(The Financial Review) Un mese fa, apparve chiaro che il bluff della
Merkel era giunto alla fine. Gli eventi successivi, culminati nel vertice
europeo del 28 giugno, hanno confermato questa ipotesi. Ciò non ha impedito
alla Merkel ed alla sua maggioranza di inventare l'ennesima soluzione
dilatoria affidando alla Corte costituzionale tedesca la decisione (il 12
settembre prossimo) sul Fondo salva-Stati Esm che in realtà era stato
previsto e concordato da oltre sei mesi e che già dal primo luglio doveva
essere operativo. Il vertice del 28 giugno era estraneo a questa decisione.
Di certo l'attacco scatenato contro Draghi, dopo le decisioni della Bce, ha
carattere retroattivo. Esso ha evidenziato la netta opposizione di Berlino
alle sollecitazioni della Casa Bianca per porre fine alla crisi contagiosa
dell'euro. Ed è questo il vero fatto nuovo: la frattura, dopo una
collaborazione durata oltre sessant'anni, tra le due sponde dell'Atlantico e
il riemergere della "corazzata tedesca". Con le stesse
frantumazioni ideologiche di un secolo fa. Nel mondo europeo ed italiano sono
numerosi gli intellettuali (comprendendo molti economisti) pronti a
giustificare questo atteggiamento tedesco. Non a caso Mario Monti, considerato
il più filo-tedesco tra i capi di governo europei, è stato duramente
attaccato dopo l'intervista al settimanale Der Spiegel in cui ha sollecitato
non aiuti finanziari ma maggiore comprensione e solidarietà culturale. Un
autentico schiaffo ai "falchi" tedeschi. Perché, oramai, tutti
hanno fatto i conti e sanno che è proprio
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News and comments from the Capital of the United States (and other places in the World) in English and Italian. Video, pictures, Music (pop and classic). Premio internazionale "Amerigo".
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La diplomazia di Monti mette sotto scacco Berlino
Guido Colomba
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