di Guido Colomba
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I mini-bond sono l'unica ricetta per far decollare il finanziamento
alle piccole e medie imprese tenuto conto che il risparmio degli italiani è
tuttora molto rilevante. Occorre però risolvere il problema delle garanzie,
come hanno fatto altri Paesi (Spagna e Irlanda) a tutela dei risparmiatori.
Sul fronte opposto vi sono due problemi concatenati (banche e tagli mancati)
che hanno messo in allarme sia Bruxelles che la
Bce (come attesta la lettera di Draghi). Se le banche
italiane vengono penalizzate (stress test) per aver sottoscritto troppi Btp
mentre affrontano gli "incagli" in continuo aumento, è difficile
uscire dal tunnel della crisi. Il vuoto di credito continuerà. Lo stesso Fmi
formula previsioni tutt'altro che tranquillizzanti. Due esempi. Il presidente
di Confindustria, Squinzi, e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, giungono
alle stesse conclusioni: occorre più coraggio e ne danno la misura. La legge
di stabilità triennale doveva mettere sul piatto del costo del lavoro almeno
20-22 miliardi di euro, cioè molto più di quanto annunciato. La controprova è
data dal crescente successo ottenuto dal pagamento parziale dei debiti
arretrati della P.A. come attestano i dati della Banca d'Italia. Questi
pagamenti (circa 11-12 miliardi erogati su 120 miliardi) hanno ridato fiato
alle imprese con immediato effetto moltiplicatorio. Napolitano è intervenuto
nel dibattito sostenendo che il coraggio deve essere responsabile. Come non
essere d'accordo! Tuttavia, se non si taglia la spesa pubblica e se gli
uffici legislativi non la smettono di introdurre centinaia di cavilli in ogni
provvedimento non si va da nessuna parte. Il "no" al gassificatore
di Brindisi ed a quello di Mestre (in Italia l'energia costa il 30% in più
rispetto alle vicine Austria e Slovenia) dopo quasi dieci anni di tira e
molla rappresenta la cartina del tornasole del "male oscuro"
dell'Italia che in dieci anni ha perso un quarto del fatturato industriale.
Il presidente della Campania affonda il coltello nella piaga: "A questo
punto le Regioni non servono a nulla..." Lo ha detto in modo
provocatorio lamentando i tagli lineari, senza rendersi conto di aver
centrato il problema visto che alle Regioni fa capo oltre il 60% della spesa
corrente (al netto di pensioni e interessi sul debito). Il buco nero di
19mila amministratori di 7800 imprese, che fanno capo agli enti locali con
una spesa di funzionamento di oltre 15 miliardi di euro, testimonia il
fallimento della casta politica al di là delle buone intenzioni di Enrico
Letta e dei suoi innegabili successi ottenuti nelle missioni all'estero (con
Obama ha anche sfoderato uno splendido inglese). Il coraggio è intraprendere
nuove strade senza guardare in faccia alle tante corporazioni che ingessano
il Paese. Il decreto in arrivo "Destinazione Italia" sui minibond
vuole rendere la cartolarizzazione accessibile come quella dei mutui. Oltre
alle emissioni dirette delle PMI accompagnate da garanzie reali, le banche
potranno fare emissioni collateralizzate usandole come garanzia per ottenere
finanziamenti presso la
Bce. Anche le assicurazioni (hanno una ricchezza pari a 494
miliardi) potranno investire in bond, in quote di fondi e in questi titoli
derivanti da cartolarizzazioni anche se non sono quotati. Un'autentica
rivoluzione del credito in Italia che può finalmente sconfiggere il
"credit crunch" (-4,6% negli ultimi dodici mesi). Sul piano fiscale
verrà eliminata la ritenuta d'acconto se il compratore dei minibond è un
Fondo. Questa agevolazione fiscale, a costo zero per lo Stato, va inquadrata
nel "crowd funding" cioè nel finanziamento on line delle PMI che
gli investitori possono ora effettuare con la piena autorizzazione della
Consob. (Guido Colomba -Copyright 2013 - edizione italiana)
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