Le DIVE donne italiane che vivono all'estero sono una importante organizzazione socio culturale, nata a Washington alcuni anni fa e poi distribuita negli Stati Uniti per creare contatti tra le connazionali che vivono nelle varie città americane.
Le DIVE Di Washington si sono riunite l'otto Marzo per celebrare non solo la festa della donna ma anche e soprattutto per salutare una delle socie che più si sono adoperate per il successo dei programmi socio culturali di questa importante iniziativa.
Alla pizzeria il Canale si sono date convegno un centinaio di Dive con i rispettivi mariti e compagni.
Questa è la lettera aperta a Franca Bartoli che Cris Misul ha tentato invano di leggere soverchiata dalla incredibile rumorosità di questa pizzeria.
La riproponiamo ai nostri lettori perché è una interessante testimonianza di quanto le donne italiane stiano facendo da tempo per tenere alto il livello dell'immagine della nostra patria all'estero.
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Cara Franca,
sto leggendo ed esprimendo il pensiero, non soltanto mio, ma di tutte le persone presenti e non presenti a festeggiarti in questo giorno speciale dedicato alla donna.
Non vorrei scadere nella retorica, per cui evito di ripeterti quanto sei brava e disponibile e generosa e versatile e multitasking, eccetera eccetera.
Concentrerò tutto in una sola parola, anzi due: praticamente insostituibile!
Negli anni ti sei dedicata con entusiasmo e sollecitudine all'associazione delle Dive, hai sempre generosamente offerto la tua casa per tante e tante iniziative, dopo cena, cinedive, sfilate, intrattenimenti vari.
Impeccabili le tue tavole imbandite, i tuoi pranzi nel giardino da te personalmente curato non appena la stagione lo consentiva e tu donna spaziale, sempre pronta, attiva, solerte, senza dimenticare di dedicare un grazie anche al caro Oscar, che ti ha sempre supportato e coadiuvato fattivamente e moralmente nelle mille attività che hanno contraddistinto la vostra permanenza qui a Washington.
Che dire ancora? Washington non sarà più la stessa senza i Bartoli e le Dive avranno una grande nostalgia di Franca e la mancanza già forse la avvertiamo fin da questo momento in cui diamo il saluto di commiato.
Cara Franca, grazie di tutto! Con grande affetto da tutte le Dive.
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In bocca al lupo per il vostro rientro.
Celso
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Che
dire ancora? Washington non sarà più la stessa senza i Bartoli e tutti
avranno una grande nostalgia di Franca e Oscar la mancanza sarà forte.
Con un cuore pieno posso dire ci mancherete molto
Con molto affetto
Louisa e Joe
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Cara Franca bellissimo il saluto delle tue amiche americane o Italo americane. È quello che meriti veramente. Ma noi siamo tanto contenti del vostro ritorno a Roma . E poi credo che non ci si lasci mai del tutto e voi sarete sempre idealmente vicini ai vostri amici americani grazie ad Oscar che pubblica sul suo blog ogni avvenimento. Comunque noi vi aspettiamo con grande gioia . A presto bacioni
Isabella e Donato
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Caro Oscar:
Apprendo dalla tua ultima lettera che stai per rientrare stabilmente in Italia. Con l’ occasione voglio ringraziarti per aver condiviso con me la tua “Lettera da Washington” che, ogni volta che mi è pervenuta, non ho mancato di leggere con interesse. Auguro a te ed a tua moglie Franca un felice rientro.
Ho avuto l’ occasione di essere stato ospite a casa tua quando ero responsabile dell’ Ansaldo in America, in occasione di uno degli eventi che tu eri solito organizzare, e ne ho un piacevole ricordo. Credo di veder nella tua esperienza americana qualche affinità con la mia, essendo entrambi vissuti in questo paese intorno a quattro decenni, in città importanti tu a Washington ed io a New York, ed essendo venuti entrambi in età matura sia anagrafica che professionale.
Io, come credo te, non ho rammarichi nell’ essere espatriato e sicuramente farei la stessa scelta se dovessi tornare indietro. Per lungo tempo ho rimandato una seria riflessione in merito alla possibilità ripatriare e di concludere la mia esperienza terrena in Italia. Agli inizi avrei scommesso il contrario ma, ultimamente, il pensiero è diventato più insistente e la decisione più imperativa. Ovviamente le oggettive esigenze personali possono condizionare la scelta in un senso e nell’ altro, tuttavia, al netto di quest’ultime, mi incuriosisce la considerazione che, verso la fine, si manifesti davvero un innato desiderio di ritorno alle origini. Sono certo che tu, da attento osservatore di professione, e da conoscitore dell’Italia e dell’ America, avrai una interessante chiave di lettura che vorrai condividere ancora una volta sulla tua Lettera.
In ogni caso, un abbraccio e una ancora lunga e serena permanenza a Roma.
Vincenzo N.
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