Translate

A proposito del movimento "INSIEME per l'Italia"


No, non sono d’accordo con Melo Cicala. Capisco (ci mancherebbe!) le ragioni astrattamente ideologiche che stanno alla base del suo costrutto. Capisco anche che  la possibilità di votare pur vivendo in corpo ed in anima all’estero, significa comunque mantenere un cordone ombelicale ed ovviamente nostalgico, con la terra degli Avi e delle Tradizioni. Non – ripeto: non - capisco il senso pratico di un’operazione come questa. Il voto, concettualmente, è uno strumento che serve per decidere da chi e come debba essere governato un Paese, nell’interesse, mi sembra ovvio, di coloro che in quel Paese operano, vivono, conducono tutta la propria esistenza, in corpo ed anima. Proprio come gli altri, quelli che sono Italiani, si, nel corpo dei propri Padri, ma che con l’Italia hanno ormai assai poco a che spartire. Il voto, Cicala, ed anche tu, Oscar, me lo insegnate, ha valore sia attivo che passivo. L’esperienza ci dice che una delle due fasi ha poco senso: coloro che sono stati eletti alle elezioni scorse si sono visti, in Parlamento, poco o niente. E già abbiamo sin troppi assenteisti cronici, tra i nostri Rappresentanti del Popolo, per non aver bisogno che altri si aggiungano a costoro. Mi ricordo corse ansiose, che nemmeno Bolt se le è mai sognate, per far arrivare a tutti i costi e con ogni mezzo un Deputato italiano-ma-americano in tempo per votare per una maggioranza che non riusciva a reggersi nemmeno con l’ausilio di mummie recuperate da sarcofaghi millenari definite, perfettamente a proposito, “Senatori a vita”. Dubito molto, d’altra parte, che le cose potrebbero modificarsi in melius, se qualche nostro fratello estero venisse eletto ad altre Cariche ancora più importanti, dopo il suo ingresso a Montecitorio od a Palazzo Madama.

Ben diverso è il caso di chi, straniero per origini, magari legato ancora da un solido cordone ombelicale con il proprio Paese natio, abita ed opera costantemente in Italia. Come negare il diritto al voto e ad un seggio in Consiglio Comunale, ad un Algerino (o forse Tunisino) come Radouan Ben Hamara, un Docente Universitario che abita a Cagliari ed al quale sembra ovvio debba essere riconosciuto il diritto di partecipare alla vita civile del Paese che lo accoglie, in ogni suo aspetto? C’è un altro Signore che si chiama  Omar Hassan, forse Marocchino, e che fa, bene, il sindaco di Mogoro, un piccolo paesino di questa mia meravigliosa Isola. Non si chiama “Ledda” od “Oggianu”? Embeh?! Probabilmente il Signor Hassan, malgrado il suo nome - così come il mio, del resto – non possa essere certamente essere considerato indigeno, è più sardo e più convinto della necessità di salvaguardare i diritti della Comunità nella quale egli e la sua Famiglia sono inseriti, d quanto non possa esserlo qualche suo compaesano fornito dal marchio DOC. Ma un qualsiasi  Bianchi o Rossi che abita a New York, per quanto bravo, intelligente, preparato, eccellente nel suo campo d’attività, cosa può saperne della realtà delle cose Italiane, al di là di quanto egli possa apprendere dai vari “Corriere” o “Giornale”? E che diritto ha, il Bianchi o Rossi americano, di influire dal di fuori sulla conduzione di uno Stato, sulla sola base di suoi convincimenti ideologici? E, soprattutto, quale può essere un suo effettivo interesse a che vinca il PD od il PDL, in Italia? Egli è già molto impegnato, nel suo “vero” Paese. Influirà sull’elezione di Barack Obama o di Mit Romney. Pensi a votare bene, secondo coscienza, là dove il suo voto può avere un senso concreto, senza lasciarsi coinvolgere nell’intrigo di motivi che sanno di demagogia e di interessi personali lontano un miglio.

Chissà perché, ma  Mirko Tremaglia è stato uno dei pochissimi Uomini della Destra Italiana, ad aver sollevato un consenso entusiastico da parte delle Sinistre, quando si è battuto per il voto all’Estero. In nome, s’intende, della libertà d’opinione,
Gianfranco Giorgini
Cagliari (Italia)


No comments:

Post a Comment