Domanda:
ma non ti dispiace lasciare l'America dopo 30 anni di permanenza?
Risposta:
Sì, no, forse, ...
Chi ha tempo di pensare ai propri sentimenti, mentre sei coinvolto, anche se sei un anziano, nell'immenso trasloco, nel lasciare una casa di quattro piani, ora completamente priva di qualsiasi suppellettile, mentre stai lottando con lo spedizioniere italiano che ce la mette tutta per rendere lo sdoganamento del container ancora più difficile...
Perché la burocrazia ha sempre ragione e quindi se ti chiedono dei documenti e tu ti affanni ad andare a cercarli in ambasciata dove, grazie a Dio, sono estremamente collaborativi, e poi ti scrivono che non è vero nulla, bisogna rifare altri documenti, riempire altri formulari, e' questo è il modo di dirti bene arrivato in Italia.
Per fortuna mia moglie e mio figlio Max riescono a risolvere tutto con un impegno eccezionale, perché a me vecchio e malato mancano le forze e poi detto tra di noi: non c'ho più voglia. Il che significa che ho buttato via i guantoni, Ma che ne so? So, solo che ho una grande confusione in testa e tu mi chiedi se mi dispiace lasciare l'America dopo 30 anni.
Questo è un grande bellissimo paese. Che sta diventando sempre più invivibile perché ormai la popolazione è completamente radicalizzata con l'impossibilità di un dialogo concreto e democratico. Tra gli uni e gli altri.
Merito, anzi demerito, di questa situazione la predicazione incosciente fatta da Donald Trump a nome delle decine di milioni di estremisti che non credono più nel sistema democratico che secondo loro e' estremamente faticoso e difficoltoso da gestire.
Auspicano che l'America diventi una solida autocrazia, lasciando quel tanto di libertà agli individui che consenta loro di fare guadagni.. Proprio come succede in Cina e questo è il modello al quale ormai si ispirano legioni di miei concittadini...
Mi potrai dire che questa è una valutazione eccessiva e troppo pessimistica. Perché una democrazia che riesce a mettere le manette o quasi a un suo ex presidente, primo episodio assoluto in 240 anni di storia, significa che ha delle istituzioni che funzionano ancora. E che nessuno può dichiararsi al di sopra delle leggi. Anche se si tratta dell'ex presidente degli Stati Uniti.
E le istituzioni reagiscono. In maniera concreta senza dare spazio alla politicizzazione. Ma tenendo bene in vista l'obiettivo primario di garantire la libertà ad ognuno di noi. Ecco perché mi dispiace lasciare questa America nella quale credo e della quale sono onorato di essere un cittadino.
Mi chiedi se mi sono integrato con le altre componenti razziali e la risposta è no. Per 30 anni ho vissuto dentro la bolla degli italiani residenti a livello temporaneo o definitivo a Washington, Come dire in un piccolo villaggio italiano.
Così come conoscenti african-americans, asiatici, indiani, finito il lavoro alle 5 del pomeriggio, rientrano nelle loro riserve, nelle loro bolle. Quanto ai matrimoni tra diverse razze si tratta pur sempre di una esigua minoranza.
In questa nazione continentale è facile percepire andando in giro, soprattutto negli Stati del Sud o del centro America (quelli che alimentano la base di Donald Trump), che la Guerra Civile non si è conclusa nel 1865 con la morte del presidente Abraham Lincoln, ma ancora serpeggia tra quelle popolazioni.
E quei 650.000 che sono caduti trucidandosì a vicenda si sono ammazzati non solo per abolire o difendere la schiavitù, ma proprio perché la schiavitù rappresentava per il nord un vantaggio economico inaccettabile a favore del sud.
Mi chiedi? Qual è la vera ragione per cui hai deciso di lasciare gli Stati Uniti dopo quasi 30 anni?
Ti rispondo che riguarda il vile denaro e la salute.
Con la mia pensione italiana convertita in dollari non ce la faccio a tirare avanti a causa dell'aumento del costo della vita qui negli Stati.
