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Ci scrivono e rispondiamo

Gentile Dott. Bartoli,

senz'altro La ringrazio per l'assiduità con cui lei mi manda la sua Letter from Washington, che trovo interessante e leggo sempre con piacere. Tuttavia stasera le scrivo per dirle che non sono d'accordo con le sue valutazioni sull'ex-Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Non sono d'accordo in particolare quando lei definisce i suoi gusti sessuali "oblique inclinazioni" e quando, di fatto, dice che una sinistra seria, essendo a conoscenza appunto di queste "oblique inclinazioni", non lo avrebbe mai ricandidato a una carica così importante. Il discorso che vorrei farle è lungo e cercherò di tenerlo nei limiti di una mail. In realtà, per la mia formazione, io sono convinto che il privato sia politico e che tanto più uno è esposto, tanto più il suo privato debba essere "politico". Ma credo anche che i gusti sessuali di una persona non possano essere mai discussi: la sessualità è una sfera talmente intima, che nessuno ha diritto di metterci il naso, e tanto meno, di dare giudizi. Ciascuno di noi, a qualsiasi parte politica appartenga, in qualsiasi religione sia credente, qualsiasi sia il mestiere che fa, dovrebbe avere la sensazione che, comunque, c'è sempre un limite e che questo limite non va mai valicato. Tanto più se le motivazioni sono squallide come quelle con cui è stato messo in croce Marrazzo. Ma a mio parere, in ogni caso, non è una "colpa" aver cercato rapporti con transessuali, così come non è una "colpa" essere omosessuale (Vendola), o essere iper-eterosessuali, come il nostro beneamato presidente del Consiglio (la p minuscola è voluta: per uomo minuscolo, iniziale minuscola). E' colpa sbandierarlo, come se fosse un titolo di merito, o servirsi del proprio potere per avere, in cambio di una candidatura, di un posto in Parlamento, ecc, favori sessuali o, se venisse fuori per Marrazzo, aver usato soldi pubblici per privati vizi. Il torto vero di Marrazzo, a mio parere, è stato quello di aver ceduto al ricatto e di aver pagato sperando, molto ingenuamente, di poter acquistare il silenzio. Avrebbe dovuto denunciare il tentativo di estorsione, rendendo pubblico il suo privato, anche se mi rendo conto di quanto avrebbe potuto essere difficile. A me, molto francamente, più che Marrazzo che va con i trans, scandalizzano quei politici, e in Italia ce ne sono molti, che, divorziati, risposati, e magari con un paio di amanti, pubblicamente, si autonominano difensori della famiglia e della sua indissolubilità.

Tolgo il disturbo, Dottore, e mi scuso di averla importunata, ma da una precedente esperienza epistolare so che lei è una persona con cui si può tranquillamente discutere e, perché no?, difendere posizioni contrarie alle sue.

Cordialmente

Federico Pastore

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Caro Mr. Pastore:

Quanto da Lei scritto mi trova in gran parte d'accordo.

Soprattutto quando accenna al fatto che per un uomo politico il suo privato è anche pubblico. America insegna.

Forse Le sembrerò un povero vecchio bacucco, ancorato a una cultura sessuofobica....ma non mi riesce giustificare Marrazzo, sposato ad una donna bella e intelligente (che gli è restata al fianco in queste ore disgraziate). Il matrimonio impone doveri tra i partners, non solo diritti. Andare con una prostituta trans o reale è un oltraggio che un uomo fa al coniuge. A parte le conseguenze sanitarie. In Italia il numero di persone infettate dall'HIV è in aumento sorprendente, proprio per i libertini comportamenti dei maschi-mariti-compagni la maggior parte dei quali chiede sesso non protetto. Ed a farne le spese sono sempre le donne. Marrazzo ha dato le dimissioni. Altrettanto non fa il misirizzi di Arcore. Due uomini politici di diversa estrazione ma accomunati da una morale decadente e dall'incoscienza di mettersi nella condizione di farsi ricattare. Quanto alla cocaina Marrazzo ha ammesso di esserne un consumatore. Per quanto riguarda Papi si sa solo che nella sua villa in Sardegna la cocaina era fiutata a chili. Non da lui, ovviamente, ma dai suoi 'amici' che incautamente (si fa per dire) aveva invitato. Ho ricevuto alcune e-mail da persone che, con toni bruschi, mi invitano a farmi i cavoli miei ed a riflettere sul fatto che, almeno, il Premier va a donne vere. Il macho nostrano riaffiora sempre.

Quanto al ritornello italico secondo cui non bisogna mettere il naso sotto le coperte altrui, le ricordo che un uomo politico si presenta come un modello da seguire e da imitare. Per quanto mi riguarda Le posso dire che sono molto soddisfatto dell'immagine privata del mio presidente Obama. Provi a pensare all'impatto della Famiglia Obama sulla componente African American, caratterizzata da un numero incredibile di ragazze madri, di padri naturali assenti, di matrimoni sfasciati.

Keep in touch e molti cordiali saluti.

Oscar Bartoli

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