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Il settore aereo torna ai livelli pre-covid per capacità offerta (ma a costi più alti) (Dal Sole 24 Ore)


I dati Cirium: i costi del carburante, del personale e i rischi recessione le prossime sfide

di Mara Monti

9 ottobre 2023
(Photo by Charly TRIBALLEAU / AFP)

I punti chiaveLa cura dimagrante
Le incertezze
Le strategie delle low cost
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3' di lettura

La crisi Covid è alle spalle per il settore del trasporto aereo, dopo più di tre anni di battaglie per sopravvivere, ma le ferite lasciate dalla pandemia sono ancora aperte e fanno male. La buona notizia è che la capacità globale, misurata come il numero di posti offerti per la distanza percorsa, ha raggiunto i livelli del 2019, secondo i dati di Cirium società di analisi aeronautica. Il dato rappresenta il punto di svolta per il mercato mondiale del trasporto aereo che vale 1,17 mila miliardi di dollari che ha dovuto affrontare una crisi esistenziale senza precedenti.

La cura dimagrante

La chiusura dei confini e i salvataggi delle compagnie aeree che ne seguirono, hanno lasciato il settore indebolito sul fronte finanziario e a corto di personale e di aerei, i primi licenziati per ridurre i costi, i secondi venduti per fare cassa. Una cura dimagrante necessaria quando migliaia di aerei erano parcheggiati negli han

La riapertura dei confini ha trovato compagnie aeree e aeroporti impreparati e recuperare terreno è diventato difficile: gli utili sono ancora inferiori del 40 per cento rispetto al 2019, secondo la Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, il business travel è incerto e sul boom della domanda per vacanze pesa lo spettro della recessione, più cupo ogni giorno che passa

Le incertezze

Gli analisti stimano che se il fatturato è tornato ai livelli pre-Covid, al contrario i costi sono più alti del 18-19%: soltanto quelli del personale sono saliti del 35-40%, livelli ritenuti insostenibili. Tutte incertezze che hanno spinto Delta Air Lines e American Airlines ad abbassare l’outlook del profitto per il terzo trimestre, mentre in Europa si fa leva sul prezzo dei biglietti per rispondere ad un eventuale indebolimento della domanda.

In questo scenario di luci e ombre, si sono aggiunte la crisi ucraina, quella energetica fino alle cancellazioni dei voli verso Israele per le tensioni di questi giorni: dal febbraio 2022, le compagnie aeree statunitensi ed europee non possono più volare in Russia e utilizzare il suo spazio aereo per le rotte verso l’Asia, aumentando il consumo di carburante per le destinazioni verso Es

Secondo Cirium, mentre il traffico transatlantico è tornato ai livelli pre-Covid, quello verso il Pacifico e dall’Europa verso l’Asia è diminuito rispettivamente del 31 per cento e del 17 per cento. Al contrario, i vettori cinesi non soggetti al divieto russo hanno aumentato i voli: Air China, China Southern Airlines e China Eastern Airlines hanno aggiunto capacità per i collegamenti verso Londra rispetto a prima della pandemia. Al contrario, British Airways, un tempo il secondo operatore di voli per la Cina, oggi offre quasi il 40% di posti in meno su quelle rotte rispetto a prima del Covid, secondo Cirium.

Le strategie delle low cost

In Europa, per rispondere alla concorrenza le low cost Ryanair e Wizz Air stanno espandendo rapidamente le loro flotte, lo stesso vale per le loro controparti statunitensi Spirit Airlines e JetBlue. Oltre ad aggiungere aerei, i vettori più forti si stanno consolidando. Come nel caso di JetBlue negli Usa che sta cercando di acquisire Spirit, creando la quinta compagnia aerea statunitense per traffico passeggeri. In Europa, Air France-KLM, IAG e Deutsche Lufthansa sono pronti al merger con i rivali più deboli.

A 104 anni dal primo volo KLM e a 90 anni da quello Air France, il viaggio aereo si conferma un bene essenziale che non lo fermeranno pandemie e recessioni.

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