Abbiamo avuto occasione di conoscerlo molti anni fa a Bebbio, il casale castello dove generazioni di Prodi si riuniscono, insieme a stuoli di amici per gustare una favolosa porchetta, scaglie di parmigiano super invecchiato,qualche bicchiere di vino.
Al mattino colazione non stop in una grande stanza con bricchi di caffè bollente, latte e miele.
Il brusio della conversazione mattutina, le voci dei ragazzi che correvano e giocavano all'improvviso sembravano attenuarsi allo scaturire della musica di un trio d'archi che proveniva da una stanza interna del Casale.
E ci trovavamo, grandi e piccoli ad entrare di soppiatto in una stanza dove l'architetto Quintilio con il suo violoncello., una figlia che se non sbagliamo suonava il flauto, un nipote al violino si stavano esercitando su qualche brano classico.
Ma era soprattutto l'atmosfera che si creava in quell'ora di musica con i ragazzini improvvisamente sileziosi che si appoggiavano alle pareti seduti per terra e gli adulti che avevano accaparrato qualche sedia.
Poi magari nel pomeriggio tutti quanti o chi voleva ad ascoltare il professore Romano che ci anticipava qualche sua riflessione di politica economica a commento della situazione nazionale, sotto un berceau sbucciando qualche mela..
Un grande regalo quegli inviti a Bebbio e un ricordo indelebile di una sfera familiare fatta di grande affratellamento, amicizia, alto livello intellettuale e poi la musica di Quintilio con i suoi figli e nipoti.
A presto ritrovarci, caro architetto, grande musicista.
Oscar
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