E per quanto riguarda la salute il mio medico curante mi ha prescritto una medicina che costa 3800 dollari al mese ai quali devi aggiungere gli oltre 2000 per garantirmi la copertura sanitaria che invece e'gratuita per ogni americano che abbia superato i 65 anni di età e abbia versato contributi alla Social Security per almeno 15 anni.
Per fartela breve. Questa è la ragione per cui ho deciso di tornare in Italia dove il costo di questa medicina è coperto dal servizio sanitario nazionale.
Mi aspetto l'osservazione da parte di qualche 'odiatore nazionale': "Vieni a sfruttare le risorse italiane. senza aver pagato le tasse..."
Ed invece le tasse anche in Italia le ho pagate puntualmente come in America.
Uno strano paese questa America, che vive unicamente sulla comunicazione audio visuale e scorda che quello che conta sono i fatti.
Si prenda il caso dell' attuale Presidente Joe Biden che ha il più basso livello di popolarità e di apprezzamento.
Gli imprenditori americani stanno riscoprendo il vantaggio di produrre qui nella madrepatria. Dislocando dall'estero le proprie imprese.
Merito soprattutto degli incentivi che il governo Biden sta dando. Soprattutto per incrementare la presenza negli Stati Uniti di aziende specializzate nella produzione di batterie. per i veicoli elettrici.
Ma Joe Biden non piace alla stragrande maggioranza della popolazione. Che lo accusa di aver incrementato l'inflazione, aumentato il costo della benzina al gallone, impegnati trilioni di dollari per sostenere l'Ucraina e via citando.
Senza tener conto che questo ottantenne nei due anni del suo governo è riuscito a fronteggiare e contenere il Covid costringendo e convincendo la maggioranza della popolazione a vaccinarsi più volte. Riducendo quindi sostanzialmente il numero delle vittime, rispetto ad altre nazioni.
Senza tener conto che questo Presidente sta cercando di contrastare le epidemie nazionali come quella determinata dalla diffusione degli oppiacei, assunti, come se fossero caramelle, per contrastare lo stress, l'assenza di prospettive personali, il vuoto comunicazionale, la solitudine in cui vivono milioni di persone perché la famiglia si è sfasciata a causa del nomadismo che è la caratteristica principale del vivere in America.
E del resto perché meravigliarsi di queste situazioni di alta sofferenza sociale? Quando un figlio va al college i genitori si affrettano a modificare la sua stanza o addirittura preferiscono vendere l'abitazione, ritirandosi in una piu' piccola.
Un sacerdote nostro conoscente ci disse che il momento più triste della sua vita era stato quando, dopo alcune incertezze in seminario, aveva detto ai genitori che avrebbe voluto tornare a casa.La risposta era stata: " Tu non hai più una casa. ".
Che strana questa America. Fatta di infiniti contrasti. Da una parte imprenditori che hanno dato vita a realtà che hanno plasmato e modificato il pianeta.
Basti pensare al tanto discusso cinquantenne Elon Musk che ha introdotto l'automobile elettrica confrontandosi con i big mondiali, in mezzo allo scetticismo generale è riuscito a dare vita ad un'azienda, Space X, che ha dato la possibilità alla NASA di affrancarsi dai razzi russi per garantire i collegamenti con la stazione spaziale.Quanto all'acquisto di Twitter per la modica somma di 40 miliardi ci domandiamo veramente chi gliela abbia fatto fare.
E poi di fronte a queste eccellenze che stanno rivoluzionando la vita di miliardi di persone, uno poi si chiede, tanto per fare un esempio minimale, per quale ragione la trasmissione dell'energia elettrica sia fatta ancora con pali, cavi, trasformatori appesi per aria e parlo della strada in cui abito che è una delle zone più selezionate di Washington.
