.30 il Tempio sara' aperto anche ai profani per ascoltare la prolusione del Gran Maestro Gustavo Raffi che parlera' di fronte ad un pubblico di alcune migliaia di persone, esponenti politici e autorita' locali e regionali..
Il nuovo appuntamento a Rimini per la tradizionale assemblea di Gran Loggia del Grande Oriente d'Italia, quest'anno avrà per titolo "Oltre la crisi, la bussola dei valori per ritrovare l'Uomo". La massima assise dei Liberi Muratori italiani si terrà nella struttura, appena inaugurata, del Palacongressi di Rimini (via della Fiera, 23, ingresso A) dove a latere dei lavori riservati ai Fratelli sono in programma esposizioni, conferenze e talk show. I nuovi spazi, più ampi e luminosi, daranno nuova immagine all'incontro, offrendo ai partecipanti un ambiente più confortevole e moderno. Ancora una volta interverranno specialisti e accademici di fama per dibattere temi di grande attualità, in perfetta sintonia con la matrice filosofica della Istituzione, e si darà sempre più spazio alla solidarietà verso chi soffre, indigente o malato, italiano o forestiero, mostrando l'impegno di tante associazioni a sostegno dei bisognosi.Tra le numerose delegazioni straniere da tutto il mondo sara' presente quella della Grand Lodge of Washington DC guidata dal Grand Master, avvocato Joseph Crociata.
Vai all'Inferno, Barack!
Interessa in particolare agli Italiani che saranno esposti alle radiazioni dei bombardamenti
(Riceviamo dal Dottor Ali Safayan e pubblichiamo)
"This article was sent to me by Jeffrey Patterson, the recent past president of Physicians for Social Responsibility. PSR is an international organizations of physicians whose goals are to prevent nuclear war as well as human exposure and environmental contamination with nuclear material. PSR won the Nobel Prize in Peace in 1985. One aspect of war with Iran which few talk about is the global contamination of bombing nuclear sites. This is exactly what PSR has been warning world governments about for decades. The Pentagon has estimated that it would need to bomb 3,200 sites in the first wave alone!
All the best. Ali Safayan
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Let’s Not Bomb Iran First and Ask Questions Later
It is clear by listening to the latest Republican debates that every major candidate for president, except for Ron Paul, would like to bomb Iran first and ask questions later. All the war hawks, none military veterans themselves, are quick on the trigger to send troops into combat that have two things in common:
- none of the actual combatants would be family members or relatives, and perhaps more importantly
- they have vested interest in stocks or companies that would greatly benefit from any armed conflict.
During the 2nd International Conference on Agent Orange/Dioxin in Hanoi, I met an Iranian delegation headed by Dr. Shahriar Khateri. From a political and religious point of view, we had many differences. That withstanding, we are good friends and an example for Republican leaders to follow. Once superfluous trappings are set aside, it was obvious we had a great deal in common. Indeed, I firmly believe most Iranians are like the good doctor. For serious presidential candidates to advocate some “zero tolerance,” “no consultation,” “war now” policy — without investigation of all the facts — is beyond insane and ignores the goodness of the vast majority of people living in Iran; in essence it truly is not the “Christian” thing to do!
Most Americans are ignorant to our involvement in Iran. Iranian oil was discovered during the time period of the 1907 Anglo-Russian Convention, which divided the country between the U.K. and Russia. During W.W. II, British and American oil interests had Mohammad Reza Shah Pahlaui installed as the nation’s ruler. In 1951 when Prime Minister Mohammed Mosaddeq attempted to nationalize the oil companies under the “Iranian oil for Iranians” policy, he was removed from power and arrested by a CIA- and MI6-backed coup. Foreign Minister Hossein Fatemi, who was viewed as a serious threat to American and English oil interests, was executed.
To prevent this type of threat to American oil companies, the CIA assisted the Iranian secret police, SAVAK, in arresting and, in some cases, torturing and executing political prisoners. This was the basis of the Shah’s overthrow in 1979 and sadly most Americans still don’t have a clue as to why this happened. We still buy the politically correct line that the Iranian people are “opposed to democracy” or “anti-Christian…”
Immediately after the Shah’s ouster, the Reagan administration funded and supplied Iraq, under Saddam, with chemical weapons that he not only utilized against the Iranians but the Kurdish minority living in Northern Iraq. As a direct result of Reagan’s foreign policy, suffering still exists today in Iran. This is how I came to know Dr. Shahriar Khateri. The doctor is an advocate for peace and assists in running the Tehran Peace Museum dedicated to this purpose.
Dr. Khateri has brought to my attention some amazing editorials and articles that I have not seen in this country but they deserve immediate examination and review.
Both the following references were published in Iran on 20 July 2008 (FARS News Agency; Etemad Newspaper, the largest reform publication in Iran): quote then vice president and current Mahmoud Ahmadinejad chief of staff, Esfandiar Rahim-Mashaei, “Today, Iran is friends with the American and Israeli people. No nation in the world is our enemy, this is an honour.” The vice president went on to state “America is a great nation…Iran wants no war with any country, and today Iran is friend of the United States and even Israel…our achievements belong to the whole world and should be used for expanding love and peace…”
These published statements created some internal conflict with Supreme Leader Ayatollah Ali Khamenei and the vice president was removed from office but President Ahmadinejad retained him as Chief of Staff. This should tell the West something?
The Bush administration lied us into a war with Iraq and now GOP hopefuls are leading us down that same path with Iran. We know what the Republicans claim is Iran’s nuclear policy; but, Iran’s Leader Ayatollah Khamenei in a meeting with head and officials of the Atomic Energy Organization of Iran (AEOI) and nuclear scientists in Tehran said:
“The Iranian nation has never been after nuclear weapons and it will never go after such weapons. The Iranian nation will prove to the world that nuclear weapons do not bring about power. The people can shatter the kind of power that is based on nuclear weapons by relying on their talents and their human and natural capacities.”
“There is no doubt that the decision makers in the countries opposing us know well that Iran is not after nuclear weapons because the Islamic Republic, logically, religiously and theoretically, considers the possession of nuclear weapons a grave sin and believes the proliferation of such weapons is senseless, destructive and dangerous.”
Regarding the Supreme Leader Ayatollah Khamenei’s Message to the nuclear disarmament conference of April 2010:
“We consider the use of nuclear weapons and other forms of WMD as haraam-Forbidden- and believe that it is everyone’s duty to make efforts to secure humanity against this great disaster…We believe that besides nuclear weapons, other types of weapons of mass destruction such as chemical and biological weapons also pose a serious threat to humanity. The Iranian nation which is itself a victim of chemical weapons feels more than any other nation the danger that is caused by the production and stockpiling of such weapons and is prepared to make use of all its facilities to counter such threats.”
Are the Iranians lying? With the GOP policy of ‘bomb first, ask questions later,” we would never know; however, if we could silence the drums of war long enough to actually talk to them, maybe a solution could easily be found? Yes, we have our differences but we also may have more in common that we realize. I would suggest the Republicans get to know Chief of Staff Esfandiar Rahim-Mashaei a little better before other young men, women, and innocent civilians die for our business interests in a conflict that would have more severe consequences than Iraq and Afghanistan combined.
James Rhodes