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Diario Italiano # 10: Udine, Libreria Tarantola, presentazione di Borgo Pinti

Angelo Rossi e’ il presidente della associazione Toscani in Friuli Venezia Giulia che ha organizzato la presentazione del mio libro “Borgo Pinti”.

Con un po’ di perfidia mi viene fatto di ricordare che parlare dei toscani a Udine e’ un’impresa eccezionale, tenendo conto che per centinaia di anni i toscani delle diverse citta’ si sono scannati in lotte e guerre sanguinose.

Basti pensare a Siena che riesce a ricordare l’unica battaglia vinta contro Firenze, quella di Montaperti, di cui ancora mena vanto.

Oppure la simpatia che intercorre tra pisani e livornesi all’insegna del : “Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio.

Ma questa battute non riescono a scardinare il plumbeo atteggiamento delle decine di gentili persone, in prevalenza mature gentildonne, che hanno affrontato la brezza autunnale per conoscere un tale che si e’ fatto 7500 chilometri da Washington per venire a presentare a Udine il suo libro piu’ recente, “Borgo Pinti”.

Perche’ Udine?

Perche’ la donna della sua vita e’ nata e cresciuta a Udine ed ecco svelato l’interrogativo.

Parlando di come ci siamo conosciuti, a Grado quando suonavo con la mia band (ma quanti lavori ha fatto Bartoli nella sua vita?), ricordo all’assonnato pubblico la canzone che ci ha uniti e andava molto di moda a quei tempi.

Era “The End” un titolo non molto appropriato per l’inizio di una relazione amorosa ma che piaceva alla fanciulle dell’epoca, anche se di inglese ne masticavano poco.

Decido di intonare la prima strofa, cosi’ a ‘cappella’ come si dice.

I gentili presenti si sono scatenati, meglio dire ‘scatenate’, in un applauso che sembrava non finire.

Ecco conquistata la platea.

A mantenere calda l’attenzione ci ha pensato con grande spirito e professionalita’ l’avvocato Valentino De Castello, che si e’ fiondato qui da Belluno nonostante gli impegni professionali.

De Castello e’ un fiorentino, separato dal vostro redattore da piu’ di una generazione, ma anche lui con alle spalle anni di vita vissuta in Borgo Pinti, la sttrada chde ha caratterizzato la mia fanciullezza, adolescenza e parte della mia giovinezza.

Valentino e’ un simpaticone e la nostra liaison espositiva finisce per coinvolgere il pubblico e catturare l’attenzione delle sorridenti, finalmente, signore che mosttrano ora interesse alle pagine del mio libro, interpretate dall’avvocato De Castello.

Finito lo show comincio a firmare la copie che mi vengono poste sotto il naso con la gentile premessa “Ah, quanto mi sono divertita..!”

“Senta”, mi dice una giovane signora distogliendomi con una certa violenza dall’impegno della firma.

 Mi alzo mentre sento una strana vibrazione che mi sale lungo la schiena.

“Lei, contnua la giovane spettatrice, ha parlato di sua madre che si chiamava Ines e di suo padre che si chiamava Sergio. Io mi chiamo Ines e mio marito si chiama Sergio. Non dimentichi sua madre, perche’ la porta qui..” e mi tocca sullo sterno.

Ci spostiamo in una osteria vicina alla libreria Tarantola dove ci dedichiamo ad alcune bottiglie di prosecco e stupendi piatti di frittura di calamari e moscardini.

“E’ una nota medium, professoressa all’universita’ “ mi sussurra qualche esperto con un tono cospiratorio.

Mi ritorna la vribrazione che sale lungo la schiena, ma mi dico che e’ tutta colpa della mezza bottiglia di pro-secco che mi sono scolato.

Ed anche questa e’ (la mia) Italia

Oscar



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