Quando si scatena qualche forte temporale gli alberi cadono su questi pali e agglomerati di cavi. Non c'è da stupirsi: la falda acquifera a Washington è molto alta. E quindi le radici degli alberi sono poco profonde e quasi orizzontali. Contribuendo alla instabilità a fronte di serie manifestazioni metereologiche
Un europeo si chiede per quale ragione i sistemi costruttivi delle abitazioni siano ancora vincolati all'uso generalizzato del legname. Le immagini delle aree devastate dai periodici uragani mostrano che solo alcuni rari edifici costruiti in cemento resistono alla furia delle tempeste e dei tornados.
Bella questa America, quando uno scopre che dopo tanti anni di vita vissuta nella capitale federale la cerchia di amici e conoscenti si risveglia manifestando un affetto ed una empatia che commuovono.
Oggi alla messa di Pasqua presso la Holy Rosary Church al termine della liturgia il parroco ci ha chiamati all'altare leggendo una nota simpatica che sottolineava quanto Franca ed io abbiamo fatto in questi anni lavorando per la comunità ecclesiale. Il grande applauso dei presenti e la loro standing ovation ci hanno riempito di gioia e fatto versare qualche lacrima.
Ed anche questa è America!
Oscar
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MESSAGGIO DI GRATITUDINE A
OSCAR E FRANCA BARTOLI
Chiamo Oscar e Franca a venire qui.
Siamo in una parrocchia piena di passione e con i parrocchiani molto dedicati a
questa nostra comunità di Holy Rosary. Siamo benedetti per avere donne e uomini
che sono sempre al servizio della comunità parrocchiale ed anche della comunità
Italiana e Italo-Americana qui a Washington.
Oscar e Franca Bartoli sono due di queste persone care nella nostra comunità essendo
stati con noi qui a Holy Rosary dal 2008. Ritorneranno in Italia questo martedì
prossimo, 11 aprile.
Colgo quest’opportunità per ringraziare Oscar e Franca per tutte i loro contributi alla
nostra comunità—con Oscar essendo uno dei nostri lettori alla Messa italiana per
tanti anni, permettendoci di ascoltare e far entrare nei nostri cuori la Parola Di Dio; e
per la sua partecipazione attiva come chitarrista e cantante ai nostri concerti
organizzati da Padre Ezio.
E poi con Franca e la sua creatività e disegni, come per
esempio il suo display di moda non soltanto nelle fashion shows in cui ha organizato
ma anche nella sua fashion display che si trova nel quarto piano del nostro Italian
American Museum of DC. E non possiamo dimenticare il mercato Bella Italia per il quale
tutti e due hanno lavorato duramente per garantire il grande successo che è stato!
Questi sono pochi dei tanti esempi della loro partecipazione attiva nella nostra
comunità.
Vi ringraziamo di cuore per le vostre innumerevoli ore di servizio, la vostra passione
e affetto e la gioia che avete condiviso con ognuno di noi. Grazie e buona fortuna in
questo nuovo ri-inizio in Italia. Ci mancherete tantissimo. Vi terremo nei nostri
pensieri e nelle nostre preghiere. Ecco un piccolo ricordino da noi qui a Holy
Rosary—articoli benedetti del nostro nuovo San Giovanni Battista Scalabrini che
spero vi farà ricordarci con affetto. Grazie di nuovo e arrivederci!
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Commovente
commento di vita vissuta con serenità e compostezza totale. Spero che i
suoi post continueranno da dove deciderà di stare.
Fossati Alberto
Bravo Oscar! Io non ci ho resistito più di 9 mesi...
