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Saturazione e desertificazione delle emozioni

Dice che dipende dall'eta' e dalla malattia.

Ma difronte a quello che accade nel mondo non riesco piu' a provare alcuna emozione.

E dire che passo le mie giornate sommerso dalle notizie che trasbordano dal megaTV di 65 pollici.

Le migliaia di morti palestinesi e ebrei in continuo aumento nella cosiddetta Terra Santa, il rimpallo di responsabilita' nei talk show ribadite dagli ospiti che uno si chiede perche' mai li abbiano invitati visto che sono un vuoto pneumatico. 

Poi ci aggiungi le decine di morti fatti fuori dal solito demente che ha titolo di cittadinanza in un paese, gli USA, dove su una popolazione di 323 milioni individui sono spalmati oltre 450 milioni di armi da fuoco in gran parte da guerra.

Ed i morti regalati da madre natura in tutto il mondo che non fanno notizia perche' la morte ti dicono i saggi e' la componente della vita, ti gira intorno, ti sta addosso, ti fa sentire il suo fiato puzzolente sul collo e ti ricorda che tocca anche a te.

Di fronte a questa desertificazione delle emozioni, di fronte a questa saturazione d messaggi che rendono incapace il vostro redattore di manifestare con orgoglio di pensiero indipendente e autonomo una posizione definita uno si chiede: perche' questa mancanza di emozioni?

Forse perche' chi scrive ha vissuto un'infanzia traumatizzata dai bombardamenti degli alleati liberatori, dalle notti illuminate dai duelli di artiglieria tra una sponda e l'altra del fiume Arno tra i tedeschi che non si decidevano a ritirarsi e gli 'alleati' che non si decidevano a costruire un ponte Bailey per attraversare il fiume. E poi la fame, tanta fame.

Forse perche' le immagini continue televisive degli ospedali delle due fazioni fanno il paio con il ricordo, che speravi dissolto, dei morti smembrati per le strade di Firenze dai bombardamenti, dalle incursioni dei cecchini appostati sui tetti, dalle vendette dei partigiani. 

Immagini che speravi tumulate per sempre dentro la tua memoria ed invece eccole rampollare per dirti che e' tutto lo stesso macabro spettacolo che non aggiunge niente di nuovo quanto a dolore e malvagita' al 'deja' vue 'della tua giovinezza.

E neanche pregare il mio Dio caritatevole porta sollievo se pensi al loro dio (che dovrebbe essere lo stesso) che benedice i loro massacri in nome di 'morte agli infedeli'.

Oscar

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Ve la giro perche' i ricordi di Firenze sotto la guerra sono anche i miei ( Oscar ha visto piu' fame; Nonna Angela ha potuto proteggere Odette e me piu' di quanto abbia potuto la nonna di Oscar).

Roberto Paolieri

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Oscar ti leggo sulla desertificazione delle emozioni e tristemente concordo scritto particolarmente bene. Un abbraccio  dalla  tua amica  Elisabetta  immersa come ti puoi immaginare  nel think of it.

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Caro amico,

hai ragione su tutta la linea. A proposito dei vari credi, non ricordo quale papa auspicò: “Ut unum sint”. In cielo o nella sola natura (come riteneva Spinoza il grande) è davvero difficile infatti pensare che ci siano tanti “Dii”. E come te penso anch’io che, pur espressione di tante religioni e di tante le culture, vi sia un solo “Eterno”.

Di mio aggiungo solo questo, per cercare di evitare che in nome di un Dio - che da qualche parte è lo stesso - ci si ammazzi: se non si rispettano, da tutte le parti, i valori e i principi della Convivenza tra popoli e le regole e disposizioni che gli Organismi sovranazionali (ONU) hanno fissato perché essa sia resa possibile, la carneficina non avrà mai fine. Ciò riguarda oggi la Russia e ,da decenni, la contesa territoriale tra Israele e Palestina (Hamas non c’entra, sono solo criminali).

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Caro Oscar,

Purtroppo le notizie di morte da cui siamo continuamente sommersi diventano un antidoto per l'empatia.
Se avessimo destinato l'energia spesa nell'uccidere verso il progresso dell'umanità, avremmo già colonizzato la galassia.
È assurdo quanto gli anni duemila, che quando ero ragazzino mi immaginavo sarebbero stati anni da fantascienza, siano invece tristemente somiglianti a buona parte del ventesimo secolo.

E siccome siamo tutti miscredenti per qualcuno, credente in altro, invece andremo tutti indistintamente all'inferno.
Clark
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Carissimo Oscar,

Condivido a pieno le tue opinioni !

A  tal  proposito mi  viene in  mente una poesia di Quasimodo " Uomo del mio  tempo ".

E'  sempre l'uomo ! Se  non  riusciamo ad  agire  sull'uomo , i  problemi continueranno all'infinito !

Un abbraccio !

Andrea

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Come scrivi bene Oscar, quanta triste verità! Cosi’ impotenti!!

Franco


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