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Il mio Mississippi di Gabicce Mare



"Ehi Oscar, Guarda che andrete a lavorare per due mesi al Mississippi"

La telefonata del mio agente Bentivoglio, mi lasciò un po' perplesso.*

"Ma non sarà un po' troppo lontano il fiume Mississippi?"

" Vedo che non sai di cosa sto parlando: il mio Mississippi è un famoso locale a Gabicce Mare su palafitte in mezzo alla rada. Credimi e' in un posto molto selezionato e di cui non dovrai pentirti. Avrai sicuramente successo con il tuo bagaglio di canzoni in inglese francese. Vedrai che sarà divertente... "

Con il mio quartetto abbiamo lavorato intensamente luglio e agosto del 1961.

Il Mississippi si riempiva sino a mezzanotte e mezzo delle bande di ragazzotti in cerca delle svedesi che sembra amassero Gabicce Mare 

Alle una bisognava abbassare completamente l'amplificazione per evitare l'arrivo della polizia mobilitata. dalle pensioni e alberghi vicini.

Dalle una in poi l'atmosfera era quella tipica del night club, preferita dai gestori del locale perché i consumi aumentavano soprattutto quelli di champagne.

Quando l'ultimo cliente se ne era andato, dopo aver sistemato gli strumenti nelle custodie, era il momento di sorbire un whisky allungato con Schweppes stando sdraiati su una chaise longue fuori sul grande terrazzo con le onde che scrociavano sotto il pavimento. 

A quell'ora in genere mi raggiungeva Franco Cioci un caro amico pianista che si esibiva in un dancing vicino al Mississippi. 

Parlavamo, parlavamo e ci domandavamo quale sarebbe stato il nostro futuro perché quel tipo di lavoro che si faceva anche se era interessante da un punto di vista economico, non ci soddisfaceva perché non dava alcuna garanzia e poi c'era il solito problema degli altri musicisti pronti a lasciare la band per poche lire mettendoti in grave crisi.
 
Franco sarebbe diventato direttore del conservatorio Cherubini di Firenze.  Un grande musicista e amico.

Quanto al vostro redattore, grazie alle conoscenze maturate all'interno del partito Liberale di Firenze, avrei avuto il colpo di fortuna di poter essere assunto dalla società Metallurgica Italiana leader dei metalli non ferrosi a livello europeo. 
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Aprile maggio e giugno li avevamo trascorsi a Grado in un dancing, l'Isola D'Oro, dove eravamo obbligati a fare anche lo spettacolo pomeridiano per i ragazzini della spiaggia. 

Eravamo molto giovani con un repertorio originale rispetto alla concorrenza.

In poco tempo la nostra band era diventata un punto di riferimento per i tanti giovani che frequentavano le spiagge di Grado.

 La sera verso le 11 e 30 compariva nel locale una splendida, elegante biondina che, dopo aver ballato qualche cha cha cha, scompariva.. Ovviamente ho chiesto informazioni e mi hanno detto che si trattava della proprietaria di una boutique vicino all'ingresso della dancing hall.

Nelle località marine di moda è molto importante lo shopping serale che garantisce interessanti ritorni economici ai proprietari dei negozi. Franca chiudeva la boutique alle 11 e 30.

Stabilito un contatto platonico con la bionda Franca le ho chiesto una sera: "vuoi essere la mia ragazza per 15 giorni? ",  Domanda un po' singolare ma giustificata dal fatto che il mio contratto con il locale nel quale stavo lavorando era a scadenza e sarei dovuto andare da un'altra parte.*

 Quei 15 giorni sono diventati, grazie a Dio, 56 anni..
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Nel gruppo dei nostri affezionati sostenitori a Grado c'era un Paolo al quale piaceva molto il repertorio di Gilbert Bécaud e soprattutto   "Et maintenant",  Una canzone molto triste che descrive la depressione di un aspirante suicida, ma che comunque era un grande successo internazionale in quel momento. 

Una  sera vedo capitare al Mississippi l'amico Paolo pieno di entusiasmo perché ci aveva ritrovato e col quale poi durante il riposo dell'orchestra abbiamo cominciato a spazzolare le persone con le quali avevamo fatto amicizia a Grado. 

Arrivati a Franca, non ho saputo negare che quella era una donna da sposare subito per mettere su una vera famiglia.

 Ovviamente Paolo tornato a Grado ha riferito puntualmente alla diretta interessata la mia frase ed è stato così che la nostra relazione si è ristabilita. Quantomeno a livello epistolare.

Perché io avevo nel frattempo cambiato lavoro e Franca si sfogava nelle sue lunghe lettere con il sottoscritto. Raccontandomi i suoi problemi.
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Era mezzanotte e mezzo, ma quella sera al Mississippi i clienti erano quasi spariti, complice anche un tempo incerto che non lasciava presagire niente di buono. Infatti il mare si era molto ingrossato.

Erano entrate nel locale tre ragazzine dai 15 ai 18 anni., Molto rumorose e impegnate  a provocare i pochi maschi che erano rimasti nel locale su palafitte compresi i camerieri che ormai erano pronti per andare a casa.

La più grande che si chiamava Tina aveva trovato uno sgabello e si era messa a sedere ai piedi del palco dell'orchestra e seguiva quasi affascinata le canzoni dei cantautori italiani che mi richiedeva in continuazione..
 
Le sorelle nel frattempo avevano trovato dei passaggi per essere lasciate alla loro pensione, passaggi, certamente non gratuiti, conoscendo l'esuberanza dei maschi del Mississippi.

Ormai anche noi stavamo riponendo i nostri strumenti dentro le custodie.

Tina mi chiese se potevo darle un passaggio alla pensione poco distante per tranquillizzare i genitori. che occupavano una camera, ovviamente diversa da quella delle figlie.

Salimmo sulla 500 che aveva poche centinaia di chilometri  perche' l'avevo appena comprata in contanti portando al concessionario 594 mila lire.

"Tu sei gay?", chiese Tina all'improvviso.

" Perché? replicai infastidito.

" Perché sei così distinto, un po' strano, fuori del comune..."

"Non ti sembra di esagerare?" dissi mentre facevo un doppio debrayer per passare dalla terza alla seconda, visto che le 500 di allora non avevano le marce sincronizzate.

 Avevamo raggiunto la pensione Farlocchi.

E Tina mi disse di parcheggiare sotto la finestra del pian terreno, lei sarebbe entrata dalla porta avrebbe rassicurato i genitori per raggiungere le sorelle nella loro camera, 

Poi tirata su la finestra, mi avrebbe raggiunto nella macchina calandosi. Tanto l'altezza era molto limitata.

 A quei tempi la 500 è stata il talamo per milioni di Italiani.

Sedile posteriore, Sedili anteriori spostati in avanti e poi le capacità contorsionistiche delle fanciulle dell'epoca.

Tina era come una tigre bengalese, non so cosa volesse dimostrare.

Un fatto certo è che uso' e abuso' molto del sistema cardiovascolare del povero Oscar sulle cui spalle pesavano le ore spese a suonare per qualche centinaio di clienti nel super affollato Mississippi.

Poi guardando intensamente negli occhi il suo partner occasionale disse: " 'moh, me puoi di' che so' 'na troia"

Espressione usata spesso dal suo fidanzato romano come spiego' prima di risalire nella sua pensione.

Oscar

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