Francesco Manosperti
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Bongiorno, Oscar, e buona Pasquetta. Ti do il benvenuto in Italia visto
che dopo trent’anni hai intenzione di ritornare nel vecchio stivale. Il
mio trauma è stato ancora più forte perché io ero negli Stati Uniti da
quasi sessant’anni e praticamente sono cresciuto là, per cui il ritorno
in Italia è stata una emigrazione per me e ancora in qualche modo ne
soffro anche se ormai mi sono adattato anche per motivi di età. Nel mio
caso, non avendo famiglia negli Stati Uniti e vedendo che la mia
comunità Scalabriniana non era in grado di garantire un’assistenza
dignitosa, l’unica scelta che mi è parsa valida era quella di rientrare
in ambito sempre comunitario e religioso però più vicino alla mia
famiglia. Comunque sono contento che ti abbiano dato un addio formale e
ben meritato nella parrocchia del Santo Rosario. Io intanto ti saluto e
spero di poter continuare un piccolo dialogo. Anch’io come tu, ho
sofferto della radicalizzazione della società americana o meglio come
si dice della polarizzazione. Inoltre non riuscivo ad ingoiare
facilmente la violenza che ormai fa parte del sotto strato sociale
americano. Da parte mia mi sembra di vedere nell’America un paese che si
va sfasciando anche per lo sgretolamento della famiglia e di quei
valori che reggono una società e che rendono le persone valide per le
parole che dicono e per le promesse che fanno. Comunque ti auguro un
buon exit dagli USA e un buon ritorno alle tue regioni. P.P.POLO | _ | _ |
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Caro Oscar:
Così come quando eri negli States siamo rimasti sempre legatissimi, così sono certo lo rimarrai con gli amici che hai ora solo fisicamente lasciato.
Qui ritroverai oltre che la mia strepitosa cucina…, un Paese altrettanto diviso (non ancora per fortuna radicalizzato): tra una pubblica opinione che vent’anni di mass media berlusconiani hanno culturalmente e politicamente impoverito, insieme al primo sdoganamento dell’estrema destra non liberale italiana (solo Fini a Fiuggi vi pose meritorio rimedio) da un lato, e dall’altro una pubblica opinione che, di fronte al primo governo di estrema destra dopo il fascismo, non riesce ancora a prendere piena coscienza e a difendere quei valori “Costituenti” e quegli ideali liberali che sono il sale della democrazia. Che va continuamente e strenuamente vissuta e difesa, come Liliana Segre ci ricorda in ogni suo intervento.
Sarai in Italia proprio nei giorni della ricorrenza del 25 aprile, la ricorrenza della liberazione dalla dittatura. Vedremo chi se ne ricorderà e chi no: uno spartiacque che significa un’Italia proiettata in Europa con le principali democrazie occidentali; o un’Italia minore alleata dell’Ungheria e della Polonia, due paesi in cui lo Stato di diritto oggi latita.
A presto amico mio!
Sandro
Roma
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Sei stato molto esplicito nel far conoscere le ragioni del ritorno in Italia,anche se sai bene che qua non ce la passiamo molto bene.Avro' il piacere di incontrarTi e scambiare ancora alcune idee "da italiano ad italiano",come è già accaduto in passato in Italia ed a W.
Tuo ,Carlo Petrone
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Bentornato i Italia, caro Oscar, sperando tu non abbia mai da pentirti di questa sofferta decisione! ___________________________________________________
Carissimo Oscar.
Ti auguro un buon rientro in Italia con la speranza di un Lungo e felice futuro
Domenico
Da Chicago
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il tuo articolo e le tue considerazioni su questo “grande” paese nel momento della partenza mi hanno emozionato e commosso.
Condivido molti dei tuoi commenti e partecipo ai tuoi sentimenti.
In parte la mia vita di “expat” mi ha fatto vivere simili esperienze,
Cinque anni a New York, otto a Londra e dieci a Ginevra seguiti da altri dieci in Italia dove nel paese più bello del mondo spesso mi sono sentito a disagio al punto di convincermi a tornare in Svizzera dove vivo tuttora.
Qualcuno mi dice che sono un “misfit” e questo è possibile ma ci si domanda dove trovare il giusto equilibrio.
Ti auguro che il tuo rientro nel “Bel Paese” sia motivo di gioia e tranquillità come “non” è stato per me anche se godo intensamente i pochi mesi che ogni anno trascorro a Firenze dove sono nato e cresciuto.
Ti auguro che i tuoi problemi di salute si possano in qualche modo risolvere per farti godere in pace la tua famiglia e la tua nuova città
Un abbraccio
Carlo
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